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È bastato così poco non trovarlo più accanto. Una piccola distrazione e il loro unico figlio era sparito nel nulla. Mika urlava disperata il nome di Gray mentre il suo corpo tremava dai singhiozzi. Silver chiedeva a chiunque se qualcuno avesse mai visto il bambino sulla foto, ma nessuno sembrò riconoscerlo. Quando andarono dalla polizia, essi non sembrarono sorpresa nel sentire la sparizione del bambino, infatti lui gli comunicò che c'erano moli altri dispersi oltre a lui e che stavano facendo di tutto per cercare di trovarli. L'unica cosa che Mika e Silver potevano fare era pregare per loro figlio.
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L'ennesima mazzetta di soldi andò nelle mani di Deliora che controllava soddisfatto se c'erano tutti. Strinse la mano del suo socio con un ghigno sul volto e si allontanò senza dare nell'occhio.
Gray sussultò quando sentì la porta di metallo aprirsi. Entrò Deliora, l'uomo che lo aveva rapito due settimane prima che aprì una cella lì vicino alla sua dove stavano due bambini gemelli. Terrorizzati, si allontanarono dalla sua mano mentre si tenevano abbracciati e Deliora, impaziente, ne prese uno da un piede.
-No!-
Esclamò il gemello tenendo il fratello stretto a lui.
-Poche storie! Il tempo è denaro!-
Deliora lo trascinò fuori con forza facendo così lasciare la presa all'altro.
Il piccolo piangeva e chiamava il nome del fratello, allora Deliora prese la sua pistola dal cinturino e sparò alla testa del bambino in cella. Nessuno mise più un rumore. Il bambino guardava il corpo senza vita del suo gemello mentre le lacrime continuavano a scendere dai suoi grandi occhi nocciola.
-Ecco cosa succede a chi mi fa perdere tempo. Che sia da monito per tutti-
E così se ne andò.
Gray non aveva mai visto una persona morire, tanto meno a pochi metri di distanza. Il bambino che stava in cella con lui si mise a vomitare, ma non era la sola ad avere quella reazione mentre altri si limitavano a piangere in silenzio. Gray cercò di farlo sentire meglio con delle carezze sulla schiena. Ancora pochi secondi e sarebbe stato male anche lui, ma per fortuna il bambino smise di vomitare.
Tre uomini varcarono la soglia con indosso dei grembiule, scarponi neri impermeabili e guanti. Due di loro presero il bambino morto dalla cella mentre l'altro puliva il sangue. Appena finito se ne andò come se niente fosse e lì il bambino parlò.
-Sei sporco sulla tempia-
Gray si passò una mano sopra e sentì qualcosa di liquido.
Si guardò il palmo della mano e vide il sangue del bambino. Inorridito, si pulì sulla maglietta e portò le gambe al petto, nascondendo la faccia tra di esse.
-Andrà bene, Gray-
Disse il compagno mettendo una mano sulla sua spalla.
-Continui a dirlo, ma qui non andrà bene nulla-
-Fidati di me. Ne usciremo insieme-
Gray guardò il bambino al suo fianco e vide un sorriso triste sul suo viso pallido.
-Okay Lyon, mi fido-
Fin dai primi giorni di sequestro, lui era sempre stato al suo fianco e in qualche modo si sostenevano a vicenda.
Passarono altri giorni, addirittura settimane fino ad essere mesi. Gray e Lyon stavano ancora dormendo uno accanto all'altro quando Deliora aprì la porta e si piazzò davanti alla loro cella. I due si svegliarono e sgranarono gli occhi quando capirono costa stava per succedere: Uno di loro se ne sarebbe andato.
-Oggi è il tuo turno, Bamboccio-
Deliora aprì la cella e prese per un braccio Lyon.
-Lascialo!-
Urlò Gray e subito l'amico lo guardò preoccupato, ma non per se stesso, per lui.
-Mi va bene, Gray-
-Cosa stai dicendo? Avevi detto che ce l'avremmo fatta insieme!-
Lyon gli sorrise con le lacrime segnarli il volto.
-E sarà così-
Deliora chiuse la cella in faccia al giovane e uscì con Lyon stretto a se.
Gray batté i pugni sulle sbarre di metallo fino a sanguinare mentre urlava il nome dell'amico ormai allontanato.
Erano passate 24 ore da quando Deliora aveva portato via Lyon e Gray sentì urlare l'uomo dai piani superiori. Normalmente non si doveva sentire nulla, ma se le sue orecchie udivano le sue parole e quindi voleva dire che era davvero furioso.
-Scappat0? Come sarebbe a dire che è scappato?-
Oltre a Gray anche gli altri stavano ascoltando curiosi la conversazione, ma ancora non avevano capito di chi stesse parlando.
-Come avete fatto a farvi scappare un moccioso da sotto il naso? Siete degli idioti! Per colpa vostra ci rimetterò dei soldi!-
-Lyon è scappato!-
Esclamò uno dei bambini con un sorriso a trentadue denti sul volto.
Tutti erano felici per la notizia e sperarono che questa fuga potesse giovare anche per loro. Invece per Gray era diverso, lui sapeva che avrebbe agito per il loro bene e avrebbe mandato qualcuno a prenderli. Infondo si erano fatti una promessa, no?
Passò un'altra settimana e Lyon non era stato trovato dagli scagnozzi di Deliora. I bambini e Gray erano molto delusi dal fatto che non era ancora arrivato nessuno ad aiutarli, soprattutto quest'ultimo che oltre alla delusione provò anche rabbia. Lyon aveva detto che sarebbero scappati insieme, invece se n'era andato senza di lui. Poteva avvertire qualcuno e dire dove si trovavano, invece si era dimenticato di lui e di tutti gli altri. Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse di Deliora aprire la sua gabbia. Gray sussultò al cigolio delle sbarre aprirsi e in pochi secondi si trovò fuori con la mano di Deliora al bavero del ragazzo. I bambini stettero zitti mentre guardavano Gray allontanarsi dall'altra parte della porta mentre si dimenava dalle sue grinfie. Deliora, stufo di quel continuare a muoversi, lo sbatté al muro e lo prese alla gola. Gray scalciò più forte che poteva e teneva le mani su quelle di Deliora per staccarle dalla gola mentre annaspava in cerca di aria.
-Non ti conviene farmi arrabbiare più di quanto non lo sia già!-
Gray si fermò con piedi e si arrese.
Deliora fece un ghigno e lo rimise a terra. Gli prese il braccio e lo spinse avanti fino a fargli male, poi Deliora aprì una parta dove c'era la persona che lo aveva rapito con un trucchetto elementare.
-Kyoka, pensaci tu-
Disse Deliora dando l'ennesima spinta a Gray che lo fece cadere a terra ai piedi della donna.
Lo stesso vecchio a cui aveva rivolto la parola mesi prima, tutto per una caramella.
-Come l'ho portato qui, lo porterò via-
La giovane donna si piegò davanti a Gray e il ragazzo scattò indietro, ma andò contro le gambe di uno dei presenti e quindi riuscì a prendergli o polsi e legarli con una corda.
Successivamente gli vennero coperti gli occhi e dopo la bocca, ritrovandosi nell'oscurità con il cuore che andava a mille per la paura.
Dove lo avrebbero portato?
Cosa ne sarà di lui?
Queste erano le domande che continuò a farsi per interi minuti che parevano addirittura ore passate dentro a una macchina.
Gray pensò se anche Lyon fosse stato legato in quella maniera, capendo il perché non avesse chiamato nessuno. Capì che erano arrivati quando il motore si spense e le portiere si aprirono. La mano della donna si insediò tra i capelli del giovane che gli fece venire i brividi per il disgusto.
-Spero che tu possa essere un buon cucciolo per il tuo padrone, da oggi in poi-
Kyoka gli tolse la benda dagli occhi e Gray li sbatté ripetutamente per abituarsi alla luce.
Guardò fuori e vide un bosco di montagna ricoperto dalla neve che formavano anche delle montagnette per via dei cespugli, ma oltre a quello c'erano delle persone in nero che stavano al fianco di un vecchio con un bastone da passeggio in quello che sembrava oro e coperto da una giacca pesante lunga e scura. Kyoka lo prese per i polsi e uscì dalla macchina con lui appresso. Il vecchio sorrise appena puntò gli occhi su Gray e subito si avvicinò per darci una occhiata. Gli prese il mento e lo girò sia a destra che a sinistra mentre Gray cercava di vincolarsi da quella presa fastidiosa.
-Ha proprio un bel viso. Spero sia bello quanto bravo-
-Come tutti potrà essere un po' ribelle, signor Ki-su, ma le garantisco che non ci vorrà molto per farlo adattare ai suoi voleri-
Lo rassicurò Kyoka prima di passare Gray al vecchio.
Il ragazzo non capiva affatto di cosa stessero parlando. Che cosa avrebbe fatto da quel vecchio, le pulizie? Purtroppo Gray era ancora troppo ingenuo per capire le vere intenzioni di un adulto. Kyoka prese il manico della valigia con i soldi e prima che Ki-su lasciasse la presa, un proiettile attraversò la mano di Kyoka che lanciò un urlo di dolore. Da lì ci fu il caos. Gli uomini presero in mano le pistole mentre Ki-su prese Gray per una spalla e lo avvicinò di più a lui. Un altro proiettile colpì il petto di uno degli uomini del vecchio che cadde a terra senza vita. Quelli spararono alla cieca nel tentativo di scovare dove si sia nascosto l'uomo armato e nel mentre Gray si guardava intorno per capire chi fosse, quando vide Lyon nascosto dietro un cumulo di neve. Gray gonfiò il petto per la gioia, ma cercò di mantenere il controllo e si concentrò su quello che stava cercando di dirgli.
"Il vetro?"
Pensò Gray guardando intorno a lui con gli occhi per terra.
Il ragazzo vide un pezzo di vetro nascosto nella neve non molto lontano da lui e subito pensò ad un modo per svignarsela senza attirare troppa attenzione, ma tutti erano impegnati con lì uomo misterioso che aveva già messo al tappeto tre uomini e Kyoka, che stava dietro alla loro macchina grigia dai vetri oscurati mentre cercava di far fermare il sangue alla mano. Sinceramente non si capiva se fosse solo uno estremamente furbo o in più persone, visto che sparava da diverse direzioni dopo un tot di secondi senza farsi vedere. Gray notò che il vecchio era distratto e che la sua presa non era attenta, quindi con uno scatto si liberò facilmente e andò verso il pezzo di vetro, cadendo proprio su esso.
-Tu, dannato!-
Ki-su gli urlò dietro e, nonostante il suo zoppicare, arrivò subito da Gray che lo prese da un braccio e lo tirò in malo modo.
-Lasciami!-
Esclamò Gray tirando un calcio al bastone con il quale il vecchio stava appoggiando tutto il suo peso.
Ku-su cadde a terra e Gray scappò via verso Lyon.
-Fermatelo!-
Urlò l'anziano, ma nessuno poteva pensare al ragazzo in quel momento.
Gray subito abbracciò l'amico.
-Hai mantenuto la tua promessa-
-Te l'ho detto che ce ne saremmo andati via insieme, no? Adesso seguimi-
I due corsero verso il bosco e si nascosero dentro una grotta.
Nessuno li aveva seguiti.
Per sicurezza entrambi non parlarono per almeno dieci minuti, fino a quando non sentirono dei rumori di passi e un suono simile a quello di un gufo arrivò alle loro orecchie.
-Eccola!-
Esclamò Lyon uscendo allo scoperto insieme a Gray.
Una donna dai capelli corti e scuri con addosso un giubbotto troppo leggero per quel clima e due pistole al cinturino dei pantaloni, sorrise hai due giovani e diede il cinque a Lyon. Gray guardò dietro i due e vide che non c'era nessun'altro, facendogli capire che era stata lei a fare quel trambusto. Quella era Ur, la donna che avrebbe ammirato per il resto della sua vita.
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Erano passati ben venti giorni da quando Lyon e Ur avevano fatto scappare Gray dalle grinfie di un vecchio e dagli uomini di Deliora. Per tutto il tempo era rimasto a casa della donna con Lyon e una bambina di nome Ultear, la figlia della sua salvatrice. Ur gli aveva suggerito di stare da loro fino a quando non avrebbero catturato Delora e tutti gli altri, e nonostante gli mancassero i suoi genitori, Gray concordò, ritrovandosi a far parte di quella famiglia. Ogni sera i due si svegliavano nel cuore della notte per la stessa cosa: Incubi. Non la smettevano di sognate Deliora e tutto quel sangue quando aveva sparato a quel bambino, come se fosse una maledizione che puntualmente terrorizzava Gray e Lyon ogni notte.
-Dovete essere più decisi!-
Esclamò Ur hai due ragazzi che stavano mezzi nudi sotto la neve con davanti due sacchi di grano da prendere a pugni.
I due avevano chiesto alla donna giorni prima se potevano imparare qualcosa da lei, ma non si aspettavano di rimanere a petto nudo e boxer con zero gradi. L'unico modo per non prendersi un malanno, aveva spiegato Ur, era continuare a muoversi per riscaldare il proprio corpo.
-Gray, stendi bene il braccio, altrimenti rischi di farti male-
Gray si perfezionò e continuò a prendersela con quel sacco di grano appeso al ramo di un albero bello solido.
Ultear arrivò dai tre con un vassoio colmo di tramezzini e tre bicchieri d'acqua.
-Mamma, vi ho portato questi-
-Sei stata meravigliosa! Ragazzi, per ora fermatevi-
I due, esausti, si fermarono e si lasciarono andare un un ceppo di un albero tagliato.
Ultear passò a dare i tramezzini hai tre, ma ogni volta che si trovava a faccia a faccia con Gray quella arrossiva sempre e balbettava, pure a cena. Gray non era stupido, aveva capito che piaceva a Ultear, ma i sentimenti non erano corrisposti.
-Dopo il pranzo potrete riposarvi per un'ora, dopo passeremo al giro di corsa per la casa per almeno venti minuti alle solite cento flessioni e cento addominali. Chiaro? -
Lyon e Gray si guardarono e poi annuirono alla loro insegnante.
Sfruttarono quell'ora di riposo per dormire, infatti collassarono subito appena si stesero nei sacchi a pelo nella camera di Ultear.
-Ragazzi, sveglia-
Li chiamò dolcemente Ultear, ma i due non la sentirono affatto.
Diede due tocchi alla spalla di Lyon e quello si girò dall'altra parte, mormorando altri cinque minuti. La piccola sbuffò, ma volle provare a svegliare Gray. Appena si avvicinò con la mano subito arrossì e lo toccò a malapena. Ovviamente Gray non accennò un movimento. Si fece coraggio e diede due pacche energiche alla schiena del ragazzo, facendogli così aprire gli occhi assonnati.
-Ul...-
Mormorò con voce rauca il giovane apprendista appena posò gli occhi su di lei.
La ragazza distolse subito lo sguardo.
-D...dovete alzarvi-
Balbettò lei Gray sbuffò.
Avrebbe sborsato un sacco di soldi per avere un'altra ora di sonno.
Si girò vero il compagno accanto a lui che ancora dormiva, quindi alzò il braccio e lo fece cadere sulla sua faccia, stampandogli le cinque dita sulla guancia destra. Lyon spalancò gli occhi e lanciò un urlo.
-Mi hai fatto male!-
-Ma se ti ho dato una carezza-
Si giustificò Gray riuscendo finalmente a mettersi seduto.
-E ringraziami che ti ho svegliato io, altrimenti sai bene come Ur sveglia la gente-
Lyon rabbrividì al pensiero e ringraziò Gray con sentita riconoscenza.
I tre ragazzi uscirono dalla stanza e andarono fuori con solo la maglietta e i pantaloni, tranne Ultear, lei aveva il giubbotto e un cronometro in mano.
-Siete pronti a farvi venti minuti di corsa con solo le mutande addosso?-
Domandò Ur entusiasta.
-Non vediamo l'ora...-
Disse ironico Gray e a malincuore si liberarono degli abiti, sentendo subito freddo.
Pero ogni sequenza di allenamento, Ultear teneva il tempo e contava le flessioni di Gray mentre Ur quelle di Lyon. Quando finirono i piegamenti, Ur volle che riprendessero a correre per una mezz'ora e subito dopo fare allenamento con la corda per almeno dieci minuti. Ogni settimana Ur tendeva ad intensificare l'allenamento fino ad arrivare anceh a un'ora di corsa e altri piegamenti dopo il secondo giro di corsa. Più passava il tempo e i loro corpi si abituavano sempre di più al freddo patendolo molto meno, ma non solo quello.
-Gray! i vestiti!-
Esclamò Ultear appena vide il ragazzo con solo le mutande addosso.
Gray si guardò e strabuzzò gli occhi. Lyon scoppiò a ridere mentre Ur si guardava in giro con imbarazzo, trovandosi troppe persone che fissavano la scena.
-Ma quando l'ho fatto?!-
Sì domandò Gray sconcertato.
-Sei impazzito? Come cavolo fai a spogliarti senza accorgertene?-
-Questa è colpa tua, Ur!-
La incolpò il giovane corvino beccandosi un pugno alla testa.
-Non ti ho insegnato a spogliarti in pubblico!-
Quella doveva essere la prima uscita in paese dopo tre mesi dalla fuga, ma si era rivelata troppo imbarazzante e troppo al centro dei pettegolezzi.
-Ti ho trovato i vestiti-
Disse Ultear portando pantalone e maglietta.
Gray per prenderli mise le mani poco sopra le sue e lei sussultò.
-Grazie, Ul-
Sorrise lui mandando il cervello della bambina in tilt, ma quando Gray si voltò dandogli le spalle, subito tornò serio e Lyon lo notò molto bene.
Quando tornarono a casa erano le tre del pomeriggio, quindi Ur non perse tempo e li fece subito fare il loro giro di corsa di mezz'ora.
-Senti, Gray-
Parlò Lyon al primo giro dietro la casa.
-Dimmi-
-A che gioco stai giocando con Ultear?-
Quella domanda sorprese Gray.
-Ma che dici?-
-Lo sai. La stai illudendo, vero?-
Gray non parlò subito e aspettò che ritornarono al retro della casa per rispondere alla domanda di Lyon.
Vide Ultear guardarlo con un lieve sorrise sul viso e lui le fece l'occhiolino, facendola imbarazzare e guardare la neve con un sorrisetto più accentuato. Lyon digrignò i denti e appena furono dietro la casa lo prese per le spalle e lo fece fermare.
-Ma che cavolo fai?!-
-Faccio solo il carino con lei. Sei geloso?-
Domandò Gray malizioso, ma Lyon non sembrò essere imbarazzato alla domanda.
-No. Lo dico perché è una nostra amica ed è la figlia di Ur-
-Proprio perché è sua figlia che sto accontentando Ultear-
Layon scosse la testa con la fronte corrugata.
-Per lei? così ti stai prendendo gioco di entrambe-
-Non importa-
Disse tranquillo Gray.
Lyon lasciò andare la presa e Gray riprese a correre allontanandosi di qualche passo da Lyon, ma nonostante i respiri e il rumore della neve sotto i piedi, sentì chiaramente cosa gli disse Lyon.
-Hai un cuore di ghiaccio...-
Un'altro mese era passato e Ur era andata in paese con Gray per comprare qualcosa per la cena. Lyon non stava molto bene, quindi Ultear si era offerta di stare con lui per quell'ora.
-Che ne dici del pollo al curry?-
Domandò Gray e Ur accennò un sorriso.
-Vada per quello. Aiutami a cercare la bancarella del pollame-
Mentre Gray si guardava in giro, qualcosa attirò la sua attenzione.
-Eccola!-
Esclamò Ur andando subito a mettersi in fila con Gray, ma lui aveva l'attenzione altrove.
Si allontanò per un attimo dal fianco della sua maestra e andò verso un vicolo senza farsi notare da nessuno. Quando si sporse per vedere, riconobbe subito uno degli scagnozzi di Deliora che stava parlando con un uomo dai capelli lunghi che uscivano dal cappuccio. Purtroppo non riusciva a vedere altro.
-Sono passati sei mesi da quel episodio e ancora non avete trovato nulla?-
Ringhiò l'uomo col cappuccio e quello sembrava tremare al suo cospetto.
-M... mi dispiace, signore. Le nostre ricerche continuano con lo stesso ciclo di come vanno gli affari-
-Vorrei ben vedere. Fate un'altro passo falso e ve la vedrete con me. Riferiscilo a Deliora-
-S... sì signore! A proposito di Deliora, mi ha detto di dirle che adesso ci siamo spostati con tutta la merce al passo dei leoni, vicino alla centrale abbandonata-
Gray strabuzzò gli occhi e provò a sentire altro.
-Perfetto. Continuate le ricerche su questa vallata e portate indietro quei due mocciosi. Verrò a trovarvi molto presto-
L'uomo di Deliora ingoiò un groppo di saliva mentre l'altro si allontanava dalla parte opposta.
Gray si appoggiò al muro si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il fiato. Deliora era vicino a loro e stavano ancora cercando lui e Lyon. Tornò subito da Ur, che aveva appena finito di pagare il mercante, e con foga la spinse in avanti.
-Gray, ma che ti prende?-
-Dobbiamo andarcene, subito! Loro sono qui!-
Ur sgranò gli occhi e si guardò intorno.
-Sei sicuro?-
-Sì. Ti spiego tutto più tardi-
Senza perdere tempo, i due si allontanarono con un passo svelto e arrivarono a casa in dieci minuti.
-Com'è andata?-
Chiese Ultear appena li vide rientrare, ma nessuno dei due diede una buona impressione alla giovane.
-Come sta Lyon?-
-Sono qui-
Lyon arrivò in sala e Ur ne volle approfittare per parlare con entrambi.
-Tesoro, potresti lavarlo tu il pollo?-
Chiese Ur a Ultera e lei andò subito in cucina.
La maestra si sedette sul divano e fece segno hai due di sedersi accanto a loro.
-Che succede?-
Chiese Lyon preoccupato.
-Ho visto un uomo di Deliora parlare con qualcuno-
Gli spiegò Gray e Lyon sbiancò.
Deglutì a fatica e fece una domanda.
-Ci stanno cercando?-
Gray annuì.
Ur, vedendoli spaventati, li abbracciò avvolgendo le loro spalle e li tenne stretti a se.
-Non vi toccherà nessuno finché sarete con me, okay?-
I due guardarono Ur con gli occhi lucidi e annuirono all'unisono, poi restarono abbracciati.
Stavano mangiando il pollo al curry quando Gray guardò la sua maestra e Lyon con uno sguardo serio e determinato.
-Voglio fargliela pagare... per tutto-
-Gray, ma che dici?-
Domandò Ur.
-Lo hai capito. Voglio andare lì e uccidere Deliora-
Lyon guardò preoccupato l'amico mentre Ultear guardava sua madre allarmata.
Ur mise giù le posate e guardò seria il ragazzo.
-Ti rendi conto di quello che stai dicendo?-
-Non hai idea di quanti bambini tiene nascosti! Dobbiamo fare qualcosa-
-Noi non faremo assolutamente nulla, Gray-
Il ragazzo abbassò lo sguardo e guardò i suoi pugni stretti.
-Non riesco a stare fermo-
-Lascia che ci pensi la giustizia a mettere tutto a posto-
-La giustizia... certo, come se risolvesse i miei problemi! Non saranno loro a togliermi la paura verso quell'uomo, ma io!-
Ul guardava Gray esasperata mentre Lyon e Ultear non avevano aperto bocca e continuavano a guardare il ragazzo con preoccupazione, soprattutto quando Gray sia lzò da tavola e prese il suo giubbotto dal porta abiti. C'era una bufera di neve che intralciava la visuale, ma a Gray non importava e uscì subito da casa.
-Gray, fermo! Non puoi uscire con questo tempo!-
Urlò lei correndo all'uscio della porta, ma non venne ascoltata.
Quello fu l'errore più grande che avesse mai fatto.
Per tutto il tempo si era messo a correre fino a scendere in paese e chiese a chiunque dove fosse il passo del leone, fino a quando una signora lo informò che era a dieci chilometri dal paese. Il tempo non sembrava andare a suo favore, ma questo non lo fermò e fece quei dieci chilometri di corsa fino e arrivare al passo dei leoni in un quarto d'ora, senza più il giubbotto. Quando arrivò alla centrale abbandonata prese da terra un tubo di ferro come arma e si avvicinò con estrema cautela all'entrata. Il suo piano era quello di rubare una pistola a uno degli uomini di Deliora e trovare dove si nascondevano i bambini, così da poterli liberare e uccidere Deliora. Gray avvistò qualcuno di guardia al portone e con uno scatto colpì quello alla testa stramazzando a terra. Gray prese la sua pistola e si inoltrò nella centrale. Era tardi, infatti trovò solo qualche guardia fare avanti e indietro per i corridoio, approfittando del momento giusto per avanzare. Ci mise un po' a trovare lo scantinato, forse anche un'ora da quanto era grosso quel posto. Aprì la porta il più piano possibile. Odiava quando facevano tutto quel rumore. Fece attenzione mentre cercava di scendere i gradini nonostante il buio fino ad arrivo in fondo alle scale. Poi cercò l'interruttore. Accese la luce e tutti i bambini sbatterono le palpebre. Quando i bambini lo videro sembravano entusiasti e sul punto di gioire, ma Gray subito gli fece segno di non fare rumore e prese le chiavi che stavano attaccate al muro su un chiodo. Tutti furono fuori in pochi minuti e ricordando loro di non fare il minimo rumore, tornarono su per le scale e Gray aprì la porta, ma davanti si trovò una pistola puntata e Deliora con un ghigno sul volto insieme a quattro dei suoi uomini. Tutti i bambini si arrestarono subito e sbiancarono, compreso Gray.
-Ma guarda un po', cosa pensavi di fare, moccioso?-
Gray cercò di prendere la pistola, ma Deliora fu più veloce e lo spinse lontano dalle scale, facendolo rotolare a terra.
-Gray!-
Lo chiamò uno dei bambini e con un colpo di pistola verso l'alto fece zittire tutti.
-Da bravi, vedete di scendere o vi pianto un buco in testa-
Il gruppo, troppo spaventato, indietreggiò e Deliora chiuse la porta a chiave.
Gray cercò di arrivare alla pistola che gli era caduta a qualche metro di distanza, però a fermarlo fu una pallottola che rimbalzò suo pavimento a pochi centimetri da lui sparata da uno delle guardie. Guardò spaventato Deliora e indietreggiò mentre l'uomo avanzava ridendo. Gli puntò la pistola contro la fronte e mise il dito sul grilletto. Ci furono tre colpi di pistola e tre dei quattro scagnozzi cadde a terra. Deliora subito si allarmò e si guardò bene intorno, poi anche l'altro uomo cadde a terra con un colpo al torace.
Deliora prese Gray per un braccio e gli puntò la pistola alla tempia.
-Fatti vedere o tra due secondi è morto-
Minacciò lui e Ur uscì allo scoperto con la pistola contro Deliora.
-Ur...-
Sussurrò Gray spaventato e l'uomo si mise a ridere.
-Una donna? Interessante. Sei stata tu a uccidere i miei uomini sei mesi fa?-
-Anche se fosse?-
-Solo per curiosità-
Deliora tirò fuori un'altra pistola e fece fuoco su Ur colpendola al ventre.
Gray guardò Ur cadere a terra con gli occhi sbarrati e il viso completamente bianco.
-UR!-
Urlò lui correndo dalla donna fregandosene di Deliora che lo teneva sotto tiro.
-Fermati!-
Ulrò Deliora mirando contro Gray, ma Ur riuscì ad anticiparlo colpendolo due volte alla spalla, facendogli cadere la pistola per poi cadere in ginocchio con la mano sulle perforazioni.
Ul fece scivolare dalle mani la sua pistola e mise si appoggiò con la testa a terra. Gray si inginocchiò vicino a lei e con le lacrime agli occhi mise le mani sulla sua spalla.
-Ur!-
Continuava lui e la donna gli mise una mano sulle sue accennando un sorriso sporco del sangue che le usciva dalla bocca.
-Mi dispiace! È tutta colpa mia! Se ti avessi ascoltata...-
-Non... fa niente. L'importante è...-
Ur tossì e del sangue andò sui pantaloni neri di Gray.
-Ur...-
-Maledetta stronza!-
Urlò lui mentre si avvicinava hai due pronto a ucciderli con le sue stesse mani.
Gray tremava, ma l'adrenalina gli permise di prendere la pistola di Ur, solo che a sparare non fu lui. Deliora cadde a terra e un corpo di poliziotti varcò corse subito da loro ammanettando il fuorilegge.
-Gray...-
Lo chiamò lei e subito rivolse lo sguardo su Ur.
-Anche se è stato per poco... vi ho voluti bene come se fosse stati i miei figli-
Ur annaspò e Gray strinse le palpebre mentre teneva stretta la sua mano.
-Adesso... vivi senza alcuna paura, Gray. Nessuno ti farà del male-
-Ur, ti prego... non lasciarmi! Non lasciare Lyon e Ultear!-
Ur sorrise e strinse appena la mano del ragazzo.
-Vi amo...-
Quelle furono le sue ultime parole prima di esalare il suo ultimo respiro.
Gray scoppiò a piangere mentre i poliziotti, nonché colleghi di Ur, abbassarono lo sguardo e fecero una preghiera per il loro superiore caduto. Lyon arrivò poco dopo di corsa alla centrale abbandonata e vide una persona coperta da un telo bianco che veniva portata via su un'ambulanza. I bambini erano tutti fuori e con loro anche Gray, che stava appoggiato alla ringhiera le gambe al petto e la testa nascosta da esse. Lyon andò da Gray, fermandosi davanti a lui senza dire nulla. Gray alzò lo sguardo e si morse le labbra. Lì capì perché non trovava Ur da nessuna parte. Lo prese dal colletto della maglietta e lo sbatté con forza contro la ringhiera.
-È tutta colpa tua!-
Ulrò Lyon tra le lacrime.
-Ti ho salvato con lei e tu mi hai tolto tutto! Per colpa tua sono nuovamente senza una madre e per colpa tua Ultear è orfana!-
Gray non disse nulla, neanche quando Lyon iniziò a prenderlo a pugni fino a quando i poliziotti non lo separarono.
Quel giorno a Gray pareva di aver perso tutto. Era morta la sua amicizia con Lyon, il legame con Ultear e Ur, e con lei era morto anche lui. Alla fine del funerale era andato da Ultear e si era scusato per aver causato la morte di sua madre, poi gli disse addio. Ultear lo aveva fermato per un braccio senza smettere di piangere dicendogli che non lo incolpava della sua morte. Gli occhi freddi del ragazzo fecero raggelare il sangue alla piccola Ul che si staccò subito da lui.
-Smettila di fare la carina con me. Ti ho solo illusa e l'ho fatto per tua madre. Non ho mai provato nulla per te-
E così si allontanò dalla sua vita, lasciandola con la mente e il cuore a pezzi.
Gray continuava a guardare Deliora con il viso pallido e la bocca semi aperta. Nella sua testa la sua voce persisteva a ripetere quella frase: "A uccidere i tuoi genitori, sono stato io"
-È stato facile rendere l'omicidio un incidente stradale, sai? Mi è bastato avvelenare uno dei miei uomini e farlo andare dove volevo al momento giusto. Non hai idea di quando ho goduto quando ho visto la tua macchina capottarsi, peccato però che non tutti sono morti-
Continuò Deliora seguito da una sua risata.
Gray non disse nulla per lo shock e non fece neanche tanto caso al metallo freddo della pistola sulla sua tempia.
-Sono evaso di prigione solo per questo momento. Vederti con un proiettile nel cervello sarà il regalo di una vita-
-GRAY!-
Urlò Natsu andano verso l'amico.
Gray spalancò gli occhi e quel momento di sette anni fa gli tornò in mente, solo che questa volta c'era Natsu.
-No!-
Urlò il corvino girandosi verso Deliora.
Quello ghignò e sparò in direzione dell'amico. Fu veloce. Troppo veloce.
Gray restò immobile a guardare il corpo a terra mentre nella sala regnava il silenzio. Natsu si sollevò con i gomiti da terra e si voltò verso colui che lo aveva fatto uscire dal mirino di Deliora beccandosi la pallottola al posto suo. Bianco in volto, Natsu urlò il nome di Zeref.
*ANGOLO AUTRICE*
Non so se è il primo giorno di ciclo farmi sentire più stronza del solito o sono io così... credo la seconda. Lo so, ho esagerato questa volta e per di più sono quasi cinquemila parole (senza contare l'angolo autrice) ma non volevo dividerlo, visto che ho altri progetti per il prossimo capitolo (sì gente, altra stronzaggine in vista)
Adesso vi lascio andare a dormire o andare a sscuola dipende quando leggerete tutto ciò.
Notte a tutti!
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