LE MIE COLPE
Pov Gray
Aprì gli occhi e vidi un cielo grigio. Mi tirai su con il busto e mi guardai intorno. Dei brividi di freddo mi fecero sussultare portandomi a ricordare quel momento. Ricordo ancora quell'auto che ci veniva incontro ignorando il semaforo rosso.
Mio padre aveva urlato di stare attenti e si era fiondato su mia madre per proteggerla. L'unica cosa che sentì in quel momento furono dei brividi di freddo e poi una sagoma abbracciarmi. Era Ur, mi aveva protetto dall'impatto.
Mi alzai da terra e cinsi il corpo con le braccia.
-Sono morto?-
Mi domandai spaventandomi.
Scossi il capo e ripensai a Ur. Mi aveva protetto, quindi non sarei dovuto essere morto. Non potevo esserlo.
Camminai senza avere una meta in quel posto così malinconico, fino a quando non vidi una porta in mezzo al nulla. Era lì, sospesa, senza alcun muro o abitazione. C'era solo una porta bianca.
Mi venne da deglutire mentre mi avvicinavo con la mano al pomello.
-E se morissi sul serio appena la apro? Magari è l'aldilà-
Mi allontanati di qualche passo e mi sedetti a terra.
Non volevo fare niente di avventato, giusto per non peggiorare la mia situazione. Decisi di aspettare in quel mondo orrendo per un tempo a me ignoto, fino a che la noia non mi fece urlare e scattare in piedi, con tanto di strappamento della maglietta.
-Fanculo, la apro-
Afferra il pomello e lo girai.
Appena la porta si aprì sentì un vento gelido e della neve venirmi addosso.
Era una bufera.
Mi pentì di aver strappato via la maglietta e mi avventurati tra tutta quella neve. La porta si chiuse alle mie spalle e sparì. Provai del panico quando vidi di non aver più una via di uscita, ma poi, a pensarci, non faceva molta differenza.
Camminai per pochi minuti cercando di vedere qualcosa, fino a quando non scorsi una casa in legno dalle luci accese. Con un sorriso radioso corsi verso l'abitazione e andai alla porta. Bussai due volte, nessuna risposta. Sentì del vociare dall'altra parte e bussai ancora.
-Scusate! Potreste aprire? Mi sto congelando!-
Nessuno mi cagò.
Bussai con più forza.
-Cagatemi! Non ci sono 30 gradi qui fuori!-
Stufo di non essere ascoltato, andai alla finestra per vedere quei pezzi di sterco che mi ignoravano.
Appena mi affacciai il sangue mi si gelò nelle vene e la gola divenne improvvisamente secca. Il cuore palpitò più velocemente appena vidi tre bambini e una donna. Ultear, Lyon, io e Ur.
Indietreggia di qualche passo da quella finestra senza staccare gli occhi da loro.
-non è possibile...-
La bufera di neve si placò e il cielo si aprì in un azzurro limpido.
Sentì Ur parlare alle mie spalle e mi girai di colpo, rischiando di cadere nella neve.
-Che ne dite riscaldarci i muscoli?-
-No, ti prego!-
La implorò Lyon.
Mi venne da sorridere nel vedere noi ragazzini cercare di persuadere la nostra insegnante per salvarci dall'allenamento.
Restavamo in boxer e ci allenavamo con il freddo. Ultear incitava a resistere e lanciava sempre qualche occhiata verso di me versione nano, facendomi fare un sorriso privo di allegria. Era davvero gentile con me, mentre io...
Lo scenario cambiò, ritrovandomi dentro la casa in legno durante l'ora di cena. Ur guardava me da bambino con esasperazione mente Lyon e Ultear con preoccupazione. Io invece tenendo testa al suo sguardo per poi alzarmi da tavola, prendere il giubbotto e uscire di casa.
Ricordati benissimo quel giorno.
-Gray, fermo! Non puoi uscire con questo tempo!-
Urlò Ur fermandosi alla porta, ma non la ascoltai.
Corsi fuori e cercai di raggiungere me stesso.
-Ti prego, non andare!-
Urlai invano.
-Dannazione! Fermati!-
Lo scenario cambiò di colpo e davanti a me apparve Ur con il sangue alla bocca e il ventre perforato.
Lanciai un urlo e indietreggia mentre mi sembrava di sentire il cuore uscire dal petto.
-Ur!-
Urlò il me ragazzino mentre si precipitava da lei.
Si mise a piangere e singhiozzare.
Lei gli sorrise e gli accarezzò la guancia bagnata dalle lacrime.
-No... non di nuovo-
Iniziai a tremare e a singhiozzare mentre il petto mi faceva male.
Mi inginocchia a terra per il dolore e mi premei le mani all'altezza del cuore. Il respiro si fece ancor più affannato fino a vedere tutto bianco.
L'unico pensiero che avevo per la testa erano le mie colpe.
Era solo colpa mia se Ur era morta.
Era colpa mia se Lyon dovette rimanere ancora senza una famiglia per la seconda volta.
Era colpa mia se Ultear era rimasta orfana.
Avevo causato la sofferenza e la morte di coloro che mi avevano salvato la vita da quell'uomo... anzi, da quel essere infernale.
Sentì una risata riecheggiare, una risata che conoscevo fin troppo bene.
Deliora.
Mi tappai le orecchie e tenei gli occhi chiusi mentre il corpo tremava sempre di più.
-Basta... Basta!-
Urlai spaventato.
~○~○~○~
La macchina dei parametri vitali iniziò a suonare e Juvia si spaventò pensando al peggio. I dottori entrarono subito nella stanza e cercarono di capire cosa avesse, pensando ad un attacco di cuore.
-Gray!-
Urlò la ragazza in preda a un pianto mentre una dottoressa la allontanava dalla stanza.
-No! Lasciatemi stare!-
~○~○~○~
Sentì un calore avvolgermi e aprì gli occhi.
Ur mi stava abbracciando.
-Va tutto bene, Gray. Non aver paura-
Mi disse accarezzandomi la guancia.
La guardai negli occhi e le toccai la mano sul mio viso.
La stavo toccando sul serio. Era davvero lei in carne ed ossa.
L'abbracciai di getto facendola barcollare e ridere mentre io singhiozzavo e piangevo sulla sua spalla.
-Mi dispiace! È... è colpa mia!-
Le dissi tra i singhiozzi e nel mentre lei mi accarezzava la testa come una madre con il proprio figlio.
-Non è colpa tua, Gray. Non devi sentirti in colpa-
-Se ti avessi ascoltata... tu...-
-La gente muore tutti i giorni-
-Ma non toccava a te!-
Urlai arrabbiato con me stesso senza smettere di piangere.
Cercai di calmarmi facendo diminuire i singhiozzi, approfittando di quel piccolo silenzio che si era creato tra noi due.
-Hey, Ur. Per caso... sto morendo anche io?-
Altro silenzio.
-Come immaginavo... e mamma e papà? -
La sentì ancora più rigida e io capì il motivo. Loro non c'erano più.
-Mi dispiace... però tu devi vivere. Puoi evitare la morte, devi solo volerlo-
-E se non lo volessi?-
~○~○~○~
-La prego, signorina, stia indietro-
-Voglio stare accanto a Gray!-
Juvia guardò con le lacrime agli occhi la dottoressa e quella non riuscì a ribattere, ma continuaò a stare davanti alla ragazza.
-Che sta succedendo?-
Gerard, Natsu e Gajeel arrivarono davanti alla stanza e nel vedere la situazione si fecero prendere dal panico.
-O no! Gray!-
Natsu fu il primo ad entrare, ma un secondo dottore gli chiese gentilmente di allontanarsi
-Levatevi! Abbiamo il diritto di stare con il nostro amico!-
-Non durante un'emergenza!-
Ribettè il medico.
Juvia si coprì la faccia con le mani e continuò a piangere mentre mormorava il nome del ragazzo. Gajeel affiancò la turchina e le mise una mano sulla spalla, poi si rivolse al dottore con uno sguardo spaventoso.
-Ascolti, non ce ne frega una cipolla di quello che dice. Questa ragazza ha bisogno di stare al suo fianco, non lo capite?-
-La prego, la lasci andare. Almeno lei-
Si unì Gerard e Natsu lo guardò sorpreso.
-E noi?-
-Zitto!-
Esclamarono i due facendolo ammutolire.
I dottori guardarono Juvia e poi si guardarono tra di loro.
-Fatela passare-
Disse la dottoressa che si stava occupando del caso di Gray.
-Ne è sicura, dottoressa?-
-Ho detto di sì! -
I dottori lasciarono passare Juvia e quella corse verso il letto per poi mettersi al fianco opposto e stringergli la mano.
-Ti Prego, torna da me. Gray-
~○~○~○~
Ur mi scostò dalla sua spalla per guardarmi negli occhi.
-Non dirlo neanche. Devi assolutamente vivere-
-Per cosa? Ho perso i miei genitori in un solo istante e ho causato la tua morte-
-La mia morte non deve essere la causa della tua resa! Hai una vita davanti-
Le sue parole non mi diedero molto conforto, continuando pensare di doverla finire lì.
-Una vita... -
Ripresi a far scendere le lacrime lungo il viso umido e scossi il capo.
-Una vita senza i miei genitori... non la voglio-
-Gray, ti prego. Hai un sacco di persone che ti aspettano là fuori. Non puoi voltar loro le spalle-
Ero così concentrato sulla morte dei miei genitori che non mi ero ricordato dei ragazzi.
Gerard, Natsu, Gajeel... Juvia.
~○~○~○~
-Carica 200! Libera!-
Urlò la dottoressa e il petto di Gray si sollevò per la scossa.
-Brutto idiota, reagisci!-
Urlò Natsu sbiancato in volto, un po' come tutti.
Juvia strinse ancora di più la sua mano mentre la bagnava delle sue lacrime.
-Ritorna da noi, Gray. Ti prego!
-Carica 300! Libera!-
~○~○~○~
Senti sussurrare il mio nome è mi guardai intorno. Mi sembrava di aver sentito qualcuno darmi dell'idiota, e pareva anche la voce di Natsu. Poi sentì dei singhiozzi e dai miei occhi uscirono altre lacrime.
-Che succede? Cosa sono queste lacrime?-
-Sono le lacrime della persona che più ami. Il suo dolore è trasmesso a te-
-Juvia... lei è in ospedale?-
Ur mi sorrise.
~○~○~○~
La dottoressa chiuse gli occhi e scosse il capo.
-Ora del decesso... -
-No!-
Urlò di dolore Juvia e i ragazzi restarono in piedi nella stanza senza riuscire a dire una parola per lo shock.
Avevano perso il loro amico, per sempre.
-Gray... no... io ti amo-
~○~○~○~
Mi girai di scatto e mi alzai un piedi.
"Juvia mi ama?"
Stava soffrendo per me, voleva che ritornassi per stare con lei.
Le voci si fecero più chiare e sentì anche il dolore dei miei amici.
Mi morsi il labbro inferiore e guardai Ur.
-Mi vogliono con loro, Ur-
Dissi tra i singhiozzi e un sorriso.
La mia insegnante mi sorrise e mi abracciò.
-Non farli aspettare, scemo di un alunno-
~○~○~○~
Juvia se ne stava con le ginocchia a terra e il viso sul petto del ragazzo, ormai umido per le lenzuola bagnate dalle lacrime.
Prima che la dottoressa staccasse la macchina, un piccolo battito si mostrò sullo schermo, seguito da un secondo, un terzo, e altri battiti.
I ragazzi guardarono la macchina e poi Gray, sveglio, che li guardava e teneva una mano sulla testa di Juvia.
-Il migliore è tornato-
Disse lui accennando un sorriso.
~○~○~○~
Angolo Autrice
Hey Hey HEYYYY
Eccomi qua!
Scusate i continui ritardi, ormai ci metto un mese per tirare fuori un capitolo.
A proposito di capitolo, avevo in mente di fare tutto ciò da quando decisi di continuare con questa storia, ovvero due anni fa. Vi rendete conto? DUE ANNI CHE VA AVANTI! Due anni che leggete questo coso uscito da un'idea a caso sul treno per andare a sscuola. Mi sembra assurdo... e sono felice! Tanto felice! Che poi molte idee me le avete date anche commentando, quindi... non posso fare altro che ringraziarvi per tutto. Certo discorsi meglio se li scrivo quando finirò storia... però ci tenevo a dirlo. Vi auguro un buon fine settimana! E dato che so cosa scrivere nel prossimo capitolo, forse tra una settimana posso farvi leggere qualcosa.
Vi voglio bene.
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