La Santísima
Prologo
Era il 2 novembre, giorno dedicato alla Santa Muerte; porto gran rispetto a questo culto e a coloro che lo professano; sono ben consapevole del fatto che sia successo tutto a causa mia.
Nella vita facciamo scelte di cui, a volte ci pentiamo.
Non ho rispettato il patto, mi prendo la piena responsabilità dell'accaduto.
Il mercato
Quel pomeriggio mentre ero diretta al cimitero, passai attraverso un mercato con bancarelle allestite per il giorno dei morti.
Mi soffermai su una di esse, non che fossi interessata a qualche cimelio, in realtà stavo pensando a mio marito ed ero scoppiata a piangere.
Avremmo voluto tanto un bambino, ma avevamo scoperto che la causa per cui non riuscivo a restare incinta, era una malformazione del mio utero.
Questo fatto lo aveva reso sempre più freddo nei miei confronti, temevo che Juan stesse pensando di lasciarmi.
Inavvertitamente, appoggiai la mano sul bancone; una donna vestita di nero si avvicinò a me, indossava un lungo abito e portava uno spesso velo davanti al viso che mi impedì di indovinare le sue fattezze.
"Prendila, esaudirà i tuoi desideri"
"No, mi scusi..."
La signora m'interruppe:
"Vuoi che tuo marito ritorni quello di prima? Volete un bambino?"
Rimasi senza parole. Come faceva a sapere?
"Hai fatto la scelta giusta: la Santa Muerte vestita di rosso provvede all'amore."
Solo in quel momento mi accorsi di aver posato la mano ai piedi di una statuetta alta trenta centimetri, la discostai subito.
"Le prepari un piccolo altare, ci poni delle candele, dei fiori, un bicchiere d'acqua. Puoi chiederle tutto, in cambio devi giurarle fedeltà assoluta... Sei cristiana?"
"Nata in una famiglia cattolica ma... ma non praticante convinta."
Ma perché le stavo rivelando ciò?
***
Un paio d'ore dopo, ero di ritorno a casa, tra le mani stringevo la borsa contenente la Santa Muerte. Dove avrei potuto collocare il suo altare?
Juan, al contrario di me, seppur non andasse tutte le domeniche in chiesa, era molto credente. Io ero disperata a tal punto da non farmi nessuno scrupolo sul provare ciò che la donna mi aveva consigliato; al massimo non sarebbe successo nulla ed avrei perso solo quei pochi pesos che avevo usato per l'acquisto.
Novità
Collocai la Niña blanca(bambina bianca, uno dei tanti appellativi con cui veniva chiamata la Santa), in una nicchia scavata nella parete, era un rettangolo ricavato sopra la porta dell'ingresso, la usavo per riporre coperte e lenzuola fuori stagione, Juan non l'aveva mai aperta.
Tolsi la biancheria, misi la statuetta, un bicchiere d'acqua, delle candele, una foto di me abbracciata Juan.
Mio marito era tassista, quel mese faceva il turno di notte, io lavoravo, tutto il giorno, in una pasticceria.
La notte seguente, quando rimasi sola in casa, accesi la candela e pregai "la Flaquita"(la magra) di aiutarmi a rimanere incinta; in cambio le avrei offerto la mia vita, la mia fedeltà e riconoscenza sarebbero durate fino alla fine dei miei giorni.
Tutte le sere facevo questo rituale; un mattino - era già fine novembre - come di consueto, entrai in pasticceria per iniziare il lavoro ma, l'odore dolce mi provocò una nausea repentina che mi costrinse a scappare in bagno, a vomitare quasi anche l'anima.
Tornai a casa, convinta di aver contratto l'influenza intestinale.
Dopo vari giorni di vomito incessante, Juan mi portò al pronto soccorso.
Mi applicarono una flebo con antiemetico e la soluzione elettrolitica per ricompensare i liquidi persi; iniziai a sentirmi meglio.
Una dottoressa tornò in camera per controllare le mie condizioni, in quel momento mio marito era accanto al mio letto.
"Nulla di preoccupante" esordì sorridendo, guardò Juan negli occhi e continuò:
"Sua moglie aspetta un bambino."
Il furto
Aveva funzionato! Ero incinta di tre settimane, non poteva trattarsi di una coincidenza.
Iniziò così, il periodo più bello della mia vita. Adesso chiedevo alla "Novia"(sposa) di proteggere la vita di mia figlia (Juan sperava che fosse femminuccia) e di mio marito.
Lui era tornato ad essere affettuoso e pieno di attenzioni nei miei confronti.
La gravidanza fu un poco travagliata, dovetti restare a riposo, vomitavo spesso, ma la bambina, (l'ecografia ne confermò il sesso) cresceva e stava bene in salute.
Ero alla fine dell'ottavo mese, quando un giorno, mio marito tornò a casa; notai subito il pallore sul suo viso tirato.
Era successo qualcosa di grave che lo aveva sconvolto ma non voleva parlarne, non voleva turbarmi.
La mia insistenza ebbe la meglio.
"Prima della fine del mio turno è salito in macchina un uomo distinto, ben vestito, barba bianca ben curata. Mi ha chiesto di accompagnarlo alla periferia di Città del Messico.
Giunti a destinazione, mi ha pagato il viaggio con un biglietto di taglia grande ed io ho messo fuori il portafogli per dargli il resto.
In quel momento, dal sedile posteriore mi ha puntato la lama di un coltello alla gola, intimandomi di lasciargli il portamonete. Sentivo la lama fredda spingere sulla trachea... " scoppiò a piangere in singhiozzi, le mani chiuse sul viso, con voce soffocata proseguì:
"In quel momento ho pensato a te, a nostra figlia..."
Mi abbracciò forte.
"Poi è successo qualcosa che non riesco a spiegarmi: l'uomo ha iniziato ad urlare, terrorizzato, ha lasciato andare il coltello, è uscito dalla macchina ed è scappato via. Non ho idea di cosa abbia visto; forse esiste davvero l'angelo custode."
***
Quel giorno offrii alla mia "Señora Poderosa" una bottiglia di (liquore) Mezcal, un dono per ringraziarla d'aver protetto l'incolumità di mio marito.
Il battesimo
Carmen nacque alla fine dell'estate, la felicità che provavo adesso era ancora più grande. Purtroppo, tre mesi dopo la sua nascita, dovetti tornare a lavorare e, a causa dei doveri, le cure per la bimba, la casa... iniziai a trascurare la Santa. Rimase dimenticata, dentro la sua nicchia.
Una sera notai un'ombra dietro la finestra della camera, quando mi avvicinai alla finestra constatai che non c'era nessuno.
Una notte, Juan mi chiamò. Carmen dormiva nella culla in un'altra stanza, accanto a me c'era l'interfono collegato all'altra camera, trasmetteva il bisbiglio di una persona adulta, feci per alzarmi ma mio marito mi trattenne per le spalle.
"Vado io." sussurrò.
***
"Assurdo!" esclamò lui "Mi è parso di vedere un'ombra nera vicino alla bambina... È stato questione di un attimo, non ne sono sicuro. Teniamola qui con noi questa notte. Sarebbe ora di pensare al suo battesimo."
***
Una fredda e soleggiata domenica di dicembre ci avviavamo lungo la scalinata della chiesa per battezzare nostra figlia. Nel momento in cui entrai nel tempio del Signore, ebbi un forte capogiro. Lasciai Carmen nelle braccia di Juan e gli dissi che sarei uscita un attimo perché non mi sentivo bene.
Ero preda di mal di testa e nausea, mi accorsi che la vista mi stava venendo meno, discesi velocemente i gradini e corsi in un viottolo a vomitare.
Quando alzai lo sguardo, davanti a me si stagliava la signora vestita di nero, la donna della bancarella.
"È così che mantieni i patti? Hai promesso di essermi fedele fino alla fine dei tuoi giorni e mi tradisci entrando a pregare in quella chiesa?
Chi ti ha restituito un marito? Chi ha esaudito il tuo desiderio di diventare mamma? Chi ha protetto Juan da morte certa? Il tuo dio della religione cattolica?... Ti sei dimenticata di me, più nessuna offerta... È questa la riconoscenza che senti per me? Tu mi appartieni, abbiamo fatto un patto."
La sua voce era roca e carica d'ira.
Riuscii a riconoscere le fattezze di un teschio, celate dietro il velo nero.
La Santa Muerte in persona mi aveva venduto la statua che la rappresentava.
La fine
"È vero, mi dispiace, ti ho trascurata." piangevo disperata " E non immaginavo di farti un gran affronto entrando in quella chiesa. Perdonami."
"Ricorda che la Santa Muerte è molto gelosa dei suoi adepti, e se non manterrai le tue promesse, se dovessi rompere il patto con me, verrò nelle mie vesti di morte e prenderò una vita in cambio... No, non la tua, sarebbe troppo facile per te, prenderò la vita di una persona a te molto cara."
Detto ciò, svanì.
***
Tornai ad essere ancora più devota di prima, la Santa mi aveva sempre dimostrato di essersi presa cura di noi, aveva persino confermato il suo intervento per salvare Juan, solo avrei dovuto tenermi lontana dalle chiese cristiane, quel malessere non era stato un evento fortuito, bensì era stato procurato dall'appartenere alla mia Señora.
Purtroppo un pomeriggio successe l'inaspettato: mio marito, che avrebbe dovuto lavorare di notte, era a casa con la piccola mentre io ero a lavoro; Carmen rigurgitò sul lenzuolino e Juan ricordandosi che nella nicchia conservavo delle lenzuola, aprì le ante e scoprì l'altare.
Quando rincasai, mi assalì con insulti:
"In cosa ti sei messa? Butta quella statua o lo farò io! Non voglio più vedere qualcosa del genere nella nostra casa!"
Litigammo ferocemente, la piccola piangeva spaventata dalle urla.
"Non posso farlo, tu non capisci!"
"Bene, scegli lei o scegli me. Qualora dovessi restare con la tua Santa Muerte, sappi che me ne andrò... e mi porterò via Carmen."
***
Pensai di accondiscendere alla sua richiesta buttando la statua, in seguito l'avrei recuperata ed avrei fatto l'altare da un'altra parte.
Ci calmammo, cenammo insieme poi lui andò a lavoro ed io mi affrettai a recuperare la statuetta dall'immondizia.
Le gambe mi cedettero quando svuotai tutto: Juan l'aveva portata via con se.
***
Piansi tutta la notte, vidi l'ombra scura accanto a me, ora sapevo che era lei; ero terrorizzata.
Era qui per portarmi via la bimba che mi aveva concesso di mettere al mondo?
Non avrei dovuto gettare la Santa, avrei dovuto difenderla... ma non volevo perdere il mio uomo.
***
Alle h 3:30 del mattino il cellulare squillò, era Juan:
"Pronto, Juan?"
Non era la sua voce, era un estraneo che mi avvertiva che mio marito aveva avuto un incidente.
"Abbiamo fatto tutto il possibile... Mi dispiace."
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