Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Mi hai salvata?

Mi tiro su a sedere stancamente sul letto, e confusa mi passo una mano sulle palpebre sentendomi esausta, il mio vestito lo sento scomodo sul mio corpo, forse largo.. tanto largo da calarmi fin sopra all'attaccatura del seno. Era cucito con dei fili grezzi,e ricamato con una stoffa dura e rigida che mi segnava il corpo leggermente dolorante e affaticato...Mi alzo dal letto con pigrizia, mi sento le gambe pesanti e morte come due travi di legno. Mi immergo nei miei pensieri, scorgendo il sole che ancora privo di vitalità illuminava l'aria faceva risplendere dei piccoli granelli di polvere che volteggiavano indisturbati... Ho ancora i rampicanti del dolore provato la sera prima... quel giorno il padrone avrebbe dovuto ospitare alcuni "invitati" e le povere serve facevano avanti e indietro per il castello... chi spolverava, chi rimetteva i quadri in ordine, chi i bagni, chi le cucine...

No, io no...

io mi ero inoltrata lassù, fino alla torre più alta, dove sorgeva il grande studio del padrone... volevo ascoltarlo suonare... volevo rivivere quelle emozioni... volevo scorgere di nuovo quei suoi occhi cupi, che mi creavano un vuoto assordante nel cuore... quella voragine che mi saziava, che riusciva a farmi pensare alla sua goffa figura, a quanto può essere letale una sua parola che schiocca dalle sue labbra... Mi chiedo quando lo rivedrò , quando potrò per una volta parlare veramente con lui, o solamente spiare quelle sue mani sciolte, volteggiare sui tasti neri e bianchi... mentre con leggiadro gesto, accarezzo le sue forti spalle...

Ah! Ma cosa mi dice la testa... ho paura che possa perfino leggermi il pensiero, così cerco di liberare la mente da ogni immagine... via il cervello! Non serve. In questo momento mi sento giovane... libera, libera da ogni più piccola regola... adesso la mia mente è invasa dalle parole... dalle note... dai suoi sospiri...

Sono poggiata con la schiena contro l'immensa porta, con la continua paura di dover fuggire ad un suo richiamo... alla sua brutale voce che risuona per i corridoi, come una bestemmia al nostro Dio... "Dio"... chissà quante volte ha pronunciato quella parola... oppure "amore..." mi chiedo se il suo cuore è cupo come la rabbia che ha nel corpo... E il perchè di quel nome... "Nome".. è una parola saggia, una parola piena di significato che, può raccontare ogni cosa per nostro contro...

Basta! Non ho più voglia di pensare... fatemi ascoltare, fatemi vivere questa melodia...

Percepisco un rumore fievole, dei colpetti sommessi, simili a note soffocate... è una stana melodia, incita timidezza, oppure una paura nascosta... che strano, non mi ha mai dato l'impressione di un uomo debole... o forse lo era...
Quei colpetti iniziarono ad affondare velocemente come una nave in balia di una tempesta... la musica divenne aggressiva, questa volta non sembravano note guidate...

Riuscivo a percepire il suo respiro, rumoroso cercava aria mentre le sue mani premevano sulla tastiera con una forza tale da bloccare ogni rumore...
Quei colpi di bassi ... affondavano nello stomaco graffiandolo... e poi su! fino al petto,per strapparmi la carne urlante dei seni... quei brividi mi percorrevano il corpo, affamati di quel piacere che provavo nel sentire il suo respiroo...quanto avrei voluto sentirlo caldo e umido sul mio collo...


La musica diventa impetuosa e coinvolgente, sento le sue mani scorticare il legno di quello strumento, come una belva feroce e poi... un rumore sordo, simile ad un vetro frantumato che incalza l'aria... la rende silenziosa per qualche secondo... posso-... posso percepire la confusione di quel silenzio... sembra strano ma... avevo quasi paura di quel preciso istante, speravo finisse il più in fretta possibile.... Un Rumore mi annebbiò la mente, facendo sorvolare i miei pensieri altrove... Quel tonfo pesante alzò un forte stridio di note gravi, come delle mani poggiate con forza sui tasti in balia di una rabbia senza fine, e poi... il silenzio avvolge completamente la torre con un velo nero suglio occhi... Padrone? Perché è diventato d'un tratto muto il suo terrore? Ho paura... n-non sento alcun passo provenire dalla stanza, solamente un impercettibile respiro rotto... forse si stava sentendo male e-... come potevo irrompere così nel suo studio? mi avrebbe punito... mi avrebbe fatto picchiare dalle sue guardie, mi avrebbe condannato alla tortura... come la scorsa volta... che mandò alla forca una serva per avergli portato una pistola perfettamente caricata...

Mi feci coraggio...

Aprii lentamente la porta, facendo sporgere da essa prima una mia mano...e poi l'altra... infine il mio viso, rivolto verso il basso con sottomissione "Signore... scusate per la mia intrusione ma-..."                 ... Q-quello che mi aspettava davanti agli occhi era... uno scenario a dir poco raccapricciante... i tasti bianchi e ambrati del pianoforte erano tinti e ricoperti da un rosso acceso, che lentamente gocciolava sul terreno, non generando alcun tipo di suono... L'odore di sangue e ferro mi stava lentamente avvampando il viso, facendomi risentire di quel poco pane mangiato la mattina seguente... Le lacrime iniziarono a solcarmi il viso, come un fiume in piena... avrei voluto gridare... urlare, chiedere aiuto con tutti i miei polmoni ma... chi mi avrebbe assicurato che la colpa non fosse ricaduta su di me? Che non fossi stata io a sparargli...

M-ma cosa mi importa! Ben poco, non potevo lasciarlo morire... Rimango per qualche istante impietrita... n-non sapevo cosa fare, ma il suo colorito violaceo non  i raccontava nulla di buono... "Padrone, padrone... "  Mi fiondo sul corpo, notando solo ora il grande squarcio sulla spalla destra, profondo e incavato, aveva perforato il busto da parte a parte... che rigettava sangue con assoluta velocità e costanza... Poggiai le mie mani sulla ferita, sentendo il sangue che scivolava fra le mie dita, che si insinuava nelle pieghe del mio vecchio vestito fino a raggiungere il pavimento... una sensazione orribile dal punto di vista di entrambi... 

Il viso del padrone era perso, pieno di paura...riuscivo a percepire il suo il suo fiato prevalentemente annebbiato dal liquore... forse si era sparato per disperazione... no, non poteva averlo fatto... non aveva con se una pistola..."AIUTO! AIUTATEMI!" urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni,mentre le mie corde vocali stridevano fra loro diventando secche e doloranti... "IL PADRONE! IL PADRONE E' STATO FERITO!!!" vi prego... perchè nessuno mi sente?

L'unica cosa che avevo sotto mano era un ferma carte appuntito interamente in ferro battuto, che fermava i fogli dello spartito... Dio perdonami per quello che sto per fare. Non c'era altro modo... dovevo richiudere la ferita con il fermacarte riscaldato sulle fiamme vive e ardenti del fuoco... Mi allontanai dal Padrone, sentendo le mie mani tremare ed intorpidirsi, perchè lo stavo facendo? io-... io non ero un medico, non ero mai stata brava in tutto questo, non ero mai stata capace di fare nulla... sono solamente una serva...

Poggiai la lama del piccolo pugnale al di sopra del fuoco, iniziando ad intravedere la punta della lama che sfumava in un rosso scarlatto... Mentre si riscaldava andai dal padrone, scostando i suoi capelli dal viso pallido e freddo, notando nelle sue guance un piccolo segno di vitalità...                  "Perdonami se puoi..." Ero combattuta, perchè non fuggivo da quella situazione? cosa mi spingeva a-... a salvarlo? Con delicatezza poggiai la lama incandescente sulla ferita, notando che i suoi muscoli reagirono a tutta quella sofferenza contraendosi, mio dio... come tremavo, avevo paura. Troppa paura. 

Poco dopo alcune guardie arrivarono in suo soccorso,ero riuscita a richiudere la ferita ma... aveva perso davvero molto sangue, riusciva solamente a muovere leggermente le dita, faceva impressione, non riuscivo a distogliere lo sguardo ma... quanto avrei voluto farlo... "Si salverà?..." Sussurrai con voce sommessa e delicata, notando che alcune guardie avevano smesso di parlare con il medico... perchè il medico aveva quell'espressione sul volto...anche lui sembrava un cadavere... Mio dio, ditemi che sta bene, che il mio sforzo è stato ripagato... 

"Abbiamo bisogno di sangue, il gestore del maniero ovile è andato a rimediarne qualche brocca dai suoi animali..." Il medico sembrava contrario alle sue stesse parole...Come poteva funzionare? sangue di animale? Da quanto ne so io, il sangue di certi animali ha una forte differenza... avrebbe stroncato la sua salute... e chi lo sa, forse avrebbe puntato a morte certa...

"Prendete il mio..."

 Loro mi guardarono con viso cupo e infastidito, forse mi credevano pazza... Si poteva facilmente morire nel donare il sangue,avevo sentito tantissime storie a riguardo... ma, non volevo lasciarlo morire, era d'obbligo il mio aiuto... "Vi prego... è il minimo che possa fare per il padrone..."                   Mi fissavano, impassibili... Notai il medico che si avvicinò a me, tirando fuori dalla tasca un fazzoletto bianco: "Se volete veramente salvare Ludovico, legate più stretto che potete questo fazzoletto intorno al vostro braccio... e sedetevi su quella sedia..."

Ludovico? Quello era il suo vero nome? Si chiamava Ludovico? Che strano, ora mi sembra davvero così limpido il suo sguardo... dovevo farlo, dovevo salvarlo...

... lo faccio per lui... lo faccio per me...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro