Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Piccoli passi

Da quella notte, io e mia madre, ci ritrovammo da sole. Insieme iniziammo la nostra crescita: lei doveva riprendere in mano la sua vita da solitaria e io... beh, io dovevo crescere del tutto. Crebbi rintanata in quella grotta e nei suoi confini, non avevo il permesso di andare oltre nè di uscire senza mia madre. I primi giorni furono difficili per lei: doveva procurare il cibo per noi ma, allo stesso tempo, non poteva lasciarmi da sola alla grotta. Così, si inventò un gioco che io, in modo infantile, trovavo divertente.

"Allora Roxy, ascoltami bene. Noi ora andiamo in giro per il bosco ma tu dovrai nasconderti dalle prede cattive e sai come?" Disse mentre mi sorrideva in modo dolce. "Ti faccio vedere." Si abbassò e mi prese dalla collottola mettendomi sulla sua schiena. "Accucciati con le orecchie basse e la codina sotto al pancino."

Mi guardava mentre io facevo esattamente, anche se con un pò di difficoltà poichè non sapevo ancora camminare, tutto ciò che mi diceva.

Sorrise vedendo che il suo piccolo gioco riusiciva. "Benissimo, brava la mia piccola. Ora stai nascosta così fin quando non torniamo alla grotta. Se qualcuno ti vede, perdi." Iniziò a camminare verso il bosco.

La sua idea non era male, il mio pelo era identico al suo e, nascosta la coda, riuscivo perfettamente a mimetizzarmi con lei. Le prime volte fu semplice, mi divertiva anche. Ma più giorni passavano più la mia curiosità cresceva. Volevo anche io camminare e correre ma, a causa della preoccupazione di mia madre, anche quello imparai a fare con un pò di ritardo.

Imparai a farlo una notte. Dormivo ma il mio sonno venne disturbato da dei piccoli singhiozzi. Aprii i miei occhietti notando che mia madre non era più al mio fianco. Mi guardai intorno e la vidi in un angolino della grotta ranicchiata, volevo andare da lei ma non volevo che se ne accorgesse. Poggiai una zampina al suolo dandomi la spinta giusta per alzarmi, non riuscii a stare in piedi neanche due secondi che caddi nuovamente al suolo. Guardai verso mia madre per vedere se si fosse accorta di qualcosa ma sembrava lì, immobile, come lo era pochi attimi prima. Non mi arresi. A quel tentativo ne seguirono altri tre, al quarto, riuscii finalmente a mettermi in piedi senza perdere l'equilibrio. Iniziai a muovere una zampina dietro l'altra camminando silenziosamente verso mia madre. Quando fui del tutto vicina avvicinai il mio musino al suo e una lacrima cadde proprio su esso facendomi scuotere la testa. Lei, a quel punto, aprì gli occhi notandomi.

"Roxy?" Mi guardò un pò incredula mentre spostava lo sguardo da me al punto in cui mi aveva lasciata.

"Mamma..." Piegai il capo e poggiai le zampine anteriori su di lei allungandomi sul suo muso per leccarlo.

Non sapevo il motivo per il quale piangesse ma volevo tirarla su di morale. Vivian mi sorrise, il suo sorriso era così dolce che mi emanava tanta sicurezza.

"Non... piangere." Le dissi strusciando il mio piccolo musino contro il suo pelo.

"No, non piango." Mi disse stringendomi a sè.

Io alzai il musino e feci un piccolo broncio."Mai più!" Continuai. Lei mi guardò e ridacchiò stringendomi.

Da quella notte smise di farmi 'giocare' e mi permise di camminare da sola ma dovevo restare sotto al suo grembo fra le sue zampe. Non potevo uscire da lì, non capivo il motivo delle sue tante precauzioni, ma mi bastava. Il primo contatto con l'erba umida di prima mattina mi fece ridacchiare, i fili d'erba mi soletticavano le zampe e lieve venticello mi smuoveva il pelo. Mi guardavo intorno incuriosita. Vedevo gli scoiattoli correre su per gli alberi e avevo quella forte tentazione di seguirli e acchiapparli dalla coda ma restavo ferma, non volevo che mia madre si preoccupasse. Lei si guardava intorno tranquilla, la ammiravo, volevo essere come lei, senza paura per nessun animale che si avvicinasse. Ogni animale che incrociavamo mi diceva come si chiamava.

"Mamma! Un altro cervo." Lo indicai con il musino ma con aria confusa. Questo aveva le corna più grandi.

"No, quello è un alce ha le corna molto più grandi ed è molto più pericoloso di un cervo." Mi sorrise dolcmente e continuò a camminare.

Io cercavo di camminare dritta e composta come lei, con la testolina alta ma non ce la facevo. Mi veniva più comodo saltellare che camminare. Dopo poco incontrammo un'altro animale. Quando lo vidi per la prima volta la mia mente infantile lo definì un animale palla, non riuscivo a spiegarmelo meglio.

Tirai il pelo a mia madre. "Mamma! Mamma!"

Lei si abbassò a guardarmi. "Dimmi." Mi sorrise leccandomi il capo.

Io lo scossi e indicai con il musino. "C'è un animale palla e... ha le corna sul muso?!" Dissi confusa.

Lei ridacchiò divertita dalla mia ingenuità. "Non è un animale palla. È solo un cinghiale e quelle non sono corna ma zanne, ovvero, denti molto più lunghi e affilati." Mi spiegò con calma guardando il cinghiale.

Ogni sua spiegazione per me era qualcosa di importante, volevo imparare, volevo essere come lei.

Riportò lo sguardo su di me e mi sorrise. "Stasera a cena avremo carne di cinghiale. Ti va?"

A quella domanda io subito annuii con la testa, anche se, non sapevo esattamente che sapore avesse la carne di cinghiale.

Mi prese dalla collottola e mi portò in un cespuglio di fiori e bacche. Il loro odore era buonissimo. Lei si avvicinò lentamente alla preda, era così silenziosa che neanche io la sentivo più. Era la prima caccia a cui assistevo a piena vista senza ciuffi di pelo che mi intralciassero la visuale. Iniziai a mangiare le bacche intorno a me mentre la guardavo. Scattò di fronte al cinghiale spaventandolo, lui confuso, grugnì alzando un pò di polvere. Corse verso Vivian tentando di caricarla, io vedevo mia madre immobile, non si sposatava, ebbi quasi paura che potesse farsi del male ma, proprio quando il cinghiale era ormai a un passo da lei, saltò. Si spostò subito e l'animale non riuscì a frenare in tempo schiantandosi e incastrandosi con le zanne in un albero. A quel punto lei gli saltò alle spalle e gli infilò gli artigli nella gola uccidendolo.

Rimasi stupita da quell'azione era stata qualcosa di fantastico per i miei occhi. Stavo iniziando a imparare delle cose, anche se a piccoli passi. Lei tornò da me e mi fece uscire dai cespugli. Notò il mio musino sporco a causa delle bacche e me lo leccò dolcemente. Mi rimise al mio posto fra le sue zampe e si caricò la carcassa in spalla. Mi chiedevo come facesse a portare un animale così grosso da sola sulle sue spalle, era tutto ancora un mistero per me.

Tornammo alla tana e mia madre iniziò a ripulire la carne, poi la divise e me la tagliò in piccoli pezzi in modo che i miei denti riuscissero a masticarla. Assaggiai la carne di cinghiale dando un piccolo morso, subito il mio palato si innamorò di quel sapore. Divorai la mia parte in poco tempo, mia madre mi guardava sorridendo divertita ma anche un pò malinconica.

"Sai, anche quando eri ancora nel mio pancione ti piaceva la carne di cinghiale e, il tuo papà, andava sempre a prendermela." Mi disse guardandomi e stendendosi a terra avendo finito anche lei la sua parte.

Io mossi lievemente le orecchie e mi avvicinai. "E dov'è ora papà?" Chiesi piegando la mia testolina.

Ogni volta che camminavo in quella grotta sentivo come se qualcosa mancasse, come se quel posto non fosse del tutto completo, come se mi mancasse una presenza, un abbraccio da parte di qualcuno in particolare. Ma non potevo spiegarmelo non sapevo nulla, in fondo, ero solo una cucciola.

"Papà ora non c'è più." Mi sorrise lievemente lei.

Io mi avvicinai mettendomi fra le sue zampe. "E dov'è andato?" Le chiesi alzando il muso verso di lei.

"In un posto lontano da qui." Mi rispose accarezzandomi.

"Perché? Non voleva stare con noi?" Le chiesi con un tono di voce intristito.

Non so perché mi sentii triste, successe in modo automatico. Come se sapessi che lui prima c'era, che lui era lì a prendersi cura di noi. Ma che ora non c'era più.

"Ma no, che dici." Mi strinse a sè. "Lui ci amava tanto e ci ama ancora. Ma non può più stare qui."

Mi accucciolai fra le sue zampe. "E perchè?" Chiesi mentre sbadigliai lievemente.

"Sei stanca, dormi." Mi coprì con il suo pelo tenendomi al caldo. "Ti prometto che un giorno ti racconterò tutto. Saprai tutto del tuo papà."

Io annuii stanca e sorrisi chiudendo gli occhietti. "Buonanotte mamma." Sussurrai.

"Buonanotte figlia mia." Mi rispose poggiando il capo non molto distante dal mio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro