20. || Sophie.
Una luce bianca mi sveglia improvvisamente. Sento un dolore allucinante al collo e appena muovo un muscolo percepisco una forte scossa. Apro lentamente gli occhi e me li stropiccio, cercando di svegliarmi.
Sono ancora nell'ospedale del mio paesino natale, seduta su una poltroncina rossa, in una sala d'aspetto dove le infermiere mi hanno permesso di dormire durante la notte. È la camera di mio fratello Teddy e il suo letto è sfatto, ma di lui non c'è traccia della stanza.
La stanza odora di detersivo e di disinfettante; inoltre nell'aria c'è profumo di colonia, probabilmente quella che Teddy ama spruzzarsi la mattina, appena sveglio.
Prima di tornare da mia madre per avere qualche informazione su Travis, decido di prendermi qualche minuto per me, cercando di non pensare alla notte terribile che ho passato.
La sveglia posizionata sul comodino accanto al letto di Teddy segna le dieci e mezza. Sbuffo e mi passo una mano fra i capelli, cercando di tranquillizzarmi.
Improvvisamente, vedo la mia borsa nera sul comodino di Teddy. Mi alzo con un balzo per prenderla e subito dopo torno a sedermi. Tiro la cerniera e frugo al suo interno per trovare il telefono: ho diciassette chiamate perse da Liam, otto messaggi di Ariana e sei di Julian.
Roteo gli occhi e, senza esitazioni o ripensamenti, chiamo immediatamente Liam. Mentre squilla, mi chiedo per quale motivo stia telefonato prima a lui e non ad Ariana, la mia migliore amica di sempre.
Liam è solo un amico per me, eppure ora si trova fra i Preferiti della rubrica e questo significa che il mio telefono ha la risposta che ho cercato per troppo tempo: il ragazzo che fuma, che si porta a letto tutte le ragazze del college, che non studia mai e che probabilmente appartiene a quella categoria di ragazzi dai quali devo allontanarmi il più possibile, è diventato importante... un preferito.
Quando mi risponde trafelato ci impiego un po' per riprendermi dalla scoperta e per una volta ringrazio il mio telefono di avermi fatto notare qualcosa che per me risultava assurdo.
«Sophie! Si può sapere dove cazzo sei? Ero in pensiero per te, porca miseria!»
«Sta' calmo, Liam, e non gridare, mi sono appena svegliata» borbotto io.
Lo sento ringhiare contro il microfono del suo cellulare.
«Scusami»
«Mi dispiace averti fatto preoccupare» mormoro, a metà fra la sorpresa e la delusione.
Mi fa piacere sapere che Liam si sia preoccupato per me, sperando che decidessi di chiamarlo per condividere con lui ciò che è successo ai miei fratelli. Onestamente mi sento in colpa di non aver raccontato a Liam quale sia la situazione di Trav, però percepisco questo sentimento come una cosa di cui sentirsi in colpa, perché ho pensato di raccontare i dettagli dell'incidente solo a Liam e non alle mie migliori amiche.
Perché sta accadendo tutto questo? Perché io do più importanza ad un ragazzo come lui e non alle mie amiche?
Prima del tradimento di mio padre, mia madre mi ha detto che un giorno avrei conosciuto un uomo, al quale avrei preferito raccontare molte più faccende personali, rispetto che confidarle alle mie amiche. Ma quell'uomo pensavo fosse arrivato dopo il college e, soprattutto, me lo immaginavo meno disastrato di Liam.
Mentre lo penso, realizzo che Liam mi piace proprio perché è un disastro, perché è diverso dallo stereotipo di ragazzo che vorrei al mio fianco e non rispetta neanche un canone di quelli che mi sono prefissata.
E poco dopo aver ragionato sul pensiero appena formulato, realizzo che ho appena ammesso che Liam mi piace, ma non ho ancora compreso in quale senso... è una semplice amicizia o qualcosa di più?
«Non ti preoccupare, Sophie, l'importante è che tu stia bene»
«Già... sì, be', sto bene, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ad ogni modo, penso che non tornerò a casa prima di domani. Travis è ancora in coma e non me la sento di lasciarlo solo proprio ora»
Liam sospira comprensivo.
«Certo. Devo... informare le tue amiche? Penso che verrà più facile a me, considerando che la tua amica bionda ha passato la notte nell'appartamento di Matt»
Per poco non mi ingozzo.
Cosa? Shelley ha dormito con Matt Steven?
«Non ti sto seguendo. Cosa c'entra Shelley? E perché ha dormito con Matt?» domando con voce tremante.
Liam soffoca una risata.
«Sono passato da Matt per proporgli di studiare, ma l'ho trovato in compagnia della tua amica. Ah, comunque ha un bel culo»
«Liam!» grido, insieme a Matt.
Sbuffo e spalanco gli occhi, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle. Shelley è molto in sintonia con Matt Steven, il migliore amico di Liam, ma pensavo fosse una semplice simpatia...
«Sono via da meno di dodici ore e già succedono queste cose. Non voglio assolutamente sapere cosa accadrebbe se io me ne andassi definitivamente» mormoro lentamente, abbozzando un piccolo sorriso.
Liam smette di respirare per qualche secondo.
«Pensi di farlo?» domanda poi, con sincera tristezza nella voce.
«No. Almeno non per ora. Penso che andrò a prendere qualcosa da mangiare, poi vedrò come sta mio fratello. Se so qualcosa, Liam, ti mando un messaggio, d'accordo?»
Me lo immagino mentre mi sorride, anche se mi trovo a distanza di circa venti chilometri da lui.
«Certo, Sophie. Ci sentiamo»
Spengo la chiamata e mi alzo.
Dopo il pranzo con Liam, non ho avuto tanto tempo per pensare a quanto è successo... o quanto ho percepito. Liam è così testardo, così rabbioso, ma è perfetto in quel modo, nel suo modo. Nonostante questo, però, non ho la minima intenzione di cedere alle sue promesse. Liam è un amico... un semplice amico.
Sospirando, esco dalla stanza di Teddy e cammino fino al reparto della terapia intensiva. Mia madre e mio fratello sono seduti nei seggiolini di plastica e appena mi vedono mi salutano.
«Ti ho preso un croissant» esclama mia madre, indicando un sacchettino bianco, sul sedile a fianco al suo.
Le rivolgo un sorriso tirato, poi lo prendo fra le mani e tiro fuori dal sacchetto la mia colazione. Sedendomi, lo addento. All'interno c'è del cioccolato fondente.
«Ci sono novità?» domando con la bocca piena.
«Ehm... sì» risponde mia madre.
Volto la testa verso di lei e deglutendo chiedo: «Positive o negative?»
La donna dai capelli rossicci, rovinati dalla vecchiaia all'avanguardia e dal nuoto praticato da giovane, sorride con gli occhi lucidi.
«Positive. Trav è salvo. Stiamo aspettando che si svegli»
Spalanco gli occhi scioccata.
«E tu me lo dici così? Mamma, ma ti senti bene? Insomma, parliamone!»
Mia madre e Teddy scoppiano a ridere, guardandomi male. Metto il broncio e mi alzo annunciando che sarei andata a prendere un caffè. Mi allontano e subito prendo fra le mani il cellulare. Cerco freneticamente il numero di cellulare di Liam nella rubrica e lo chiamo.
«Ehi, è successo qualcosa?» domanda preoccupato.
«No! Ma... Trav sta bene! Penso che... tornerò a casa nel pomeriggio, a questo punto!»
Liam scoppia in una risata contenta. Sono felice del fatto che si stia comportando così e, mentre rido, mi rendo conto che ho chiamato "casa" il college. È così assurdo...
«D'accordo. Vuoi che... ceniamo assieme?»
Storco un sopracciglio e tossendo, dico: «Uhm, magari un altro giorno, va bene? Vorrei riposarmi un po'. Stanotte non ho dormito molto bene»
«Certo certo. Va bene, allora... scrivimi quando parti, così sono tranquillo» sussurra e immagino, ancora una volta, il suo sorriso.
«A dopo»
Spegne la chiamata ed io rimango imbambolata a guardare il suo nome nel display. Sono così contenta del fatto che lui sia mio... amico. Per la prima volta ho qualcuno al mio fianco che possa capirmi, un po' come Julian o Cameron, il nostro amico del liceo.
Liam non è l'unica persona di cui necessita la mia vita, ma è l'unica che può sopportare il mio cuore.
Prendo il caffè alle macchinette e torno da mia madre guardando il cellulare. Quando termino la bevanda, una dottoressa ci viene incontro e con un sorriso dice: «Travis Watson si è svegliato»
Balzo in aria, mentre una lacrima mi segna la guancia rosata.
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