Prologo
Morire... quanti lupi avevo visto morire durante la mia vita? Tanti, forse troppi. Il primo, per quanto io non possa ricordarlo bene, lo vidi morire quando ero solo una cucciola. Non era nessuno di importante, non ricordo neanche il suo nome, so solo che papà lo uccise per proteggermi. Ma non è quella la cosa peggiore, vedere qualcuno morire non è il male maggiore. Il male maggiore arriva quando sei costretto ad uccidere con le tue stesse zampe qualcuno a cui vuoi bene o, semplicemente, vedere qualcuno a te caro perdere la vita e non poter fare nulla per salvarlo. Io? Io mi ero ritrovata in ognuna di queste opzioni e hanno fatto entrambe male. Molto male. Le mie ultime perdite sono avvenute meno di un mese fa e... mi mancano, ogni giorno. Ognuno di loro mi manca, sempre. Speravo, volevo, che almeno loro due vivessero la gioia e l'amore che avrebbero potuto dare i miei cuccioli con il loro arrivo e, invece, non ci sono riuscite. Quando sono entrata in quella tana e le ho viste così vicine non mi sono trattenuta, ho pianto proprio come era successo per papà. Sono stata molto male e anche se è passato ormai un mese, non c'è giorno in cui io non penso a loro. Ma... i Machina non abbassano mai la testa, giusto papà? Neanche nelle situazioni peggiori.
"Amy! Su, torna alla tana, ho portato la cena."
"Si, Joel! Arrivo!"
Mi allontano dai cumoli di terra e torno alla tana. Alla morte di mamma e della zia Horo, abbiamo fatto si che stessero accanto allo zio Azazel e a papà. Per sempre, come avrebbero voluto. Entro nella tana e guardo le prede: un cinghiale sostanzioso e due alci sono presenti sul terreno.
"Caccia abbondante?" Sorrido guardandolo.
"Sono stato fortunato." Ridacchia avvicinandosi a me. "Allora, che dicono questi due piccoli?" Abbassa il muso verso la mia pancia.
Mi siedo. "Tutto bene, ma mi sa che non vedono l'ora di uscire."
"Beh, anche il loro papà non vede l'ora di conoscerli." Alza la testa e mi lecca il muso. "Sono sicuro che tutti li ameranno. Ora mangia."
Gli sorrido felice e inizio a mangiare. L'unica cosa che mi rattrista è che Hazel non sia qui per viversi questo momento che verrà. Però sono a conoscenza di ciò che fatto, da quando è partita la sento sempre al mio fianco, la sua presenza è costante. Il suo potere le ha permesso di collegare la sua Oscurità alla mia, in modo da restare sempre collegate e di sapere l'una con l'altra se stiamo bene. Non mi da per nulla fastidio, ne ho parlato anche con Joel e lui è felice di sapere che, in qualche modo, sua sorella è sempre al nostro fianco.
Sospiro, comunque, Joel ha ragione, i nostri piccoli cresceranno al sicuro ed amati da tutti. In fondo, io e lui, abbiamo matenuto una promessa fatta allo zio Azazel. Abbiamo reso le terre dell'Est libere al passaggio per qualsiasi lupo. Nessuno teme più di mettere zampa in queste terre. E grazie a ciò, Joel viene amato e rispettato come Re da ogni lupo che passa. C'è chi si ferma per pochi giorni, chi è solo di passaggio, chi usa queste terre per accorciare il suo viaggio, chi viene qui per raccogliere le erbe più nascoste e chi si ferma nei paraggi trovando una casa.
Ognuno fa ciò che vuole, rispettando un'unica regola: non torcere alcun pelo a nessun membro della nostra famiglia. Fin quando restiamo io e Joel il problema non si pone, siamo esperti e abili nella lotta nessuno può lontanamente sognarsi di riuscire a vincere contro noi due insieme. Ma nelle mie condizioni e con la futura nascita dei piccoli questa regola è diventata molto più rigida e rispettata. Joel non ha mai smesso di fare le sue ronde, controlla sempre i confini e ogni singolo territorio di queste terre ma, almeno, non siamo più soli.
In fondo, questo cambiamento mi piace. Riesco a parlare con più lupi, a incontrare qualcuno con doti magiche con cui confrontarmi, a scambiare qualche parola con qualcuno e vedere che, magari, c'è chi ritorna anche solo per farci visita. Non è così male, anzi, tutto sembra andare per il meglio. Finito di mangiare mi stendo su un fianco e guardo Joel dal basso, lui mi sorride e fa lo stesso mettendosi al mio fianco.
"Che facevi lì?"
"Pensavo." Lo guardo negli occhi.
"A cosa?"
"Un pò a tutto ciò che ci è successo, che gli è successo."
Lui si avvicina e porta il suo collo sulla mia testa avvicinandomi. "Sai che non devi fare questi pensieri."
"Perché? Tu non pensi mai a loro?"
Sta in silenzio per un pò. "Si che lo faccio, ma non mi abbatto, perché so che loro non vorrebbero questo."
"Ma io non mi abbatto." Sospiro.
"Amy..." Mi richiama lui.
"Va bene... forse un pò." Ridacchio leggermente.
Scuote il muso. "Pensa ai nostri cuccioli e pensa a come saranno felici una volta che nasceranno."
"Immagina se uno di loro prendesse il carattere dello zio Azazel."
Ridacchia. "Beh, c'è questa probabilità. Mio padre era molto particolare."
"A me piacerebbe, almeno vivrebbe la sua vita con un pò di spensieratezza." Sorrido.
"Si, ma dovrà avere sempre qualcuno che lo tenga a bada. Un pò come faceva la mamma con papà."
Annuisco. "Ci penserà suo fratello o sua sorella, mi piacerebbe vederli molto uniti. La famiglia e l'unica forza che noi tutti abbiamo."
"Sai? Parli come la zia Roxy, però... hai ragione. Vedrai, saranno due cuccioli davvero speciali." Mi stringe a sè. "Ora riposa."
"Joel..."
Mi guarda negli occhi. "Dimmi."
"Ti amo."
"Ti amo anche io, Amy."
Sorrido, mi stringo a lui e mi addormento. È strano il fatto di come riesca a tranquillizzarmi con poche parole. Lo amo, lo amo più di ogni altra cosa al mondo e se mai mi chiederanno di dare la vita per lui... lo farei, senza pensarci due volte. Passa un altro mese, il tempo scorre veloce e il momento del parto è vicino. Ho insistito molto per far sì che Joel non chiamasse nessuno per aiutarmi con il parto. Posso farcela da sola, mi basta solo che lui stia al mio fianco. Sono alla tana quando inizio a sentire delle forti fitte al ventre, guaisco leggermente e mi faccio forza per mettermi in piedi. Esco lentamente dalla tana per richiamare il mio compagno.
"J-Joel!" Urlo e subito dopo ululo.
Qualcuno mi sente e accorre al mio richiamo. "Amy, hai bisogno di aiuto?"
Guardo la lupa davanti a me. "C-chiama Joel!"
Lei mi guarda tutta prima di correre via. Io ritorno dentro, mi avvicino alle erbe prendendo quello che mi serve, faccio profondi respiri. "Piano piccoli, non fate troppo male alla mamma..." Stringo leggermente i denti e mi stendo.
"Amy!" Joel entra di corsa e mi affianca, la lupa arriva subito dopo di lui. "C-chiama qualc-"
"No!" Lo fermo. "C-ce la faccio, tranquillo." Gli sorrido per tranquillizzarlo. "Tu pensa solo a bagnare quelle erbe." La lupa va via lasciandoci soli.
Non perde tempo e fa come gli dico, i dolori aumentano. Faccio respiri sempre più profondi e inizio a spingere, spingo sempre di più fin quando non sento il primo pianto, che viene subito seguito da un secondo. Mi lascio andare al suolo quando i dolori cessano, Joel è vicino ai nostri piccoli, li pulisce leggermente con l'acqua e li prende entrambi dalla collottola poggiandoli sul mio petto.
"Ce l'hai fatta..." Mi sorride.
"Te lo avevo detto." Guardo i nostri cuccioli con gli occhi lucidi
"Sono così... piccoli." Sussurra leggermente avvicinando il muso al loro.
Li guardo anche io e li noto aprire gli occhietti, entrambi li hanno dorati. Uno dei due alza la zampa verso il muso del padre mentre l'altro lecca leggermente il mio. Sono entrambi identici e i loro colori si intrecciano fra i miei e quelli di Joel: hanno il manto color crema. Sotto il muso, il collo, la punta della coda, la pancia e le zampe sono bianche. Sul fianco e un pò sfumato anche sulla schiena e la coda è presente del bruno chiaro, mentre la parte iniziale della schiena è nera.
Annuisco a Joel. "Sono Dezel ed Hoxy Ex Machina... sono i nostri piccoli."
Delle lacrime di felicità solcano il mio muso, Joel invece disinfetta la mia ferita con le erbe che prima gli ho dato. Gli sorrido e guardo ancora i miei piccoli accucciolati sul mio petto. È così che la mamma si è sentita quando sono nata io? È questo che la zia Horo ha provato quando ha partorito Joel ed Hazel? Perché se è questo, non ho mai provato più felicità e amore di questo momento.
"Benvenuti in queste terre, figli miei. La mamma e il papà vi aspettavano da molto tempo."
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