Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 6

"Fratelli e sorelle,Dio è la nostra guida" esordì  con voce lapidaria.
"Quando l'uomo è titubante,egli lo dirige verso la retta via. Ci indica la sua volontà!" la sua voce echeggiò fra le rigidi e austere pareti in pietra,rimbombando nelle navate.
"Noi siamo i suoi servi! Essendo suoi figli,dobbiamo essere obbedienti nei suoi confronti! Come un figlio rispetta e obbedisce al padre,noi dobbiamo servire sempre il nostro signore Dio!"
Fece una breve pausa.
Socchiuse gli occhi,la luce del sole filtrava dalla vetrata colorata del rosone sulla facciata,illuminandolo direttamente.
"Noi siamo gli esecutori della sua volontà!" i paramenti dorati che indossava luccicavano alla luce,suggestionando la folla di fedeli nella navata centrale.
"In periodi come questo,dove il male serpeggia fra di noi,dobbiamo essere avidi di Fede. Dobbiamo credere e servire il nostro Dio costantemente! Egli è la nostra luce,nei periodi più bui!" concluse tuonando.
Sentì le ultime parole rimbalzare sulla volta a sesto acuto della Cattedrale.
Il coro delle suore intonò con le sue candide voci  il Te Deum.
Scese dal pulpito e si inginocchiò dinanzi all'altare.
Quando si voltò,alzò le mani ed estese le braccia.
Con una alzò in alto il bastone pastorale.
Fece per pronunciare la solita benedizione,quando vide un monaco allontanarsi dai seggi dei frati e venire verso la sua direzione.
Si bloccò.
Sentì un mormorio tra la folla.
Cosa stava succedendo?
Il frate si gettò ai suoi piedi
"Monsignore,vi chiedo perdono"
"Per cosa figliolo?"
In sottofondo si sentivano i mormorii scandalizzati dei frati e il Priore Charles gridare "Frate Joseph! Tornate subito qui!!
"Sapete di aver commesso un grave peccato,interrompendo la funzione,vero?"
"Vi chiedo perdono monsignore" replicò con la voce rotta dal pianto.
Non riuscì a capire il suo atteggiamento.
Fu un attimo,quando da una piega della sua tonaca estrasse un lungo coltello affilato. La lama brillò alla luce.
"Perdono,monsignore"
Si alzò e di scatto affondò la lama nel suo petto.
Lanciò un urlo di dolore.
Il sangue uscì a fiotti dalla ferita,sporcando i paramenti dorati.
Si sentirono urla e gridi di terrore.
"Prendetelo! Prendetelo!!" sentì urlare il Priore.
Estrasse la lama dal petto e se la portò al collo.
Il frate si tagliò la gola e il sangue inondò la pietra candida dell'altare.
Vide il frate abbattersi al suolo,con il sangue che colava a zampilli dal collo.
Non ebbe la forza di dire nulla,si poggiò a una colonna del presbiterio e si accasciò a terra. Chiuse gli occhi per sempre.
La Madre Badessa Lorena e il Padre Priore Charles accorsero dalla navata laterale,facendosi largo spintonando i cittadini di Carlisle-upon-Twyn ormai in pieno panico.
Superarono il cadavere del frate e si chinarono su di lui,esanime. La Badessa si fece il segno della croce. Dalla sacrestia accorse l'Arcidiacono Jonah,che si gettò a terra vicino al suo corpo,piangendo.
Il Priore Charles si chinò sul suo corpo esanime.
Dopo che ebbe controllato,si alzò,si rivolse alla folla e annunciò con le lacrime agli occhi :
"Il Vescovo Harold è morto!"
"Felicitazioni milords!" gridò gioiosamente Lord Edgar.
Edward rise.
La coppia di sposi era seduta al centro di quel lungo tavolo a ferro di cavallo,Marion splendeva in un abito candido,i capelli intrecciati e adornati con una coroncina di gigli,da cui si estendeva un sottile velo di pizzo.
"Viva gli sposi!" esultò un invitato.
Il vino e la birra d'orzo scorrevano a fiumi.
Edward aveva alla sua destra Lord Simon,alla sua sinistra Sir Thimoty.
Di fronte,invece,forse per scherzo del destino,c'era lei che lo fissava mentre ripuliva dalla cartilagine costolette arrosto di maiale,cosciotti di vitello e
pollame.
La cerimonia era stata una delle più suntuose dell'anno,dopo quelle reali,ovviamente.
Il Vescovo di Newcastle li aveva sposati nella grande cattedrale romanica in centro città.
Oltre agli invitati,migliaia di popolani si erano accalcati alle porte delle navate,per vedere meglio la loro nuova futura Duchessa di Northumberland e Contessa di Newcastle.
Mentre commentava ironicamente le vicende goliardiche narrate teatralmente dal giullare con quell'uomo alto e ben piazzato,dagli occhi smeraldo e i capelli bruni di Lord Simon,un servo gli si accostò da dietro,sussurandogli "Un messo è giunto alle porte del castello,milord. Vi ha portato questo" e gli lasciò un pezzo di pergamena arrotolato.
Dietro gli sposi,sopra il grande camino in pietra della Sala,ricadevano due arazzi raffiguranti il Cervo bianco su sfondo azzurro dei Carlisle e le Tre corone d'oro su sfondo rosso dei Newcastle.
Quegli arazzi erano stati fatti commissionare da Lady Catherine alla migliore tessitrice della città,proprio per quell'evento. Almeno stando a quanto diceva a sua cognata,Lady Cassidy,la moglie di suo fratello Jeoffrey,Conte di Lancaster.
Edward aperse il messaggio,mentre per buona educazione il Duca di York si voltò dall'altro lato,verso Lord Burton,attaccando discorso.

Milord,la mia missione è compiuta.     Il falco è caduto. Vi attendo al vostro ritorno,nel modo in cui avevamo già concordato.

Edward sorrise soddisfatto. Strappò la breve missiva in mille pezzi.       Ora che sua sorella poteva vivere tranquilla altrove,egli si poteva dedicare alla sua vendetta.
E aveva fatto già il primo scacco matto.

Versò il vino nel calice di Lord Simon e gli chiese enigmaticamente: "Milord,cosa sono per voi gli amici?"
Lord Simon lo squadrò confuso,poi,dopo aver ingollato mezzo calice rispose ridendo
"Per me i migliori amici sono coloro che ai banchetti sono in grado di svuotare tutto il granaio delle provviste!!"
Sentì gli altri Lord presenti ridere.
"Allora dovremmo mostrare vera amicizia a Lord Burton,in questa occasione" replicò scherzosamente Lord Parcival.
"E sia!" esclamò Lord Burton ridendo,e alzò il calice in alto
"Un brindisi ai futuri Duchi di Northumberland" gridò in seguito
"Ai futuri Duchi di Northumberland" ripeterono tutti gli invitati,innalzando i calici verso l'alto.
"Che questo giorno propizio,nel quale si festeggia una nuova unione,sia di benedizione per tutti i presenti" disse Edward alzandosi in piedi
"Alla nuova unione,e al migliore auspicio che i lupi si tengano lontano dalle nostre greggi,le locuste e le tempeste dai nostri raccolti,le guerre e le divisioni dai nostri uomini e le nostre donne dai letti altrui!" tutti risero dopo la conclusione troppo goliardica.
Edward si risedette e fece vuotare un altro boccale al Duca di York.
Poi ritornò all'attacco
"Non sono tempi facili,per fare amicizie,milord" replicò
Aspettò una sua reazione.
"Avete ragione,Lord Edward. Non si sa mai di chi ci si può fidare" commentò Lord Simon.
Edward sorrise.
Gli versò altro vino.
"Come avrete capito,io sto dalla vostra parte,Lord Simon. Con me potete parlare apertamente"
"Oh,senza dubbio,Lord Edward"
"Mi hanno detto,che Londra sembra irrequieta,non è così?"
"Oh si. Come ben sapete,il Re ha alzato le tasse. E i popolani sono scesi in piazza con tanto di forconi e mazze. E non è tutto.." disse Lord Simon.
Si avvicinò a lui,tanto che potè sentire l'alito che gli puzzava di vino
"Il Re ha espresso intenzione di imporre le tasse anche a noi feudatari" spiegò,indignato.
"Lo so,me ne parlava Lord Edgar,al banchetto di ieri sera. Ma cosa vogliamo fare? Dopotutto è il Re!" commentò Edward con falsa rassegnazione.
"Ancora per poco,Lord Edward. Avete saputo le ultime notizie?           Ha fatto incarcerare il Duca di Gloucester,poichè si è opposto fermamente alla tassazione dei feudatari,e ha confiscato tutti i suoi beni. Poi ha recluso il Duca di Buckingham nel castello di Rochester,chiedendo un riscatto ai baroni suoi vassalli"
"Si,ne avevo parlato con Lord Edgar. Mi ha parlato anche della sfortunata sorte del Conte di Kent"
"Oh,si. È stato un vero capriccio del Re. Aveva organizzato un torneo,invitando una buona parte della nobiltà,io vi presi parte,come anche Lord Burton,Lord Edgar con Sir William e Lord Parcival e Sir Thimoty,ma il Conte di Kent si è rifiutato di partecipare,per protesta riguardo l'ingiusta incarcerazione  del Duca di Gloucester. Il Re l'ha preso come un affronto personale,e ha ordinato l'arresto di Lord Neville,recludendolo nel suo stesso castello di Canterbury. Mentre invece l'amministrazione delle sue terre è passata a Lord Hubert de Burgh,l'uomo più fidato del Re. Inoltre ha confiscato il suo patrimonio e l'ha internato nel Tesoro della Corona. E ha addirittura tolto il titolo di Conti di Kent ai suoi figli"
"Ma è una cosa inaudita!" esclamò Edward
"Ne abbiamo abbastanza dei suoi spadroneggiamenti" esordì tutt'a un tratto Sir William,il rampollo di Lord Edgar.
"O il Re rivede le sue posizioni,o saremmo costretti a fargliere ritrattare noi" replicò Lord Parcival.
"Suvvia,milords" si intromise Lord Burton "lasciamo la politica fuori da questa sala per ora. Dobbiamo festeggiare!"
Lord Edgar emise un grugnito di approvazione.
"Codardo" sentì sussurrare Sir Thimoty.
"Perchè dite così?" gli chiese Edward,sempre sottovoce.
"È l'unico nobile che non ha voluto prendere parte attivamente al grande fermento che si respira in tutto il Regno" rispose seccato Sir Thimoty.
"Voi feudatari del Nord,siete troppo importanti per essere toccati da Sua maestà. Ma noialtri,dobbiamo difendere i nostri diritti! E sarebbe giusto se anche voi foste d'accordo con noi" continuò il giovane.
"Non posso che darvi ragione,Sir Thimoty. Ma vedete,io parlo del mio feudo,è uno dei più umili,e se viene gestito male,se c'è anche solo un piccolo intoppo nell'amministrazione,crolla nel disastro economico. Vedete,io ho da badare ai miei popolani,sempre più impoveriti,e agli Scoti,che ogni giorno passano il confine per compiere qualche scorribanda. Perciò non posso dedicare tutta l'attenzione che vorrei a questa questione importantissima!" si difese Edward.
"Vi do ragione,Lord Edward. Ogni contea ha proprie esigenze e propri problemi,però il vostro appoggio sarebbe determinante"
"Lo so,Sir Thimoty"
"Musici! Allietateci con le vostre abili arti! Avanti,milords,fate danzare le vostre amabili signore" furono interrotti alla voce tuonante di Lord Burton.
I musici ripresero la musica,intonando canzoni melodiche con cembali,arpe e liuti dai suoni ritmici e trasportanti.
Edward la fece ballare.
E la osservava negli occhi mentre posava un palmo contro il suo,descrivendo un cerchio mentre si muovevano uno in direzione opposta dell'altra. Poi si si staccarono e ricombaciarono le mani avvicinandosi l'una all'altro ritmicamente,per poi descrivere un altro cerchio mentre mantenevano tutti e due i palmi uniti.
"Leggo una nota strana nei vostri occhi stasera,milord" gli sussurrò,mentre danzava leggiadramente.
"Davvero?"
"Si. Qualcosa vi turba?"
"Forse,l'idea di non vedervi più" rispose francamente Edward.
"Non crucciatevi. Presto vi dimenticherete di me"
"Impossibile"
"Non siate bugiardo. Sapete che sarà così"
Il ballo finì e si inchinarono uno all'altra.
Gli sposi lasciarono la sala solennemente.
Marion gli diede un bacio,prima di lasciare la sala,e come tradizione,si inchinò ai suoi nuovi suoceri,poi fece un cenno di saluto agli altri invitati,ed infine abbandonò il banchetto a braccetto del suo sposo.
Sii felice,sorella
le augurò nella sua mente con tutto il cuore.
Quando fu fuori dalla sala,mentre le signore si recavano nelle stanze,riprese il discorso.                Prese da parte Lord Simon,Sir Thimoty e Sir William
"E cosa proponete di fare,milords?" gli chiese.
"Per il momento aspettare" rispose cautamente Lord Simon
"E preparare segretamente gli uomini" aggiunse Sir Thimoty.
"Voglio essere d'aiuto in qualche modo" azzardò Edward.
"Voi non sareste d'aiuto in un qualsiasi banale modo" sottolineò Sir Thimoty "il vostro sostegno è determinante" continuò.
"Perchè?" chiese Edward,non capendone il motivo.
"Venite" disse frettolosamente Lord Simon.
Lo afferrò per un braccio e lo condusse fuori dal corridoio insieme agli altri due uomini.
Entrarono nella biblioteca di Lord Burton.
Lord Simon si accomodò dietro la scrivania,Sir William su una sedia di legno imbottito in mezzo alla stanza,Sir Thimoty su una poltrona davanti il camino,in cui ardeva un fuoco piacevole.
Edward si sistemò su una poltroncina in un angolo della stanza.
Aspettarono alcuni minuti.
Da una porta in fondo alla stanza,apparvero Lord Burton,Lord Parcival e Lord Edgar.
Edward notò che con loro non vi era Lord Jeoffrey.
Quindi i Lancaster erano fuori dalla congiura.
"Buonasera milords" esordì Lord Burton.
"Arriviamo dritti al vero punto per cui siamo riuniti qui stasera" obiettò Lord Simon.
"Prima,forse sarebbe meglio spiegare alcuni particolari a Lord Edward" suggerì Sir Thimoty.
"Lord Edward,sapete che ormai la situazione è incontenibile" esordì Lors Edgar.
Nessuno parlò.
Così continuò lui a spiegare.
"Il Re ha poteri illimitati,può decidere addirittura la vita o la morte di tutti  noi. Ma non capisce,che senza di noi,non avrebbe denaro per costruire i suoi castelli sontuosi o vivere nel lusso più sfrenato,non avrebbe eserciti di cavalieri e coscritti che sfilerebbero per combattere le sue guerre,non avrebbe grano,cibo,lana,stoffe,vino e qualsiasi altro prodotto che siamo in grado di far produrre. Non possiamo sottostare più ai suoi capricci!" gridò.
"Abbiamo anche noi dei diritti! E deve riconoscerceli" i presenti annuirono.
"Lord Edward,tutta la nobiltà d'Inghilterra è d'accordo con noi. Adesso siamo noi riuniti qua,a discutere degli ultimi avvenimenti,ma oltre a noi ci sono tanti altri nobili.
"Mio cognato,Guillaume,sta radunando sempre più uomini in Normandia,e ha incaricato il Conte di Saint-Tholéme ambasciatore presso il Delfino. Sto aspettando sue notizie per sapere se sès altesse  intende intervenire,e prendere parte alla nostra battaglia"
"Ovviamente" fece Lord Simon
"Se interverranno i francesi trascineranno in questa faccenda anche i loro alleati di sempre"
Edward ebbe un tuffo al cuore.
"E voi" fece Sir Thimoty,additandolo "Giocherete un ruolo fondamentale a tal proposito"
"Mi state chiedendo.." fece Edward,sbalordito "mi chiedete di... Di..."
"Sappiamo che per voi e la vostra famiglia,chiediamo troppo. Però è vitale,non intralciare la discesa del Re Alessandro,per dare manforte ai francesi" fece Lord Burton
"Quindi..." Edward era sempre più sconcertato. Impossibile.
"Non mi fido degli scoti" dichiaró immediatamente.
"Lo sappiamo. Ma neanche noi ci fidiamo così tanto" fece Lord Simon
"E proprio per questo,non c'è nessuno tranne che voi,essendo i Carlisle nemici storici degli scoti,in grado di monitorare meglio le azioni degli scoti nelle nostre terre"
"Dovrei dimostrarmi alleato con loro,ma allo stesso tempo sorvegliarli?" chiese Edward.
"Esattamente" rispose Sir Thimoty
"Impossibile"
"Perchè?" chiesero in coro,tesi.
"Perchè io appena vedrei un fottuto scoto gli staccherei la testa di netto"
Nella sala calò il silenzio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro