La sfida
Era stata Drew Tanaka a lanciare quella sfida alle coppie di semidei.
Avrebbero dovuto passare la giornata totalmente insieme e da soli. A metà della sfida, ancora non si capiva se l'idea della castana fosse stata un totale fiasco o una buona ricetta per creare tante belle liti.
E, una coppia al giorno, tutte stavano affrontando il loro destino.
E tutto filò più o meno liscio. Fino ad Annabeth e Percy, almeno.
Mentre tutti facevano casino in totale confusione per le lezioni di greco spada e pugnale, che nessuno avrebbe dato, accucciati nella cabina di Poseidone, la dolce coppia, chiacchierava tranquillamente del loro futuro, del loro passato e forse anche del presente, mentre indovinavano cosa gli altri avrebbero scommesso su di loro.
Poi gli era venuta in mente la spiaggia. Quindi Percy aveva preso Annabeth per mano, e, piedi nell' acqua, si erano lasciati avvolgere dall'oblio di non poter essere interrotti da nessuno.
Si erano baciati, dolci, e avevano riso.
Avevano corso e ballato, cantandosi da soli le canzoni, spesso volutamente più stonate per fare ridere l'altro. Ed furono Annabeth e Percy. Quelli che sarebbero stati senza mostri e preoccupazioni. Ma lo furono insieme, perché quel giorno,senza preoccupazioni e responsabilità, loro si trovano adolescenti per la prima volta.
E poi fu un attimo, tornando alla cabina di Poseidone, fu una frase, mormorata piano.
-Non voglio cenare con gli altri-
aveva mormorato Annabeth sotto voce.
- Ah no?-
-No. Tu vuoi tornare in mezzo a tutta quella folla?-
-E rinunciare alla tua compagnia? Mai.-Affermó il ragazzo.
Mentre si poggiava alla parete esterna della cabina di Poseidone, Percy prese Annabeth per i fianchi, e la avvicinò pericolosamente a se, mentre un lampo di malizia gli attraversava gli occhi.
-Ti va di restare nella mia cabina, allora?- chiese, con una voce diversa,piú roca, attraente.
-Non saprei. Per quanto?-
Chiese Annabeth usando lo stesso timbro del fidanzato, roco, basso e tremendamente sexy.
-Mh... La cena... La notte... Tutto il tempo che vuoi...-
Sfiorando le labbra della ragazza con le proprie, tentandola un po' di più.
- Credo che resterò finché sarai lì con me. Ci stai?- il 'ci stai' soffiato sulle sue labbra, che ormai sapevano anche di lei, tante le volte in cui si erano baciati quel giorno.
Ma qualunque risposta i due avessero in , fu interrotta dall'istinto di Percy, che come quello dei peggiori animali, prese il sopravvento,mentre la faceva sbattere contro la parete della cabina e la baciava con più passione di quanto avrebbe dovuto.
Ed Annabeth, si lasciò trasportare da una passione che bruciava anche dentro di lei, mentre lui le afferrava i glutei sodi e lei avvolgeva le gambe attorno al suo bacino, e affondava di più le dita tra le ciocche scure della nuca, mentre si stringevano di più, bastandosi a vicenda per l'eternità.
Mille scommesse su litigate epocali, cuori infranti, a giustificare l'assenza per il pasto. Volarono voci su una possibile rottura, ma Chirone sapeva quanto i due si amassero e quanto avessero combattuto l'una per l'altra, accettando in silenzio che probabilmente la divina Atena non sarebbe stata d'accordo con l'azione che i due stavano svolgendo nella cabina di Poseidone.
Piper e Rachel avevano già capito tutto.
Erano sicure che se fosse passate troppo vicine alla cabina di Poseidone avrebbero sentito gemiti e piccole urla. Erano sicure che se avessero guardato a terra, vi avrebbero trovato gli indumenti che i due si sarebbero strappati di dosso.E sebbene sapessero che il rapporto dei due era reale, fatto di piccoli gesti, di sguardi dolci, e di 'ti amo' improvvisi, del tutto sinceri, nessuna delle due metteva in dubbio, che nella cabina tre i loro corpi, avrebbero dato il via ad una notte d'amore, di quelle che non si vedevano da tempo.
Piper era sicura che se avesse visto Annabeth in costume, la avrebbe trovata piena di succhiotti in posti non raccomandabili, ed era sicura che la schiena di Percy sarebbe stata piena di graffi sottili e poco profondi lasciati dalle unghie di un Annabeth in balia del piacere.
Ed erano sicure del fatto che se l'indomani mattina fossero entrati nella cabina tre, li avrebbero trovati completamente nudi, addormentati, stretti tra loro.
Erano sicure che Percy si sarebbe svegliato per primo, con Annabeth addormentata su di lui. Allora avrebbe scostato la chioma riccia, dal volto della bionda, lasciandole un bacio sulla fronte e poi chinandosi un po' per lasciarne uno sul collo. A quel punto Annabeth si sarebbe svegliata solo per soddisfare il piacere di baciarlo sulle labbra.
Avrebbero fatto insieme una doccia calda, stretti nella cabina della doccia troppo piccola per due persone, che commetteva il fatale errore di far sfiorare i loro corpi nudi.
Si sarebbero vestiti Insieme, ridendo e chiacchierando. Annabeth si sarebbe guardata, solo in reggiseno e mutande allo specchio, sfiorando le zone coperte di succhiotti, e i punti in cui le mani di Percy avevano sostato più a lungo. E Percy la avrebbe abbracciata da dietro, dandole un bacio sulla tempia, poggiando il mento sulla spalla di Annabeth e facendo aderire i loro corpi per nulla malizioso. Le avrebbe sussurrato 'Ti Amo'
E avrebbe sorriso, quando lei avrebbe ricambiati, totalmente sincera l'affermazione.
Poi avrebbe sfiorato il succhiotto,su cui le mani di Annabeth stavano sostando e avrebbe mormorato 'ti da fastidio?'
E lei avrebbe scosso la testa socchiudendo gli occhi, mentre dolcemente gli baciava la guancia.
'Amo troppo la persone che me li ha fatti, perché possano darmi fastidio.'
Avrebbe mormorato. E lo aveva fatto. E ogni pensiero delle ragazze, era stato realtà, perché Afrodite aveva voluto far loro intuire quella serata.
E ogni loro dubbio venne sventato, quando videro Annabeth, mano nella mano con Percy, uscire con lo sguardo perso dalla cabina tre, per fare colazione. E alla Vista delle loro mani unite, nessuno osò ridacchiare o indicarli. Solo, si limitarono a capire che loro si appartenevano davvero a vicenda, graffi e succhiotti come firma, mentre Afrodite si dava del genio da sola, per aver fatto nascere in Drew l'idea della sfida.
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