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Capitolo 8

:<<<Milord,è giunto un messo da Edimburgo>> annunciò un servitore. Ad Edward cadde di mano la coppa colma di vino,che tintinnò abbattendosi al suolo,macchiando di rosso le pelli sul pavimento in pietra della Sala. Tutti i presenti si guardarono,scioccati.

:<<Fallo entrare>> disse.  Si sedette sul suo scranno. Le porte in legno della sala furono aperte,ed un uomo ben vestito entrò,con al seguito un drappello di guardie armate,facendo un inchino ai presenti.

:<<Lord Edward,vi chiedo umilmente ospitalità in questa stupenda dimora>> il giovane si avvicinò allo scranno di Edward,passando vicino al grande tavolo sul quale vi erano riverse mappe e pergamene varie.                                                                                                                                                        Edward lo osservò attentamente,aveva un portamento nobile,vesti dai colori suntuosi,un filo di barba ancora sottile sulle guance e sul mento. Occhi intelligenti e di un azzurro vivissimo,i capelli lisci e castani. La pelle era candida come il latte,ogni tanto guastata da una miriade di piccole lentiggini.

:<<La mia ospitalità vi è concessa,tuttavia,mi è parso ancora di non aver udito una vostra presentazione>> rispose Edward. Il ragazzo scosse la testa :<<Perdonatemi,milord. Porrò rimedio subito>> sollevò la testa con fare baldanzoso e dichiarò :<<Sono David McWilliam, Principe di Stratchclyde,fratello minore di sua maestà Re Alessandro II di Scotia, detto "il feroce",colui che con una gloriosa crociata lo scorso inverno ha scacciato i pagani dalle terre del nord>> e fece un secondo inchino.

Nella sala scoppiarono le esclamazioni di stupore. Re Alessandro gli mandava suo fratello come ambasciatore....dopo che i suoi uomini avevano attaccato e massacrato due drappelli sul confine.        A che gioco stava giocando?

:<<Ebbene,principe, a cosa dobbiamo l'onore della vostra visita?>> chiese Edward. Il ragazzo rispose,con aria solenne :<<Giungo qui da voi,con la benedizione di Dio,pacificatore degli animi,mitigatore delle volontà brutali. Ecco,giungo,per chiedervi umilmente di non attaccare la Scotia, dopo quanto accaduto sul confine>> 

:<<E intanto voi avete massacrato cento uomini in un solo giorno!>> gridò Sir Ronald da un angolo della sala. Ben presto si levarono altre grida di indignazione. Il principe osservò intimorito tutti gli altri uomini presenti in sala,riversargli contro accuse gravissime. Edward scosse la testa. Re Alessandro poteva essere abile in battaglia,ma non in diplomazia. Oppure,tutto ciò era una farsa. Perché mandare il suo giovane fratello nella tana del nemico?

Si alzò,notando che alcuni avevano posato le mani sull'else delle spade. :<<Signori!>> gridò,protendendo le braccia in avanti. :<<Non versiamo altro sangue prezioso in questa sala!>> tutti si zittirono. Si rivolse al giovane principe,che deglutì a fatica. :<<Perché vostro fratello vi manda qui,a chiedere di non rispondere a un attacco illecito e ingiustificato?>>

:<<Non si è trattato di un attacco progammato. Ma di un tentativo di insubordinazione. I nostri uomini non avevano ordine di attaccare i vostri. Hanno agito in proprio. E vi do la mia parola>> esclamò,mettendosi una mano sul petto :<<Che i responsabili sono stati puniti>> 

:<<Come facciamo a credervi?>> questa volta a gridare fu Sir Thomas Langlesmith,che con suo figlio e i suoi uomini più fedeli era seduto su una poltrona in fondo alla sala.
Il principe sospirò,poi fece un cenno a uno dei suoi uomini che uscì dalla sala.

:<<Ecco,adesso siete persuasi da quanto dico?>> esclamò

Nella sala entrarono cinque servitori ognuno con un sacco in mano. I sacchi vennero aperti, e da ognuno di essi fu tirata fuori una testa mozzata. Cinque teste mozzate,fecero il giro della sala,con gli occhi sgranati e le labbra aperte in un urlo di terrore. Si levarono grida di disgusto. Gli uomini più cattolici subito si fecero il segno della croce,gli altri si limitarono a volgere lo sguardo altrove per non vomitare. Edward osservò la scena impassibile. Il suo schiavo si accostò lui da vicino al camino :<<E' giunta la risposta di Lord Burton>> gli disse in un orecchio. Il Principe li osservò incuriosito. Il servitore mise nella mano di Edward una missiva arrotolata e poi scomparse. Edward,con noncuranza,disse :<<Bene,principe David, avete dato prova della vostra parola. E per questo vi ringraziamo. Resterete ospite qui alla Rocca fin quando vorrete>> fece un cenno col capo al Principe,che lo guardò con un'aria sospettosa. :<<Scortate il principe nelle sue nuove stanze e occupatevi dei suoi bagagli>> ordinò ai servi presenti in sala,che si fecero passare i bauli dell'ospite da quei cinque che si era portato dietro. :<<Lord Edward,mi concedete l'opportunità di usufruire dei servigi di una delle mie guardie personali,durante il mio soggiorno?>>chiese il principe. Edward rifletté. :<<No,Lord David>> rispose Edward,sorridendo. Il Principe si scompose. Edward fece un cenno ai suoi uomini ai lati della sala.

Il principe osservò i movimenti degli uomini con aria preoccupata e al contempo sospettosa. Prima che potesse chiedere spiegazioni,Sir Robert sguainò la spada e con un gruppo di armigieri al seguito attaccò i soldati del Principe David.

:<<Lord Edward! Fermateli all'istante! Voi stesso avete ammonito i vostri valvassori affinché non fosse versato sangue in questa sala! E' inaudito! Vengo in pace,non lo capite?>>

Gli uomini del principe furono sterminati uno dopo l'altro. :<<Si,Lord David. Ma intendevo dire che non si versasse sangue inglese. Non scozzese>> rispose Edward sorridendo.
Tutti i presenti in sala scoppiarono in una sonora risata.                                                                            :<<Scortate il principe nelle sue stanze>> disse Edward ridendo. Due armigieri afferrarono il principe per le braccia e lo condussero con forza verso i piani superiori.
:<<SIETE UN VILE ASSASSINOO!>> gridò il giovane.
:<<Non temete,Lord David,non vi sarà fatto alcun male>> gridò Edward. I presenti scoppiarono di nuovo a ridere sonoramente. :<<E ora,ripulite la mia sala da quella feccia>> disse,indicando i cadaveri della scorta del principe. I servi si apprestarono a spostarli. :<<Questa seduta del consiglio di guerra è sciolta. Andate con Dio>> esclamò Edward. Nella sala si levò un mormorio e tutti i presenti si affrettarono ad uscire,non prima di aver sputato sui cadaveri degli scozzesi.                                             Frate Philip accorse verso di lui :<<Avete idea di cosa succederà adesso,milord?>> esclamò. :<<Monaco,rilassatevi,so quello che faccio>> rispose :<<Ben fatto con gli scozzesi,milord>> si avvicinò Sir Ronald. Era un uomo alto,ben piazzato,i capelli fulvi e la carnagione pallida lo facevano sembrare un pirata irlandese. :<<Mi chiedo adesso,quale sarà la reazione del Re Alessandro>> continuò. :<<Aveva mandato qui suo fratello per trovare una scusa per invaderci. Si aspettava che lo avremmo catturato,in modo tale da giustificare una propria calata per la sua liberazione>> rispose. :<<Ma non è quello che abbiamo fatto?>> fece presente il monaco,con tono ammonitore. :<<No,monaco>> rispose Edward :<<Non avete sentito per caso cos'ho detto? Ho detto che potrà godere della nostra ospitalità fin quando vorrà. Il che vorrà dire che lo faremo tornare ad Edimburgo non appena ce lo chiederà>>. :<Quindi non può considerarsi ostaggio>> osservò Sir Ronald,con lo sguardo perso. Faceva sempre così quando rifletteva. Era snervante. :<<E perché massacrare la sua scorta?>> chiese il monaco. :<<In modo tale che nessuno possa riportare ad Alessandro le nostre condizioni difensive. Se avessimo permesso il loro ritorno ad Edimburgo,avrebbero riferito tutto quello che avevano visto>> i due uomini annuirono.

Più tardi,nelle sue stanze,lesse la missiva di Lord Burton.

Lord Edward,le nuove che mi avete riportato nella vostra precedente missiva mi danno molta preoccupazione. Non consideravo possibile che il Re Alessandro si stesse già organizzando per una calata a sud. Gli altri lords non ne hanno dato segno. Da quanto mi scrive Lord Edgar, Guillaume de Saint-Tholéme ha incontrato nuovamente sa gràce, tutta via,senza alcun esisto positivo. Luigi non fa altro che rimandare ancora e ancora la partenza delle truppe. Non riusciamo a capire cosa motivi questa sua insicurezza. Se Re Alessandro ha dato ordine di attaccare le vostre forze,di certo non ha le più rosee intenzioni. Credo convenga salvaguardarci. Le mie spie ad Edimburgo mi informano che a corte si respira un'aria fin troppo eccitata. Da quanto mi hanno riferito i miei fedeli informatori,il fratello minore del re,il principe di Stratchclyde,David,verrà  mandato da suo fratello il Re a farvi visita,per trovare un tentativo di mediazione. Forse è già arrivato e ,in tal caso,quanto vi scrivo ormai sarà inutile. E' una trappola. Non credete alla storia di una semplice e banale scaramuccia di confine,anche se porterà con sé delle prove tangibili. Ma soprattutto,vi consiglio vivamente di non trattenerlo in ostaggio. Tantomeno concedergli la libera departita subito. Se vi siete organizzato a guerra,riferirà tutto quello che avrà potuto notare a suo fratello. Siate cauto Edward. Vostra sorella sta bene e vi manda i suoi saluti più cari. Inoltre c'è una novità in più: nel suo grembo si è formata una nuova vita. Quando mi è stato riferito ho organizzato un banchetto di tre giorni!                                  Che dio sia con voi,

                                                         Lord Burton Newcastle,duca di Northumberland e conte di Newcastle

Edward sorrise. Sua sorella già madre. Era una stupenda notizia! Tuttavia fu turbato dalle informazioni riportate da Lord Burton. Doveva circondarsi anche lui di così abili spie. O forse il lord era in qualche modo coinvolto nella faccenda? Escluse immediatamente la possibilità. Lord Burton era un uomo che teneva ai suoi accordi. Non avrebbe mai osato tradirlo.

Bussarono alla porta.

:<<Chi è?>> chiese

:<<Milord,è giunto sir Gerald Spencer da Carlisle-upon-Twyn. Chiede di poter essere ricevuto>> Edward soffocò un urlo di soddisfazione.

:<<Riferitegli che lo riceverò tra breve>>

                                                                                     §§§§§§§

:<<Milord!>> sentì quella voce fastidiosa,simile al lamento di una capra partoriente,e quasi si irritò. Sir Gerald si inchinò alla sua presenza. :<<Sedete>> si limitò a dire,indicando una poltroncina di legno innanzi al suo scranno.
L'uomo fu lieto dell'invito e fulmineamente obbedì. Edward fece cenno a un servitore che portò due coppe e una brocca di vino. :<<Vi avevo esplicitamente avvisato,di giungere alla Rocca in mattinata. Non è così,frate Philip?>> chiese al monaco che siedeva in un angolo della sala. Il monaco si alzò :<<Ho scritto quanto mi avevate detto,milord>> si difese il monaco. Edward spostò lo sguardo colmo d'ira verso quell'essere viscido,che lo osservò con aria terrorizzata.
:<<Se l'errore non è dovuto al mio scrivano, è dovuto a voi>> precisò. Sir Gerald iniziò a tremare :<<Ma,milord....io....sono veccho ormai. Non ho più la tempra di una volta. Non riesco più a cavalcare. Ho dovuto fermarmi lungo il tragitto più volte>> spiegò. Edward si accomodò sul suo scranno,e incominciò a sorseggiare il vino. :<<Ditemi,Sir Gerald,a quanto ammonta il debito che avete con la mia casata? Quanti tributi non avete versato finora?>>                                                                                :<<Milord, sono anziano,non riesco più a rimembrare le cose come una volta>> rispose.                       Stava incominciando a sudare. Edward schioccò le dita. Frate Philip si avvicinò ad Edward con un grande libro in mano,leggendo. :<<Cosa dicono i documenti dei tributi?>> chiese Edward.                 :<<Qui l'ultimo tributo giunto a nome di Sir Gerald Spencer di Carlisle-upon-Twyn nelle casse della Rocca,risale all'inverno dell'anno domini 1205, si tratta di 5 sterline>> concluse il monaco,con aria pignola,e richiuse il libro per andare a riporlo sulla sua scrivania in un angolo.                               :<<Bene,Sir Gerald,sono ben 9 inverni che non pagate il vostro tributo. Cosa dovrei fare adesso?>> l'uomo lo fissò,terrorizzato. :<<Pagherò,milord,ve lo prometto! Le tasse riscosse dai popolani della città sono state misere,i proventi della fiera del bestiame sono stati tutti assorbiti dalla Corporazione cittadina,ogni anno! Le mie finanze sono in disgrazia! Ho i forzieri vuoti da molto tempo!>>               Edward scattò in piedi :<<Fandonie! Voi avete il denaro,e ne avete molto! Così tanto da poter acquistare una macina al Vescovo per far pestare i cereali nel cortile del palazzo Vescovile!>> l'uomo sbiancò.                                                                                                                                                                           :<<Chi vi ha riferito simili facezie? Assolutamente no. Non ho nemmeno idea di cosa stiate parlando!>> Edward non riuscì più a controllarsi :<<Insulso villano! Escremento di capra! Come vi permette di mettere in dubbio la mia parola?! Io sono il signore di queste terre! Sono il Conte di Cumbraland,e di certo non ignoro ciò che accade nelle mie terre!>> colpì quella faccia flaccida e grinzosa con un pugno.                                                                                                                                                                                    Sir Gerald crollò a terra,facendo rovesciare la poltroncina di legno. Emise un gemito di dolore,massaggiandosi la mascella.                                                                                                               Edward,ormai in preda alla collera,sguainò la spada e la puntò al collo dell'uomo.                                :<<Milord! Controllatevi!>> gridò Frate Philip,accorrendo per difendere l'uomo.                           :<<Scansatevi voi,inutile monaco!>> lo spintonò facendolo cadere a terra in un angolo della sala.    :<<Sir Gerald,avete da tempo goduto della benevolenza dei Carlisle, ora tutto questo avrà fine. Voi non sarete più castaldo della città di Carlisle-upon-Twyn,vi spoglio del titolo,della proprietà in città,delle terre e di tutti i vostri beni!>> dichiarò Edward. L'uomo si agitò :<<No! Vi prego,milord,concedetemi un'altra possibilità!>>
Edward guardò il monaco :<<Alzatevi e prendete penna,calamaio e pergamena>>. Il monaco obbedì in fretta. :<<Io,Lord Edward Carlisle,conte di Cumbraland,spoglio del Titolo di Castaldo della Città di Carlisle-upon-Twyn e signore dei villaggi circostanti,l'uomo qui davanti,tale Gerald Spencer. Assegno i titoli e i beni in suo possesso a....>> fece una breve pausa. C'era bisogno di qualcuno di cui potesse fidarsi,da riuscire a tener testa a quell'altra canaglia del Vescovo Charles. Poi gli venne in mente. Quando ancora suo padre era vivo,aveva trascorso molte estati nel piccolissimo feudo di alcuni valvassini sotto Sir Ronald Howckleby. Era una famiglia di cinque figli. Tre femmine e due maschi. Aveva legato con il secondogenito,si chiamava Thomas. Erano diventati amici e poi compagni d'avventura. Ricordava ancora le scorrazzate lungo il fiume Sprunt, le lunghe rincorse fra gli alberi delle foreste fitte e umide. E il profumo delle viole nei prati,mentre facevano la lotta. Poi,suo padre aveva avuto bisogno di lui alla Rocca sempre di più,e perciò smise di frequentare quei luoghi. :<< a Sir Thomas Earnshaw>> concluse. Sarebbe stato contento di rivederlo. Almeno lo avrebbe salvato da un triste destino. Da quanto aveva sentito dire,suo fratello aveva ereditato il feudo dei genitori,le sue tre sorelle erano tutte diventate monache, ed erano entrate nel convento di Carlisle-upon-Twyn, e a lui non restava che intraprendere la carriera militare. Da tempo infatti serviva un altro valvassino,sottoposto sempre a Sir Ronald. Aveva sperato che lo avesse portato con sé,ma effettivamente forse era così troppo abile,che il suo signore lo aveva voluto tenere gelosamente con sé.
:<<E di mia figlia,lady Selene,cosa ne farai?>> chiese amareggiato quella voce di capra. Sul volto di Edward si dipinse un mezzo sorriso. Sollevo di peso l'uomo,mettendolo in posizione eretta,poi si avvicinò al suo orecchio :<<Sarà la mia puttana>> sussurrò compiaciuto.
L'uomo scoppiò in lacrime. :<<Guardie! Conducetelo nei sotterranei,che resti lì sotto a marcire. Domattina sarà processato e condannato per alto tradimento dal tribunale feudale. Scrivi,monaco>> indicò all'uomo,che continuò il suo lavoro. Due armigieri afferrarono Sir Gerald,ormai in preda alla disperazione,da non ternare nemmeno di protestare e lo condussero fuori dalla sala.                   :<<Servo!>> chiamò Edward. Lo stesso che aveva portato il vino gli si accostò :<<Manda a chiamare Sir Robert,è urgente>> il servo scappò fuori dalla sala.

Dopo mezz'ora era lì. :<<Dite pure,milord>> si inchinò. :<<Prendi i tuoi uomini migliori,dirigiti a Carlisle-upon-Twyn. Affiggi quello>> disse indicando un documento che aveva in mano frate Philip :<<al portone del casa del Castaldo. E porgi le mie più sentite scuse a Lady Selene, per la disonestà di suo padre>> concluse sorridendo. Sir Robert annuì,prese il documento che Frate Philip gli stava porgendo e uscì dalla sala velocemente.

Prima o dopo,Edward  si stava togliendo tutti i sassolini dai calzari.

                                                                                               §§§§§§§§

Quella sera diede un grande banchetto,annunciando la notizia della gravidanza della sorella. Urla di esultanza si levarono nella sala. Al suo fianco,da un lato,siedeva Lady Brigid,in uno dei suoi abiti più splendidi e finemente lavorati,dall'altro c'era il Principe David,scuro in volto per gli avvenimenti di quel giorno,ma lieto nel notare che nonostante tutto,veniva trattato con tutti gli onori. La sala era stracolma di soldati e le poche donne presenti nella Rocca venivano continuamente palpeggiate e molestate. L'idromele scorreva a fiumi e Sir Ronald Hocwleby,dopo averne svuotato una tinozza intera incominciò a spogliarsi dell'armatura e della sottoveste leggera. Salì con un balzo sul tavolo,tra il disgusto dei nobili presenti e lo sdegno delle due nobildonne. :<<Per l'amor del cielo,Ronald,copritevi!>> lo supplicò Edward ridacchiando. :<<Cosa volete da me,milord,se Dio mi ha fatto uomo e non donna?>> tutti scoppiarono a ridere sbattendo i boccali colmi di birra d'orzo sul tavolo. Sir Ronald sollevò in alto le braccia e fece cenno ai musici che si arrestarono. Incominciò a sbattere un piede sul tavolo,facendo sobbalzare i bicchieri e i piatti di legno presenti. Il fuoco nel camino,sul quale arrostiva un maiale, illuminava la sala quasi suggestivamente. Dopo un po',anche i soldati di Sir Ronald si unirono a quel ritmo altalentante,sbattendo i pugni sul tavolo. Lady Brigid rideva incredula,mentre Lady Anara si era alzata e stava abbandonando la sala dallo sdegno. Poi gli uomini di Sir Thomas incominciarono a ripetere a gran voce :<<Beowulf! Beowulf! Beowulf! Beowulf!>> in assonanza con il rumore dei pugni sbattuti sul tavolo. :<<Milady,forse è bene che non ascoltiate>> disse Edward,prendendo la mano di Lady Brigid. :<<Oh! Milord,non vi crucciate! E' così divertente!>> esclamò ridendo. Edward conosceva quel canto. In breve tutti presero a sbattere qualcosa a ritmo,o a ripetere urlando quel nome. E sir Ronald inziò a cantare :<< Delle Genti Danesi, lunghe lance, membri corti ( e scoppiarono le risate) ci restan dei ruderi e ricordi contorti>> e i musici attaccarono uno stornello,mentre gli uomini ripresero ripetendo :<<Beowulf! Beowulf! Beowulf,grande onore a te!>> e rispose Sir Ronald :<< E di quelle genti,prosciugatori d'idromele,ciò che ricordano in molti,furon i loro re grandi e forti>> e vi fu la risposta dei musici e gli uomini :<<Beowulf!Beowulf! Grande onore a te!>>; :<<E al grande Scyld Sheffing,stupratore di vergini,terrore dei nemici,che strappava panche d'idromele ai popoli vicini; trovato derelitto,in questo ebbe conforto,fu grande sotto il cielo,finché le genti dovetter obbedienza>>  e di nuovo la risposta musicata :<<Beowulf,Beowulf,grande onore a te!>> mentre Sir Ronald continuava,talvolta facendo ciondolare oscenamente i propri genitali per spregio sul volto del Principe David,il servo si avvicinò ad Edward. :<<Milord,una folla inferocita si sta spostando da Carlisle-upon-Twyn verso di noi. Sono i popolani della cittadina,vengono alla Rocca per protestare>> disse. Edward si alzò e uscì dalla sala,mentre i canti continuavano e le bevande scorrevano a fiumi. E qualcuno,in un angolo si dava già da fare facendo godere a turno qualche donna del villaggio.
Si diresse nella sala d'Ingresso,dove trovò ad attenderlo Frate Philip,sir Longarm,e con suo grande stupore,suo cugino. Che non era nella sala. :<<Sapete dirmi qualcosa,sir Longarm?>> chiese :<<Sì,milord. Un soldato della scorta di Sir Robert è tornato esattamente poco fa. Quando ha affisso il documento alla Casa del Castaldo e ha annunciato ciò che avevate ordinato,la folla si è diretta verso il Palazzo Vescovile per chiedere consiglio>> Edward lo fissò scioccato .<<Cosa? Sono andati dal Vescovo?>> Sir Longarm annuì. .<<Milord! Cos'altro avrebbero potuto fare? Vi rammento che Sir Gerald era molto apprezzato...>>; :<<Sir Gerald è un inetto! E questo i popolani non lo sanno! Era molto apprezzato perché dava prestiti facilmente ai cittadini. Ma molti lo hanno odiato col tempo,perché non si è rivelato altri che un usuraio!>> lo interruppe Henry. Edward annuì. Era cresciuto molto,la sua mente si era resa più fine. :<<Dicevo,milord>> riprese con irritazione il monaco :<<Con la corporazione sciolta,voi distante, quale altra autorità può essere presente? Il vescovo!>>     :<<Fatto sta',milord,che il vescovo li ha aizzati contro di voi. Definendovi un bambino capriccioso,in grado di minacciare la libertà di tutti coloro che sottostanno alla vostra autorità>> riferì Sir Longarm. :<<Come ha osato,quel vile!>> urlò Edward. .<<Il Vescovo ha fatto arrestare Sir Robert,  e lo tiene rinchiuso nei sotterranei del palazzo. Vuole processarlo e giustiziarlo>> Edward era furibondo. :<<Come si permette? Giustiziare il mio comandante delle truppe personali! Questo è inaudito! Partiamo all'istante per Carlisle-upon-Twyn!>> gridò. :<<Non potete,milord!>> esclamò il frate. :<<La folla sta venendo qui! Ci sarà un assedio,dobbiamo difenderci!>>                                                                      Edward era sconcertato :<<Come pretendono che li difenda dalla minaccia degli Scoti,se sono loro i primi a seminare caos e disordine nella mia contea?>>

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