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Capitolo 7

La Badessa versò il vino nella coppa. Il gorgoglio lento di quel liquido rossastro gli fece rizzare i peli sulla nuca. Da quando aveva fatto quel terribile incidente a cavallo,qualsiasi rumore sottile lo irritava. Infilzò un pezzo di arrosto con il coltello e se lo portò alla bocca. Prese la coppa argentata che la madre superiora gli porgeva e ingollò quel nettare ferroso dal sapore un po' acre. Lei lo osservò mangiare lentamente,per poi riprendere a tormentarsi le maniche candide della tonaca.                    :<<A cosa devo l'onore?>> chiese Edward,dopo aver ingoiato il liquido misto alla carne.                         La Madre Badessa Lorena gli gettò un'occhiata un po' contrariata,dopotutto lei lo aveva invitato a pranzo. Sospirò,ricordandosi forse di dover osservare l'obbligo della tolleranza e si fece coraggio         :<<Il Vescovo Charles>> disse.
Edward annuì. :<<Comprendo a pieno. Da quando è diventato vescovo di Carlisle-upon-Twyn non ha fatto altro che mettermi i bastoni fra le ruote. Cosa ha fatto stavolta?>>                                                          :<<Ha proibito al mio coro di cantare durante la messa in Cattedrale>> rispose la badessa,sconvolta. Edward stava per scoppiare a ridere :<<Reverenda madre,se fossero solo questi i problemi che affliggono il mio contado..>> ma la donna lo interruppe :<<Lord Edward,capisco che avete altro a cui pensare. Ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Non potete immaginare il clima che si respira in questa città! Cittadini innocenti vengono arrestati dallo sceriffo, e condannati dal tribunale religioso del Vescovo,finiscono alla gogna o peggio,sulla forca,senza aver fatto nulla,se non essersi opposti al suo volere. I suoi  vecchi nemici a Whitework sono stati stati fatti impiccare e i frati che gli si erano opposti durante il suo priorato,sono stati trasferiti nel piccolo convento di St William-on-the-Mountain,a nord,vicino al confine con gli Scoti. Mi ha persino minacciata,di togliermi il convento! Non potete immaginare che cosa stanno vedendo i miei occhi in questi giorni! Lord Edward,non peccherò certo di presunzione o indisciplina se dico che il Vescovo Charles non rispetta più la figura della carica che ricopre. Bisogna fare qualcosa>>. La donna aveva ragione.                           Quel monaco scarno da quando era diventato Vescovo dopo la morte dello zio Harold aveva preso il vizio di ficcanasare nella politica del contado. Istituendo quel suo tribunale fasullo composto da preti imberbe con i saii macchiati d'inchiostro e gli occhi consumati dalla troppa lettura,minacciava la libertà degli abitanti delle zone. Tutto era cominciato dopo la sua nomina a Vescovo arrivata dall'Arcivescovo di Canterbury e approvata da sua maestà. Appena nominato,aveva istituito con una cerimonia solenne questo fantomatico tribunale,con la scusa di far luce sulla morte del suo predecessore. E aveva minacciato addirittura Edward,di esserne il mandante,ricoprendolo di accuse e screditandolo davanti ai popolani. Poi,si era opposto alla nomina degli sceriffi,aveva indotto Lady Brigid a risposarsi,con Lord Bernard Woorshire, conte di Duhram. Lo stesso conte che,in seguito,poiché aveva rifiutato di versare il nuovo tributo al Re,era stato incarcerato nella Torre di Londra,e i terreni con i titoli  della sua piccola contea erano stati assegnati a un reduce della guerra contro i ribelli gallesi,cane fedele di sua maestà. Lady Brigid era tornata ripudiata e diseredata alla Rocca,senza più un briciolo di dignità,accolta ovviamente da Edward come una madre,mentre il suo secondo marito era morto marcendo in quelle carceri squallide.                                                                      :<<E' troppo potente in questo momento. Ed ha appoggi in tutta la contea>> osservò Edward                :<<Ma voi siete il conte! Il popolo ascolterà voi! Siete voi il signore di queste terre! Non Charles!>>   :<<E' ovvio. Ma non si tratta di una questione su chi detiene il potere nella contea,è una questione di divario politico-religioso. Il Vescovo deve occuparsi delle faccende religiose,non di come amministrare le mie terre>>.                                                                                                                                         :<<Mio signore,se permettete,è proprio quello che non sta facendo! Ieri mattina,sentivo annunciare per le strade una nuova grida emanata dal suo tribunale speciale: i cittadini di Carlisle-upon-Twyn dovranno pagare una nuova tassa al Vescovo,sulla macinazione dei cereali per il pane>> Edward ne aveva sentito parlare. Sino ai tempi più antichi,i popolani macinavano quel poco grano,avena o orzo che riuscivano a coltivare,pestandolo con pietre. Era una faccenda che tutte le donne di casa riuscivano a fare. In seguito,suo nonno,aveva fatto costruire una macina alla Rocca,e da tutta la contea i contadini giungevano per macinare quei pochi cereali che si riuscivano a coltivare in quelle gelide lande desolate,lasciando un quinto al loro signore. Tuttavia,molti usavano ancora pestare i cereali domesticamente,poiché abitavano in zone troppo distanti dalla Rocca,o perché non erano molto propensi all'idea di donarne un quinto al Conte. E a questo aveva trovato rimedio suo padre:  concedendo delle licenze speciali ad alcuni mugnai disseminati per la contea. Ebbene,essi potevano macinare i cereali per il pane in loco, in cambio però avrebbero dovuto pagare un tributo annuale di 20 farthing direttamente al Conte,e non ai loro signori locali. Proprio alle porte della città,prima del ponte,vicino al letto del Twyn sorgeva un mulino ad acqua. Quell'estate tuttavia,la corrente del fiume aveva fatto crollare i meccanismi in legno della macina,forse già marciti a causa dell'umidità costante. E il Vescovo,mentre Edward ne aveva ordinato la ricostruzione,aveva assemblato alla bell'e meglio una macina trainata da due buoi del priorato di Whitework,nel cortile del Palazzo Vescovile. E lì,andavano a macinare i propri cereali gran parte dei cittadini,mentre quei pochi attenti risparmiatori erano ritornati alla pesta domestica. :<<Si sta sostituendo a voi! E aspettate che arriverà novembre,farà di tutto per assumere il controllo sulla fiera del bestiame e sulle sue entrate!>> esclamò rabbiosamente la badessa. Edward la fissò sbalordito. :<<Reverenda madre,non credevo si preoccupasse così vivamente delle faccende economiche di questa cittadina>>.                                       La madre badessa arrossì,poi con aria colpevole disse :<<Chiedo venia,a volte il mio ardore supera il mio controllo>>  Edward bevve un sorso di vino,poi continuò :<<E la corporazione?>> la badessa sospirò :<<E' stata sciolta. Due dei dieci componenti sono stati arrestati e condannati a morte su ordine del tribunale del Vescovo, fra cui Elizabeth Fenner, rammentate di lei,vero?>> Edward annuì. Che peccato. Una donna così deliziosa. :<<E di cosa è stata accusata?>>chiese. La badessa chiuse gli occhi. :<<Lussuria,empietà. E stregoneria>>. Edward annuì. :<<E' morta sul rogo>> continuò la badessa,con la voce ormai tremante. :<<Ne avevano almeno la prova?>> chiese Edward. Madre Lorena disse con tono acido :<<L'unica prova che avrebbero potuto avere è che durante le riunioni della corporazione aveva attaccato esplicitamente Charles, rifiutandosi di sostenere qualsiasi richiesta economica del Vescovo>>. Edward scosse la testa,attonito. :<<Con la corporazione sciolta,l'unica carica in città pari al Vescovo è Sir Gerald>> continuò la badessa. :<<E' un vecchio coniglio,che aspetta solo che la morte lo venga a prendere. E poi è in debito con me. E' da troppo tempo che non versa il tributo di 20 sterline annue. Di certo nella sua condizione,non esita ad appoggiare Charles,il quale ultimamente ha dimostrato profonda simpatia nei miei confronti>> concluse con un'amara risata. :<<Ma fate qualcosa,milord!>> esclamò con aria disperata la badessa. :<<Siete l'unico che può opporsi a lui! Fate rispettare la vostra autorità! Arrestatelo,impiccatelo! Fate qualcosa!>> Edward scosse la testa. :<<E' un vescovo,madre badessa. Non posso nulla contro lui. Almeno per ora. Dobbiamo essere cauti però,ed aspettare il momento giusto. Per il momento è solo una fastidiosa spina nel fianco. Una mosca in un vespaio. Ci sono altre cose peggiori a cui pensare. Ma vi prometto che anche lui avrà ciò che merita>> finì un'altra coppa di vino,per poi alzarsi in piedi. La badessa lo osservò,con uno sguardo ancora pieno di disperazione misto a speranza. :<<Vi ringrazio per la vostra lungimiranza e la vostra bontà d'animo. E anche per l'ottimo vino>> sorrise. :<<Ora,devo fare ritorno alla Rocca quanto prima,con permesso>> e incominciò ad avviarsi verso la porta della stanza. :<<Lord Edward! Aspettate!>> si voltò. :<<Vorrei aiutarvi. Perciò vi pregherei di farmi avviso per qualsiasi bisogno. La tirrania del Vescovo Charles deve finire>> concluse la frase con un tono velenoso. Edward rabbrividì. In quel momento capì che gli ecclesiastici non erano poi così tanto diversi dagli aristocratici. Erano semplicemente più perfidi e vendicativi. Provò a pensare per un momento cosa le avesse potuto fare Charles per far diventre quella umile e caritatevole badessa una perfida strega. Uscito dalla casa della badessa,entrò nella foresteria e di lì uscì in strada,fuori dal cancello del convento. Montò sul suo Bood e partì al galoppo verso la Rocca,con al seguito Henry e due armigieri a cavallo,che da allora aveva preso l'abitudine di portarsi dietro come scorta personale.

Osservava il fuoco ardere lentamente,seduto sul suo scranno di legno ricoperto di pelli. Il crepitio delle fiamme lo calmava,mentre nel silenzio più assoluto si sentivano i rantolii sommossi del mastino che accucciato in un angolo della sala ripuliva i resti del pranzo di quel giorno. Il rumore sottile della penna che graffiava la superficie della pergamena. Era il suo nuovo consigliere. Aveva assunto uno scrivano personale,un monaco del priorato di Whitework,molto intelligente. Il suo nome era Philip. 
:<<Siete pensieroso milord>>                                                                                                                                         Gwyneth stava accucciata ai suoi piedi,massaggiandogli le cosce,e ogni tanto giocando con il suo membro. :<<A volte penso che tu sia l'unica a comprendermi>>                                                                        Posò la mano dietro la sua nuca,in mezzo a quei capelli morbidi color castagno,e la fece alzare lentamente,fino a raggiungere le sue ginocchia con i seni abbondanti. Lo osservò con aria smaliziata,per poi ergersi ancora in tutta la sua naturale bellezza. Divaricò le gambe per permetterle di avvicinarsi di più, e le cinse i fianchi curvi e morbidi con le sue braccia. Mentre rideva per il solletico dei suoi morsi ai capezzoli. Il monaco fissava inorridito la scena dal tavolo. La porta della sala si spalancò. :<<Milord!>> riconobbe quella voce. Gwyneth abbassò lo sguardo arrossendo dalla vergogna. Raccolse le sue vesti e fuggì velocemente dalla sala,mentre Edward si ricomponeva. :<<Dite pure Sir Longarm>> intimò,osservando quell'uomo anziano fissarlo con un'aria truce. :<<Alcune delle nostre avanguardie sono state attaccate dagli Scoti,sui Monti Taeveoth,al confine. Fra i fiumi Leddl e Kedler>> Edward chiuse gli occhi. Non poteva essere. Non aveva più tempo per aspettare. :<<Lì c'è il piccolo monastero di St William-on-the-Mountain, i monaci sono rimasti incolumi?>> chiese. Sir Longarm rispose :<<Per fortuna sì. Non hanno subito alcun danno>> ; :<<Perdite?>> ; :<<Entrambi i drappelli delle avanguardie. E' stato un attacco a sorpresa. Da quanto mi ha riferito uno dei due superstiti,prima di morire dissanguato,gli Scoti si erano nascosti fra gli alberi,come è loro abitudine,ed hanno attaccato nel piccolo avvallamento fra i due fianchi dei monti>>                                                                                                                                                                     :<<Quanti erano?>> ;                                                                                                                                           :<<All'incirca un centinaio. Poco più>> Annuì.                                                                                                      :<<Bene>> si rivolse a un servo :<<Va' a chiamare Henry>>. :<<Sir Longarm,adunata fra due ore nel cortile della Rocca. Quanti uomini abbiamo finora?>> ; :<<Milord,volete organizzare una sortita nelle terre degli Scoti?>> Edward ignorò la domanda :<<Quanti uomini?>> ripeté. :<<A disposizione,pronti a combattere ne abbiamo un centinaio appena,tutti dentro o nei dintorni della Rocca>> Edward si trattenne a stento dall'urlare. :<<Quanti ne puoi radunare in meno di tre giorni?>> Sir Longarm sgranò gli occhi :<<Forse altri 70,richiamandoli dalle altre zone del contado>>. Nella sala entrarono Henry e il servo. :<<Cos'è successo?>> chiese il ragazzo dagli occhi smeraldo. Era diventato paggio,finalmente,ed aspirava alla carica di cavaliere. Ma Edward voleva tenerlo ancora sotto il suo controllo. :<<Siamo stati attaccati dagli Scoti>> lo informò :<<Hanno aggredito due nostre avanguardie sul confine>> aggiunse Sir Longarm. Il ragazzo scrollò le spalle :<<Una delle loro solite scorribande,no?>> Edward sospirò. Magari fosse stato così,ma sapeva che c'era sotto qualcos'altro. E doveva capire cosa. :<<Partirai adesso per Harrington>> gli ordinò. Lui lo guardò preoccupato. :<<Di' a tuo padre che mi servono i suoi uomini,entro domani mattina li voglio qui alla Rocca. Deve portarne tutti quelli che possono bastare per impedire che il Cumbraland venga messo a ferro e fuoco. Che lasci la sua cittadina che puzza di pesce marcio sguarnita! Tanto per il momento nessuna banda di coglioni irlandesi vorrà saccheggiare le coste>> i due uomini lo fissarono,allibiti. :<<Ma milord,è stata solo una scorribanda!>> protestò Sir Longarm. :<<Comandante,non è una scorribanda qualunque. E' l'inizio della guerra>> per la prima volta prese parola il monaco. Edward lo fissò,scioccato. Era davvero così intelligente da aver compreso la situazione,o sapeva qualcosa? Ad ogni modo,finse una sicurezza innaturale facendo finta di nulla e si rivolse a suo cugino :<<Ancora sei qui,Henry? Ti ho ordinato di partire adesso. Quando dico adesso,voglio dire all'istante! Vai!>> urlò. Il ragazzò si voltò e corse verso l'uscita.  Strappò una pergamena dal mazzo che portava con sè il monaco,e prendendogli la penna dalle mani incominciò a scrivere in fretta una missiva per Lord Burton.                                                                                                                                                        :<<Milord....posso fare qualcos'altro per voi?>> chiese Sir Longarm. :<<Sì. Avverti Sir Robert di quanto accaduto, lo voglio qui prima del tramonto>> l'uomo annuì,e dopo un breve inchino lasciò la sala. Edward finì di scrivere la lettera,poi la porse al servo. :<<Dalla a un messo fidato. E fai in modo che arrivi presto a Newcastle. Mi raccomando>> il servo annuì. Il monaco gli gettò un'occhiata avvelenata,aveva capito che non si fidava più di lui. Tuttavia gli si rivolse come sempre :<<Scriverai per me una convocazione indirizzata a Sir Gerald Spencer. Lo voglio qui alla Rocca entro domattina,altrimenti lo farò giustiziare per alto tradimento>> il monaco annuì e prese a scrivere. Edward si accostò a una delle finestre strette della sala,da cui trapelava un bagliore di luce. C'era un cielo aperto e limpido quel pomeriggio. Che cosa strana. :<<Ah,Philip>> disse. Il monaco sollevò lo sguardo dalla pergamena :<<Dobbiamo emanare un proclama. Reintrodurremo per questo inverno la leva di coscrizione. Tutti gli uomini in grado di brandire un'arma,che vivano nelle campagne all'interno del contado,dalle pendici dei Taeveoth al fiume Sprunt e dalla pianura costiera alla catena del Thessdale,o che vivano nelle città di Harrington,Whitework,Carlisle stessa con la sua Rocca,Carlisle-upon-Twyn o nei grandi villaggi come Keyndal, Coldbourough, Wintermore, Penrith, Cumberdale e tutti gli altri,in età tra la giovinezza e la vecchiaia, dovranno raggiungere i luoghi di residenza della propria signoria locale,per essere armati ed addestrati,in seguito raggiungeranno gli uomini già in armi giunti precedentemente qui alla Rocca assieme ai loro signori>>. :<<Milord,reclutare i servi della gleba per un semplice attacco, mi sembra un'azione un po' troppo azzardata>> commentò Philip. :<<Non ho chiesto il tuo parere,monaco. Ti offro vino,un pasto caldo tre volte al giorno e un letto comodo su cui dormire non per commentare le mie volontà>>. :<<Chiedo scusa milord>> e abbassò quegli occhi grigi acquosi di nuovo verso la pergamena. Era un monaco giovane dopotutto. Ma con la lingua fin troppo tagliente. :<<Oh,perbacco! Quasi dimenticavo!>> esclamò Edward :<<Scrivi una lettera a Sir Ronald Howckleby in mio nome. Digli che siamo stati attaccati e che al più presto ho bisogno di lui e dei suoi uomini qui,alla Rocca. Deve portare tutti quelli che ha a disposizione! Mio padre non gli ha assegnato la parte meno sterile del contado per fargli permettere il lusso di grattarsi le palle nel suo forte a Whitework affogando nel vino>> Philip strizzò gli occhi,cercando di non udire tutte le imprecazioni che uscivano dalla bocca del Lord. :<<Mi raccomando,monaco,fa' in modo che questa lettera arrivi quanto prima a Whitework. L'unico vantaggio che abbiamo è quello di guadagnare tempo. Che in questo momento non basta mai>>.

Scese in cortile,passando in rassegna gli uomini che Sir Longarm aveva radunato in fretta e furia. Erano centotrenta,una buona cifra. Cento erano armigeri e trenta arcieri. Erano ben armati e preparati a combattere,anche se metà di loro avevano alzato  il gomito già a prima mattina,in una delle due locande presenti nella Rocca. Ma l'idromele e la birra d'orzo a volte erano ottimi collanti, miscelavano la rabbia e la sete di sangue,aggiungendo una sfumatura decisiva di esaltazione personale,quell'eccitazione,nel dilaniare i corpi dei nemici,che rendeva gli uomini micidialmente letali. Sfortunatamente,quegli uomini non erano abbastanza per affrontare un'invasione. Facendo qualche calcolo,Edward era giunto alla conclusione che Re Alessandro poteva disporre di circa mille uomini. E lui finora ne aveva centotrenta,non considerando le guardie della Rocca e la sua scorta personale: con quelle si arrivava a duecento. Ma non poteva lasciare la Rocca sguarnita. Non in quel momento. Quindi non avrebbe dovuto considerarle,almeno per il momento. Sir Longarm gli aveva promesso altri novanta uomini,tra armigieri e arcieri,in meno di due giorni,sarebbero giunti dalle sue terre,a nord del lago di Ullswytr.  E con quelli arrivava a duecentotrenta. Edward aveva  fatto controllare i registri delle truppe da Philip,e l'ultimo censimento,risalente a un anno fa,attestava che Sir Theodore Langlesmith disponeva di circa sessanta armigieri,venti arcieri e dodici cavalieri,Sir Ronald Howckleby settanta armigieri, ventotto arcieri e trentatré cavalieri. Sir Gerald Spencer,aveva in tutto tredici arcieri e dieci cavalieri,ovvero la sua scorta personale. Il restante delle truppe finanziate da lui erano costituite da cittadini di Carlisle-upon-Twyn e coscritti delle zone circostanti. Se i dati erano rimasti immutati,e se avessero portato con sé tutti i soldati,fino all'ultimo uomo,in cinque giorni Edward avrebbe potuto radunare già quattrocentosettantasei uomini. La restante differenza sarebbe stata colmata dai coscritti. Sicuramente,secondo un calcolo molto approssimativo di Edward,avrebbero potuto radunare circa cinquecento coscritti appena,o giù di lì. In totale sarebbero arrivati a totalizzare novecentosettantasei uomini. Abbastanza uomini per tenere a bada o quasi respingere una possibile invasione scota. :<<Milord!>> Sir Robert gridava spronando il suo cavallo al galoppo. Superò la prima cinta muraria,passando oltre le casupole  di fango e paglia dei popolani e varcò la seconda,attraversando il ponte levatoio ed entrando nel cortile della Rocca,dove Edward si trovava con Sir Longarm e i soldati. :<<Sir Robert!>> esclamò Edward. L'uomo tarchiato scese dalla sua cavalcatura,lasciando le briglie allo stalliere. Si inginocchiò. La fronte imperlata di sudore e il volto rosso vinaceo,l'armatura lucida rispecchiava la luce cupa del sole. :<<Alzatevi,vi prego>> lo invitò Edward. Sir Robert si alzò e si avvicinò ai due uomini. :<<Sir Longarm mi ha mandato un messo. So tutto. Qui nella Rocca abbiamo a disposizione settanta uomini,a guardia del castello. Io consiglierei,se mi permettete,di lasciarli qui. Questo castello è importante per l'integrità del Cumbraland,andrebbe difeso anche a costo della nostra stessa vita>> concluse con aria solenne. Edward sorrise :<<Era proprio questo che intendevo fare. Volevo che vi occupaste della difesa. Dobbiamo prepararci a un possibile attacco,rinforzate le difese,posizionate gli arcieri sui bastioni>>. Sir Robert annuì,si allontanò chiamando a gran voce il suo vice. :<<Sir Longarm,voi dovrete prendere un drappello di uomini e perlustrare la zona. Informate gli sceriffi,i tani e i balivi dei villaggi vicini,dovranno aspettarsi di tutto. Fate trasferire le donne e i bambini dei villaggi più vicini nelle casupole qui,fra le mura della Rocca>> Sir Longarm annuì. Edward fece chiamare il dispensiere,un garzone che aveva assunto suo padre molti anni prima. Era un uomo tozzo e grasso,calvo e con il naso porcino. Si chiamava Olwer. Indossava sempre una tunica di lana grezza sudicia,macchiata di vino :<<Raccogliete le riserve di cereali,macellate il bestiame e mettete sotto sale la carne. Conservate le botti di vino e birra d'orzo nelle celle adiacenti ai sotterranei,e sigillate il granaio>> ; :<<Sarà fatto milord>> rispose con un'espressione di timorosa riverenza stampata in viso. Oltrepassò il cortile,sentendo Sir Robert urlare contro alcuni uomini che trasportavano enormi ceppi di legno in mano. Rientrò nel salone d'ingresso e salì al piano superiore. Era stanco. Si sentiva troppo stanco. Non era nemmeno sicuro dopotutto di una possibile incursione di Re Alessandro. Ma si aspettata di tutto. Non sentiva Lord Burton da quasi un mese,e non era stato informato di una possibile presa di posizione del delfino Luigi. Magari aveva deciso di intervenire e nessuno dei lords lo aveva informato. E Re Alessandro strava preparando la propria calata verso sud in sostegno dell'alleato francese. Ma non era giunta nessuna notizia di uno sbarco francese sulle coste a sud. Che sciocchezza! Erano così lontani e isolati che le notizie da Newcastle o Lancaster in giù giungevano dopo mesi. Solo una risposta da parte di Lord Burton avrebbe potuto schiarirgli le idee. O magari anche lui poteva non essere stato informato dagli altri lords del sud? Non restava che attendere. Mentre accarezzava quei lunghi capelli biondi profumati di primule, e baciava quelle labbra sottili. Nel suo letto,in mezzo alle pelli di animali,Lady Brigid ansimava di piacere, ed Edward si interrogava sul destino del suo contado. E dell'intero Regno d'Inghilterra. 


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