9. || Sophie.
Quando Daisy mi ha accennato della festa, ho pensato fosse il solito ritrovo di studenti ubriachi, in una delle confraternite del college. Ma mi sbagliavo.
La mia migliore amica ha dato istruzioni precise a Julian, mentre quest'ultimo guidava l'auto fino al luogo della festa.
Una villa.
Quando scendo dall'auto, riesco a vederla meglio. Come tutte le altre della via, è enorme e imponente. Ha dei colori azzardati, ma molto belli, anche se al buio rendono poco. Il giardino e l'entrata è già colma di ragazzini del liceo ubriachi, il che mi fa pensare a quanto venire sia stato stupido.
Scendo dalla macchina guidata da Ariana e cammino velocemente verso l'entrata della casa. E' composta da due piani e le finestre scure sono protette da davanzali dipinti di nero. I mattoni sono di un colore fra il rosso e il marrone, con il cemento bianco.
Dopo essere entrati, sulla destra noto un salotto enorme, con circa una decina di persone: otto sono presi dal gioco della bottiglia, due si stanno baciando come se non ci fosse un domani.
Nella cucina, invece, c'è una ragazza coi capelli tinti rossi in astinenza dal colore, semi raccolti, la quale saluta subito Daisy. Il mio sguardo finisce sul suo abito verde mela. Rispetto a me, è alta dieci centimetri in meno di me e ha una voce più squillante.
«Ciao cara! Allora questi sono i tuoi amici? Io sono Ginger, piacere di conoscervi!»
Stringo la sua mano e le rivolgo uno dei miei sorrisi più gentili. Mi porge un bicchiere di birra e accetto, sebbene dentro di me qualcuno mi dica di non prenderlo. Butto giù un sorso e mi brucia la gola.
«Ti piace?» mi chiede immediatamente lei.
«Oh, certo che sì»
No, fa cagare, ma non importa.
Ginger scuote la testa e sorride. I suoi capelli rossi dondolano da una parte all'altra e dopo aver bevuto anche lei un sorso di birra, mi prende per mano e ci conduce nel salotto. Non so da dove abbia preso tutta questa confidenza, ma decido che è meglio restare tranquilla e godermi la serata.
«Giochiamo?» propone, sorridendo.
Subito, Shelley e Daisy si fanno avanti, mentre io, Julian e Ariana rimaniamo in disparte. I due piccioncini, però, si stancano presto del tipo di festa a cui ci troviamo, così escono e tornano a casa con il pulmino.
Io, ovviamente, rimango qua per non sembrare scortese e voler rovinare i loro piani serali.
Daisy ha già baciato tutti i ragazzi del cerchio, mentre Shelley solo uno. Mi piacerebbe così tanto alzarmi e tirare la birra in faccia alla mia amica dai capelli scuri, ma decido che è meglio evitare. Sono un po' arrabbiata con lei, perché mi ha costretta a venire ad una festa dove non conosco nessuno e adesso mi sta ignorando per pomiciare con degli sconosciuti.
Improvvisamente, entra nella stanza un ragazzo con una camicia bianca e i pantaloni scuri. Non riesco bene a capire chi sia, poiché c'è poca luce e i sei bicchieri di birra per ammazzare il tempo hanno cominciato a fare effetto.
Si sporge verso un ragazzo e chiede: «Ehi, Trent, hai un preservativo da prestarmi?»
Il ragazzo poggia la sigaretta ancora accesa nel portacenere e tira fuori il portafoglio. Da esso prende una bustina argentata e gliela passa. Mentre se lo infila di nuovo in tasca, gli mormora qualcosa, con uno strano sorriso stampato in volto. Il ragazzo ridacchia e gli rifila una pacca sulla schiena.
Tornando indietro, mi cade addosso. Chiudo gli occhi per l'imbarazzo e quando li riapro vedo i suoi occhi verdi.
Cosa cazzo sta succedendo?
Liam si alza affannato e imbarazzato, dicendo: «Ciao So-sophie»
L'alito gli puzza di birra, canna e sesso, per non dire altro. Bene, che cosa caspita sta combinando prima di venire qua? Be', il fatto che abbia chiesto un preservativo a quel ragazzo, presuppone che debba andare a letto con qualcuna.
Mi alzo dal divanetto e avvicinai il viso al suo.
«Cosa ci fai qua?» mi chiede spalancando gli occhi.
«Mi hanno invitata» rispondo vaga, poi riproduco un'espressione curiosa e chiedo: «Tu invece? Ti sei fatto qualche canna?»
I suoi occhi guizzano da una parte all'altra della stanza per qualche secondo, così arrabbiata incrocio il suo sguardo e dico: «Ehm... scusami...»
Non so perché ho reagito così, del resto Liam non è nessuno per me. Improvvisamente una ragazza leggermente più di me, dai capelli neri e un fisico da modella fa capolino e mi spintona, facendomi cadere sul divano. Tutti smettono di guardare la bottiglia che gira e spostano il loro sguardo su di me. Mentre mi rialzo, la guardo con aria rabbiosa.
Non so per quale motivo, ma mi sembra familiare. Ha gli occhi scuri e il viso paffuto. È così bella, ma così stronza.
«Ma che cazzo fai?» domando puntandole il dito addosso.
«Giù le mani dal mio ragazzo!» squittisce lei.
Volto la testa verso Liam e rimango a guardarlo scioccata. È davvero la sua ragazza? Non credevo che avesse una ragazza considerato come si comportava con me. Credevo che mi stesse così addosso perché lo incuriosivo, ma invece... non è così.
«Ti ho già detto che non sei la mia ragazza, Rachel» sentenzia lui.
Ah no? Sono un po' confusa.
«E allora che cos'è? Hai chiesto un preservativo al tuo amico per fare che cosa, scusa? È evidente che lo devi usare con lei, quindi non mentire»
La ragazza mi rifila un'occhiataccia e si avvicina, toccandomi con le sue tette. «Ma perché dovrebbe parlare con te, scusami? Si può sapere chi diavolo sei, santarellina del cazzo? Vieni qui a dare lezioni con quale potere, eh?»
Rachel mi guarda sbattendo le ciglia irregolarmente. Infervorata, le tiro un ceffone in pieno volto e poi esco a grandi passi dalla stanza. Improvvisamente, l'aria fresca della sera mi sferza il volto. Sento qualcuno prendermi i fianchi da dietro e mi volto. Liam è davanti a me con un'espressione piuttosto dispiaciuta.
«Io...»
«Io cosa? Io cosa? Volevi conoscermi o portarmi a letto come hai fatto con quella ragazza? Sei veramente uno stronzo! Pensavo che fossi serio, che ci tenessi a conoscermi, ma non è così!»
Liam si avvicina come per prendermi la mano, ma io mi stacco. Che cosa mi sta succedendo? Perché non l'ho fermato prima? Perché non sto male come mi è sempre successo quando interagisco con un ragazzo?
«Non ti azzardare a toccarmi» esclamo, con gli occhi ridotti a fessure.
Si corruccia e indietreggia. Prova a parlare, ma dalla sua bocca non esce altro che qualche verso.
«Sai una cosa? Non importa. Non so nemmeno per quale motivo ti sto rivolgendo la parola. Torna dalla tua amica e... e lasciami in pace!»
Faccio per voltarmi, ma lui mi afferra per un polso e mi attira a sé. Allaccia le sue mani attorno alla mia schiena e quando le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie, soffia su di esse: «Posso benissimo passare il resto della serata con te»
Per qualche secondo rimango in questa posizione. Fra la birra, l'emozione e il cuore che mi batte a mille non riesco più a ragionare. Per quale motivo mi sono cacciata in una situazione del genere? E perché mi da fastidio vederlo con quella ragazza?
Non mi capisco più. Poi mi torna in mente Christian...
Mi allontano da lui e indietreggio allarmata. I nostri sguardi si incrociano e prima che possa dire qualcosa mormoro: «Stai lontano da me»
Un secondo dopo, Shelley e Daisy escono dalla villa e mi urlano di raggiungerle. Guardo Liam un'ultima volta, poi lo supero e raggiungo la macchina di Julian.
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NELLA FOTO: FREDDIE THORP NEL RUOLO DI CHRISTIAN BROOK.
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