Fuga romantica
"Zio Deus!"
Alzai la testa e sorrisi guardando verso il territorio della Luna. "Tuo nipote ti chiama."
Il lupo nero rispose. "Tu fa finta di non averlo sentito."
"Zio Deus ti ho sentito!" Esclamò Joel correndogli addosso. Iniziò a mordergli l'orecchio e a tirarlo.
Ridacchiai guardando mio nipote. "Ciao Joel."
"Ciao zia Roxy! Che fate di bello qui? State cacciando?"
Deus si alzò in piedi facendo cadere il nipote per terra. "Per fortuna no o avresti spaventato tutte le prede."
Joel sorrise. "Allora vi invito ad una caccia, vi va? Avete fame? Lo zio Deus é felice all'idea!"
Ero intenerita dalla semplicità e dall'ingenuità di mio nipote, ero diventata parte della famiglia di Deus e Azazel e ne ero felice. "Lo zio Deus ed io ne saremmo felici."
Il lupo nero guardò la compagna. "Da quando parli per conto mio?"
"Suvvia Deus, sarà divertente. Non vuoi stare con tuo nipote?"
Deus guardò Joel che stava scodinzolando e non riuscì a dire di no. "Va bene. I tuoi ti hanno insegnato come si cattura un alce?"
Joel sorrise. "Se me lo hanno insegnato? Io sono il re della cattura di alci!"
"Si, vada avanti sua bassezza." Scosse la testa il lupo nero.
Mi avvicinai al mio compagno e dissi. "Fai tanto il serio e scontroso, ma in fondo anche tu lo adori. Puoi nasconderlo ad altri, io e Joel però sappiamo che é così." Gli leccai il muso e seguii mio nipote.
Quando mi vide andare via, Deus sorrise leggermente e ci seguì. Iniziammo a cacciare insieme, una battuta di caccia zii-nipote. Anche se Deus fingeva di fregarsene di Joel, teneva sempre d'occhio ciò che faceva e lo seguiva in ogni passo. Questo io lo vidi benissimo e non potevo fare a meno di essere fiera del mio compagno, iniziai a pensare che sarebbe stato un ottimo padre. Deus rimase indietro a guardare Joel mentre cacciava, il giovane lupo uccise l'alce mordendolo alla nuca in un punto poco più sotto tra le corna. Un punto che l'alce non poteva raggiungere o colpire e morì dopo qualche istante. Una tecnica che non avevo mai visto sfruttare se non da mia madre, quel lieve ricordo mi fece sorridere. Deus non perse un momento: era l'astuzia di Deus, la forza di Azazel e la serietà di Horo in un unico lupo. Era sempre più convinto che Joel sarebbe diventato come Holfast se non più pericoloso. Quando Joel concluse la sua caccia guardò gli zii felice.
"Visto? Sono stato bravo! Sono stato veloce, attento, forte e letale! Così come mamma e papà mi hanno sempre detto!" Per la felicità ululò.
Deus scosse il muso, aveva anche la presunzione del padre. "Ti hanno insegnato ad essere un pallone gonfiato?"
Joel rise e si mise in posizione di lotta davanti allo zio. "Non ci credi? Vuoi forse sfidarmi? Guarda che non rifiuto!"
"Ho di meglio da fare. Piuttosto... Ember non si arrabbia se ti vede bighellonare qui con noi?"
Il lupo bruno si alzò di scatto e rispose. "Oh... cavolo, é vero. Dite che dovrei andare?"
Sospirai, era evidente che ero infastidita dal fatto che Joel appartenesse al Branco della Luna. Avrei voluto parlare con mio nipote senza preoccuparmi di Nako o Ember, ma sapevo anche che Joel era in un branco per la sua protezione e preferivo passare poco tempo con lui piuttosto che vederlo di nuovo ferito a causa di qualcuno. "Zio Deus ha ragione, é meglio se vai. É stato bello cacciare con te, dovremo rifarlo."
Joel sorrise e annuì, corse via verso i territori della Luna. Deus e io rimanemmo a guardarlo finché non sparì dalla nostra visuale. "Tale padre..."
"...tale figlio." continuai. "Almeno sta crescendo senza quella stupidaggine del 'non parlare con i tuoi parenti perché stanno in un altro branco.'"
Deus sorrise. "Tu appartieni ad un branco, non io. E poi non é una sorpresa che stia crescendo fregandosene dei branchi, Horo é neutrale. Azazel se ne frega anche se lo nasconde bene."
Accennai una risata. "Azazel se ne frega del branco? Sicuro?"
"Tu aspetta che un membro della sua famiglia venga attaccato da un lupo della Luna. Poi ne riparleremo." rispose Deus sicuro di sé. "Anche se con tutti questi problemi non credo che arriverò a domani. Ho bisogno di fare una lunga pausa, magari a dormire o semplicemente rilassarmi. Oh ma non qui, magari un posto molto più isolato dove non posso sentire lupi scannarsi a vicenda perché uno ha calpestato il praticello dell'altro."
"E dove vorresti andare?"
Deus ci pensò su intensamente, allontanarsi significava mancare anche nella mia vita e fu in quel momento che gli venne l'idea: decise di portarmi in un posto lontano, lontano da tutto e tutti per passare un paio di giorni da soli, senza che nessuno ci disturbasse. "Voglio portarti a vedere una cosa."
"Dove?" Sorrisi curiosa piegando il capo di lato.
"Ti dico che dovremmo uscire dai confini, a fare una sorta di spedizione." Rispose lui.
"Uscire dai confini?" Chiesi ancora più confusa.
"Si. Mentre venivo in queste terre ho visto una capanna abbandonata, é su un enorme lago ghiacciato appena fuori dai territori di Kamas. Lì passeremo dei giorni tranquilli." Spiegò lui, mi incoraggiò avvicinandosi e chiese con aria divertita. "Allora vieni?"
"Scomparire per un paio di giorni? Se Kamas se ne accorgesse si arrabbierebbe, lo sai. Non posso." Risposi scuotendo il muso.
"Tranquilla, nessuno ci scoprirà. Non ti succederà nulla." Mi sorrise il lupo nero. "Allora Porta Fortuna, ti fidi abbastanza di me da seguirmi in questa avventura come due cuccioli?"
Guardai Deus titubante mentre l'adrenalina in me saliva. Sapevo che era una cosa che non dovevo fare, ma la curiosità di sapere cosa ci fosse e la voglia di sentirmi di nuovo una cucciola erano più forti di me. Esitai parecchio, alla fine però, accettai. Partii al fianco del lupo nero e raggiungemmo in poche ore di marcia una capanna abbandonata vicino un lago ghiacciato.
"Tadaaa, che te ne pare?" Domandò Deus divertito.
Mi guardai intorno: era una distesa di ghiaccio e neve, non lontano c'era una piccola capanna un pò cadente. Piegai leggermente la testa. "É... a pezzi."
"Questo perché ancora deve essere migliorata."
"Migliorata? Come faremo a migliorarla?" Chiesi confusa.
"Tu da retta a me. Prendi quante più foglie possibili e portale dentro la capanna, io prendo la cena."
Deus iniziò a cacciare ma lo fermai. "Aspetta! E se lì dentro ci fosse qualcosa o qualcuno?"
"Lo avrei già percepito. Fidati del mio istinto." Rispose lui sorridendo.
Sospirai e mi guardai intorno, non era certo un posto di cui fidarsi ciecamente. Non capivo perché Deus fosse così sicuro di sé in un luogo abbandonato e probabilmente con qualche pericolo in zona. Raccolsi delle foglie senza però allontanarmi dalla capanna. Deus tornò con un paio di cervi e, vedendomi ancora alle prese con le foglie, decise di aiutarmi. Le raccogliemmo insieme e le spingemmo all'interno della capanna, il lupo nero trascinò i cervi all'interno e controllò che tutto fosse al proprio posto.
"Bene. Ora abbiamo cibo e anche un letto, che si fa adesso?"
Deus mi morse un orecchio e mi tirò verso l'uscita. "Ora si pattina."
"P-pattinare?! Non so farlo!"
"Allora imparerai." Disse lui divertito, mi spinse sul lago ghiacciato e mi vide scivolare.
Caddi di pancia e scivolai quasi fino all'altra parte del lago, Deus si teneva saldo al ghiaccio con le unghie e pattinò verso di me. Mi disse di usare le unghie per avere maggiore controllo anche se a frenarmi, in realtà, era la paura che il lago si potesse frantumare. Mi rimisi in piedi e arrivai sulla neve con difficoltà per poi coricarmi, guardai il mio compagno e lo vidi pattinare senza pensieri. Era la prima volta che lo vedevo divertirsi senza preoccuparsi di nulla o di nessuno, eravamo soli e ciò lo tranquillizzava.
"Va bene, dai, ora vieni qui." Dissi veramente spaventata, temevo per la sua vita.
"Che succede? Aah ma tu pensi che il ghiaccio si frantumi e che possa cadere dentro e morire. É così?"
Annuii leggermente, lui sorrise e iniziò a saltellare sul ghiaccio facendomi spaventare ancora di più. "Deus! Ma sei scemo?! Dai smettila! Non é divertente! É pericoloso!"
Ma Deus non smise, saltellò ancora di più terrorizzandomi... quanto avrei voluto farglierla pagare. Quando fu abbastanza divertito mi si avvicinò e avvicinò il muso. "Paura?"
"Sei un completo idiota..." Risposi spaventata "Non hai paura di morire?"
"No, non temo la mia morte. Temo la tua..."
Rimasi senza parole, non mi aspettavo una risposta simile. "La mia?"
"La tua... ho la costante paura di perderti, di non riuscire a salvarti quando più ne hai bisogno, di non essere più accanto a te. Temo questo..."
Lo abbracciai, lo strinsi forte a me e lo incoraggiai con un sorriso. Furono le parole che più mi colpirono al cuore, anche io avevo paura di perderlo. Ogni secondo della mia vita avevo paura che qualcosa o qualcuno potesse allontanarlo da me. Tornammo alla capanna e iniziammo a mangiare, ero persa nei miei pensieri. Non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Deus un attimo prima. Mi sentiva protetta, amata come mai prima di allora, non pensai mai che Deus potesse avere una paura così grande che riguardasse me. Smisi di mangiare e guardai lui. Deus si fermò dopo un pò notando che io non stessi più mangiando. Ci guardammo negli occhi, lui mi sorrise leggermente e fu quel sorriso che mi convinse di quella scelta: mi avvicinai a Deus, gli leccai il muso e lo spinsi per farlo coricare. Mi avvicinai ancora e passammo la notte insieme, avevo capito che quello era il lupo giusto per me. Ignara del fatto che Deus sarebbe diventato molto di più per me, non sapevo cosa mi avrebbe attesa dopo quella notte.
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