Capitolo 5 - Djúpr
Il cammino verso il fiume Vàr durò due giorni. I due Capi decisero di portare con loro solo alcuni uomini, mentre gli altri restavano vicino le barche ormeggiate sulla spiaggia.
La vegetazione dell'isola non era molto fitta, si potevano notare con estrema cura le colline e i pochi animali che pascolavano sul terreno roccioso. Gli uomini che camminavano in quella distesa fangosa e sassosa guardavano con noncuranza i raggi del sole che filtravano sulle nuvole grigie. Una strana sensazione venne percepita dai Cavalieri, una sensazione di sangue che penetrava come una spilla nelle loro carni.
In quel momento di tensione Ander non aveva spiaccicato parola riguardo all'avvertenza del Dio Thor, ma Kenneth voleva discuterne con lui per calmare il suo tormento.
- Ander, riguardo al ciò che ha detto il Dio Thor... - pronunciò Kenneth schivando un masso.
- Vuoi discuterne ora, Kenneth? Beh, ti do una cattiva e severa notizia, a me non va di parlarne - sottolineò Ander con una punta d'ira.
Kenneth inarcò le castane sopracciglia e si posizionò di fronte ad Ander fermando per un breve istante la camminata. I due si fissarono con serietà, mentre alle loro spalle c'erano gli uomini.
- Non ti va di parlarne perché credi più alle parole del Dio che a me. Lui ci ha avvertito, nulla di più, ma ricordati che il Dio Thor non sa nulla della nostra amicizia. Non sa nulla delle innumerevoli lotte che abbiamo fatto per tutelare i nostri Ordini quando siamo giunti su Miðgarðr. Giudica perchè...
- Giudica perché conosce il sangue che scorre nelle mie vene, Kenneth. Ti ha avvertito perché ha posato il suo sguardo su di te.
- Anche se l'ha posato non sarà lui a prendere decisioni per me - sottolineò Kenneth.
Ander mostrò una smorfia di disapprovazione e lo superò di lato, continuando la camminata, ma Kenneth lo seguì al suo fianco.
I Cavalieri dei due Ordini guardarono i due Capi come se fossero orgogliosi di camminare accanto a loro. Nel corso dei secoli, Kenneth e Ander erano stati considerati modelli da seguire e rispettare, visti come invincibili guerrieri agli occhi della gente e dei bambini. Scelti dalla mano del fato per guidare con nobiltà e giustizia i due Consigli.
Gli uomini smisero di riflettere sulle leggi e l'onore di Kenneth e Ander, quando notarono a pochi metri un fiume. Le rocce bianche che costeggiavano quella corrente impetuosa sembravano tentar di fermare quell'acqua non del tutto limpida. Il Capo dei Cavalieri di Tuono deglutì un po' di saliva mentre i suoi occhi scrutavano con attenzione dei pini costeggiare la riva del fiume; c'era qualcosa in lui che lo turbava.
- Ci siamo - Ander si voltò verso i Cavalieri di Ghiaccio - Dirigiamoci contro la corrente, ma state allerta!
Gli uomini seguirono gli ordini e gli stessi vennero pronunciati da Kenneth verso i Cavalieri di Tuono. Il gruppo di uomini seguì il fiume senza abbassare la guardia, nelle loro mani c'erano le armi e gli scudi rotondi.
Dopo pochi minuti di cammino Kenneth si fermò facendo dei segni ai Cavalieri di Tuono, le loro orecchie percepirono dei rumori che provenivano dagli alberi. Un gruppo di Cavalieri di Tuono alzò lo sguardo sulle cime di alcune querce, dove c'erano dei legnetti legati con delle sottili liane. Kenneth si avvicinò per capire meglio il motivo di tutta quella curiosità e notò all'istante dei teschi e delle perle d'avorio, oltre a percepire una pesante puzza di sangue e sterco infilarsi con prepotenza nelle narici. In un secondo momento, Ander percepì, a pochi metri dall'amico, un urlo, accompagnato da un boato il quale fece voltare tutti i Cavalieri.
Un Cavaliere di Tuono venne sbattuto sul terreno roccioso per un paio di metri, Ander urlò ai suoi uomini e improvvisamente delle scariche elettriche si scagliarono contro i guerrieri.
Una pioggia di scintille colpirono e ferirono con violenza i Cavalieri e nel mezzo di quella feroce e improvvisa battaglia delle risate echeggiarono per qualche secondo.
Ander non era disarmato e nemmeno i suoi uomini, aveva tra le mani una comune spada, ma sperava che resistesse ai colpi del nemico. Gli ordini prodotti dalla sua voce vennero uditi dagli uomini e lo stesso fece Kenneth con i suoi.
Le scintille si trasformarono i fulmini e in polvere violacea, poi ad un tratto, la confusione cessò. I guerrieri alzarono lentamente lo sguardo verso le figure evanescenti che correvano tra gli alberi.
Andate via! Andate via! - le risate continuarono a echeggiare nella boscaglia - Questa è la nostra dimora, andatevene saccheggiatori!
Ander guardò per un secondo Kenneth, finché i fulmini contro i guerrieri non ripresero a scagliarsi contro di loro. Alcune di quelle scariche colpirono gli uomini, mentre altre li facevano balzare da una parte all'altra dell'area boscosa. I Cavalieri di Tuono presero velocemente i loro pugnali e iniziarono a scalpitare sul terreno evitando con agilità ogni scarica.
- Streghe delle Selve! Ander! Posizione Sole! - urlò Kenneth verso il Fratello di Spirito.
- Posizione Sole - urlò Ander ai Cavalieri di Ghiaccio.
I Cavalieri di Ghiaccio si misero in cerchio, al contrario i Cavalieri di Tuono si disposero in file ordinate, fino a formare dei raggi e contrastare i fulmini magici, saltando e facendo delle capriole talmente complesse da destabilizzare le avversarie. Le nemiche vennero allo scoperto poiché le magie non riuscivano a colpire i Cavalieri di Tuono. Quelle Streghe urlarono con voce acuta e, allungando le unghie in artigli verdi, si scagliarono contro ai guerrieri.
- Formazione Tenaglia - urlò Ander.
A quell'ordine i Cavalieri di Ghiaccio si spostarono e "accolsero" l'attacco frontalmente insieme ai Cavalieri di Tuono. Un urlo di battaglia accompagnò il clangore delle spade e degli artigli. Le Streghe colpirono e graffiarono gli scudi dei guerrieri, alcune di loro trafissero al cuore e morsero i colli dei Cavalieri. Il terreno si dipinse di sangue, sporcando i visi sudati e stanchi dei guerrieri che non si lasciavano sopraffare dal nemico.
Gli scudi, dipinti con colori tenui e sporchi del sangue delle belve, sbatterono contro i volti delle Streghe delle Selve. Alcune di quelle belve vennero trafitte o sgozzate con tale violenza che pure gli animali sembravano disgustati.
Ander si voltò evitando un attacco da parte di una Strega, ma questa si scagliò contro di lui per la seconda volta e lo atterrò a pancia in su. La spada che maneggiava l'uomo contrastava gli artigli della creature, mentre la veste marrone e i lunghi capelli verde muschio scivolavano sul corpo del guerriero.
Questo posto è nostro! Solo nostro! Morirete, morirete tutti!
Kenneth si voltò per qualche secondo, evitando gli artigli di una Strega che cercava di morderlo, piroettò a destra muovendo la veste con eleganza mentre scalpitava sul terreno roccioso. Pugnalò la schiena della creatura e la sgozzò; i suoi occhi blu scivolarono sulla figura dell'amico, faticosamente tentò di avvicinarsi per dargli una mano, ma un'altra Strega lo bloccò.
La Strega che era addosso ad Ander lo guardò con gli occhi porpora e sorrise, mostrando i denti affilati sporchi di bava verde. Ander cercò di controbattere il peso della creatura.
Hai l'odore del nostro creatore. Oh, sì. I tuoi occhi... - spalancò le pupille la Strega - ...sono identici a quelli del Dio degli Inganni!
La creatura avanzò con il viso su quello del guerriero, tenendo la presa sulla spada, come se non le desse fastidio i tagli sulle mani. Ander odorò la puzza di sterco sulla pelle della Strega e digrignò i denti, come se volesse liberarsi di quella maledetta.
Quegli occhi richiamano il Dio. Una Maga di Cristallo. Una fanciulla dagli occhi scolpiti dal ghiaccio, colei che ha dato passione alla carne del Dio degli Inganni. - la Strega alzò la voce e strinse la presa sull'arma - Tu sei il frutto della sventura, quel figlio che il Dio Loki ha nascosto per tutto questo tempo. Sento il suo richiamo; avverto la sua ira scorrere nelle tue vene. - la mano libera della Strega sfiorò con curiosità l'addome del guerriero, che si ritrasse - Possiamo darti le nostre figlie. Cedi a noi il tuo sangue. Rinuncia a colui che verrà grazie alla tua discendenza, all'erede che aprirà la Soglia di Loki.
Ander percepì quelle parole come un'offesa malsana al suo ego e a sua madre; così piegò una gamba e diede un calcio sull'addome della creatura, facendola spostare e cadere sul terreno. Velocemente l'uomo si spostò e si rialzò con un gesto rapido, contrastò l'attacco difensivo della creatura e stringendo saldamente l'arma sgozzò lo Spirito Maligno, macchiando i suoi stivali e il terreno con il sangue. I suoi occhi si alzarono sul campo di battaglia e videro con un po' di sollievo, le Streghe battere in ritirata, o meglio, le poche che erano rimaste vive in quello scontro.
Alla fine di quel disastro tra sangue e dolore, i Cavalieri che sopravvissero osservarono con orrore i compagni morti o feriti. Molti di loro erano stati morsi e per colpa del veleno solo alcuni poterono sopravvivere grazie agli antidoti posti nelle piccole sacche legate sulle cinture in cuoio.
Ander si avvicinò, barcollando per qualche ferita, a Kenneth. Lo sgorgare del sangue sembrava cessato, ma - i due capi ebbero il dispiacere di scoprirlo poco più tardi - lo scontro no. Qualcosa si mosse alle spalle del Capo dei Cavalieri di Tuono: una strega delle selve ancora viva. La belva allungò gli artigli e corse incontro all'uomo, urlò a pieni polmoni il suo dolore per le sorelle che erano morte in quella battaglia. Kenneth udì la voce della strega e si spostò all'ultimo, ma per sfortuna non evitò l'attacco. Quei maledetti artigli si conficcarono nel costato sinistro dell'uomo, mancando di poco il cuore. Un fiotto di sangue fuoriuscì dalla carne lacerata e le gambe di Kenneth cedettero a quel dolore.
- No! - urlò Ander vedendo che un Cavaliere di Tuono si era avvicinato al Capo e sgozzò la strega staccandola dal corpo di Kenneth.
La belva tolse gli artigli dal costato dell'uomo e cadde a terra, lasciando il ferito barcollare sul terreno roccioso. Gli occhi blu di Kenneth scrutarono l'amico, mentre tossiva sangue e saliva. Il pugnale che stringeva tra le mani cadde al suolo, macchiandosi del suo sangue e della terra nascosta tra le rocce bianche.
Ander e i Cavalieri di Tuono che s'erano salvati corsero da lui, ma questi scivolò dopo qualche passo si schiantò sul terreno. Il Fratello di Spirito infilò la spada nel fodero e si avvicinò all'amico, mentre gli uomini che erano sopravvissuti lo seguirono per aiutare il ferito.
Kenneth respirava a fatica e non riusciva a respirare per colpa della lacerazione al costato e del sangue che continuava a sputare, bagnando le sue labbra a cuore di quella sostanza. Ander si inginocchiò vicino a lui e si fece dare dai cavalieri delle pozioni curative.
- Va... avanti - Kenneth pronunciò e sputò del sangue.
- Mai! Non ti lascio solo. - pronunciò Ander stappando la boccetta con la pozione curativa e dandola all'amico - Abbiamo combattuto insieme e se devo attendere finché non guarirai, lo farò.
Il ferito trattenne un conato di vomito per quel dolore. Ander strinse una sua spalla e guardò i suoi uomini: - Date le pozioni a coloro che sono feriti o avvelenati!
Quelli che si reggevano ancora in piedi misero via le armi e aiutarono, insieme ai Cavalieri di Tuono, coloro che erano feriti. I cadaveri che venivano evitati da sopravvissuti erano impiastricciati di sangue, di fango e posizionati, spesso, accanto alle armi.
Kenneth cercò di reagire a quel dolore, ma gli occhi gli diventarono pesanti, gli sembrò che le voci dei Cavalieri fossero così lontane. Ander concluse l'ultimo ordine e non appena i suoi occhi argento si posarono sul volto dell'amico, il suo viso sbiancò per la mancata reazione del ferito. Non voleva che se ne andasse, non voleva lasciarlo nelle mani degli Dèi.
Il figlio di Loki urlò il nome dell'amico, ma questi scivolò in in un sonno profondo da cui nessuno avrebbe potuto risvegliarlo. La pozione assunta avrebbe continuato a fare il suo corso, lenendo il dolore e portandolo fra le braccia dell'oblio.
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Da quando i feriti vennero curati e i morti sistemati su delle zattere, dopo aver pregato e posto dei doni sui loro corpi, erano passati due giorni. I guerrieri avevano recuperato tutte le energie che avevano perso contro le Streghe delle Selve.
Gli occhi blu di Kenneth fissarono per qualche minuto le cime degli alberi decorate con alcuni bastoncini e ossa. L'uomo si sedette con fatica sul giaciglio e si toccò la fasciatura impregnata con del lichene e Polvere di dente di Puk.
Ander si avvicinò con in mano una borraccia di pelle e gliela consegnò: - Ho mandato tre uomini a caccia, spero che trovino del cibo prima che scenda la notte. Non si possono affrontare i pericoli della foresta senza rifornimenti .
Kenneth trattenne una risata e si toccò i codini per smorzare la tensione. La determinazione di Ander lo divertiva.
- Tutto questo spreco di tempo perché non hai ascoltato le mie parole - pronunciò con rassegnazione Kenneth.
- Non è mai uno spreco di tempo se aiutare te e i nostri uomini sono cose giuste - sottolineò con mezzo sorriso, Ander.
Kenneth posò una mano sul ginocchio e mugugnò per il dolore alla ferita che pian piano stava guarendo; fissò Ander per qualche secondo come se volesse scoprire i pensieri nella sua mente.
Ander prese un rametto e si alzò, osservando le armi vicino a loro. Fece qualche passo accanto all'amico per calmare i nervi tesi.
- Che intendi fare, Ander? Vuoi arrivare fino in fondo?
- Sì. La sorgente del fiume non è lontana, se la troveremo... saremo vicini a Fenrir. Pensavo di lasciarti qui con alcuni dei miei uomini. Posso recarmi da solo alla sorgente.
- Nemmeno per sogno. - sussurrò Kenneth cercando di non mostrarsi debole - Non sarà di certo una ferita a placare la mia voglia di arrivare alla meta.
Il ferito si alzò dal giaciglio e prese da terra il laccio dov'era legato il pugnale, il quale venne legato su una spalla, lasciando penzolare l'arma sulla schiena. Ander osservò l'amico e mugugnò, indeciso. Non era sicuro di poter portare con sé un ferito e proteggerlo, dopo l'ultimo scontro.
- Potremmo partire domani all'alba. Prepareremo i nostri uomini e le pozioni curative - sottolineò Kenneth.
- Non appoggio la tua decisione, ma se è ciò che vuoi, va bene, Kenneth.
I due si guardarono per un breve istante per poi dar ordini agli uomini che erano sopravvissuti. Non mancava molto ormai per raggiungere il Grande Lupo.
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Il giorno dopo gli uomini proseguirono il viaggio verso la sorgente del fiume. Ander s'era assicurato che il cibo non mancasse e Kenneth, invece, si era occupato delle pozioni che sarebbero state utili in caso d'attacco.
Le rocce bianche e il vento gelido che sfiorava la loro pelle non diedero problemi ai viaggiatori.
Ander si fermò dopo pochi passi e osservò con attenzione un vapore violaceo che copriva l'entrata di una grotta. Kenneth schiuse gli occhi e prese un rametto per calmare il dolore alla ferita.
- La sorgente. - Kenneth agitò il rametto verso l'entrata della grotta - L'acqua è molto pulita rispetto all'inizio.
- Deduco che il Grande Lupo sia lì dentro - sottolineò Ander.
Un susseguirsi di voci da parte dei Cavalieri echeggiò per qualche secondo; da una parte temevano la bestia, ma dall'altra non vedevano l'ora di entrare per scoprire i segreti di quella grotta.
Lentamente e con attenzione il gruppo avanzò, inoltrandosi nel fumo e seguendo il fiume che pian piano diventava un semplice ruscello. Alcuni di loro accesero delle torce e seguirono i loro Capi. Quando il gruppo entrò nella grotta, notò le incisioni sulle rocce, oltre alle stalattiti scintillanti lungo le pareti gocciolanti della caverna e agli insetti che zampettavano ovunque. Dei fasci di luce illuminavano solo l'entrata dell'antico luogo, mostrando il muschio e alcune ossa mangiucchiate.
- Avanziamo con cautela - suggerì Ander agli uomini.
- State uniti, non separatevi - precisò Kenneth ai Cavalieri di Tuono.
Uno dei Cavalieri di Tuono indicò al Capo le rocce sul soffitto, Kenneth intuì che quei massi potevano essere pericolosi se cadevano per colpa di un rumore o di una magia. Ander avanzò ignorando quella situazione, poiché era troppo preso dallo scoprire dove dormiva la bestia.
- Ander, presta attenzione - lo rimproverò Kenneth guardando l'uomo che superava un masso.
- Sono attento - indicò ai suoi uomini di evitare un laghetto - se ricordo, la sorgente del fiume Vàr nasce dalla saliva del Grande Lupo. Ci basterà seguire il ruscello e... - Ander pestò un cranio di un uomo.
Il gruppo di uomini osservò gli scheletri sparsi sul terreno umido e roccioso; la puzza di sangue rancido, sterco e muschio si mescolavano in quel luogo. Qualcosa si mosse nel buio di quella caverna; si percepì un rumore di catene trascinate.
Una figura maestosa si aggirava nell'oscurità, furtiva e silenziosa. Il rumore del metallo, udito fino a poco prima, fu presto sostituito da un ruggito che fece tremare l'intera grotta.
Ander e Kenneth urlarono agli uomini di spostarsi per evitare le rocce appuntite che cadevano a causa del suono.
Kenneth che era a qualche metro di distanza dal Fratello di Spirito cercò di avvertirlo, ma l'amico si spostò e le rocce lo divisero dal resto del gruppo. In un attimo l'oscurità invase la visuale di Ander e della belva che lo attendeva.
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