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Tra mente e cuore ~ Dezel

È passata la notte del terzo giorno, stamani abbiamo ripreso il viaggio, a quanto pare gli allenamenti li inizieremo più in là. Sia io che mia sorella non stiamo più nella pelle, forse più lei che io. Sarà difficile allenarsi senza guardare né Celedor né gli altri negli occhi, sopratutto se ha intenzione di farci lottare fra di noi. In quel caso, dovrò tenere ben d'occhio le loro zampe, ogni minimo movimento sarà di fatale importanza per me.

Iniziamo a rallentare il passo per permette ad Elys, Raven e Feg di riprendere fiato. Non hanno mai camminato per così tanto tempo e, a quanto pare, non sono in grado di tenere il passo. Ci fermiamo, per Shaomu e Serenity questo è il momento migliore di iniziare gli allenamenti, vedo quest'ultima avvicinarsi a noi.

"Hoxy, sei pronta per iniziare?"

"Prontissima!" Esclama lei.

"Allora seguimi." Dice la lupa iniziando a camminare.

Mia sorella mi guarda e mi lecca la guancia. "Ci vediamo più tardi, quando torno ti racconterò tutto." La segue.

La guardo allontanarsi, dopo poco anche Shaomu richiama a sè Galen. Restiamo solo io, Raven, Elys e Feg. Loro stanno recuperando le energie io, invece, mi guardo intorno aspettando di incominciare l'allenamento. Dopo un pò di tempo arriva anche Celedor, mi guarda attentamente.

"Oggi, Dezel, lavoreremo solo io e te. Come vedi, i tuoi compagni di addestramento hanno bisogno di riposo, quindi dovrai farmi vedere di cosa sei capace." Mi dice con tono serio.

Mi avvicino sicuro di me. "Sono pronto."

"Perfetto, seguimi."

Mi fa strada in uno spazio molto vasto, abbastanza per permetterci un un'allenamento su qualsiasi fronte. Mi guarda, io aspetto che mi dica qualcosa.

"Inizieremo con una corsa, voglio che tu percorra la circonferenza di questo intero spiazzale per sei volte senza fermarti. Vediamo se hai abbastanza resistenza fisica per durare in una battaglia lunga e senza pause."

Non rispondo, guardo quanto è grande il posto, muovo un pò le zampe, prendo fiato e poi inizio la corsa. Corro regolando la velocità del passo con quella del respiro, se consumo troppo ossigeno perderò resistenza in poco tempo. Devo tenere un respiro regolare e un passo veloce. Continuo così, sento le zampe cedermi solo verso il quarto giro, ma non mi fermo, devo resistere e fare anche buona impressione al mio primo allenamento. Ho affrontato molto peggio, ho camminato molto a lungo, una corsetta non può fermarmi. Quando arrivo alla fine del sesto giro, mi fermo proprio davanti a lui, prendo fiato lentamente.

"Niente male, ti concedo due minuti di riposo."

"Grazie..." dico cercando di trattenere l'affanno.

Mi siedo e riprendo lentamente fiato. Quando passano i due minuti mi richiama. Io mi alzo subito, non voglio battere troppo la fiacca. Lo osservo, mi gira intorno e si fa avanti. "Spero che questo tempo sia bastato per farti riprendere fiato, a breve inizierai a correre di nuovo."

"Di nuovo?" Domando un pò deluso.

"Oh no, hai capito male. Non saranno altri sei giri di corsa, questa volta dovrai fuggire, più che puoi, e non farti prendere."

Lo guardo confuso guardandomi intorno. "Fuggire? E da chi?"

"Ma è ovvio!" Esclama lui. "Da me."

"Da te?" Domando ancora più perplesso. "Ma io ho le zampe molto più lunghe delle tue. Senza offesa, ma sono sicuro di correre molto più veloce di te, non potresti mai raggiungermi."

"Non è così semplice come pensi, caro Dezel."

"Che intendi?" Domando ancora.

"Oh, suvvia! Stiamo perdendo tempo prezioso, se sei convinto di potermi sfuggire perchè non inizi a correre?"

Mi guarda con un lieve sorriso, io mi guardo intorno e annuisco. Tanto, cosa ho da perdere? Non avrebbe mai potuto raggiungermi, su nessuna base logica avrebbe potuto anche solo affiancarmi. C'è una notevole differenza di altezza fra un lupo è una volpe, le mie zampe sono molto più lunghe delle sue. Non riesco a capire perchè questa scelta, mi ha detto che non è così semplice come penso, ma non riesco a capire a cosa si riferisce. Smetto di pensare, è ora di cominciare a correre. Corro fin da subito velocemente, mi volto alle mie spalle per vedere Celedor, è ancora lì fermo. Come pensa di raggiungermi se mi da così tanto vantaggio? Volto il capo nuovamente in avanti ma qualcosa si appoggia sul mio muso fermando la mia corsa.

"Preso."

Guardo la zampa e poi sento la voce, indietreggio con sguardo perplesso. "Ma tu eri..." Mi volto alle mie spalle. "Come... tu..."

"Chi ti ha detto di fermarti?" Mi dice serio. "Ogni volta che ti prenderò, ricomincerai da capo fin quando non riuscirai a sfuggirmi."

Scuoto la testa più volte per riprendermi. "Si... subito."

Dico e riprendo la corsa, sono confuso, non capisco come abbia fatto a ritrovarsi davanti a me in così poco tempo. Mi ero appena girato, era lì! Dietro di me! Questo allenamento mi farà diventare pazzo. Possibile che mi sia solo immaginato che fosse ancora lontano? No... ma che dico. Resto in silenzio, cerco di sentire qualsiasi rumore, non sento i suoi passi nè il suo respiro. Non è intorno a me nè al mio fianco. Dove sarà finito ora? Neanche il tempo di realizzare la domanda che mi sono appena posto che sento nuovamente la sua zampa sul mio muso.

"Preso." Mi comunica di nuovo.

"No, adesso basta! Stai usando qualche trucchetto. Non è possibile!"

"Io non uso alcun trucchetto, ho anche io le mie doti. Ti ho detto che non sarebbe stato semplice come pensavi."

Guardo ogni minima parte del suo corpo senza mai incontrare i suoi occhi. "Come fai?"

"Sei abbastanza astuto per capirlo da solo. Su, di nuovo."

Non me lo faccio ripetere due volte, voglio capire come fa! Devo capire come fa! Stare attento e concentrarmi. Inizio a correre. Lo guardo, è ancora lì fermo, ritorno con lo sguardo dritto davanti a me, muovo le orecchie per captare ogni singolo rumore, non mi perdo nei miei pensieri, come avevo fatto le prime due volte. Con gli occhi guardo qualsiasi cosa mi circondi. Davanti a me inizio a vedere qualcosa di nero, continuo a correre in quella direzione fin quando non sono abbastanza vicino, schivo di colpo rotolando a terra verso destra quando vedo la sua zampa. Mi rialzo e lo guardo.

"Ecco cos'era... il portale oscuro che hai usato anche per raggiungerci con gli altri." Mi tengo a debita distanza.

"Beccato." Ridacchia.

Rientra nel portale, io riprendo a correre, l'allenamento continua così. Io che cerco di scappare e lui che appare ad ogni mio lato improvvisamente. Non mi da neanche il tempo di capire e ragionare su dove possa apparire nuovamente che sparisce dalla mia vista. Sono costretto a stare concentrato e a essere pronto a qualsiasi sua mossa. Ci fermiamo solo quando lui pensa che sia abbastanza. Mi siedo per riprendere fiato.

"I tuoi riflessi non sono male, così come la tua resistenza. Sei anche molto agile e veloce. Certo, eccelli nella presunzione e pecchi di concentrazione, tenti a perderti nei tuoi pensieri ma questa cosa può essere facilmente abbattuta, come hai potuto notare."

"Quindi sono stato bravo al mio primo allenamento?" Domando.

"E chi ha detto che è finito? Ora arriva la parte dove mi diverto anche io." Mi guarda. "Come ultima parte dell'allenamento di oggi, faremo un piccolo scontro amichevole." Si avvicina. "Devo testare le tue tecniche di lotta, i tuoi riflessi durante un combattimento, la tua astuzia nel saper uscire da qualsiasi situazione, la tua forza in qualsiasi tipo di azione e, in fine, la tua attenzione." Si ferma poco lontano da me. "Quando sei pronto mettiti in posizione."

Le sue parole attirano del tutto la mia attenzione, vuole vedere che capacità ho nella lotta. Non posso sfigurare, ho avuto i migliori insegnamenti da mio padre, se sbagliassi ora è come se non avessi mai appreso i suoi insegnamenti. Prima di mettermi in posizione, guardo il mio avversario. Andiamo, è solo una volpe, io ho ammazzato un lupo non posso farmi mettere giù così facilmente! Celedor, essendo una volpe, è anche di piccola statura, molto agile e sfuggente e anche molto furbo da come ho potuto notare. Non ha doti magiche e questa è una cosa a mio favore ma, è anche vero, che possiede l'Oscurità. Potrebbe usare quella contro di me quindi devo stare attento ad ogni suo gesto. In più, se non conosce le arti magiche come Shaomu si è sicuramente concentrato molto sul corpo a corpo. Ma ciò non mi spaventa affatto.

Mi metto in posizione, quel mio gesto da il via allo scontro. Celedor fa lo stesso ma non si muove dalla sua postazione, credo voglia che sia io a fare la prima mossa. Vedo che cerca il mio sguardo, io sono costretto a tenerlo basso. Guardo attentamente le sue zampe, non si muovono di un millimetro. Se vuole che sia io a partire per primo lo farò. Scatto in avanti cercando di dargli una zampata in pieno muso, lui schiva con un semplice gesto e mi colpisce al fianco con una zampata. Mi guarda con un mezzo sorriso, ora attacca lui, viene dritto verso di me all'ultimo secondo si abbassa e mi tira una testata sotto al mento. Scuoto il muso e guaisco dolorante, mi prendo un pò di tempo per ragionare ma lui non intende aspettare e parte nuovamente alla carica, mi da una zampata al muso e un'altra al petto facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. È stato così veloce che non sono riuscito a parare nessuno dei suoi colpi.

"Tutto qui quello che sai fare? Sono sicuro che non ci stai nemmeno provando."

Si rimette in posizione, io non dico niente. Come fa a dire che non ci sto provando? Sto provando in tutti modi a buttarlo giù ma mi sfugge. Vorrà dire che ci proverò ancora meglio! Mi faccio di nuovo avanti, lo spingo al fianco per allontanarlo, riesco a farlo ma vedo apparire uno di quei portali sotto di lui, scompare. Altre pozze simili a quella dove è sparito compaiono intorno a me formando un cerchio, sono cinque. Provo a muovermi per uscire da quel cerchio ma si spostano proprio come mi sposto io, non mi lasciano alcuna via di fuga. Celedor salta fuori all'improvviso da una di quelle pozze e mi morde al fianco, poi scompare proprio in quella di fronte a dove era uscito. Mi guardo intorno, non sento e non percepisco niente, non so da quale pozza potrebbe saltare fuori. Ciò mi mette in estrema difficoltà. Spunta di nuovo fuori e mi da una zampata al muso, mi prende in pieno, non riesco a schivare perchè non so da dove aspettarmi il colpo. Ringhio, questa situazione mi sta innervosendo.

"Smettila di nasconderti! Non è leale così!" Mi guardo intorno.

"Non è leale? E dimmi Dezel, cosa è realmente leale in questo mondo?"

Non rispondo, mi sta parlando continuando a stare nascosto, spunta alle mie spalle, salta e atterra sulla mia schiena, mi morde alla collottola e stringe. Io cerco di scrollarmelo di dosso, ci riesco ma ciò lo rispedisce solo in un'altra pozza.

"Non hai risposto, come mi aspettavo. Te lo dico io, Dezel: nulla è leale in questa vita e tutto è crudele. Se pensi che io in questo momento sia crudele con te, ti sbagli di grosso. Io ti sto preparando alla crudeltà che incontreremo lì fuori. Pensi che gli Orokin si facciano problemi a pensare se in quel momento sono o meno leali nei tuoi confronti? Se stanno o meno commettendo una crudeltà verso di te? No, Dezel. Loro sono senza scrupoli, così come ogni nemico che incontreremo lungo questo importante viaggio. Quindi se pensi che io sia crudele e sleale con te, sappi che non hai ancora visto nulla."

Esce ancora da una delle pozze, mi da una zampata al petto e mi allontana, subito dopo le pozze spariscono ritornando ad essere una dalla quale lui esce prima di dissolverla.

"Se io fossi stato un tuo nemico, saresti già morto. Essere una volpe non fa di me un nemico meno pericoloso di altri, hai dubitato delle mie abilità e se tu fossi stato qualcuno di cui mi dovevo liberare l'avrei potuto fare in meno tempo di quanto mi aspettassi. Mai giudicare un nemico dall'apparenza, dalla statura, dal fatto che lui possa essere una preda o meno. Potrebbe rivelarsi più pericoloso di ciò che pensi. Se io non ti metto in chiaro tutto ciò che potresti trovarti di fronte fin da subito, ti condurrei dritto alla morte e essere tuo maestro mi induce a fare tutto il contrario. E tu non vuoi morire, vero? Non vuoi abbandonare chi ti sta a cuore per una mancata preparazione nella lotta, giusto?" Non lo guardo, resto in silenzio. "Rispondi Dezel!!!" Urla.

"N-no..." Sussurro.

"Non ti ho sentito." Ribatte lui.

"No!" Dico alzando la voce.

"Allora vedi di impegnarti. Io sarò clemente, ma chiunque incontrerai lì fuori non avrà la mia stessa bontà d'animo."

Riparte all'attacco, riesco a schivare la sua zampata e il suo colpo al fianco. Me lo ritrovo fermo di spalle davanti a me, cerco di prenderlo con le fauci dalla coda, scatto un morso. Ero così vicino però non sento il morso andare a segno, mi sento tirare via dalle zampe posteriori, ma lui è ancora davanti a me. Mi volto all'indietro e vedo dei tentacoli neri uscire dal terreno avvolti alle mie zampe. Mi tirano via, cerco di fare resistenza portando le unghie nel terreno, strisciano lasciando dei solchi in esso. Mi volto per avere loro di fronte, uso le unghie per tagliarli via e riesco a liberarmi da essi, fuggo lontano per evitare che mi prendano. Iniziano ad avvicinarsi sempre di più, si tuffano su di me in varie direzioni, io le schivo e mi allontano più che posso. Sono veloci, non si fermano un secondo e Celdor le controlla dalla distanza senza muoversi di un millimetro. È fantastico il modo in cui lui controlla la sua oscurità... a differenza mia.

A un certo punto i tentacoli vengono ritirati e allontanati da me, un'odore diverso da quello mio e di Celedor si fa strada fra le mie narici e un rumore di passi mi distrae. Mi volto a guardare ed è lei... Raven. Si siede poco distante da noi e guarda nelle mia direzione, io resto a fissarla ancora per un pò lei se ne rende conto e mi fa un lieve sorriso, neanche il tempo di ricambiarlo che mi sento una zampata dritta sulla nuca.

"Ahi..." Mugolo voltandomi verso Celdor.

"O la tua percezione è calata di colpo o io sono stato troppo silenzioso. Anche se non credo che tu sia diventato improvvisamente sordo o cieco. Visto che ho avuto tutto il tempo di girarti intorno, venirti alle spalle e darti un colpo alla nuca senza che tu te ne accorgessi."

"Mi sono distratto un attimo..." Ammetto.

Lui ritorna a fissarmi seriamente, se alzassi lo sguardo sono sicuro che mi guarderebbe negli occhi per farmi capire che non scherza. "Mai perdere la concentrazione durante uno scontro, qualsiasi sia il motivo. È uno sbaglio che potrebbe condurti dritto fra le braccia della morte."

Abbasso le orecchie. "Hai ragione, maestro. Scusami."

Lui mi osserva un pò e poi sospira. "Per oggi l'allenamento è finto, puoi tornare dagli altri."

Annuisco facendogli un cenno e mi allontano, Raven si alza e appena le sono vicino mi affianca. "Ho visto lo scontro, sei stato bravo, Celedor è un osso duro. Comunque, scusami se ti ho distratto." Mi sorride.

"Non è stata colpa tua." Ricambio il sorriso. "E si, l'ho notato. Ho sbagliato a sottovalutarlo e non perchè è fratello di Shaomu, ma proprio per quello a cui ho assistito oggi." Guardo avanti. Noto che Hoxy non ha ancora fatto ritorno con Serenity, nemmeno Galen e Shaomu sono ancora tornati e Feg ed Elys non sono dove li avevo lasciati.

"Gli altri si stanno ancora allenando, credo finiranno a breve. Mentre Elys e Feg sono andati a cacciare qualcosa per sfamarci tutti." Mi informa quasi come se mi avesse letto nella mente.

Annuisco semplicemente, non so che dirle nè che rispondere, la sua vicinanza mi mette estremamente a disagio. Non so il motivo, non è antipatica o cattiva, non voglio che si allontani ma nemmeno che mi stia così vicina. Vedo un albero più grande degli altri nelle vicinanze, ci cammino tranquillo e mi siedo sotto di esso, Raven mi segue fin lì, poi si ferma in piedi davanti a me.

"Posso?" Domanda indicando il posto vicino a me.

Guardo prima al mio fianco e poi lei. "Si..."

Mi sorride e si siede, si volta verso di me e mi osserva. "Sei di poche parole." Commenta.

"Abbastanza." Rispondo.

"Eppure con tua sorella parli molto, c'è qualche modo per far sì che tu ti apra con me?"

Vuole che io mi apra con lei? Davvero? "Con mia sorella ho vissuto di tutto, lei mi conosce meglio di tutti. Il rapporto che ho con lei non potrei averlo con nessuno."

Lei sembra pensierosa. "Però non guardi neanche lei negli occhi. Sei davvero così timido come crede Galen?"

Quella frase mi fa restare in silenzio per un lungo periodo, per la prima volta sento dentro di me dei sentimenti contrastanti fra di loro. Un vero combattimento tra ciò che mi consiglia la ragione e tra ciò che sento dentro. Sono in bilico su un sottilissimo filo che unisce la mente e il cuore. Non so che dire, sento i suoi occhi su di me, la noto abbassare leggermente le orecchie.

"Scusami, forse sono stata troppo sfacciata. Non volevo metterti a disagio."

Mi volto la guardo, alzo leggermente gli occhi sul suo viso per vedere la sua espressione ma li distolgo subito. Ho deciso. "Non lo sei stata, tranquilla." Poggio il muso sulle zampe. "E no, non è per la timidezza che non guardo nessuno in viso. Galen si sbaglia."

Si fa più vicina. "E allora qual è il motivo?"

Lascio andare un piccolo sospiro. "I miei occhi, il mio sguardo, non sono altro che la manifestazione di odio, potere e morte. Se guardassi qualcuno di voi negli occhi, potrei farvi del male senza neanche rendermene conto."

Raven ascolta, ma non si allontana da me di un millimetro. Mi aspettavo tutt'altra reazione. "Non riesco a capirti, spiegati meglio."

"È normale, tranquilla. Nemmeno io lo capivo a pieno all'inizio. Anzi, tutt'ora ho ancora qualche carenza." Mi volto verso di lei senza guardarla in viso. "Fidati solo delle mie parole, se ti guardassi negli occhi vedresti qualcosa che non vorresti vedere. Vedresti il lato più profondo di me, vedresti l'ombra che mi avvolge, come guardare negli occhi la morte."

Tutto quello che dico non è falso, è così che mi sento da quando Shaomu ci ha raccontato la nostra storia. Di cosa è capace l'Oscurità e di cosa sarei potuto diventare se essa si fosse impossessata di me e poi... ho già portato morte con il mio occhio, non sto mentendo.

"Ho già guardato negli occhi la morte e, molto probabilmente, se non fosse stato per Galen l'avrei abbracciata quando ero solo una cucciola." Inizia a raccontare. "Nelle terre dove abitavamo io e Galen con la sua famiglia adottiva, non stavano passando un bel periodo. Un lupo malvagio di nome Zimo, aveva catturato me ed altri cuccioli. Ci aveva divisi e a me, personalmente, mi teneva sospesa con una magia sopra un dirupo. Guardavo di sotto e avevo paura, una paura grande quanto quelle terre. A un certo punto la magia si spezzò, urlai, sentivo il vuoto sotto di me farsi sempre più veloce, poi lo vidi. Un lupo bianco balzò dal dirupo e mi prese fra le sue zampe, si schiantò al suolo difendendomi da una caduta per me fatale. Pensavo che fosse morto, ma quando mi accorsi che respirava iniziai a gridare aiuto... ma nessuno mi sentiva. Si risvegliò e con solo tre zampe, riuscì a riportarmi in salvo scalando l'intero dirupo con una forza d'animo che non avevo mai visto. Fortunatamente Serenity non era andata via da lì e ci tirò entrambi al sicuro." Si abbassa lentamente verso di me, si distende anche lei con il muso sulle sue zampe, cerca il mio sguardo. "Quindi credimi... la morte è l'ultima cosa che mi spaventa."

Ascoltai tutto il suo racconto, sentii il mio cuore stringersi a quelle parole. Galen aveva davvero fatto tutto ciò? Quel lupo così imbranato, infantile e sempre allegro, aveva davvero salvato la vita di una cucciola mettendo a rischio la propria? Aveva davvero scalato un dirupo con solo la forza di tre zampe dopo una caduta che gli aveva procurato molti danni? Sono stupito da tutto questo ma, sopratutto... mi sto fidando. Sento dentro di me che posso fidarmi di lei, di Raven. Hoxy aveva ragione, devo fare ciò che sento e ora sento che devo fidarmi.

"Tu... ne sei sicura?"

"Mai stata più sicura." Mi conferma.

Prendo un profondo respiro, alzo gli occhi lentamente fino a far in modo che i miei incrocino i suoi. So che il mio occhio sta cambiando colore, ormai ci sono abituato. I nostri occhi restano incollati gli uni negli altri per un pò di tempo, il suo sguardo sorpreso si trasforma lentamente in un sorriso.

"Ma... è bellissimo." Mi dice con una sincerità disarmante.

"Tu... aspetta, lo pensi davvero?"

Annuisce. "Si, non avevo mai visto una cosa simile. Ma se ti spaventa tanto non credo sia una buona cosa."

"Infatti non lo è, è un potere che mia madre chiamava 'L'Occhio del Re'. Se io dovessi ordinarti, una qualsiasi cosa mentre tengo il mio sguardo dritto nel tuo, tu lo faresti. Non avresti alcun modo di evitare l'ordine che ti ho dato anche se ti facesse del male."

"Ecco perchè eviti il contatto visivo con chiunque, hai paura di farci del male senza volerlo. Non riesci a controllarlo?"

Scuoto il muso. "No, al minimo contatto visivo prende il sopravvento. Quando lo scoprii rischiai di uccidere mia sorella, durante un litigio le dissi di andarsene via e non tornare mai più. Fu fortunata, mio padre la trovò svenuta e nessuno le aveva fatto de male." Riporto lo sguardo basso. "L'unica che non mi ha mai fatto pesare questa cosa fu appunto mia madre e, subito dopo, mia sorella. Infatti a saperlo siete solo tu, Shaomu e lei."

"Dovevi tenere molto a lei."

"A chi?" Domando.

"A tua madre." Mi sorride.

"Più di ogni altra cosa." Ricambio il sorriso.

Si avvicina a me, porta il muso vicino al mio. "Sono sicura che imparerai a controllarlo. Tu sei più forte, vedrai. Io faccio il tifo per te... ti starò sempre accanto."

Queste parole mi danno coraggio. È vero, me le ripete sempre anche Hoxy, ma dette da una lupa esterna a tutto quello che abbiamo passato mi colpisce in profondità... tanto da darmi la forza di aprirmi. Mi avvicino di più e le lecco la guancia. Lei fa solo un piccolo sorriso intimidita.

"Raven, promettimi solo una cosa."

"Cosa?" Mi chiede.

"Non dirai a nessuno che ti ho detto tutto ciò, nemmeno a Shaomu o ad Hoxy. A nessuno."

Lei annuisce. "Te lo prometto."

Ci sorridiamo, dopo quelle ultime parole, cambiamo argomento, resta seduta al mio fianco anche dopo che arrivano gli altri. Di tanto in tanto la osservo non so cosa sono queste emozioni che provo dentro di me, non le avevo mai provate prima d'ora ma ammetto che non sono affatto spiacevoli.

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