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LA SALITA AL BOSCO


LA SALITA AL BOSCO

Un'antica leggenda narra la storia di Lei-Tsu, giovane moglie dell'imperatore Giallo, che, mentre sorseggiava il tè sotto a un gelso, vide affondare, nel liquido caldo, un bozzolo.
Stizzita lo rovesciò a terra, rimpiangendo lo spreco dell'amata bevanda. Il bozzolo rimase però attaccato alla tazza. Cercò allora di staccarlo e, con stupore, lo vide disfarsi fino a coprire l'intero giardino.
Notò la robustezza e la lucentezza di quel magico filo.
Alzando lo sguardo sull'albero, vide decine di bozzoli lucenti.   
Le venne un'idea.
Creò un telaio e si dedicò alla produzione di un nuovo tessuto: la seta.
Il gelso, custode dei bachi, si sentì in colpa per aver lasciato cadere il prezioso bozzolo.
Aveva udito che, per ricavare quel tessuto pregiato, i laboriosi insetti dovevano morire.
Decise di chiedere aiuto a Madre Natura.
< Vi prego, clemente Madre, ponete rimedio al mio errore!>
Lo spirito di Madre Natura,
a quel punto, poco poteva fare.
< Solo chi ha distrutto può riparare! Non tu, dolce gelso, ma l'umana che aprirà, al bruco, il suo cuore>.

MILLENNI DOPO.

Jia Li osservava i bruchi divorare le foglie di gelso. Era sempre stata affascinata da quelle strane creature. La loro vita durava all'incirca un mese, nel quale subivano quattro mute in cinque fasi. Solo al termine di questa crescita, erano pronti a salire al bosco e creare il bozzolo che li avrebbe trasformati. Fin da piccolissima aveva seguito tutti i passaggi insegnati dalla nonna. Sapeva costruire il bosco ad occhi chiusi.
Ma a sei anni, aveva capito ciò che accadeva davvero ai bruchi. Nessuno di loro sarebbe mai diventato farfalla. I bozzoli venivano staccati dal bosco e gettati nell'acqua calda, per ricavarne la seta. Venivano ammazzati! Era ingiusto. Più volte aveva detto a nonna Mei, che la riteneva una pratica crudele. Aveva urlato, pianto, pregato, supplicato.
A sette anni aveva adirittura, cercato di liberare i bozzoli.
" Jia li, non devi soffrire per questo."       
L' aveva rimproverata la nonna, riportando i bachi nella baracca.  " Nel corso degli anni è stata fatta una selezione, perciò le falene, fuori dal bozzolo, non potrebbero sopravvivere! Non hanno bocche per cibarsi nè ali abbastanza forti per volare. Quindi morirebbero di fame o uccise dai predatori! Non è meglio evitare loro tanta sofferenza?" Per la ragazzina, quelle parole furono più brutali del processo usato per uccidere i bruchi. Perchè era questo che accadeva. Il loro destino era dunque morire, sia prigionieri che liberi, per mano dell'uomo o dalla natura.
E lei non poteva fare nulla per salvarli.
Avrebbe potuto però, rendere quell'unico mese speciale, ricoprendoli di attenzioni e d'amore.
Jia li viveva da sempre con la nonna. Era tutta la sua famiglia. La produzione della seta era il loro unico mezzo di sostentamento.
Nonna Mei non era cattiva, anzi era dolcissima. L' aveva cresciuta e accudita con l'amore di una madre. Si assomigliavano parecchio fisicamente, ma la nonna credeva fermamente nel suo lavoro e insegnava alla nipote ogni segreto, sperando che portasse avanti, a suo tempo, la loro attività. Le ricordava, ogni giorno, che era una tradizione di famiglia, tramandata da secoli. Pareva fossero le ultime discendenti di un'antica dinastia di tessitrici imperiali.
Ma a Jia li non importava da quanto tempo venisse tramanda quell'usanza. Per lei era un'enorme sofferenza.
Quel giorno Jia li compiva sedici anni. Aveva sempre avuto una fantasia sfrenata, tanto da suddividere i suoi anni per i quattro stadi dei bachi, quindi nella sua testa era arrivata alla quarta fase, come loro. Stava preparando il Bosco, un intricato groviglio di rami secchi su cui, nell'ultima fase, i bruchi salivano e cominciavano a costruirsi il bozzolo, " A imboscarsi" come sosteneva nonna Mei.
" Ecco, sto preparando il bosco, amici miei, quest'anno dovrei salirci anch'io! Chissà se diventerei una splendida farfalla o un abito da sera!"
Si, Jia li parlava ininterrottamente ai suoi amati bruchi. Aveva di ognuno, un'idea precisa. C'era il pigro, il goloso, il noioso, il simpatico, il nervoso e così via. Iniziava il loro mese di vita, carica di gioia e aspettative, procurando loro le foglie di gelso migliori, spronandoli a mangiare e a crescere, per poi piangere e scappare quando il ciclo finiva, come la loro vita.
Quel giorno qualcosa di diverso accadde. Il bruco bianco e grassoccio, "tenerone", il suo preferito, la fissava sorridendo! Jia li credeva di avere le allucinazioni.
Eppure, avvicinandosi, vide ciò che mai si sarebbe aspettata di vedere! Quel bruco aveva la bocca! E quella bocca sorrideva!
Si strofinò gli occhi, ma la scena rimase immutata.
Jia li prese il bruco, delicatamente e lo portò fuori dalla baracca buia e umida. All'esterno, alla luce del sole, lo esaminò da ogni angolazione.
Lui sembrava gioire di tutte quelle attenzioni, tanto che il sorriso si allargò.
" Non è possibile! Non può essere vero!" Esclamò la ragazza.
<Perchè no?> si sentì rispondere.
Jia li sbarrò gli occhi. Il bruco la fissava ma la sua bocca non si muoveva.
" Non sei stato tu!? Non puoi avermi parlato!"
< Ripeto! Perchè no? Tu mi parli continuamente!>
《Ma bene》 pensò la ragazza, 《sto impazzendo!》
Lo fissò a lungo, sfidandolo a parlare, ma lui non lo fece più. Scrollando la testa, dandosi della stupida, riportò il bruco nella baracca e lo depose alla base del bosco. " Ecco, ora puoi iniziare la salita, come gli altri!"
Ma quello non si mosse. Jia li lo spronò " Forza, sali, così potrai creare il tuo bozzolo e trasformarti!" Ma mentre lo diceva, quelle parole le parvero sbagliate.
< Dimmi Jia li, tu faresti la salita al bosco sapendo che non ci sarà discesa?>
La ragazza strabuzzò gli occhi. Ingoiò il nodo che le si era formato in gola. Scosse la testa, mentre lacrime amare iniziarono a scenderle lungo le guance pallide e scarne. Forse erano i sensi di colpa a parlare  "Nonna Mei dice che non avete possibilità di sopravvivere, perchè non avete bocca per cibarvi ne ali forti per volare! Ma tu ce l'hai la bocca! Mi ha dunque, sempre mentito?"
< No, non ha mentito! Negli anni gli uomini hanno selezionato esemplari sempre più deboli, adatti a creare fili perfetti, ma non a sopravvivere. Forse in questo modo, evitavano il rimorso. Ma ogni mille anni, un bruco nasce come madre natura l'ha creato. Eccomi!>
Jia li era stupefatta, non stava sognando! " Sali sul bosco, ci penso io a proteggerti!" Affermò convinta.
< E come pensi di riconoscermi? Siamo tutti uguali quando diventiamo bozzoli!>
Jia li ci pensò. " Starò qui tutto il tempo! Non ti perderò d'occhio neanche un secondo! Questa volta non scapperò!"
Il bruco le sorrise e cominciò la sua salita al bosco. Jia li sedette a terra, incrociando le gambe. Gli stava tanto vicino da sfiorarlo col naso. L' osservò salire, strisciando, nel bosco da lei creato. Un'infinita tristezza la invase. La salita al bosco, che sarebbe dovuta essere il percorso per la trasformazione, l'inizio di una nuova vita,  era diventato il cammino verso la morte. Tirò su col naso, si asciugò gli occhi. " Mi dispiace!" Ripeteva sottovoce. "Mi dispiace!"
Il bruco si fermò, voltò la testa e le sorrise < Non essere dispiaciuta. Se riuscirai a salvarmi, potrebbe esserci ancora speranza per le prossime generazioni. Potresti essere colei che ha riportato alla vita la mia specie!>
" Ma...non so se sarà possibile. Non hai un compagno o una compagna, come potresti riprodurti?"
< Credo che ci arriverai da sola, se ci pensi con attenzione e apri il tuo cuore.> Affermò il bruco prima di tornare alla sua scalata.
Jia li rimurginava su quelle strane parole, mentre si rigirava tra le dita una ciocca dei suoi bianchi capelli. Si, era strano, ma era nata così, coi capelli bianchi, totalmente bianchi, come...come i fili di un bozzolo!
Portandosi una mano alla bocca e sbarrando gli occhi, fissò il bruco che pareva sogghignare.
Lo vide fermarsi. < Gli umani ci hanno cambiati. È giusto che siano loro a riparare a ciò che hanno fatto, non ti pare?!> Concluse iniziando a costruire il suo bozzolo. Jia li si chiese che cosa volesse dire, quando notò che i suoi capelli iniziavano a crescere. Li vide scenderle nel petto, oltrepassare la vita e ammucchiarsi sulle ginocchia. Cominciarono poi ad avvolgerla, come il filo stava avvolgendo il bruco. < Non aver paura.>
Fu l'ultima cosa che sentì. Provò una pace profonda e il buio la inghiottì.

" Jia li, svegliati! Spiega le ali, così si stenderanno e si asciugheranno!"
Ali? Si chiese confusa la ragazza.
"Jia li! Apri gli occhi!"
La giovane fece come ordinato ma fu colta da un capogiro. Li richiuse subito. " Che succede, gira tutto!?"
Affermò spaventata.
" Tranquilla, sei a testa in giù. È il modo migliore per far asciugare le ali!"
Ancora queste ali!
Jia li sollevò le palpebre e ciò che vide la terrorizzò. Una falena enorme, bianca, con profondi occhi neri e due...due... antenne, la fissava affascinata.
Il sorriso che le rivolse quella stupenda, spaventosa creatura, le risultò familiare.
" Sei bellissima, Jia li!"
" Chi... cosa..  che cosa sei?" Chiese la ragazza balbettando.
" Non mi riconosci? Strano visto che mi hai guardato per ore!"
Jia li non capiva di cosa stesse parlando finchè non si guardò intorno.
Era sul bosco che lei stessa aveva costruito! Attaccata ad un ramo secco, a testa in giù! Cercò di muovere le braccia e...cosa??? Due ali bianche le apparvero ai lati della testa.        
" Oddio!! È un incubo?"
" No, Jia li, è tutto reale! Ma avrei preferito che lo definissi un sogno!" Sghignazzò la falena.
La ragazza cominciò a singhiozzare.      
" Sei il bruco!? Vuoi punirmi per aver preparato per anni la salita al bosco, la strada per la morte!? Per essere stata complice di tanta ingiustizia!? "
La bianca falena si avvicinò. La circondò con le sue grandi ali " Mi hai chiesto come avrei fatto a riprodurmi senza una compagna. Ricordi quando ti ho detto che avresti potuto rimediare agli errori commessi dai tuoi simili?"
Jia li assentì e tirò su col naso, ma ce l'aveva un naso?
" Ebbene, Jia li, TU sei la mia compagna. Insieme riporteremo la mia specie alla sua vera natura."
Jia li notò con stupore, che quella condizione le pareva, ad un tratto, naturale. Si girò tra le ali del suo bruco e..." Ce l'hai un nome?" Chiese curiosa.
La falena sogghignò " Certo che si! Mi chiamo Byx, ma puoi continuare a chiamarmi tenerone!" Concluse facendole l'occhiolino.
Jia li arrossì accorgendosi di provare una certa attrazione.
L' orrore iniziale stava diventando simpatia, ammirazione. I sentimenti che provava da sempre per quelle creature, si amplificarono.
Spiegò le ali e si sentì felice, libera. Si alzò in volo, come se lo avesse fatto da sempre e Byx le volò intorno ridendo. S'inseguirono nell'aria, danzando l'uno attorno all'altra. Sfiorandosi e sfuggendosi, per poi ricongiungersi.
Era una sensazione stupenda.
Jia li guardò giù e improvvisamente s'intristì. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, mentre osservava i numerosi bozzoli ancorati al bosco. Byx seguì il suo sguardo e capì i suoi pensieri. " Jia li, guarda quassù! La salita al bosco non è più la strada della morte! Oggi è la via della vita!"
Così dicendo la invitò a seguirlo fuori dalla baracca.
Volarono, ridenti, su prati profumati, fioriti e tra alberi lussureggianti, infiniti, finchè non trovarono un luogo sicuro e protetto dove dar vita alla loro progenie.

Madre natura sospirò di sollievo, inviando, nel vento, un messaggio atteso da troppo tempo. 
< Riposa in pace, spirito del dolce gelso, perchè il tuo appello non è andato perso! Ciò che algli albori avevo creato, così com'era è ritornato!>

Cristina Baesso

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