La Regina dei lich
Alzai lo sguardo verso chi sedeva sul trono. La guardai: era una lupa dal manto azzurro che sfumava sul petto e sul muso in un blu notte. Gli occhi erano anche essi blu ma molto più splendenti. Non avrei mai pensato di vedere un manto di quel colore, era davvero... stupendo. In quel momento, mi soffermai di più sul trono su cui era seduta: era totalmente fatto di ghiaccio, la parte superiore aveva delle stalattiti che riflettevano il sole. Dietro il torno vi erano cinque grandi finestre da cui entrava la luce, sopra di noi era presente una balconata sorretta da delle colonne.
"Sei tu che hai fatto tutto questo?" Domandai portando i miei occhi nei suoi.
Sembrò non curarsi di me, restò coricata sul suo grande trono di ghiaccio fissandomi. "Chi lo domanda?"
"Non credo che ti interessi il mio nome. Dovrei essere io a porti delle domande, in realtà."
Si mise in piedi sul suo trono. "Come osi? Entri in casa mia, irrompi in stanze che non ti appartengono e pretendi di fare le tue domande? Sono io a comandare questo gelo, inchinati di fronte alla tua regina!"
Feci un paio di passi avanti verso il suo trono. La luce che proveniva dalle finiestre mi illuminava. "Mi dispiace se ho varcato stanze che non mi erano permesse ma se sono arrivata fin qui è per chiederti di mettere fine a questo gelo. Dei lupi potrebbero morirne e mi dispiace, ma non mi inchinerò al tuo cospetto."
Mi guardò negli occhi. "Non costringo loro di restare in quelli che sono e saranno i miei territori, sono liberi di andare ma non di opporsi a me. Dì a quei lupi di sparire prima che io cambi idea su di te."
Ricambiai il suo sguardo senza timore. "Questo gelo si sta propagando a terre che non sono di tuo possedimento. Non puoi prendere terre che non ti appartengono."
Usò la sua magia per far scendere il trono fino a terra. Scese e riportò il trono alla sua altezza originale ma senza distogliere lo sguardo da me. "Il tuo volto mi é familiare."
"Non credo di averti mai incontrata prima di oggi, mi spiace." Mi fermai un attimo ricordandomi cosa avessi visto in quella stanza. "Forse hai conosciuto la mia famiglia, ho visto un simbolo in questo castello che è molto simile a quello che ci tramandiamo noi di generazione in generazione."
"Un simbolo?" Si avvicinò di un paio di passi. "Intendi... questo?" Il suo corpo emanò una scia di energia creando il simbolo Ying Yang per aria
Alzai lo sguardo stupita e interdetta. Non avevo mai visto nulla di simile. "E-esattamente, è presente quasi in tutto il castello."
"Questo simbolo é parte della MIA famiglia. Come fa ad essere parte della tua?" Avanzò congelando le zone dove la sua zampa toccava.
"Non lo so, ma io posseggo una collana con quello stesso simbolo."
"La possiedi? Dov'é?" Congelò la porta dalla quale ero entrata. A quanto pare, non voleva più che andassi via. "Quella collana appartiene a me."
"Non è con me, non porto mai quella collana durante una ronda. È l'unica cosa che mi rimane della mia famiglia, non ho intenzione di perderla." Ammisi con sincerità, avevo fatto bene a non portarmela dietro.
"Mi é stata sottratta da mia figlia Nivah poco dopo il suo tradimento. L'avrà passata alla sua sporca discendenza, ma adesso tu sei qui e non é un caso." Mi guardò la zampa posteriore e la sentii subito congelarsi. "Il destino ha voluto che tu, discendente di Fannie figlia di Nivah, tornassi da me per farmi compiere la mia vendetta. Avrò quella collana e sarai tu a riportarla alla sua legittima proprietaria."
Provai a tirare via la mia zampa. La guardai seriamente. "Quindi tu... sei una mia antenata?"
"Così sembra. La maledizione che lanciai su mia figlia non si é svegliata con te, né con tua madre e nonna." Si avvicinò e mi guardò avvicinando il muso al mio. "Hai una figlia... maga anche lei. È in lei che si é risvegliata la mia maledizione. Sembra che stia seguendo le orme della sua cara nonna." Sorrise.
"Tu hai lanciato la maledizione sulla tua stessa discendenza?... Perché fare una cosa così orribile?" La guardai male e scossi il muso. "Mia figlia non sarà mai come te! E sei fortunata che la maledizione non le faccia del male, anzi, l'ha resa la sua forza."
"Oh mia cara, tu non sai di cosa stai parlando." Iniziò a camminarmi intorno. "Nivah uccise il suo stesso fratello, Thamur. Mi spezzò quel briciolo di cuore che ai tempi avevo con me... così tanto da mandarmi su tutte le furie e lanciare questa maledizione sulle sue figlie a venire. Eppure mi sorprende come il risveglio di tale maledizione non abbia causato danni. Cosa può essere accaduto di così grave da annullare gli effetti della mia magia?"
Abbassai lo sguardo e mi zittii alle sue parole. Pensai a cosa avesse potuto contrastare la sua magia. Forse l'Oscurità aveva annullato il reale effetto della maledizione. "Non so di cosa stai parlando e non mi interessa. Mi dispiace per tuo figlio, ma credo che, se sua sorella fosse arrivata a tal punto da ucciderlo, avesse le sue ragioni." Cercai di tirare via la zampa dal ghiaccio. "Sono venuta qui per mettere fine a questo gelo e scopro chi ha causato tanto dolore alla mia famiglia." Ringhiai leggermente.
"Dolore, tu non sai cos'é il vero dolore. Ma posso fartelo immaginare." Morse la mia collottola e mi spinse al suolo. "È un bene che tu sia giunta fin qui, mi permetterai di abbandonare queste terre anche se per poco. Prenderò la tua pelle e la indosserò per andare alla ricerca della collana. Non durerà molto ma sarà abbastanza da trovare ciò che mi appartiene. Una volta trovata e ripresa, prenderò tua figlia e risveglierò la maledizione che é in lei." Portò la zampa sul mio petto. "Senti il dolore che si prova nel sapere che non puoi salvare tua figlia. Senti come brucia."
Vidi il suo corpo illuminarsi di più, non ci capii nulla. In che senso le serviva la mia pelle? Perché voleva tanto quella collana? Scossi il capo e ringhiai alle sue parole, non avrebbe mai toccato mia figlia. "So cos'è il dolore..." Mi feci forza sulle zampe per rimettermi in piedi. "So cosa vuol dire perdere un qualcuno a me caro e scoprirai che io, Roxy, non permetto a nessuno di toccare la mia famiglia."
Ringhiai ancora e diedi una testata che sembrò andare a vuoto. Notai, con mio stupore, la sua testa dissolversi, non restai molto a guardare. Diedi un calcio al ghiaccio che teneva bloccata la mia zampa e mi liberai rimettendomi del tutto in piedi. Mi allontanai da lei. La guardai tutta, capii solo in quel momento che lei non aveva un corpo, era solo pura enrgia.
La sua testa si ricompose. "Nivah non é stata in grado di uccidermi, nessuno ne é stato capace. Come pensi tu di poter ferire qualcosa che non può essere toccato?"
Mi misi in posizione davanti a lei. Non potevo lasciarmi intimidire. "Tempo al tempo, troverò un modo per far si che io possa distruggerti. Vendicherò ogni membro della mia famiglia che ha sofferto a causa tua."
"Voglio vederti provare. Sono curiosa."
Colpì il suolo con la zampa, delle stalattiti di ghiaccio crebbero a gran velocità verso di me. Le schivai spostandomi subito di lato. Mi avvicinai a lei camminando in cerchio.
"Mi vedrai provare e poi vincere"
"Ottimo. Divertimi."
Si dissolse nell'aria, la sua energia si divise in diverse parti per confondermi. Mi guardai più volte intorno, si riunì alle mie spalle, alzò la zampa e mi graffio alla coscia. Mi girai verso di lei.
"Smettila di giocare!" Ringhiai infastidita.
Si dissolse nuovamente nell'aria. "Non ti stai divertendo? Allora puoi arrenderti. Non devi vergognartene."
Mi voltai più volte cercando di percepire dove si sarebbe riunita questa volta. Mi tenni pronta da tutte le parti. "Non mi arrenderò! Non ho paura del tuo potere!"
"Non é il potere che bisogna temere..." La sua energia si riunì in diversi punti creando molte più copie di sè. "Ma chi lo detiene!"
Sferrò dei dardi di ghiaccio dritti verso di me. Si alternarono per rendermi le schivate più difficili. Cercai di schivarli tutti, mi spostai davanti alle sue copie e, appena arrivò il dardo, schivai facendo si che colpisse sè setessa. Le feci colpire alcune sue copie e poi mi allontanai il più possibile da lei, vidi uno di quei dardi quasi colpirmi ma schivai all'ultimo secondo facendo si che questo frantumasse una delle finestre. Tutta l'energia dei suoi cloni ritornò in lei. Appena vide il dardo colpire la finestra, si preoccupò di usare il ghiaccio per ripararla il più in fretta possibile. Poi si rivolse a me.
"Non vedi che non sei alla mia altezza? Arrenditi adesso di fronte a Kendra e la tua morte non sarà così dolorosa."
Spostai lo sguardo da lei alla finestra. Perché aveva avuto tanta fretta nel ripararla? Sorrisi leggermente ricordandomi le sue parole di poco prima, avevo capito perché desiderva tanto quella collana, probabilmente era l'unica cosa che le impediva che il suo stesso potere le si ritorcesse contro. Mi avvicinai lentamente ma senza allontanarmi troppo dalle finestre.
"Hai paura di un pò di freddo, Kendra?"
"No, ho paura che non sarai qui per scoprirlo."
Ringhiò ed irrigidì la sua schiena. Diminuì la temperatura della stanza cercando di congelarmi per limitare i miei movimenti. Rabbrividii leggermente ma non mi mossi. Ispirai profondamente, dovevo mantenere il controllo di me stessa. Si dissolse per avvicinarsi velocemente a me. La persi di vista e si ricompose sotto di me, mi colpì all'addome ed usò un'ondata di gelo per scagliarmi in alto. Atterrai sulla balconata, mi rimisi subito in piedi e la guardai dall'alto. Non dovevo restare troppo tempo in un solo punto o il freddo mi avrebbe bloccata. Mi abbassai ed iniziai a strusciare in modo che lei non potesse vedermi. Dovevo trovare un piano per far si che lei colpisse le sue stesse finestre. Iniziò a lanciare vari dardi di gelo nel tentativo di trafiggermi. Riuscii a schivarli, restare lì sopra non mi portava a nulla. Alzai la testa e un dardo di gelo passò quasi colpendomi. Tirai un sospiro e mi misi del tutto in piedi, la vidi ferma mentre caricava un altro dardo. Il tempo di attesa fra una magia e l'altra era il momento migliore per attaccare. Mi lanciai da sopra la balconata e atterrai su di lei facendola dissolvere. Mi allontanai posizionandomi davanti alle finestre, dovevo far si che si rompessero.
"Non servirà a nulla, non sono una stupida. Si ricompose nello stesso punto. "Tu mi sottovaluti."
"E tu sottovaluti me!" Sorrisi e la colsi di sopresa tirando una spallata a una finestra, mi spostai subito e feci lo stesso con la seconda frantumandole, riuscii nel mio intento con solo un paio di graffi.
"NO!" Urlò portando subito la sua attenzione sulle finestre rotte.
"Non te lo aspettavi, vero?"
Il freddo entrò di colpo raggelando la sua energia. Finì di riparare le finestre, ma le era difficile dissolversi. Corsi subito verso di lei e le diedi una zampata al muso riuscendo a colpirla. Era fredda, come se fosse congelata in quei punti. Sorrisi e le tirai un'altra zampata per poi allontanarmi. Indietreggiò scuotendo il muso. Ringhiò.
"Come hai osato?!"
Ululò e creo dei dardi di gelo sul soffitto che iniziarono a piovere senza fine verso di me. Corsi velocemente schivando tutti i dardi, salii sul trono e saltai tirando una zampata nel lato alto della finestra. Schivai altri dardi e atterrai su tutte e quattro le zampe sul trono, mi fermai per riprendere fiato. I dardi si conficcarono sulla lastra di ghiaccio che proteggeva le finestre. Kendrà riaprò subito la finestra rotta.
"Spostati da lì!"
Fece alzare il trono più in alto per poi tramutarlo in uno scivolo. Tentai di tenermi aggrappata ma iniziai a scivolare fino a cadere al suolo, rotolai fino alle sue zampe. Morse la mia spalla con i denti congelandomi il muscolo. Ringhiai dal dolore ma mi liberai di lei dando una testa all'indietro, le colpii il muso e mi allontanai zoppicante. La guardai, Si stava mettendo male, dovevo continuare a spaccare finestre o non avrei più avuto occasione di colpirla. Il freddo era il suo potere e il freddo poteva distruggerla. Scosse il muso, ringhiò e colpì con la zampa il suolo. La stanza diventò sempre più fredda, tremai appena, vidi il mio manto diventare leggermente bianco per il freddo. Sorrise.
"Stai tremando. Hai paura?"
Le ringhiai e corsi verso di lei cercando di non pensare al dolore che mi provocava la ferita alla spalla. La colpii al fianco e le morsi la collottola lanciandola contro una delle colonne. Mentre era a terra andai verso le finestre e diedi una spallata spaccandone una. Cercò di rimettersi in piedi, il freddo del mondo esterno solidificava il suo corpo rendendola sempre più vulnerabile. Si rialzò ed ululò congelando nuovamente le finestre. Riprese fiato, usò la sua magia per creare una stalattite di ghiaccio davanti a me per farmi allontanare dalle finestre.
"Sei persistente... ma non puoi sfuggire all'abbraccio gelido della morte."
"E tu sei troppo sicura di te... Kendra."
Mi avvicinai a lei e le tirai una zampata veloce al muso per stordirla. Abbassò la testa a causa del mio colpo. Mi morse la zampa facendomi cadere al suolo, poi mi lancio lontana da lei verso la porta congelata. Si allontanò da me riprendendo fiato.
"Questa non... ti verrà perdonata" Si appoggiò al trono con il fiatone.
"Sei tu che non verrai perdonata per tutto il male che mi hai fatto, questo è niente in confronto a tutto ciò che dovrai subire!" Mi rimisi lentamente in piedi mentre il mio respiro era diventato solo una nuovola di vapore.
Ringhiò e si voltò a guardarmi. "Il danno che io ho fatto a voi?! È stata Nivah ad uccidere Thamur! Suo fratello! E mio figlio! Mio figlio..." Abbassò la testa. "Il mio amato... cucciolo..."
"Non so che dolore si prova a perdere un figlio e non voglio nemmeno immaginarlo. Ma se tu avessi tenuto davvero alla tua famiglia non ci avresti fatto questo, mai." Guardai altrove sospirando, si leggeva nei suoi occhi come avesse sofferto alla morte di suo figlio. Ma ciò non la difendeva dal male che aveva fatto a chi non lo meritava.
"Così come ci teneva Nivah? Nelle tue vene scorre il suo sangue, il sangue di una traditrice! Non dirmi come ci si comporta in una famiglia..." Si voltò verso di me. "Perché sarebbe l'ultimo sbaglio della tua vita."
Alzò la testa e socchiuse gli occhi. Non feci in tempo a risponderle che sentii il trono tremare, mi girai a guardarla. Alcuni pezzi di ghiaccio caddero per terra frantumandosi. Dal suo centro uscì fuori un gigantesco mostro di ghiaccio creato dalla sua magia: Il suo busto era enorme così come le braccia e le gambe. La schiena aveva una grande gobba e la testa era piccola. I suoi occhi erano di un blu luminoso, dalla gobba uscivano fuori molti aculei ghiacciati. La bestia si alzò in piedi osservandomi. Mi misi in posizione pronta ad una sua qualsiasi mossa. Kendra mi fissò.
"Sorgi dal mio trono e dimostra all'intrusa chi é la regina. Prendila, torci ogni singolo pelo del suo manto e metti fine alla sua vita."
Si avvicinò con passo lento a me. Alzò la mano e la buttò su di me per schiacciarmi. Ricambiai lo sguardo di Kendra arrabbiata e strinsi i denti iniziando a correre per evitare le grosse mani di quel titano di ghiaccio. Mi nascosi dietro le macerie rimaste del trono. Se volevo arrivare a Kendra dovevo sbarazzarmi di quella bestia, ma come? Pensai a tutti i mostri che avevo incontrato in quel castello, avevano tutti un unico e solo punto debole... il cervello. Dovevo sfruttarlo a mio favore. Sentii i pezzi di ghiaccio accanto a me iniziare a muoversi, mi girai e notai Kendra a pochi passi da me. Mi scagliò contro i pezzi di ghiaccio e mi colpì alla spalla, il mio nascondiglio era stato svelato e la bestia si avvicinò alzando i pugni in aria per poi scagliarli verso il suolo. Mugolai per il dolore alla spalla ma non ebbi molto tempo per pensarci, mi spostai in fretta, anche se zoppicante, per evitare i grossi pugni della bestia. Corsi fino alle colonne che reggevano la balconata e mi nascosi dietro di esse. Lo sentii dirigersi dove ero nascosta. Appoggiò una mano alla balconata ed entrò l'altra tra le prime due colonne per cercare di afferrarmi. Restai ben nascosta evitando la sua grossa mano. Mi feci piccola dietro a una delle colonne. Se voleva raggiungermi doveva sfozarsi di più. Non mi resi conto che la mia coda era in bella vista, la bestia ritirò la mano cercando di afferarla. Mi spostai subito evitandolo appena, invece di me afferrò la colonna. Tirò indietro la mano ma distrusse la colonna facendo cadere un pezzo della balconata. Mi nascosi subito dietro a un'altra colonna. Venne nella mia direzione e sferrò un pugno. Mi allontanai nuovamente e vidi un'altra colonna andare in frantumi portando, così, la balconata a spezzarsi. Il piano stava funzionando, dovevo solo continuare a farmi inseguire, ben presto, Kendra si sarebbe pentita di tutto ciò. Il mostro continuò ad inseguirmi e distrusse tutte le colonne dietro cui mi nascondevo. Ad un certo punto, la balconata iniziò a cadere a pezzi portando con sé il muro della sala del trono. E dopo il muro iniziò a cadere il castello, crollando lentamente su sé stesso.
"No! Cos'hai fatto?!" Urlò Kendra adirata.
Vidi il castello iniziare a crollare lentamente. Non c'erano vie di fuga. Il portone era congelato e, anche se non lo fosse stato, non sarebbe stata un'ottima alternativa. Guardai le finestre, erano la mia unica speranza. Dovevo tuffarmi giù per quella scogliera, corsi verso le finestre e mi diedi lo slanciò con le zampe posteriori. Sfondai il vetro ghiacciato e caddi giù per la scogliera. Precipitai fino a cadere in acqua, iniziai subito a muovere le zampe tenendomi a galla. Vidi le macerie del castello cadere verso di me, presi un profondo respiro e mi immersi sott'acqua nuotando, il tonfo dei pezzi del castello dava spinte all'acqua che mi impedivano di compiere i giusti movimenti. Ritornai in superfice e ripresi fiato, mi guardai alle spalle vedendo i pezzi galleggiare. L'intero castello era stato distrutto e con lui anche quella bestia. Iniziai a nuotare fino a raggiungere la riva del lago ghiacciato che avevo percorso precedentemente. Uscii dall'acqua e rabbrividii a causa della forte bufera di neve che si era creata. Da lontano vidi Kendra, era riuscita a fuggire dal castello.
"No... la mia casa, il mio regno, tutto distrutto... per colpa sua. Adesso dovrò ricostruirlo da zero." Si voltò verso di me ringhiando. "Prima però prenderò il tuo corpo e troverò quella collana. Pagherai per i danni che hai causato al mio regno!"
Il mio respiro era affannato mentre la guardavo. La violenta bufera congelava il mio pelo bagnato, il freddo mi stava penetrando fino alle ossa. "Sei stata tu... a voler arrivare a ciò." Sospirai. "Non avrai mai il mio corpo..."
Non tolse gli occhi dai miei. "Sei venuta qui portando con te una scintilla di speranza per queste terre. Spegnerò quella fiamma con il mio gelo."
Camminò verso di me e mi colpì al muso con una zampata. Presi un profondo respiro cercando di restare concentrata. Subii il colpo ma girai subito il capo mordendole la zampa. La tenni bloccata e le tirai una zampata forte prima di lasciarla andare. Ringhiai.
"Non hai capito nulla di me... non me ne andrò via fin quando non metterò fine a questo inverno. Me ne andrò vincitrice a prescindere che tu sia viva o morta."
"Allora morirai con me!"
Sentii il terreno sotto le mie zampe tremare, usò il ghiaccio per creare delle stalattiti sotto di me nel tentativo di trapassarmi. Schivai appena una stalattite. Ne schivai molte altre anche se non riuscii ad evitare dei graffi sui fianchi. Mi avvicinai a lei e le diedi un colpo al muso atterrandola. Stava subendo anche lei gli effetti del freddo. Non lo percepì ma sentii perfettamente il suo corpo diventare più solido. Morse il mio collo ed uso le zampe per accelerare il mio congelamento. La morsi a mia volta al collo per farle lasciare la presa e saltai subito via da lei appena mi mollò. Sentii le zampe tremare dal freddo, non riuscivo più a reggermi in piedi. Strinsi i denti e ringhiai cercando di farmi forza. Si rialzò con il fiatone. Mi saltò addosso graffiando con le zampe posteriori il mio petto e si tenne ben salda al mio collo con quelle anteriori. Mi morse la spalla ed usò ancora la sua magia per congelarmi. Mugolai dal dolore e la morsi alla spalla con forza. La strattonai via anche se mi feci del male con i suoi artigli e la lanciai lontana da me. Mi abbassai leggermente sentendo le zampe cedere ma mi rimisi subito dritta e in posizione. Si rialzò ed usò la sua magia per lanciarmi contro un dardo di gelo, non riuscii a schivare, non riuscivo più a muovermi agilmente, mi colpì al petto gettandomi a terra. Venne lentamente verso di me, vidi che il mio manto era ormai bianco a causa della neve. Il mio corpo era quasi del tutto congelato. Tremavo tutta, cercai di rimettermi in piedi ma mi era impossibile. Cercai di farmi forza ma non riuscii a rimettermi su, la guardai dal basso. Alzò la zampa per darmi il colpo di grazia. Chiusi gli occhi ma non sentii mai il colpo arrivare. Riaprii gli occhi e la vidi bloccata, era diventata una statua di ghiaccio. Mi feci di nuovo forza e mi rimisi in piedi, le diedi una forte zampata con le mie ultime enrgie rimaste e la guardai cadere al suolo e frantumarsi in mille pezzi. Sorrisi leggermente, ce l'avevo fatta. Feci un paio di passi avanti, dovevo tornare indietro.
'Vai avanti Roxy, puoi farcela!'
"Io c-ci... ci sto provando..." Tremavo mentre la bufera si calmava lentamente, feci un altro passo avanti prima di sentire le zampe cedere, crollai al suolo.
'Rialzati! Forza!'
"Mi dispiace, non ci riesco... non ce la faccio. Perdonami... Rarity." Mi strinsi su me stessa cercando di darmi calore e la mia vista iniziò a diventare sbiadita. Svenni.
Mi ritrovai in un posto strano, era tutto completamente bianco. Mi guardai tutta, non avevo più ferite e il mio manto era tornato del suo colore naturale. Improvvisamente quel posto iniziò a cambiare aspetto ero nel bosco, precisamente, fuori la vecchia tana di Horo quando era ancora neutrale. Mi guardai intorno confusa, sentii dei passi e mi girai in quella direzione.
"Ciao Roxy."
"Rarity... come... dove mi trovo?"
"In una sorta di limbo prima dell'aldilà. Questo è il luogo che ci collega al nostro primo incontro, ricordi?"
"Si, lo ricordo... diciamo che non fu proprio dei migliori."
Lei ridacchiò. "Lo ammetto fui molto scontrosa." Sospirò. "Eppure è passato molto tempo da allora e tu sei diventata una lupa forte affrontando molti pericoli. Sono orgogliosa di te."
Sorrisi leggermente. "Questo vuol dire che sono morta?..."
"No o, almeno, non ancora. Il freddo si è insediato in te, hai rischiato molto in questa avventura eppure stai ancora combattendo."
Piegai il capo. "Come mai tu sei qui con me?"
"Si può dire che ho mantenuto la tua promessa. Dopo la morte, sono diventata un'anima guida, la vostra coscienza. Vi aiuto a scegliere anche da vivi. Qui non ci sono solo io, ci sono altre anime guida ma tu non potrai vederle poiché non hai alcun tipo di legame con loro." Si avvicinò a me. "Sarò sempre al tuo fianco come a quello di Deus ed Amy."
Sorrisi dolcemente, lei mi ascoltava e mi sentiva sempre... nonostante tutto era ancora lì al mio fianco. "Sai Rarity? In tutto il tempo che abbiamo passato insieme non ti ho mai detto una cosa." Iniziai a sentire tutto tremare mi guardai intorno.
"Beh, allora se vuoi dirmela dovrai fare presto."
"Perché che succede?" Chiesi leggermente spaventata.
"Torni indietro, non è ancora il tuo momento." Si avvicinò a me e mi abbracciò.
Chiusi gli occhi e ricambiai l'abbraccio. "Ti voglio bene, sorellina."
"Te ne voglio anche io."
Mi sembrò di vederla sorridere, poi tutto intorno a me svanì. Riaprii gli occhi e li richiusi, facendo quel gesto più volte per farli abituare alla luce. Scossi il muso e mi ritrovai Hima che mi muoveva da un fianco.
"Hey basta, sono sveglia." Lo guardai.
Lui girò subito il capo nella mia direzione. "Sei viva!" Mi sorrise e si tolse per far passare ancora più calore dal fucherello accesso al mio fianco.
"Si, a quanto pare lo sono." Ridacchiai leggermente. Cercai di rimettermi lentamente in piedi e, solo in quel momento, mi resi conto di quante pellicce avessi addosso.
"Mi hai fatto preoccupare, non sapevo più come riscaldarti."
"Tu come sapevi dov'ero?" Gli chiesi leggermente confusa.
Lui si sedette di fronte a me. "Quando sono tornato indietro ho pensato molto alla discussione avuta con te e, alla fine, avevo deciso di seguirti. Ho camminato a lungo fin quando non ho visto, dalla distanza, un castello crollare. Ho aumentato il passo e, quando sono arrivato, eri svenuta e completamente congelata. Ti ho avvolta nelle pellicce e ti ho caricata in groppa. Non so cosa hai fatto o come l'hai fatta ma i lich sono tornati ad essere dei cadaveri senza vita e... anche le manticore sono tornate ad essere dei lupi morti." Il suo sguardo si abbassò per un secondo.
"Hima... qualcosa non va?" Gli chiesi cercando il suo sguardo, era strano, non sembrava più lo stesso lupo di prima.
Sospirò leggermente e mi sorrise. "Non mi chiamo Hima, il mio vero nome è Rakir... Alpha del Branco della Rugiada."
"Ti è ritornata la memoria?"
Annuì. "Si e credo che sia grazie a te. Quando il castello è crollato ho iniziato a sentire dei forti mal di testa poi, quando stavo tornando indietro con te sulla mia groppa, vedere quei lupi senza vita sulla neve mi ha riportato tutto alla memoria." Si fermò per un attimo, poi riprese. "Queste che vedi erano le terre del mio branco, ricche di vegetazione, alberi e fiori... fin quando una strega non si impossessò di esse facendole diventare la landa desolata e ghiacciata che conosci. Io e i miei lupi ci dirigemmo fino a quel castello per affrontare la strega e riprenderci le nostre terre... ma le cose non andarono esattamente come sperammo." Abbassò il muso e chiuse gli occhi. "Ci immobbilizzò tutti in poco tempo e poi bloccò me al suo fianco per far si che io guardassi cosa stesse facendo. Sentii i miei compagni urlare, il loro dolore era indescrivibile: la loro carne si lacerava, gli aculei crescevano sulla loro pelle e la coda si allungava fino a formare una punta. Si trasformarono in bestie senza che io potessi fare nulla, senza che io potessi salvarli." Una lacrima cadde dai suoi occhi. "Uno di loro, Hima, riuscì a liberarsi dalla presa della strega e le saltò addosso distraendola. Ciò mi permise di liberarmi, Hima mi urlò di scappare e di tornare a salvarli, ed io lo feci. Scappai il più lontano possibile, corsi veloce ma qualcosa fermò la mia corsa. Caddi e rotolai sbattendo la testa contro un masso, da allora non mi ricordai più nulla se non il nome di colui che mi salvò. Quando mi ripresi, fu grazie a quello sciamano di cui ti ho parlato la prima volta che ci siamo visti. Mi disse che ero stato congelato vivo e che, grazie lui, potevo ritornare a vivere. Non poté però aiutarmi con la mia amnesia ma mi avvertì dei pericoli che incombevano qui. Mi appropriai dell'unico nome di cui mi ricordassi e rimasi qui a vagare per queste terre fin quando non ti ho incontrata. Ma non riuscii mai a salvarli nè come Rakir nè come Hima." Si girò verso di me. "Ora sai la mia storia."
Lo spinsi leggermente con il muso cercando di consolarlo. "Non portarti un peso che non meriti, non potevi nulla contro quella strega e sono sicura che i tuoi compagni sanno perfettamente che hai fatto di tutto per salvarli."
Lui sospirò non sembrava convinto. "Tu, invece, hai trovato ciò che cercavi?"
"Si." Annuii. "Hai visto il castello distruggersi perché io ero lì dentro, ho avuto uno scontro con quella strega, Kendra." Portai lo sguardo verso il fuoco. "Kendra non era solo colei che si era impossessata di queste terre, lei era una mia antenata. Colei che lanciò una maledizione sulla sua stessa discendenza perché sua figlia Nivah, madre di mia nonna Fannie, uccise il suo stesso fratello, Thamur, per poi scappare rubando a sua madre una collana a cui lei teneva molto perché le permetteva di avere una pelle, un corpo, in modo che la sue energia non diventasse ghiaccio e si frantumasse. Quella maledizione ha portato tanto dolore alla mia famiglia, da mia nonna fino a me e non potevo perdonarle un tale affronto. Ho combattuto contro di lei e sono quasi morta, ma ne è valsa la pena." Mi girai verso di lui. "Ora anche tu sai la mia storia." Sorrisi.
Lui si girò verso di me stupito. "Quindi tu sei riuscita a distruggerla." Mi guardò negli occhi. "Tu nascondi una luce che pochi posseggono, Roxy. Non dimenticarlo."
Riportai lo sguardo sul fuoco. "Non lo dimenticherò." Sorrisi leggermente. "Grazie per avermi salvata, di nuovo."
Lui scosse il muso. "No, grazie a te per essere arrivata in queste terre. Senza di te non avrei mai riavuto la mia memoria e Kendra non sarebbe mai stata distrutta. Queste terre ed io ti dobbiamo molto."
Sentii il mio stomaco brontolare, quello scontro mi aveva messo fame e non c'era modo migliore per alleviare quella tensione. "Che ne dici di iniziare da un pò di cibo?" Ridacchiai facendo ridere anche lui.
Annuì e si alzò prendendo la carne dalle sue provviste. Passai l'intera sera a parlare e mangiare con lui. Da quando aveva riacquistato la memoria non era più lo stesso lupo che avevo conosciuto, era diventato più serio, stava sempre dritto e composto e non aveva più accennato al 'piccola fuggiasca'. Finimmo la cena e mi chiese di restare a dormire lì, quasi me lo pregò. Aveva timore che, essendomi ripresa da poco, potessi avere un mancamento durante il mio ritorno a casa. Accettai la sua ospitalità e restai a dormire in quella tana al caldo. Poggiai il muso sulle zampe e ripensai all'intera avventura che avevo avuto. Avevo vendicato le sofferenze di mia madre, mio padre, di nonno Voul e di nonna Fannie. Avevo distrutto colei che aveva portato dolore e paura nella nostra famiglia. Avevo chiuso uno dei capitoli del mio passato per sempre.
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