Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

16. || Daisy.

La sera prima

Per la diciassettesima volta, il tacco si infila in un buco nella ghiaia della strada. Sbuffo e mi chino per toglierlo, ma cado a terra sfinita.

Tutto l'alcol che ho bevuto sta facendo effetto: sono pericolosamente ubriaca, il che significa che devo trovare immediatamente un modo per tornare a casa, prima di fare una strage... del tipo, addormentarmi per strada e morire investita, oppure andarmene col primo che passa...

Mi trovo su una strada, non lontana dalla villa dove Ginger ha organizzato la festa per il suo diciottesimo compleanno e, passate le due del mattino, ho deciso di tornare in dormitorio.

«Porca miseria Daisy, sei proprio una frana!» commento, rialzandomi.

La festa è finita da appena un'ora e Ginger, impegnata in una stanza con un ragazzo che non conosco, mi ha lasciata sulla porta della villa, salutandomi.

Bel ringraziamento, amica.

Julian ci ha abbandonate a questa cazzo di festa, tornando in dormitorio con la macchina, così io sono bloccata a piedi in una strada che probabilmente è l'unica del quartiere a non essere frequentata dalle prostitute.

Sbuffo ancora e mi trascino per altre tre metri, poi cado nuovamente a terra, ancora più stanca. Decido di togliermi i tacchi e di camminare scalza, così mi siedo sull'asfalto e mi sfilo quei dannati trampoli. Sospirando, mi massaggio i piedi con la mano affinché il dolore si affievolisca più rapidamente, poi mi alzo in piedi e continuo a camminare.

«La prossima volta che bevi così tanto... Sophie dovrà picchiarti! Sì, Daisy, non puoi continuare così! Da quando sei in università non fai altro che ubriacarti... e studiare anche, eh... ma è comunque sbagliato ubriacarsi! Non lo devi fare mai più!» esclamo biascicando.

O forse sto urlando?

Barcollo a sinistra e per poco non scivolo per terra un'altra volta. Faccio un respiro, poi riprendo a camminare, chiedendomi dove sia: probabilmente mi sono persa, considerando che non c'è niente intorno a me, a parte il buio pesto, ovviamente.

«Vaffanculo, la mia vita fa letteralmente cagare»

Improvvisamente due luci bianche illuminano la strada di fronte a me. Arrivano dalle mie spalle, così mi volto di scatto, con il fiato corto, e vedo una Mercedes grigia avvicinarsi e fermarsi a qualche metro da me. Poco dopo, dal sedile del guidatore scende un ragazzo di qualche anno più grande di me. Si avvicina leccandosi il labbro con la lingua e subito mi afferra per la vita, attirandomi a sé.

«Cosa ci fa qui una bella ragazzina come te? Sola, indifesa... mmh, hai un bel vestito, con una perfetta scollatura. Come ti chiami, dolcezza?»

Mi sbatte sul cofano e mi apre le gambe con forza.

Porca puttana, no!

«Lasciami, bastardo!» grido con tutte le mie forze, ma lui non mi ascolta. Per alcuni istanti continuo ad urlare, sperando che qualcuno mi senta, mentre lui mi bacia il collo.

Viene interrotto da una Audi nera striscia davanti a noi e si ferma, lasciando i fanali accesi. Un uomo che inizialmente non riconosco scende dalla macchina e si avvicina... con le muscolose braccia gira il ragazzo e gli rifila un pugno sul naso. Io rimango a guardare la scena, provando un mix fra vergogna, paura, rabbia e felicità.

Mentre i due cominciano a picchiarsi, mi alzo dal cofano dell'auto e mi allontano, stringendomi nelle spalle. D'un tratto il ragazzo risale in macchina e sfreccia via, imprecando ad alta voce.

Mi soffermo a guardarlo scappare via, mentre ascolto i battiti accelerati del mio cuore. Per la prima volta in diciotto anni ho avuto paura che potesse realmente capitarmi qualcosa di brutto e ho percepito lo stesso terrore che perseguita Sophie.

Faccio un respiro di sollievo e mi giro di novanta gradi. Dopo essermi avvicinata a quell'uomo, lo riconosco. Mi prende per mano attirandomi a sé. Mi stringe forte, come se mi conoscesse da una vita, e mi accarezza i capelli ricci, facendomi sentire la ragazza più importante della sua vita.

«Daisy...»

Damon Hutcherson è di fronte a me, con le lacrime agli occhi, e mi fissa con tristezza. Respiro lentamente, cercando di analizzare la situazione: il mio professore di matematica mi ha appena salvato da uno stupro certo e ora piange, davanti a me.

Che cosa devo fare?

Mi avvicino lentamente e gli prendo il viso fra le mani, senza smettere di fissarlo. È così... affascinante.

Senza chiedermi se sia la cosa più giusta da fare, lo bacio. Premo le mie labbra sulle sue, e rimango incollata alla sua bocca per diversi secondi. Qualsiasi sentimento provi per quell'uomo, non è paragonabile a quello che invece ho percepito per gli altri ragazzi. Il professor Hutcherson ha una strana magia attorno a sé, qualcosa che lo rende speciale, qualcosa che mi ha inevitabilmente e incondizionatamente stregata.

«Tutto questo è sbagliato, e lo so, ma... non posso allontanarmi da lei, professore, credo sia troppo importante per me il tipo di relazione che abbiamo involontariamente instaurato»

Lui ansima sulle mie labbra e bisbiglia: «Daisy...»

«Sì?»

Incontra il mio sguardo e rimane a guardarmi per alcuni secondi, cercando di mantenere il profilo basso. Vuole baciarmi, ma si sta trattenendo.

«Dimmi...» azzardo io, accarezzandogli una guancia.

I suoi occhi si spalancano.

«Tu mi fai impazzire»

Apro la bocca e me la tappo con una mano.

Cosa?

Non è possibile che sia così. Sì, abbiamo avuto dei momenti molto intimi, durante i miei ripassi di matematica, e sì, anche io ho creduto per un istante che fosse un sentimento bruciante ma... davvero lo si può considerare tale?

Davvero quello che mi sta per capitare tira in ballo anche lui, il mio professore di matematica?

Questo è il momento di decidere: se accettassi, tutto degenererebbe, ma se rispondessi di no, lui farebbe di tutto per evitarmi, e questo non posso sopportarlo.

Non lo amo ancora, ma presto perderò la testa per lui e solo allora comprenderò la gravità del mio errore.



Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro