19. || Daisy.
Sophie deve già essere a casa di sua madre, ma non ne sono pienamente certa. Da quando l'ho abbracciata, tre ore prima, prima che partisse, mi sono resa conto che non mi ha scritto per avvertirmi di essere arrivata. Sono un po' in pensiero per lei, così prendo il telefono e le scrivo un rapido messaggio.
Dopo qualche minuto, mi risponde:
> Sophie
> sono in ospedale. Travis e Teddy hanno avuto un incidente. Trav è in terapia intensiva. Ti scrivo quando so qualcos'altro.
Spalanco gli occhi e sento il cuore smettere di battere, per qualche istante. Proprio in questo momento, qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire e trovo Ariana e Shelley, insieme a Matt.
«Cos'è successo, Daisy?» domanda Ariana, appena notò la mia espressione sconvolta.
«Sophie è partita. Travis e Teddy hanno avuto un incidente» rispondo, con un filo di voce.
Le ragazze entrano nella camera e si siedono sul letto. Matt le segue, ma pare piuttosto disorientato. Ariana gli dice che Travis e Teddy sono i fratelli maggiori di Sophie.
«Dovremmo chiamarla, secondo te?» domanda Shelley, scambiandosi un'occhiata con Matt.
«E' in ospedale. Ha detto che lo avrebbe fatto lei»
Le mie due amiche annuiscono, poi Ariana, deglutendo, dice: «Dovremmo dirlo a... Julian»
Con un gesto del capo annuisco e, subito dopo, abbasso il capo, ripensando un istante alla situazione che Sophie sta vivendo.
«Vado io a dirglielo. Devo fare una commissione»
In realtà, è una bugia. Devo vedermi con Damon, per la prima volta non a lezione. Ancora non riesco a credere che nel giro di una notte siano cambiate tante cose.
Scendo dal letto e mi infilo gli stivali di camoscio, poi esco dalla camera. Mi dirigo verso il dormitorio maschile e nel giro di qualche minuto sono di fronte alla porta della camera di Julian. Busso e ad aprirmi è il suo amico Mark. Cerco Joseph con lo sguardo, ma non lo trovo.
«C'è Julian?» domando tranquillamente, abbandonando solo per un istante la mia perenne vivacità.
«Certo, te lo chiamo subito»
Dopo mezzo minuto, il mio amico dai capelli biondi appare sulla porta. Deglutendo pesantemente, dico: «Sophie è tornata a casa. I gemelli hanno avuto un incidente»
Julian spalanca gli occhi.
«Che cosa? E tu me lo dici in questo modo? Daisy! È una cosa importante!»
Storto le sopracciglia.
«Pensi che non me ne renda conto? Sophie è la mia migliore amica, cazzo! Smettila di essere così antipatico, porca miseria. Ma si può sapere che cos'è successo?»
Julian deglutisce e distoglie lo sguardo.
«Ariana mi ha lasciato»
Rimango sgomenta.
Cosa? No, aspetta davvero? Si sono davvero lasciati? Non ci posso credere! E' del tutto... impossibile!
«Oh... mi dispiace. Scu-scusami... ora devo andare, ho un impegno»
Gli rivolgo un sorriso imbarazzato, poi mi allontano. Scendo le scale e raggiungo correndo il parcheggio.
Entro nella macchina che ho comprato da quando sono al college e metto in moto. L'appartamento di Damon è a pochi chilometri dal college, infatti non ci impiego più di un quarto d'ora. Quando citofono, mi apre immediatamente. Salgo le scale e in un attimo sono nel suo appartamento.
«Ehi» mi saluta lui, facendomi entrare.
Mi bacia dolcemente, poi mi toglie la giacca e l'appende nell'armadio dell'atrio principale. Mi fa accomodare sul divano e insieme ci accoccoliamo, senza parlare.
Non sono passate nemmeno ventiquattro ore da quando abbiamo deciso di provarci. Nonostante i tanti errori che stiamo commettendo, non mi sento in colpa.
«Ti va di guardare un film?» mi chiede lui.
«Veramente... no. Non sono in vena»
Damon si tira su e mi guarda negli occhi. In quel momento, una lacrima mi cade sulla guancia e la percorre tutta. Nel giro di qualche secondo, scoppio a piangere come una bambina e affondo nel suo abbraccio.
«Daisy, così mi spaventi. Che cosa è successo?» chiede allarmato.
«I fratelli maggiori di Sophie hanno avuto un incidente» dico lentamente.
Damon mi accarezza una guancia e sorridendo sussurra: «Sono qui, d'accordo? Se hai bisogno di una mano, sono qua. Puoi sempre contare su di me»
Annuisco velocemente, poi lo bacio lentamente. È un bacio tranquillo, calmo, normale.
Mi allontano da lui e rimaniamo abbracciati per un altro po', fino a quando entrambi non sprofondiamo in un sonno profondo.
O in qualcosa di più.
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