è capace
Non mancano che pochi minuti alla fine delle lezioni e io ci sto ancora pensando.
Sì, ho ancora in testa quei benedetti (o maledetti, dipende dal punto di vista) cinque 21.
Poco fa mi è venuta un'idea, riguardo ciò che quei numeri possano significare: e se si trattasse di una sorta di mappa del tesoro?
Mi è venuta questa idea quando ho pensato che forse i cinque ventuno fossero stati disposti in quel modo per indicare i banchi della mia classe.
Quindi quelli che stanno ai quattro angoli e quello al centro.
Non posso che emozionarmi al pensiero che Hoshiko si trovi proprio in uno di quei banchi.
Questo significa che ci avevo visto giusto!
Ma al tempo stesso, non è il mio il banco al centro?
Significa che hanno intenzionalmente cercato di attirare la mia attenzione?
Quel messaggio era indirizzato anche a me?
Ma poi, perchè indicare i posti proprio con il numero 21?
Una semplice crocetta avrebbe sortito lo stesso effetto...
Deve esserci sicuramente un motivo, ma al momento non mi viene in mente proprio nulla.
Mi volto allora verso i miei nuovi tre compagni di avventura (o sventura, anche qui dipende dai punti di vista).
Nel primo banco, della fila di fianco alla finestra, c'è Ichiro, proprio l'ultimo ragazzo con il quale ho parlato a ricreazione.
Quello che prima di correre dai suoi amici mi ha guardata come se avesse davanti una povera scema...
Se non sbaglio frequenta il club di pallavolo, ma non mi pare di averlo mai visto giocare quelle volte in cui sono passata in palestra mentre c'erano gli allenamenti in corso.
Che sia tutta una scusa?
Mi volto allora alla mia destra, verso la ragazza seduta al primo banco della fila di fianco al muro.
Si tratta di Kuniko, la rappresentante di classe.
In realtà lei non da molto l'aria di far parte di una setta o di qualcosa del genere, con quei suoi lunghi capelli color caramello, i grandi occhi azzurri e quel sorriso gentile stampato perennemente sulle sue labbra.
Ma dopotutto i colpevoli sono sempre i più insospettabili, è risaputo.
Ora vorrei voltarmi per vedere chi sia seduto nel banco in fondo accanto al muro, ma ho paura di dare troppo nell'occhio.
Così aspetto pazientemente finchè non suona la campanella e allora mi giro, fingendo di stare semplicemente prendendo il mio zaino.
È Kunie.
Ha un fisico molto minuto per i suoi sedici anni, i corti capelli rossicci sono sormontati da un cerchietto nero e i piccoli occhi castani sono rivolti verso il basso, sembrano come velati da un velo di malinconia e dopo averci riflettuto per alcuni istanti, capisco il perchè.
O meglio, me ne ricordo.
Un anno fa infatti la sua sorella maggiore è sparita.
L'hanno cercata a lungo, la polizia è stata sulle sue tracce per mesi interi, ma ancora oggi nessuno sa se sia morta o semplicemente scappata.
Kunie non è più stata la stessa da allora.
Un momento...
Quanti anni aveva sua sorella?
Non vorrei fare un azzardo, ma se avesse avuto ventun'anni al momento della sua scomparsa?
In questo modo quadrerebbe tutto...
O meglio, quadrerebbe tutto se anche Hoshiko, Kuniko e Ichiro avessero perso qualcuno che aveva quell'età.
Devo assolutamente chiederglielo.
Ma come posso farlo senza sembrare inquietante?
Non posso semplicemente andare da loro e dire topo: "ehi, non è che per caso un vostro fratello, cugino o amico è morto o scomparso quando aveva ventun'anni? Sì? No? Forse? Pensateci e poi fatemi sapere, ok?".
No, suona fin troppo inquietante.
Se qualcuno venisse da e mi dicesse una cosa del genere, probabilmente lo manderei a quel paese (e poi digiterei sul cellulare il numero della polizia, così da averla a portata di mano per ogni evenienza).
Ma in qualche modo devo scoprirlo.
Intanto che stavo a rifletterci, però, mi rendo conto di essere rimasta da sola in classe.
- Sei inquietante. -
Esordisce di punto in bianco una voce alle mie spalle.
Sussulto e subito mi volto.
Si tratta di Hoshiko.
A volte ho quasi l'impressione che quella ragazza sia incorporea da quanto facilmente passa inosservata.
E se... Ma no, non sono paranoica fino a questo punto.
- Che vuoi dire? -
Ribatto allora.
- Te ne stai lì a fissare il vuoto come una scema. - Mi risponde allora lei, senza un minimo briciolo di tatto. - E poi fai domande ancora più sceme. - Aggiunge, riferendosi a ciò che le avevo chiesto a ricreazione.
- Sceme, dici? - Ribatto io sospirando e scrollando le spalle. - Non avrei mai immaginato che tu potessi pensarla in questo modo. Credevo che anche a te importasse scoprire dove si trova in questo momento. -
- Di che parli? -
Ribatte lei seccamente.
Ma noto che ha rafforzato la stretta sul manico della sua cartella.
- "Di chi", semmai. - Replico io, distogliendo lo sguardo con un secondo sospiro affranto. - Sto parlando di persone scomparse, Hoshiko, ma se non ti importa, allora significa che mi toccherà continuare le mie ricerche da sola... -
Faccio per voltarmi e andare via, ma a quel punto Hoshiko mi agguanta il polso e mi costringe a fermarmi.
- Un attimo! - Esclama. E sebbene io sia ancora con il volto rivolto verso la porta, intuisco che in questo momento debba avere un'espressione davvero allarmata in volto. - Tu... Come fai a saperlo? Come fai a sapere di mia cugina? -
Non riesco a trattenermi dal sorridere leggermente.
Fin troppo facile.
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