Capitolo Undici
Il giorno successivo, appena arrivai a scuola, cercai Bryan per dirgli che tra noi era finita. Quando l'avevo detto a Michele in macchina, lui mi aveva ricordato che tra noi non avrebbe mai potuto funzionare, e che se io avessi voluto continuare a stare con Bryan lui non si sarebbe opposto, naturalmente non avrebbe fatto i salti di goia a vedermi con un altro, ma ciò che contava era che io fossi felice.
Ero rimasta interdetta ascoltando quelle parole uscire dalle sue labbra, non aveva mai fatto mistero del fatto che Bryan era la persona che probabilmente detestava di più sulla faccia della Terra, ma apprezzai il fatto che per la prima volta avesse cercato di mettere da parte il suo rancore e mi avesse riconosciuto la libertà di fare le mie scelte, anche se queste erano in netto contrasto con le sue.
Eppure Ashley aveva ragione. Non era giusto continuare quella storia, né per me, né per Bryan. Senza contare che ora che conoscevo i veri sentimenti che Michele provava per me, non avrei mai potuto fargli una cosa simile. Doveva aver già sofferto abbastanza vedendomi con Jason, e non mi importava un fico secco di quanto lui volesse o meno vedermi felice, io non volevo vedere soffrire lui.
Così, mentre vagavo per i corridoi alla ricerca di Bryan, decisi che non mi importava se non avremmo potuto avere figli, o neppure baciarci, io e Michele saremmo stati insieme lo stesso, perché sentivo, nel profondo del mio cuore, che non ci sarebbe mai stato nessuno che avrei potuto amare più di lui. Rinunciare ai baci e a tutto il resto faceva male, ma rinunciare a questo amore sarebbe stato cento volte più doloroso. Ma perché mai dei semplici baci dovevano esserci preclusi? Capivo la questione dei Nephilim, ma bastava non avere figli, perché non potevamo concederci nemmeno un bacio?
Non ebbi il tempo di pensarci oltre, avevo trovato Bryan di fronte alle macchinette, stava raccogliendo una bustina di M&M's, ottenuta gratuitamente con una sola manata precisa contro il distributore. Ma come ci era riuscito?
«Carenza di zuccheri di prima mattina?» lo apostrofai.
Lui si voltò, e appena mi riconobbe sorrise.
«Ho semplicemente preso un omaggio per la mia bella.» disse, avvicinandosi a me e posandomi la bustina in mano.
«Magari pagandolo avresti fatto una figura migliore. Piuttosto, dobbiamo parlare.» dissi, seria.
«Mi devo preoccupare?»
«Mi dispiace Bryan, tra noi è finita.» dissi, senza perdermi in inutili giri di parole.
«Perché ho rubato le M&M's?» chiese, sgranando gli occhi.
«No.»
«Allora perché?»
«È complicato.»
Certo, mi aspettavo veramente che si sarebbe fatto bastare quella spiegazione?
«Come può esserlo? Stiamo insieme da poco più di ventiquattr'ore e non ci vediamo da sabato sera!» esitò, poi improvvisamente la sua espressione mutò. «Ho capito. L'angioletto ti ha raccontato tutto, vero?»
«Non tutto, ci sono molte cose che non... un momento!» esclamai, appena mi resi conto delle parole che aveva usato. «Tu come fai a saperlo?» un'idea mi si affacciò alla mente. «Sei un angelo anche tu?»
«No.» esclamò, quasi seccato dalla mia allusione. «Vieni con me, ti racconteró tutto.»
Mi prese per mano e mi trascinò dentro il laboratorio di disegno lì vicino. L'aula era deserta, e, dal momento che mancavano dieci minuti all'inizio delle lezioni, probabilmente sarebbe rimasta vuota per tutta la prima ora.
«Allora?» chiesi, appena si fu chiuso la porta alle spalle.
«Immagino che il tuo angioletto non ti abbia raccontato cosa ha fatto ai Nephilim...» il disprezzo che nutriva per Michele era evidente nel suo tono di voce.
«Invece l'ha fatto. Quindi?» chiesi, infastidita dal suo tono.
«Davvero? Non credevo ti avrebbe confessato qualcosa che lo metteva in cattiva luce. In ogni caso, un tempo ero un angelo, poi quando mi innamorai di un'umana ed ebbi con lei un figlio, Michele venne a punire me e ad uccidere mio figlio.»
Esitai, ora capivo perché disprezzava tanto Michele. Eppure, se ciò che mi aveva detto Michele era vero, e sapevo che lo era, i conti non tornavano.
«Aspetta. Che ha ucciso i Nephilim e che ha punito gli angeli me l'ha detto, ma non avrebbe dovuto bandirvi da qualche altra parte? Insomma, se restate sulla Terra, non c'è il rischio che commettiate di nuovo lo stesso errore?»
«No. Il tuo angioletto se ne è assicurato personalmente. La nostra punizione è severa. Perdiamo le ali, ogni nostro potere angelico e la capacità di riprodurci. Ci resta solo una vita eterna e parte della nostra bellezza, per il resto siamo solo dei semplici esseri umani, per di più impotenti.»
Il disprezzo per gli esseri umani che tradiva il suo tono mi lasciò interdetta, sembrava molto poco angelico, ma era plausibile che la sua nuova condizione gli avesse dato un nuovo punto di vista. Però c'era ancora una cosa che non mi era chiara.
«Capisco perché tu odi Michele, ma lui è divorato dal senso di colpa per ciò che ha fatto, quindi lui perché ce l'ha tanto con te?»
Bryan mi si avvicinó, il suo corpo era a malapena ad un paio di centimetri dal mio, i suoi occhi fissavano dritti nei miei. Avrei voluto fare un passo indietro, recuperare una distanza di sicurezza, ma per qualche motivo non riuscivo a muovermi, ero come ipnotizzata dai suoi occhi, ma che mi prendeva? Cominciavo ad abituarmi alle sensazioni antitetiche che per qualche motivo provavo contemporaneamente di fronte a lui, ma stavolta era diverso, per una volta concordavo con quella strana forza che mi spingeva ad allontanarmi da lui, eppure non riuscivo a muovermi.
«Forse ha paura...» rispose lui, prendendomi il mento tra le dita e avvicinando il mio volto al suo.
Cominciai ad avere paura, non mi piaceva il fatto di non avere il controllo del mio corpo. Lui non era un angelo, non aveva alcun potere, mi stavo sicuramente autosuggestionando, ma allora perché mi sembrava così difficile mantenere il controllo del mio corpo?
«... teme che tu scelga me.» continuó lui, prima di annullare la distanza tra le nostre labbra.
Fu un bacio dolce e intenso allo stesso tempo, e io ricambiai subito il bacio, indipendentemente dal fatto che avrei solo voluto scappare via e rifugiarmi tra le braccia di Michele.
Passarono istanti interminabili prima che qualcuno mi strappasse via a forza da Bryan. Improvvisamente mi ritrovai stretta tra un paio di braccia familiari.
«Lasciala stare! Hai capito?» ringhió Michele a Bryan.
«La scelta spetta a lei.» disse Bryan, per nulla intimorito.
Ma che andava farneticando? Lo avevo appena lasciato per Michele, era chiaro che avevo scelto lui, no?
«Lo so benissimo!» sbottò Michele, trascinandomi via senza lasciarmi il tempo di replicare.
«Michele...» provai a dire, mentre lui si dirigeva spedito verso la nostra aula, trascinandomi letteralmente dietro sé. Non che non lo avrei seguito, ma non riuscivo a stargli dietro.
«So che ti ho detto che potevi stare con Bryan, che non mi sarei opposto. Ma non ce la faccio. Trovati pure un ragazzo, ma non lui, ti prego! Ora muoviamoci, la campanella sta per suonare.»
Cercai di replicare, ma non ne ebbi il tempo, raggiungemmo la nostra aula e ci sedemmo ai nostri posti, il professore di storia era già seduto alla cattedra.
«Michele, ascoltami, non è come pensi...»
«Senti, lo so che noi non possiamo stare insieme e che non posso impedirti di trovare qualcun'altro, ma non posso fingere che non mi faccia male vederti tra le sue braccia.» disse, mentre la campanella suonava.
«Ma non è andata così, io non...»
«La lezione è iniziata, signorina Snow. Continuerete la vostra conversazione durante l'intervallo.» mi riprese il professore.
Ma che? La campanella era suonata da nemmeno mezzo minuto! Sbuffai e mi rassegnai a concentrarmi sulla lezione, visto che il mio migliore amico e compagno di banco non ne voleva sapere di parlarmi.
Era passata circa mezz'ora quando sentii il cellulare vibrarmi in tasca. Controllai senza farmi vedere. Bryan mi aveva inviato un messaggio.
«Indipendentemente da com'è andata tra noi, sono convinto che non sia giusto che tu affronti la tua missione senza saperne nulla. Io posso raccontarti tutta la verità. Se verrai al parco stasera alle sei ti dirò tutto, anche quello che Michele non può dirti.»
Rimasi stupita da quelle parole. Poteva davvero darmi le risposte che cercavo? Nemmeno l'arcangelo Michele poteva dirmi tutto, potevo veramente fidarmi di Bryan? Eppure desideravo così intensamente sapere la verità...
Strappai un angolo di carta dal mio quaderno e scrissi un bigliettino a Michele.
Prima di ignorarmi, ricordati che ti amo. Ho bisogno di parlarti, è importante. Raggiungimi.
Appoggiai il bigliettino aperto sul suo quaderno. Poi chiesi il permesso di andare in bagno. Il professore brontolò un po' ma mi lasciò uscire. Prima di infilare la porta incrociai lo sguardo di Michele, che annuì. Mi chiusi la porta alle spalle e aspettai. Dopo un paio di minuti lui mi raggiunse.
«Qualcosa mi dice che sono stato un idiota.» disse con un sorriso.
«Direi di sì. Ti è già passata?» risi io.
Lui annuì, accarezzandomi il volto.
«Lo sai che non riesco a restare arrabbiato a lungo con te.»
«Andiamo, cerchiamo un posto più tranquillo.» dissi, notando che un bidello ci stava fissando.
Raggiungemmo il laboratorio di disegno dove Bryan mi aveva baciato quella mattina.
«Allora, cosa ti ha fatto cambiare idea?» gli chiesi, appena mi fui chiusa la porta alle spalle.
«Il 'ti amo' che mi hai scritto nel bigliettino. Mi ha ricordato che ti conosco da quando sei nata, so bene che non mi avresti mai ferito intenzionalmente. Senza contare che ho avvertito la tua paura attraverso il sigillo. Ma che è successo? Ti ha fatto del male?»
Scossi la testa.
«No. È solo che... è strano... io non volevo baciarlo. Ma era come se non avessi il controllo del mio corpo, come se fossi ammaliata da lui. Lo so, suona assurdo, ma credimi, non è lui il ragazzo che voglio baciare, sei tu.»
Lui si avvicinò a me e mi abbracciò. Mi strinse a sé con forza, mentre il suo sguardo si incatenava al mio. Il mio corpo era stretto al suo, i nostri volti a pochi centimetri... stava per baciarmi, ne ero sicura. A quanto pareva mi ero sbagliata, forse potevamo davvero baciarci, probabilmente bastava che ci assicurassimo di non avere figli.
«Passerei l'intera eternità a baciarti. Ogni singola fibra del mio corpo freme dal desiderio di farlo.»
Il mio cuore prese a battere all'impazzata mentre i nostri volti si avvicinavano. I nostri corpi erano così vicini che potevo avvertire la tensione dei suoi muscoli contro il mio corpo. Michele spiegò le ali, avvolgendomi con esse, stringendomi ancora di più a lui. Non capivo perché l'avesse fatto, eravamo soli nella stanza, ma se fosse entrato qualcuno e l'avesse visto in forma angelica? Non me ne preoccupai. Finalmente stavamo per baciarci, non volevo che nulla rovinasse quel momento.
Il suo sguardo era fisso sulle mie labbra, mentre le accarezzava con un dito. Ero letteralmente al settimo cielo, ma perché non si sbrigava? Non ce la facevo più ad aspettare, desideravo troppo quel bacio. Così presi io l'iniziativa, sporgendomi verso di lui per annullare le distanze.
Michele si ritrasse immediatamente, prima che riuscissi anche solo a sfiorare le sue labbra. Ma che...?
Mi lasciò andare senza però allontanarsi da me, con un sospiro parve riacquistare lucidità, e richiuse le ali dietro di sé.
«Mi dispiace. Credimi, se potessi farlo non avrei smesso di baciarti da ieri pomeriggio, ma non posso, scusami.»
Sospirai, delusa. Ci avevo sperato davvero. Però avrei dovuto immaginarlo, si era già rifiutato una volta di baciarmi. Non capivo quale conseguenza avrebbe potuto avere un semplice bacio, insomma, non avremmo messo in cantiere un figlio, questo era chiaro, ma perché nemmeno un bacio? Era crudele.
«So che non potremo avere figli per la questione dei Nephilim. Ma non possiamo scambiarci nemmeno un bacio? Perchè?»
Michele sospirò, affranto.
«Mi dispiace. Ci è proibito di innamorarci dei mortali. Anche se tecnicamente basterebbe evitare i rapporti sessuali, Dio temeva che permettendoci di instaurare delle relazioni con gli umani poi la tentazione di andare oltre sarebbe stata troppo forte, così ha deciso che anche un solo bacio avrebbe causato delle serie conseguenze. Se dipendesse solo da me, probabilmente le affronterei anche, ma il mio ruolo è troppo importante. Se il Principe degli angeli dovesse venir cacciato dal Regno dei Cieli puoi capire anche tu che questo rischierebbe di generare il caos, senza contare che io ho il compito di proteggervi, e, per come stanno le cose attualmente, non so se Dio mi cercherebbe un sostituto. Mi dispiace, Lyn. Non ho scelta.»
Abbassai lo sguardo, abbattuta. Lui mi abbracciò. Con la testa appoggiata sulla sua spalla, riflettevo su ciò che mi aveva appena detto. Ora capivo perché non voleva nemmeno baciarmi, ma non potei evitare di sentire la rabbia montarmi dentro pensando a ciò che Dio aveva tolto a me e Michele. Come poteva permettersi di decidere persino chi gli angeli potessero o non potessero amare? Non aveva già risolto la questione Nephilim sguinzagliando Michele a fare il lavoro sporco per lui? Doveva addirittura ricorrere ad una punizione così drastica per un semplice bacio? Il sentimento che provavo per lui era così intenso, così bello... come poteva essere sbagliato? Mi avevano inculcato una visione di Dio come un dio buono, misericordioso, ecc..., ma a me sembrava quasi più un tiranno, pronto a dispensare punizioni a chiunque osasse pensarla diversamente. Ero sempre più decisa, non meritava che io avessi fede in lui.
«Lo capisco. Non mi fa piacere, ma lo capisco. Questo però non significa che rinuncerò a te. Niente baci? Ok, posso farcela. Ti amerò lo stesso, se per te va bene.» dissi con un sorriso. «Almeno potremo tenerci per mano o ti ha proibito anche questo?»
Lui mi strinse le mani nelle sue e scosse la testa.
«No. Questo possiamo farlo. E grazie. Sono contento che tu voglia stare con me lo stesso, nonostante tutti i sacrifici che ti sta costando.»
Gli sorrisi, scuotendo la testa. Avevo desiderato così a lungo che lui ricambiasse i miei sentimenti che avrei superato qualsiasi ostacolo pur di stare con lui.
«A proposito, toglimi una curiosità, perché hai spiegato le ali prima? Se fosse entrato qualcuno come avresti fatto?»
«Ehm... non lo so. Non è stato intenzionale. Hai presente quando provi un'emozione così intensa che sembra che il tuo corpo non riesca a contenerla? Beh, quando mi accade, trattenere le ali è molto più faticoso del solito. Comunque si sta facendo tardi, dovremmo rientrare. Hai detto che dovevi parlarmi di qualcosa di importante?»
Annuii e gli feci leggere il messaggio di Bryan.
«So che Bryan non ti sta simpatico, ma ho bisogno di sapere se quello che dice è vero. Può davvero dirmi la verità sulla mia missione?»
Michele esitò, incerto.
«Ecco. Ora vorrei poterti mentire.» confessò.
Lo guardai interrogativa.
«Sì, Bryan può dirti tutto.» ammise lui a malincuore. «Ma stai attenta. Io non posso mentire, lui sì.»
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