Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapter 3

Gayle le fece strada dentro a quello che avrebbe dovuto essere il grande atrio del palazzo. Ma di grande aveva solo i buchi nelle pareti e i topi. Squittivano preoccupati mentre i due attraversavano la stanza a grandi falcate. Si fermarono in prossimità di una porta e Gayle bussò due volte, fece una pausa e diede un ultimo colpo al battente.

"Che tecnologia" lo canzonò la ragazza e lui sorrise.

"E' il metodo migliore, perché nessun hacker può bypassarlo" disse, facendole l'occhiolino. Un uomo, vestito come Gayle, aprì la porta e salutò il Gran Maestro con un bacio sulle mani poi, accorgendosi della ragazza, fece un passo indietro e la squadrò.

"E' lei?" domandò a Gayle.

"Si, io sono io" parlò Ruby, precedendo il Gran Maestro "E tu sei tu?" domandò avvicinandosi al volto dell'uomo incappucciato, in segno di sfida.

"Ruby" la voce di Gayle era calda ma decisa "Lascia stare" le disse e lei ubbidì.

Tutti e tre si diressero in un'altra stanza, dopo aver attraversato un lungo corridoio. L'arredamento era, se possibile, più bizzarro dell'abbigliamento dei suoi proprietari. Sembrava che tutto, lì dentro, fosse uscito da un libro di storia: la carta da parati -una cosa che non si vedeva nelle abitazioni da decenni prima della grande guerra- era floreale, sui toni caldi del rosso e del vermiglio, mentre la luce proveniva da applique in ottone. Ruby si ricordò di una volta nella quale aveva visto alcune fotografie che erano state scattate negli anni Quaranta del XX secolo e si chiese come avessero potuto trovare cose così antiquate nei quartieri.

Gayle la fece accomodare su una poltrona in velluto rosso, con grandi bottoni che ne fissavano la trama a rombi. Sembrava comoda a vista, ma non poté dire la stessa cosa una volta sedutasi sopra: i bottoni le premevano sui glutei in modo, decisamente, fastidioso facendola sobbalzare più volte, in cerca di una posizione comoda. L'altro uomo uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle, così che rimasero, ancora una volta, da soli lei e Gayle.

Ruby attendeva delle risposte e l'uomo cercava le parole giuste per iniziare la conversazione.

"Gradisci qualcosa da bere?" chiese cordialmente Gayle, la ragazza fece cenno di no con la testa e l'uomo sorrise.

"Vorrei solo sapere chi sei e perché il mio covo è stato distrutto" disse freddamente Ruby. Era stanca, nervosa e non aveva la minima intenzione di perdersi in chiacchere inutili. L'uomo si prese qualche istante prima di parlare, misurando poi ogni parola.

"Bene, Ruby. Comincio col presentarmi: io sono Gayle, Gran Maestro dell'ordine Draeloran" disse e Ruby mostrò subito i primi segni di nervosismo.

"Questo me lo hai già detto, Gayle" lo rimproverò la ragazza.

"Hai ragione, perdona la mia cattiva memoria" si scusò l'uomo.

"Hai mai sentito parlare dell'ordine?" domandò Gayle e la ragazza scosse la testa.

"L'ordine Draeloran venne fondato nel XIII secolo da alcuni monaci che avevano doti particolari, a seguito di quella che è nota come l'Antica Profezia. L'intento era quello di creare un esercito che vegliasse sull'umanità e, soprattutto, sulle persone dotate, gli Uber, in attesa della Corona. Erano anni oscuri, durante i quali molte persone vennero uccise solo per il semplice fatto di essere particolari, tuttavia l'ordine riuscì a salvaguardare molte linee di sangue" l'uomo si prese una pausa, per permettere a Ruby di capire le sue parole.

"Gli anni si susseguirono e divennero secoli. Accanto al mio ordine ne nacque un altro con scopo simile: Fobetore". A quelle parole la ragazza ebbe un sussulto.

"Fobetore? Stai parlando dello stesso Fobetore di Icelus?" chiese, allarmata e incredula.

"Esatto, Ruby. Fobetore ha molti più anni di quelli che credi" disse sorridendo amareggiato.

"Gli Uber sono persone eccezionali, capaci di dominare le forze della natura, piegandole ai propri desideri. Se i Draeloran si posero lo scopo di proteggerli ed educarli, Fobetore volle controllarli per poi averli fra le sue file. Quando esplose il conflitto del quale la Terra porta oggi le più gravi ferite, gli Uber vennero ricercati con febbrile necessità da entrambi gli ordini. Molti di essi perirono, altri si dispersero. La ricerca delle linee di sangue divenne faticosa e sanguinaria; Fobetore riusciva a trovarli quasi sempre per primo e la proposta che faceva era sempre la medesima: con lui o contro di lui e puoi immaginare cosa significasse la seconda opzione. Così, mentre sulla superficie imperversava la guerra fra umani e Prototipi, nell'ombra si consumava una strage di Uber. Entrambi gli ordini cercavano la Corona: l'Uber che secondo la Profezia avrebbe potuto porre fine alla guerra"

Ruby non riusciva a trovare un senso alle parole di quell'uomo, eppure sentiva dentro di sé che, ciò che stava ascoltando, era una storia reale. Tutti conoscevano la fine della Terra, la guerra con i Prototipi, il coinvolgimento della BioCave e l'inizio della colonizzazione del sottosuolo. In pochi, tuttavia, conoscevano la nascita di Fobetore.

"Okay" chiosò Ruby "Stando a ciò che mi stai raccontando, esistono delle persone con poteri che vengono contese fra i Draeloran e Fobetore. Io cosa centro?"

"Tu, Ruby, sei un Uber, discendente da una linea di sangue molto forte"

La ragazza avrebbe riso a crepapelle se non avesse saputo, in fondo al cuore, che quell'uomo aveva ragione. Lei sapeva alterare il tempo e lo spazio, ecco come riusciva a sfuggire ai Viper quando risaliva in superficie.

"Quindi ora mi proteggerai?" chiese, accorata. L'uomo sorrise.

"E' più complicato, Ruby. Vedi, Fobetore ha tentacoli molto lunghi, è insano, profondamente sadico e ha poteri grandi. Per poterti proteggere, come tu mi stai chiedendo, devo prima liberarti da lui". Le parole dell'uomo la colpirono come uno schiaffo. Essere liberata?

"Cosa intendi?" domandò allarmata la ragazza, irrigidendosi sulla poltrona. L'uomo cercò di essere gentile nel dire ciò doveva.

"Quando sei nata, tua madre ha deciso di lasciarti in orfanotrofio, credendo così di nasconderti ai due ordini. Inutile dirti che fu una scelta dolorosa e inutile. Fobetore fu il primo a trovarti, quando ancora non ti reggevi sulle gambe. Hai mai emicranie, Ruby?"

La ragazza ci pensò per meno di un secondo: soffriva di forti mal di testa da quando ne aveva memoria.

"Si" rispose laconicamente.

"Questi dolori non sono normali, Ruby. Partono dalla base del tuo collo e si irradiano all'intero cranio, dandoti l'impressione di perdere i sensi. In realtà, tu i sensi li perdi davvero. Hai un microchip impiantato sotto la pelle, con il quale Fobetore ti controlla e non solo. È capace di comandare il tuo corpo, la tua mente, di addestrarti e di inserire o togliere le informazione a proprio piacimento"

Ruby si toccò istintivamente la base del collo, senza trovare nulla di anomalo. Gayle vide il gesto e si accinse a spiegare.

"Non lo troverai, Ruby. È troppo piccolo"

"Ma io... non capisco quello che mi stai dicendo" Ruby era incredula. L'uomo le fece cenno di alzarsi e di seguirlo. Insieme e in silenzio, varcarono una porta nascosta da una tenda ed entrarono in una stanza buia. Gayle la fece accomodare su una sedia nera che sembrava una poltrona da dentista.

"Ruby" disse quasi a fil di voce "Ti devo chiedere di fare una scelta. Io posso farti vedere cosa hai fatto, quali azioni sono state guidate da Fobetore e darti la possibilità di diventare una persona migliore. Ma ho bisogno della tua collaborazione"

"Cosa devo fare?"

"Devi rilassarti e promettermi che arriverai fino alla fine. Se la procedura dovesse essere interrotta bruscamente, ci saranno serie probabilità di perderti" disse con tutta la drammaticità di cui era capace.

"Potrei morire?" domandò, spaventata.

"In un certo senso, si. Potrebbe morire la parte di te conosci meglio e sopravvivere quella affiliata a Fobetore"

"Perché dovrei voler interrompere la procedura?"

"Perché farà male e non solo a livello fisico. Vedrai te stessa fare cose di cui non conservi la memoria cosciente"

La ragazza si prese qualche secondo per riflettere. Aveva forse una scelta? Temeva il dolore, era ciò di cui aveva sempre avuto paura, eppure sapeva sopportarlo. Sarebbe andata fino in fondo.

"Okay. Iniziamo" disse, semplicemente, sedendosi comoda e fissando con occhi determinati la stanza buia.

5

Gayle si mise dietro di lei e avvicinò sue mani alle tempie della ragazza. Cominciò a respirare in modo regolare, chiudendo gli occhi e concentrandosi.

"Chiudi gli occhi, Ruby" disse mono corda l'uomo e lei eseguì la richiesta. Inizialmente, tutto era buio, silenzioso. Solo il respiro dell'uomo le scandiva il tempo. Poi d'un tratto, qualcosa cambiò. Uno spiraglio luminoso cominciò a farsi strada nel buio, divenendo sempre più grande, sempre più avvolgente. Una fitta di dolore le premette la fronte, come se un ago incandescente le stesse perforando il cranio. Urlò per il dolore. La luce svanì, mentre lei metteva a fuoco l'ambiente che la circondava: era nel quartiere e stava camminando verso il suo covo. In mano teneva la sua pistola e i suoi muscoli erano tesi. Cosa stava facendo? Cercò di controllare i suoi movimenti ma non controllava il suo corpo. Poteva solo guardare, passivamente, ciò che accadeva. Vide se stessa entrare e distruggere Tody, prendendo a calci ogni cosa. Nick si frappose fra lei e i computer, domandandole cosa stesse facendo. Lei sorrise e premette il grilletto sulla fronte di Nick.

La visione cambiò. Ora lei camminava per le strade del quartiere, sicura e motivata. Le luci del Dark Line, il locale più affollato di tutto il quartiere, brillavano psichedeliche mentre la musica assordante rimbombava. Passò di fianco ai due omoni all'ingresso ed entrò. Sapeva cosa stava cercando o, meglio, chi. Si fece largo fra la massa di sudati che ballavano strafatti, attraversando la sala centrale diretta ai tavoli appartati. Lo vide: Hernan Occhiomoscio, un malvivente della peggior specie, che doveva il suo nome all'unico occhio sano che gli era rimasto. Lei si sedette al tavolo, anticipando i due gorilla che l'uomo aveva assoldato per difesa. Ruby non disse nulla. Lo guardò. Lui ricambiò lo sguardo, consapevole di ciò che sta per accadere. Aveva tradito Fobetore, per questo, meritava la morte. Qualche istante e Hernan si accasciò sanguinante sul tavolo: Ruby aveva esercitato pressione nei suoi organi interni, rendendo il suo corpo un semplice contenitore di poltiglia.

Le visioni si susseguivano a ritmo frenetico e per ognuna di esse Ruby perse un pezzo di anima. Aveva ucciso a sangue freddo decine di persone. Ecco perché era abituata a nascondere la sua lunga treccia rosa nel cappuccio: nessuno doveva riconoscerla per strada.

Un dolore lancinante, il più forte che avesse provato fino a quel momento, le fece inarcare la schiena.

"Resta con me" la voce di Gayle la stava implorando, ma lei non aveva controllo sul proprio corpo.

Fai qualcosa! Le disse una voce dentro di sé. Ribellati a questo! Tu sei forte, sei spietata. Alzati e ripaga questo ciarlatano con lo stesso dolore che ti ha causato!

Da dove veniva quella voce? Era la sua? Non voleva fare del male a Gayle, lui la stava aiutando.

E questo lo chiami aiuto? Guarda, Ruby! Ti sta uccidendo!

Ruby aprì gli occhi. La stanza era buia e silenziosa. Solo il respiro di Gayle scandiva il tempo. Ma non era regolare, era affannato. Ruby si alzò dalla poltrona nera e vide il corpo del Gran Maestro accasciato per terra che ansimava. Era circondato dal sangue, tanto sangue. I loro occhi si incontrarono e Gayle pronunciò il suo nome in un rantolo. Ruby sorrise. Schioccò le dita e il corpo dell'uomo implose.

Con un gesto lento, si ripulì la guancia da uno schizzo di sangue e si sistemò i capelli. I suoi occhi erano completamente neri, profondi e bui come la notte. Uscì dalla stanza e, a passo sicuro, s'incamminò lungo un corridoio alla ricerca degli altri Draeloran: loro non avevano idea di cosa stesse per accadere. Quel giorno l'ordine Draeloran sarebbe morto e lei sorrise soddisfatta di ciò che avrebbe fatto.




Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro