UN CUORE INFRANTO
Il telefono tra le mani della bionda continuava a tremare per colpa dei singhiozzi che emetteva. Non poteva perdere altro tempo e avvisare sia Juvia che Erza della loro scommessa.
•~•~•~•
-gamberetto, cinese o italiano?-
Chiese Gajeel mentre stava sul divano in salotto con due foglietti di carta.
-Italiano-
Rispose la ragazza occupata a lavare il pelo di Lily, che faceva le fusa al suo tocco.
Gajeel si era categoricamente rifiutato di lavare quel gatto, e tutto perché ogni volta che ci provava era una guerra tra i due e come se non bastasse era uno schifoso traditore, dato che lo snobbava quando Levy era a casa loro. Ordinò un arrabbiata per lui e una lasagna al pesto per lei, poi il corvino riattaccò e andò verso il bagno per guardare male il felino coccolato da quelle mani fantastiche.
-che ruffiano...-
Borbottò lui e Levy si girò radiosa.
-geloso?-
Chiese lei con un sorrisetto furbo e il corvino distolse lo sguardo.
-per il gatto? Figuriamoci-
Mentì mentre dannava nella sua mente il povero Lily per essere con Levy.
Perché non poteva essere lui il gatto?
Si faceva fare il bagnetto, si faceva coccolare mentre stava sulle sue gambe, veniva tenuto in braccio mentre giravano per il paese e dormiva su di lei.
Quando invece erano solo loro due, Lily, non faceva niente con lui. Se doveva prendere in braccio il gatto, quello lo guardava male, e quando dormivano si teneva a distanza.
"Non capisco se sono geloso di Levy o di Lily..."
Pensò il corvino mentre guardava intensamente i due.
Levy si rigirò con imbraccio Lily, coperto da un asciugamano, e andò da Gajeel chiedendogli se poteva tenerlo mentre gli asciugava per bene le zampe.
Fece come a comando, e stranamente ne lo guardò male e ne lo graffiò.
In quel momento capì di essere stato più geloso di Levy che del gatto.
-ecco fatto, Lily, adesso sei libero-
Levy lo posò a terra e quello andò tra le gambe di Gajeel e iniziò a fare le fusa.
-siete così carini insieme-
Disse la turchina mentre guardava con dolcezza il padrone e il gatto.
Appena i due si allontanarono dal bagno per lasciate Levy nella sua privacy, Gajeel prese Lily e lo mise sul divano insieme a lui, poi lo guardò negli occhi e quello fece altrettanto.
-Lily, fai il buono con me solo perché c'è Levy?-
Il gatto alzò un sopracciglio e sembrò fare un sorrisetto, facendo capire a Gajeel che ci aveva azzeccato.
-sei una me...-
-Gajeel, dopo mangiato vuoi andare da qualche parte?-
Chiese la turchina che andò a sedersi di fianco a loro.
-se a te va di uscire usciamo, se no ti ribalto nelle coperte e...-
Levy gli lanciò un cuscino del divano in faccia e iniziò a dargli del pervertito mentre lui se la rideva e la prendeva in giro, come sempre.
Il campanello suonò e la turchina andò alla porta.
-cibo!-
Esclamò Gajeel con la bava alla bocca, pronto per gustarsi il suo piatto gustoso.
-no, meglio!-
-cosa c'è di meglio alle otto di sera se non il cibo?-
-tuo fratello-
Gajeel si alzò di scatto dal divano e corse alla porta.
Levy fece entrare il corvino e quello si guardò intorno per vedere la casa. Quando si trovò il fratello davanti, che invece di parlare balbettava sul fatto di essere felice di vederlo, non gli prestò attenzione e gli tirò un pugno in faccia, facendolo cadere a terra.
-Rogue! Ma che fai?!-
Gli chiese Levy con una mano alla bocca mentre cercava di capire cosa avesse di rotto il suo ragazzo.
-mi ringrazierai, Levy-
-ma che ho fatto?-
Domandò il corvino con la mano sul naso ormai pieno di sangue.
-lo sai, Gajeel, e io che mi ero fidato di te... Sei rimasto il solito bastardo-
-Rogue, Spiegati!-
-ti viene in mente qualcosa se dico scommessa ?-
-non capisco...-
Gajeel guardò confuso il fratello, poi si mise la mano libera nei capelli e imprecò sotto voce.
-Gajeel, di che parla?-
Chiese la ragazza mentre guardava i due come se fosse a una partita di ping pong.
-avanti, Gajeel, parla-
Lo incitò il fratello deluso di lui, e aveva tutte le ragioni per esserlo.
-... Volevo dirtelo prima... Però ho avuto un po di paura-
- mi stai spaventando... Di cosa parli?-
Il corvino deglutì e sospirò.
Se questa sera sarebbe rimasto solo, come il seguito dei suoi giorni futuri, non se ne sarebbe stupito.
-io e i ragazzi, quando il preside ci diede la punizione di pulire il giardino, abbiamo fatto una scommessa, ovvero trovarci una ragazza, e il primo che l'avesse trovata avrebbe vinto... -
Levy restò in silenzio con il labbro che tremolante, ma continuò a dare ascolto alla sua storia senza aprire bocca.
-Ma ci siamo detti che era stupido andare con una qualunque, e che avremmo finito tutto in un giorno... Quindi... Abbiamo pensato di provarci con voi...-
A quel punto la ragazza iniziò a far scendere delle lacrime e a singhiozzare mentre lo guardava negli occhi, cosa che lui non riusciva a fare.
Si sentiva un verme. Quando guardò la ragazza, ormai rigata dalle lacrime, gli venne una stretta al cuore. Si era ridotta così per colpa sua.
Non voleva perderla di nuovo, non dopo tutto quel tempo a cercarla.
-Levy... -
-io... Io me ne vado...-
La ragazza si alzò e prese le sue cose e il corvino restò a guardare con il naso sanguinante, incapace di dire qualcosa.
Lily andò da lei e cercò di sollevarle il morale leccandole la caviglia mentre quella si metteva le scarpe. La turchina lo accarezzò sulla testa e provò a fargli un sorriso debole.
-Levy, non andartene, io ti ho sempre amata, ma non avevo il coraggio di dirtelo-
Gli confessò Gajeel con il cuore a mille.
Levy si girò verso di lui e si appoggiò al muro con le braccia al petto.
-e allora... Hai deciso bene di prendermi in giro? anzi, prenderci in giro?-
- non erano le nostre intenzioni. Il nostro scopo era riuscire a confessare i nostri sentimenti per voi, e con la spinta di una competizione saremmo sicuramente riusciti a raggiungere il nostro scopo-
-ma non cambia il fatto che avete giocato con noi...-
Levy si staccò dal muro e oltrepassò la porta di casa, ma prima che Rogue chiudesse la porta alle proprie spalle, la turchina fece una domanda al corvino.
-Gajeel, come avresti reagito se la persona che più ami al mondo ti venisse a dire una cosa del genere?-
Il ragazzo tentò ti dire qualcosa, ma appena aprì bocca la richiuse.
Ovviamente si sarebbe sentito di merda se Levy avesse fatto questo con lui.
-Sono un coglione... E ti chiedo scusa... Però non voglio perderti per la seconda volta! Sono un egoista di merda, ma ti amo-
Levy si strinse il lembo della maglietta e chiuse gli occhi mentre le lacrime non cessavano di fermarsi.
Se non se ne andava da lì sarebbe scoppiata a piangere ancora più forte, e non voleva farlo davanti a Gajeel.
-per ora voglio solo stare da sola... Quando avrò preso una decisione ne riparleremo-
Rogue chiuse la porta di casa e, quando furono abbastanza lontani, Levy scoppiò a piangere e il corvino le diede un abbraccio per calmarla.
•~•~•~•
-Tu sei pazzo!-
Esclamò Juvia appena vide l'insegna del ristorante.
Come poteva portarla al Pegasus? Uno dei ristoranti più prestigiosi della regione? Ormai nella sua testa aveva tre ipotesi sulla pazzia di Gray: o gli aveva nascosto che era ricco, o che era in punta di morte e voleva spendere tutto ciò che aveva in una cena con lei, o era semplicemente fuori di stessa.
-forse hai ragione, ma voglio farti sentire una regina-
Juvia non sapeva se baciarlo o picchiarlo, quindi gli ripeté di essere fuori di testa, con l'aggiunta di una pacca sul braccio, poi lo circondò con le braccia al collo e lo baciò, sentendo poi il sorriso di lui sulle sue labbra.
I due si accomodarono al posto e iniziarono a leggere il menù che era posto sul tavolo.
-quindi avevi già prenotato?-
Chiese la turchina e quello confermò.
-ammettilo, sei ricco e non me l'hai mai detto-
-no, però non mi dispiacerebbe, così potrei portarti sempre in luoghi diversi-
Disse Gray con un lieve sorriso.
Ormai Juvia non aveva più dubbi: era pazzo.
Una cameriera arrivò a prendere le prenotazioni, e quando la ragazza la vide ricordò di averla già vista.
-tu non sei la ragazza della Flor?-
Chiese Juvia alla cameriera e quella sembrò illuminarsi quando riconobbe il viso della turchina.
-e tu sei quella della Fairy! Volevamo venire al vostro spettacolo, ma il lavoro ha avuto la precedenza-
-volevamo?-
Domandò Juvia mentre Gray cercava di capire chi fosse quella ragazza.
La cameriera si girò verso Gray e si scusò per non esserai presentata.
-mi chiamo Jenny! Perdonami per essere stata maleducata-
-tranquilla, io sono Gray-
Il ragazzo le sorrise mentre nella sua testa cercava di capire dove avesse già sentito questo nome.
Quando la bionda se ne andò con i loro ordini notò che l'umore di Juvia era cambiato, allora le prese le mani e chiese cosa la disturbava.
-non so come comportarmi con lei...-
-perché?-
-perché in passato, da quello che ci ha raccontato Levy, l'ha trattata male e le ha fatto passare dei brutti momenti quando stava in orfanotrofio-
Gli raccontò Juvia e a Gray sembrò accendersi una lampadina.
-ecco dove l'avevo già sentita! è la zoccola!-
Gray alzò troppo la voce e tutti si girarono verso i due, che vennero subito colti da un grande imbarazzo.
-non puoi dire zoccola in un ristorante del genere, Gray!-
Lo rimproverò lei e il ragazzo borbotto delle scuse.
-comunque... Gajeel ce ne aveva parlato, ecco perché l'ho chiamata così-
-Gajeel? E lui cosa... Aspetta...-
Juvia fece due più due e iniziò a capire molte cose.
-sì, era anche lui nel suo stesso istituto, e l'ho capito dopo il salvataggio alla villa di Lucy che la Levy del racconto era la nostra-
-e io l'ho saputo adesso!-
Si lamentò Juvia e mise su un broncio.
Gray rise e iniziò a farle dei cerchi sul dorso della mano.
-una bella ragazza non dovrebbe tenere il broncio-
Gray si girò verso il ragazzo che avrebbe sicuramente guardato male per tutta la serata, ritrovandosi un cameriere con cui avevano già avuto il "privilegio" di conoscere.
-Hibiki!-
Esclamò Juvia sorpresa e quello le prese la mano per poi baciarla.
-è bello rivederti, fiorellino-
-amore della mamma, tira via quelle labbra dalla mia ragazza-
Il cameriere si girò verso il ragazzo e sorrise.
-scusa, non ti avevo visto-
-... Mi prendi per il...-
Il ragazzo si trattenne dal dire altre volgarità in un luogo di classe, allora si limitò a dire popò.
-quando c'è una bellissima creatura come lei non riesco a fare caso ad altro-
Si scusò il ragazzo dai capelli castano chiaro e Gray pensò di usare questa informazione come vantaggio per un futuro.
-quindi se ti tiro un pugno non lo vedi, giusto?-
Commentò il corvino sorridendo e Juvia gli tirò una pedata che lo fece sussultare.
Hibiki rise e mise sul tavolo del pane e un vino bianco abbastanza costoso.
-avevamo detto solo acqua-
Gli disse Juvia confusa, ma quando vide il volto del suo ragazzo sorriderle capì che non era un errore.
-hai pensato anche al vino?-
-esatto-
Tutte quelle attenzioni la fecero sorridere, e per Gray non c'era altro che potesse renderlo felice se non il suo sorriso.
-Ti va di andare all'acquario?-
Le propose il corvino e a Juvia si illuminarono gli occhi.
-quando?-
-quando vuoi-
-sì!-
Esclamò sorridente la turchina e lui sorrise.
Dopo venti minuti arrivarono le ordinazioni, portate da Ren, che fece il dongiovanni a modo suo lasciando i due ragazzi un po confusi.
-sei davvero bella, come questa estate... E così non mi fai concentrare nel mio lavoro-
Disse con serietà per poi andarsene.
I due si guardarono e fecero spallucce, poi iniziarono a mangiare. Arrivati al dolce, Juvia non poté che fare i complimenti a Eve per il tiramisù, mentre Gray si era preso un profiterole al cioccolato.
Il cellulare di lei iniziò a suonare e si preoccupò quando vide il nome di Lucy.
Si scusò con Gray e si allontanò per rispondere, fermandosi nel cortile del ristorante dove molti clienti la usavano per fumare.
-pronto?... Lucy, che succede? Perché piangi?-
Chiese allarmata la turchina, ma quando sentì il seguito della chiamata il suo viso si oscurò.
-che... Che cosa hai appena detto?-
Mentre il corvino aspettava la sua ragazza decise di pagare il conto. Fortunatamente aveva portato il giusto denaro, e ne rimanevano giusti giusti per un gelato, ma dopo quello che avevano mangiato non era il caso di prenderlo. Appena vide la ragazza rientrate decise di alzarsi e prendere la sua giacca per mettergliela, come un vero gentleman.
-ho pagato il conto, possiamo anche andare-
Le comunicò lui e Juvia non lo guardò in faccia.
-Gray...-
-Sì?-
La turchina prese il suo bicchiere di vino bianco e glie lo rovesciò in faccia, lasciando il corvino stupito e confuso, e anche bagnato.
Nella sala ci fu il silenzio e tutti dedicarono l'attenzione ai due giovani che stavano in silenzio a guardarsi negli occhi: in uno c'era la confusione, nell'altra il disprezzo.
-sei un verme! Mi hai preso in giro per tutto il tempo!-
-n...non capisco...-
Balbettò Gray e Juvia sbatté il bicchiere sul tavolo.
-Lucy mi ha chiamata ed era in lacrime! E sai perché? Perché ha scoperto, grazie a Sting, che voi avete fatto una scommessa su chi si prendeva per primo una di noi ragazze! Adesso ti è chiaro?-
Il corvino restò in silenzio mentre Juvia lo guardava con gli occhi pieni di lacrime e rabbia.
Gray non riuscì a dire nulla, e neanche riuscì a guardarla in faccia da quanto si sentiva idiota. Prima non aveva pensato alle conseguenze della scommessa, ma soprattutto non aveva pensato che si stavano prendendo gioco delle ragazze, pensando che era solo una scusa per riuscire a dire ciò che provavano, perché era per quello che l'aveva proposta.
-non dici nulla? Neanche ti difendi?-
Chiese lei tra i singhiozzi e Gray si morse l'intento della guancia, continuando a tenere lo sguardo basso.
-non ho molte scuse... Però non lo abbiamo fatto per prenderci gioco di voi, e non sto mentendo-
-e allora per cosa? Cosa volevate dimostrare con questo? Io... Io mi sono fidata di te, Gray, invece tu mi hai solo mentito!-
-noi... Noi non sapevamo come confessare i nostri sentimenti per voi...-
Gli disse con imbarazzo il corvino, e Juvia scosse la testa per poi dargli di spalle e andarsene.
-aspetta, Juvia!-
-non seguirmi!-
Gray si fermò in mezzo alla stanza e restò a guardare Juvia uscire dal ristorante.
Jenny si avvicinò e gli diede un tovagliolo per asciugarsi, ma non lo volle accettare, e se ne andò ancora fradicio di vino bianco.
•~•~•~•
"Adesso sono pronta"
Pensò Erza davanti a un grande specchio.
Prima di andare a casa di Gerard, la scarlatta aveva pensato di mettersi qualcosa di più elegante per una cenetta insieme, anche se non si era mai vestita in modo elegante e quindi aveva dovuto chiedere un parere a qualcuno di più esperto.
-figliola, sei bellissima-
-grazie, nonna-
Disse Erza con un sorriso e del rossore sulle guance, rossore che andò a coprire tutta la faccia dopo pochi secondo.
-avete i preservativi?-
Chiese sua non a facendo diventare un peperone la giovane nipote.
-Nonna!-
-che c'è? Alla tua età ormai è normale farlo-
-ma... Noi... Ecco...-
Balbettò la scarlatta imbarazzata, ma non ebbe bisogno di finire la frase per far capire alla vecchia cosa stava cercando di dire.
-non lo avete ancora fatto? Ma sei sicura che il tuo ragazzo non è Gay?-
Erza si sedette sul letto per non crollare a terra, e dopo lunghi respiri ritornò a guardare sua nonna.
-non è Gay, nonna, è solo che... Non abbiamo mai avuto un momento coinvolgente... Capisci?-
-eccome, ricordo che una volta lo feci in una...-
-nonna! No! Adesso devo andare-
-okay, tesoro, fatti valere-
Erza diede un bacio sulla guancia della vecchia e uscì di casa senza commentare.
Arrivata davanti la casa di Gerard si sistemò il vestito e i capelli, giusto per sicurezza, poi suonò al campanello e aspettò che gli aprisse. Quando la porta si aprì si trovò Gerard con un vestito elegante e dei fiori in mano.
-wow... Sei una meraviglia, Erza-
Gli disse lui ammirandola dalla testa a piedi mentre ella si mise una ciocca di capello dietro l'orecchio.
-a... Anche te lo sei-
Gerard sorrise e le diede il mazzo di fiori: dei gigli bianchi.
-sono stupendi!-
-allora avete qualcosa in comune. Entra-
Appena entrò in casa vide una tavola bandita con delle candele al centro tavola, ma non solo lì, pure in giro per casa c'erano delle candele al posto delle luci, e tutto ciò era così romantico che la ragazza non smetteva di sorridere.
Gerard le scostò la sedia dal tavolo e la invitò a sedersi. Quando fu seduta andò in cucina e impiattò ciò che aveva cucinato: pasta con gli scampi.
Erza si stupì nel vedere quel piatto così gustoso uscire dalla cucina di Gerard per poi posarlo sotto al suo naso.
-l'hai fatta davvero tu?-
Chiese lei dopo aver assaggiato e Gerard non riuscì a nascondere della fierezza.
-Certo! in cucina sono un mago-
-Che vanitoso-
rise lei mentre faceva rotolare sulla forchetta gli spaghetti.
Durante la cena parlarono un po di tutto, pure dei propri genitori, scoprendo che sia quelli di lui che quelli di lei erano fuori città per lavoro. Finito di mangiare i due si misero a lavare i piatti, anche se Gerard aveva detto alla ragazza di starsene comoda.
-E Wendy quando torna?-
Chiese Erza mentre asciugava un piatto.
-Farà fino alla chiusura, quindi...-
Si girò a guardare l'orologio e nascose un sorrisetto.
-due ore-
-E torna a casa da sola?-
-no, tranquilla, Romeo starà con lei-
Gerard chiuse il rubinetto e asciugò il lavello, mentre Erza mise a posto l'asciugamano su una sedia e andò con lui sul divano.
La scarlatta appoggiò la testa sulla spalla di lui mentre quello l'accarezzava facendo rilassare la ragazza.
-Gerard-
-sì?-
-grazie per la cena, mi è piaciuta molto-
Gerard sorrise e le diede un bacio sulla testa.
-Già la tua felicità è un grazie, lo sai?-
Erza arrossì lievemente e sorrise.
Nessuno le aveva mai dato certe attenzioni, neppure i suoi genitori, e per questo era grata.
Erza prese il viso di Gerard tra le mani e si guardarono negli occhi, poi lo avvicinò a se e gli diede un bacio a fior di labbra, che subito venne ricambiato.
Gerard le accarezzò la guancia e approfondì il bacio, mentre quella fece scivolare una mano sul suo fisico e strinse la sua maglietta. Gerard la prese per i fianchi e la fece sdraiare su di lui. I tocchi che le lasciava sulle gambe nude lasciarono Erza con il fiato corto, e quando sentì sotto le sue mani il petto nudo di lui, sotto la maglietta, iniziò a sentire del calore nel suo copro. Il turchino le slacciò da dietro il vestito e lo lasci le spalline lungo le braccia di lei, insieme al resto del vestito. interruppero il bacio per riperdere fiato, ed Erza non perse tempo a toglierli la maglietta.
-Ti potrò sembrare strano, ma non ho dimenticato quel giorno-
Gli disse Gerard per poi fiondarsi nuovamente su quelle labbra carnose e rosse per i baci.
-Quando ci hanno scoperti? neanche io ho smesso di pensare a quel momento-
Sorrise la rossa sulle labbra di lui mentre gli slacciava i pantaloni.
-è stato... imbarazzante-
Continuò la ragazza ansimando e Gerard rise mentre le baciava il collo.
-poteva essere una lezione di vita-
-S... secondo me... loro sono più svegli di noi-
-Impossibile, Wendy è troppo innocente-
Soffiò lui all'incavo della clavicola di lei.
Erza fece un sorrisetto malizioso e alzò il viso di Gerard.
-Anche io pensavo fossi innocente-
-Ma io sono un angelo-
-da come stai cercando di slacciarmi il reggiseno non mi sembri proprio un angelo-
Gerard arrossì e borbottò sul fatto che fosse difficile slacciarlo, facendo ridere la ragazza che gli diede una mano.
I due si bloccarono appena sentirono qualcuno piangere in mezzo alla strada, facendo alzare i due per andare alla finestra e vedere chi fosse.
-Levy? cosa...-
Erza andò alla prota, ma venne fermata da Gerard ricordandole che non era presentabile per esporsi in luoghi pubblici.
Gerard fu il primo ad uscire e controllare, dopo aversi messo i pantaloni, e vide che insieme a lei c'era il fratello di Gajeel, Rogue, che le camminava a fianco.
-Levy, cosa succede?-
Chiese lui preoccupato andandole incontro.
Levy alzò lo sguardo verso il turchino, poi vide arrivare anche Erza e capì che non era stata informata del loro passatempo. Rogue si mise davanti a Levy e guardò in malo modo il giovane.
-Ti stavi divertendo, verme?-
Gerard corrugò la fronte e guardò confuso i due.
-Ma cosa stai dicendo, Rogue?-
Levy mise una mano sul braccio di Rogue e scosse il capo, poi guardò Erza, che le mise le mani sulle spalle e la guardò preoccupata.
-Levy, tutto okay? perché stai piangendo?-
-Erza...-
La turchina guardò nuovamente Gerard e strinse i pugni.
Erza seguì il suo sguardo e guardò il suo ragazzo. Non sopportava non capire la situazione, ma aveva capito che c'entrava Gerard, e Levy sembrava esitare nel dirle qualcosa.
-Levy... cosa sta succedendo?-
Insistette il turchino ormai stufo delle occhiatacce.
-Ecco... Gerard, ti prego, sii sincero con Erza e dille tutto-
-Dirle cosa?-
-Della scommessa-
Gerard sgranò gli occhi e trattenne il fiato.
Appena la rossa incrociò gli occhi di lui vide subito la paura, e una brutta sensazione l'avvolse facendole accelerare il battito cardiaco.
-Scommessa? di cosa?-
Chiese lei e il ragazzo si passò una mano nei capelli.
-parliamone dentro-
-Gerard! ti conviene dirlo adesso!-
Il ragazzo annuì e gli spiegò ogni cosa senza guardarla negli occhi.
La scarlatta restò a sentirlo in silenzio, incapace di dire qualcosa dopo aver sentito che, in poche parole, stavano giocando con loro.
Erza si avvicinò a lui e alzò un braccio con la mano ben aperta, pronta a tirargli uno schiaffo.
Gerard non chiuse neanche gli occhi, e nemmeno si scostò, perché sapeva benissimo di meritarsi quello schiaffo se non peggio, ma non arrivò.
La ragazza abbassò il braccio e lo guardò negli occhi, delusa da quella persona che fino a pochi minuti prima era una delle cose più belle che li sia capitata.
-non ne vale neanche la pena...-
Detto questo, Erza gli diede le spalle e andò via, seguita subito dopo dagli altri due.
-Ti prego... Erza, no! non andartene! io... io ti amo! devi credermi!-
Erza si fermò e lo guardò con gli occhi lucidi e il corpo tremante.
-Troppo tardi-
Gerard non le staccò gli occhi di dosso fino a quando non la vide sparire.
Ritornò in casa e si guardò in torno. Le luci delle candele, i gigli bianchi... tutto quello che aveva fatto per farla felice, per vederla sorridere, era distrutto, come lui.
Urlò e imprecò contro se stesso. Era colpa sua, solo sua, e non poteva perdonarselo. Perché aveva dovuto accettare una scommessa per riuscire a dichiararsi? perché era così debole e codardo? Perché non glie l'aveva detto prima? Pensò che se glie lo avesse detto prima non sarebbe successo tutto questo, e poteva essere ancora su quel divano con lei, mentre le toccava la pelle nuda e l'amava con tutto se stesso. Ormai non ne valeva la pena pensare a cosa fosse successo se non avesse fatto il codardo, sapeva che ciò lo avrebbe fatto soffrire di più.
Gerard si buttò sul letto in camera sua, e dopo quasi un'ora sentì la porta aprirsi e Wendy chiamarlo, ma non volle rispondere.
-Gerard, ci sei?-
La ragazza aprì la porta della camera e vide suo fratello con una pessima cera, steso sul letto a fissare un punto della stanza.
-cosa succede?-
-Niente...-
Rispose lui girando la testa per non guardarla.
-Ger, lo sai che con me puoi parlare-
-ho detto che non ho niente-
-Però...-
Gerard si rigirò e la guardò in malo modo facendola sussultare.
-Non hai capito che non voglio neanche vederti? vattene dalla mia vista!-
Urlò Gerard facendo spaventare la giovane, che indietreggiò e uscì dalla stanza.
Il ragazzo scosse la testa e si mise le mani nei capelli, sapendo di aver fatto una grande cavolata.
Non perse tempo e uscì dalla stanza per cercarla e scusarsi, ma non la trovò da nessuna parte.
La chiamò più volte ricontrollando le camere, ma senza successo. Iniziò a spaventarsi e subito corse fuori casa e urlare il nome della giovane turchina a pieni poloni. Lo aveva fatto di nuovo, ancora una volta aveva fatto soffrire una persona a lui cara, ma questa volta era peggio: Aveva infranto una promessa.
-Wendy!-
urlò per l'ennesima volta con i polmoni che bruciavano e un piede che sanguinava dopo aver schiacciato un vetro per strada.
Dalla fretta non si era neanche messo le scarpe, ma la paura stava coprendo il dolore non facendogli sentire nulla, potendo così ricominciare a correre.
Erza volle separarsi da Levy e Rogue dopo un paio di minuti, potendosi dirigere verso la pasticceria di Mavis per mangiare la sua torta preferita, e quando ci arrivò ricordò della presenza di Wendy, decidendo così di non entrare. Solitamente, quando era giù di morale, la torta era una delle poche cose che le sollevavano il morale, ma tra queste poche cose c'era anche il gelato.
Andò in una gelateria nei dintorni e chiese un cono con fragola e panna, poi uscì e andò a sedersi su una panchina.
-Erza!-
La ragazza si sentì chiamare e girò lo sguardo per vedere chi fosse.
-Simon... fai un giro?-
Chiese lei con un lieve sorriso.
-Sì, mi annoiavo. e te invece? non mi sembra che tu sia in giro solo per un gelato-
Notò lui per poi sedersi al suo fianco.
-Va tutto bene, davvero-
Lo rassicurò sforzando un sorriso, ma non era stupido e capì che c'era qualcosa che non andava.
-Erza, ti conosco, so quando menti-
-accidenti... non ti si può nascondere nulla, Simon?-
Erza fece una risata priva di allegria, poi si mise a fissare ciò che c'era davanti a lei, senza puntarsi su qualcosa in particolare.
-E' per colpa di Gerard se stai così, vero?-
-... non mi va di parlarne-
Gli occhi di Erza si inumidirono e cercò con tutta se stessa di non piangere.
Simon appoggiò le mani sulle spalle e la fece girare verso di lui, lasciandola un po confusa.
-Puoi contare su di me, lo sai-
La ragazza sorrise e lo abbracciò, lasciandosi accarezzare sulla testa dal suo amico d'infanzia.
I due restarono su quella panchina per un po di temo e, quando iniziò a farsi tardi, Simon si offrì per scortarla fino a casa, ma lei gli disse che vole starsene ancora un po da sola. Erza si ritrovò a camminare per Magnolia, senza una meta precisa, ma qualunque posto sarebbe andato bene purché non a casa sua. Sapeva che, se sarebbe tornata da sua nonna, quest'ultima avrebbe capito tutto, e di conseguenza di sarebbe preoccupata per lei, e l'ultima cosa che la scarlatta voleva era proprio far preoccupare quell'anziana. Sentì qualcuno urlare, e quando si guardò in torno per vedere da chi provenisse, vide a qualche metro da lei il turchino che ansimava e si reggeva alle gambe. La scarlatta si bloccò involontariamente, e delle lacrime la minacciarono di uscire. Decise di andarsene per non farsi vedere, ma quando scrutò i suoi piedi sanguinare e risentire urlare il nome di Wendy, capì che qualcosa non andava. Nonostante quello che le aveva fatto, non riusca a voltare le spalle per non correre da lui, l'esatto contrario di quello che stava facendo.
-Gerard!-
Lo chiamò lei e il turchino girò di scatto la testa verso di lei.
Erza non aveva mai visto Gerard piange, e a vederlo le venne una stretta al cuore.
-E... Erza... hai visto Wendy?-
-Sono venuta qui per questo. Ti ho sentito urlare il suo nome e ho pensato fosse scomparsa-
Gerard si rimise con la schiena dritta e si appoggiò con la schiena a un palo per non cadere.
-Non la trovo più-
Si mise le mani in faccia e continuò a singhiozzare.
-Avevi detto che tornava con Romeo a casa, magari si sono fermati da qualche parte-
Ipotizzò Erza e lui scosse il capo.
-Lei era tornata a casa... ma per colpa mia l'ho fatta scappare via. Sono un coglione, Erza-
Cercò di fare un grande respiro, ma i singhiozzi non lo aiutarono molto, e in più il sudore e le lacrime, ormai, erano un tutt'uno sulle guance e il collo.
-Cosa le hai fatto?-
-Le ho urlato in faccia... E mi sono reso conto di aver sbagliato quando lei se n'era già andata... l'ho cercata ovunque ma niente, non la trovo-
Erza andò da lui e gli tirò uno schiaffo in faccia, lasciando il turchino senza parole.
-Questo è per le cazzate che hai fatto oggi-
Gli disse lei per poi prendergli un braccio e metterlo sulle sue spalle per reggerlo.
-Erza...-
-Zitto e fatti aiutare, che tra le cazzate c'è anche quello di essere uscito fuori casa senza scarpe-
Il ragazzo si guardò i piedi e si accorse solo in quel momento di star sanguinando.
-Oh... non ci avevo fatto caso-
Disse lui mentre avanzavano e la rossa lo guardò scettica.
-Non ti sei reso conto che stavi sanguinando?-
-No....-
-Tu non sei normale-
Il ragazzo accennò un sorriso e continuò a camminare.
Subito dopo il ragazzo si fermò e fece un sorriso, mentre Erza lo guardava come se ci fossero due Gerard.
-Ma cos'hai?-
-Ho capito! so dove si trova!-
*ANGOLO AUTRICE*
Eccomi! Allora, ho dovuto tagliare un pezzo di capitolo perché ero ormai a 7000 parole, e non mi sembrava il caso T.T però, intanto, ho il prossimo capitolo finito, e lo pubblicherò Quando finirò un libro u.u tranquilli, ci metterò poco.
Dite tutto quello che pensate, sfogatevi pure! Sappiate che dopo il prossimo capitolo metterò uno speciale dedicato a Gerard e Wendy u.u
Ci sentiamo durante i vostri sfoghi! Vi voglio bene :3
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