25. || Sophie.
Dopo essere arrivata nella zona del college, cambio idea circa venti volte riguardo all'idea di far visita o meno a Liam. Ho bisogno di una doccia, di un pasto caldo e di una felpa, perché sto letteralmente morendo di freddo, eppure, in questo momento, l'unica persona che voglio vedere è Liam.
Perciò, decido di andare a casa sua, per salutarlo. Sono appena passate le quattro e mezza, quindi non voglio tornare in dormitorio e annoiarmi fino all'ora di cena.
Svolto nella via dove Liam alloggia e parcheggio davanti al suo palazzo. Scendo dall'auto e cammino fino al citofono. Premo sul pulsante affiancato dal suo cognome e dopo qualche secondo nel video appare lui.
«Sophie? Cosa ci fai qua?» farfuglia lui osservandomi.
«Sono appena arrivata. Volevo farti un po' compagnia. Ti disturbo?» domando, sperando che la risposta sia un no.
«No, certo che no. Vieni pure»
A giudicare dalla sua espressione, sembra sia felice di vedermi, ma il videocitofono non è propriamente nitido per osservare bene i lineamenti di qualcuno.
Prima di spegnere la videochiamata, mi rivolge un sorriso smagliante, poi mi apre la porta d'entrata ed io mi precipito sulle scale. Le salgo di corsa e quando mi ritrovo al terzo piano mi chiedo perché non abbia preso l'ascensore. Tuttavia, non mi fermo.
Liam si aspetta di vedermi arrivare dall'ascensore, così quando sbuco dalle scale con il fiatone spalanca gli occhi perplesso.
«Ma tu sei matta!» esclama ridendo.
«Scusa... non ci ho pensato!» ansimo sorridendo.
Mi fa entrare in casa e mi offre da bere. Sedendomi su uno degli sgabelli da bar della sua cucina, lui mi chiede in quale condizione si trovi mio fratello Travis.
«Si è svegliato. Sono tornata qua proprio sul più bello, ma domani ho lezione e non potevo saltarla»
Mi rivolge un sorriso e si accomoda sulla sedia di fronte alla mia.
«Ti capisco. Quindi... la cena che ti ho proposto slitta di qualche altro giorno?»
«Cosa? No! Insomma... ci tengo a questa cena e so quanto ci tieni tu. Non mi piace accordare le cose e poi saltarle, non è nel mio stile. Mi piacerebbe solo che... che mi dessi qualche giorno per assimilare tutto quello che mi è successo. Sono ancora molto stanca»
Liam sorride ed annuisce velocemente.
«Sì, penso anche io che dovresti riposare. Che ne dici, il mio letto è abbastanza morbido?»
Scoppio a ridere dicendo: «Io non dormo nel tuo letto»
«L'hai già fatto» mi ricorda lui con un ghigno.
Lo guardo sorridendo e dopo una decina di secondi mi alzo in piedi. Soddisfatto, mi segue e mi porta nella camera da letto. Mi stendo e subito lui mi copre con una coperta. Gli rivolgo un sorriso gentile per ringraziarlo e lui ricambia il gesto.
Rimane qualche minuto ad osservarmi sulla porta, poi viene verso di me e si sdraiò al mio fianco.
«Cosa c'è?» sussurro.
Liam mi accarezza il viso, con la sua mano bollente, e sorridendo scuote la testa, con aria tranquilla.
«Nulla. Sei solo bellissima»
Scoppio a ridere divertita.
«Te l'ho già ripetuto mille volte, Liam. Dovresti ampliare il tuo vocabolario, sai dirmi solo che sono bella, e non va affatto bene»
Soffoca una risatina.
«Mentre tu riposi, studierò qualche aggettivo in più da affibbiarti»
Mi rivolge un sorriso gentile, poi chiude la porta e mi lascia dormire.
Non mi importa se Liam è maleducato, sempre incazzato e poco gentile nei confronti di chiunque; non mi importa se la sua casa è uno schifo, se ci sono boxer appesi al lampadario o stoviglie da lavare di due settimane fa.
E non mi importa nemmeno se è un disastro.
È Liam.
E mi piace Liam.
Masoprattutto, mi piacciono i disastri. Perché probabilmente lo sono anche io. Enon c'è nulla di così terribile nel riconoscere di esserlo.
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