Capitolo 3
Ero seduta su una panchina, potevo sentire il freddo della pietra con cui era fatta attraversare i miei abiti e rinfrescarmi la pelle, ma non mi disturbava, era una notte molto calda, tanto che la camicia da notte mi si era incollata alla pelle. Guardavo dritto davanti a me, assorta nei miei pensieri, che non erano pochi e neanche da sottovalutare, ero lì proprio per riflettere e trovare il modo migliore per risolvere i miei problemi. Mi nascondevo dal mondo intero in quel lato isolato del giardino, non ci andava mai nessuno oltre me, adoravo rimanerci per ore, mi dava conforto essere a contatto con la natura, e la pace che si respirava riusciva sempre a calmarmi.
Ero ipnotizzata dal panorama quando Petra comparve nel mio campo visivo, con un sorriso che ora sapevo essere falso come tutto quello che la riguardava, ma che all’epoca mi sembrò dolce, materno. Aveva una tazza fumante tra le mani.
<<Prendi, riscaldati.>> disse porgendomi la bevanda ed io la presi senza nemmeno domandarmi cosa contenesse <<È un infuso, ne hai bisogno, devi rilassarti sei troppo agitata. È per il rito di domani?>> sicuramente il pensiero di quello che doveva succedere non aiutava, solo sentirlo nominare mi provocò un crampo allo stomaco, ma non sembrava essere quella la preoccupazione principale in quel momento, sentivo che c’era altro.
<<Succederà qualcosa e potrei anche provare a evitarla, ma non lo farò, temo che le conseguenze potrebbero essere peggiori.>>
<<Hai avuto una visione?>> Petra sembrava agitata.
<<Ho visto uno scorcio di futuro.>> dissi sconsolata, ero certa che Alana avrebbe fatto volentieri a meno di quel “dono”, solo ricordare quei momenti mi faceva sentire un peso sulle spalle, ne farei volentieri a meno anche io.
<<Sai che io ci sono!>> disse posandomi una mano sulla spalla, come poteva questa donna mentire con così tanta naturalezza, riusciva a confondere anche me che stavo provando la sua cattiveria sulla mia pelle, sembravano due persone così diverse… <<Qualunque cosa tu abbia visto ci sarà certamente un’altra interpretazione.>> i suoi lineamenti divennero più marcati: era tesa.
Avrei voluto fare come faceva Alana con me, cioè comunicare con lei, avrei voluto scuoterla e dirle di aprire gli occhi, di vedere la persona che realmente aveva di fronte, ma sapevo che era impossibile usare il mio potere in senso inverso, il passato non poteva essere cambiato.
<<Cosa succederà?>> domandò Petra sempre più agitata, capii il motivo: temeva per la buona riuscita del suo piano, pensava che la visione di Alana riguardasse le sue intenzioni.
<<Capiterà qualcosa di molto orribile, ne soffriranno in tanti, ed io perderò tutto!>> stavo trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire, volevo mostrarmi forte.
Alana sapeva! Aveva visto il male avvicinarsi, l’aveva sentito entrare nella sua vita, un passo alla volta, senza sapere che proprio la donna che le stava accanto sarebbe stata l’artefice della sua disgrazia.
Soffiai il liquido fumante per non ustionarmi, e bevetti un sorso.
<<Bevi e non pensare a cosa ti riserverà il futuro, può sempre cambiare.>> le sue parole sembravano avere un significato nascosto “non preoccuparti, tanto un futuro tu non c’è l’hai”.
Uno strattone al viso mi fece uscire dallo stato di semi incoscienza in cui ero caduta…
<<Vedo che cominci a ricordare, ti diedi un sonnifero molto potente>> disse Petra <<è stato un po’ subdolo da parte mia usare una tua debolezza contro di te>> ah! Solo quello era stato subdolo? Non cospirare, uccidere e voler rifare tutto da capo? <<sai, sei sempre stata molto brava in tutto tranne che in erbologia, almeno la tua distrazione era servita a qualcosa, odiavo quella tua aria sognante mentre ti spiegavo, ma mi è stata di aiuto, almeno quella volta sono stata ripagata dal tempo perso, non ti sei resa conto di cosa c’era nell’infuso.>>
<<Quando ti sei addormentata ti ho legato a me, è stato molto semplice.>> si alzò dalla sedia e si fermò dietro lo schienale poggiandoci sopra le mani << “Il rito dei nastri di sangue!” Ah! Dal primo momento in cui lo avevo studiato lo avevo trovato molto interessante, odiavo quei incantesimi inutili che ci costringevano ad imparare: crescere le piante, la magia delle stagioni blah! Noioso, terribilmente noioso! Ma questo no, era complesso, oscuro, adoravo la magia occulta, ed è stato efficace non trovi? Passavo intere ore a studiare i grimori delle nostre antenate, quelli sì che erano tempi belli>> disse con aria sognante <<tutto era permesso pur di sopravvivere, ma avevano deciso che la pace era necessaria, che spreco di tempo, quelle vecchie rimbambite ci hanno portato alla rovina proibendo l’uso dei grimori, ma io non mi sono curata molto delle regole, infatti eccomi!>> con un gesto indicò la sua persona, la sua presenza era la prova dell’efficacia di quel fantomatico “rito dei nastri di sangue” <<E sì mia cara! Abbiamo condiviso l’immortalità per tantissimo tempo.>> mi fu finalmente chiaro il motivo per il quale era possibile che lei fosse lì davanti a me.
Urlai, mentre metabolizzavo le nuove informazioni, avevo perso di vista quanto potesse essere sadica quell’essere ignobile che avevo di fronte a me. Psicopatica! Pensai. Si era approfittata della mia distrazione per incidere un’altra lettera sulla gamba, una “T”. Capii quale sarebbe stato il risultato finale! Quanta eleganza e fantasia che aveva quella donna, si era proprio impegnata a pensare cosa scrivere, come umiliarmi ancora di più, niente era abbastanza a quanto pareva.
<<Non avrei mai pensato che potesse essere così divertente passare del tempo con te, così dolce e buona … e guardati ora, sei una grande scoperta>> alzò lo stiletto grondante di sangue, il mio sangue, la sola vista mi diede la nausea, se lo portò alla bocca passando la lingua sulla superficie affilata leccando la mia essenza, poi alzò la testa verso Modriam che fino a quel momento era stato uno spettatore passivo, questo si avvicinò e lei lo tirò a se per un bacio che mi diede i brividi. Gustavano il mio sangue, la mia sofferenza, la condividevano, quella che si stava svolgendo davanti ai miei occhi era una danza macabra.
Il vampiro ringhiò, forse sentendo il richiamo del liquido scarlatto, e mi puntò gli occhi rossi addosso, era pronto ad assalirmi, fece un passo nella mia direzione ma la voce dura di Petra lo fermò.
<<Contieniti Modriam!>> lo rimproverò con voce ferma.
Avevano entrambi un equilibrio mentale precario, ed io vedevo a ogni secondo che passavo in loro presenza allontanarsi le mie chance di sopravvivere.
<<Scusami tanto cara>> lui parve riscuotersi dai suoi pensieri omicidi <<il tuo sangue canta, ed è una melodia dolcissima!>> disse passandosi la lingua sulle labbra, che nel frattempo erano diventate quasi nere <<Adesso ti lasciamo riposare.>> disse quasi ringhiando, vedevo quanta fatica faceva a non squarciarmi la gola, non riusciva a staccare gli occhi dall’incisione.
La faccia di Petra alle parole di Modriam era quella di una bambina alla quale avevano tolto il suo giocattolo preferito, a che livello poteva arrivare la sua cattiveria.
Peccato! Non avrebbe potuto completare l’opera d’arte, sangue su carne.
<<Questa sarà la tua stanza, non ti piace?>> pensava seriamente che avrei potuto in qualche modo apprezzare l’arredamento nella circostanza in cui mi trovavo? <<Rispecchia i tuoi gusti, almeno quelli vecchi, oggi siete tutti più … sciatti.>> dicendo questo fece cenno alla guardia che mi prese in braccio e mi mise al letto ammanettandomi alle colonne del baldacchino.
Ero troppo dolorante anche per sentirmi in imbarazzo per l’immagine oscena che stavo offrendo, ammanettata, nuda e grondante di sangue, ai loro occhi dovevo avere l’aspetto di un pasto a cinque portate.
<<Scusa ma devo risvegliare la parte di te che più m’interessa, quindi è assolutamente necessario.>> la voce di Modriam risuonò molto vicino a me , più di quanto mi aspettassi.
Quando sentii i polsi bruciare, alzai di scatto lo sguardo e alla vista del sangue, denso e bollente che scendeva copioso dai miei polsi mi si mozzò il respiro.
Cosa aveva appena fatto? Dio! Mi aveva tagliato i polsi. Lo guardai allarmata, voleva dissanguarmi, erano disposti a uccidermi pur di raggiungere i loro scopi, e di quel passo ci sarebbe voluto poco. Quanto avrei potuto resistere in quelle condizioni?
<<Non essere drammatica mia cara, non voglio dissanguarti, anzi, trovo che questo sangue sia uno spreco, ma ripeto, ci servi immortale entro il passaggio della cometa.>> mi stava leggendo nel pensiero o avevo parlato ad alta voce senza rendermene conto? <<Né l’una né l’altra cara Anima, hai fatto nuovamente quella cosa che non sai di poter fare, ed io trovo sia molto fastidiosa … invadere la testa altrui senza permesso, è una brutta abitudine ma è un buon segno, non trovi Petra?>> lei di tutta risposta lo prese per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza, lasciandomi a patire le pene dell’inferno.
I polsi dolevano e il sangue non smetteva di fuoriuscire dalle ferite che mi avevano inflitto, non avevo capito cosa doveva succedere di preciso, ma dubitavo che sarei arrivata viva al giorno prestabilito. Da un lato volevo usare i miei poteri, ma dall’altro sapevo che così facendo li avrei aiutati a raggiungere i loro piani.
Chiusi gli occhi per non vedere quello che mi stava succedendo, volevo cancellare l’immagine del mio corpo martoriato dalla mia memoria. Mi accomodai meglio per non sentire così tanto dolore ma era un’impresa impossibile.
<<Non vi agitate, perderete ancora più sangue.>>
Sussultai al suono di quella voce cavernosa, non sapevo ci fosse qualcun altro nella stanza, ero certa che fossero usciti tutti. Era la guardia che mi aveva difeso dall’altra, Tristan, quello che non aveva voluto infierire sulle mie condizioni <<Dovete pensare solo a guarire, potete farcela, incanalate tutta la vostra energia, concentratela nei punti lesi.>> continuò con un tono appena udibile.
Se anche avessi voluto dargli retta non avrei saputo come mettere in pratica quello che mi aveva suggerito, e poi, a che proposito guarire? Per ricominciare tutto da capo? Non potevo farcela, non potevo resistere oltre, meglio smettere di soffrire, meglio lasciarmi andare! L’oblio era una meta così attraente!
<<Non lo fate, non arrendetevi. Non posso fare molto altro per lei, solo voi potete salvarvi “Mia Signora”, e ci riuscirete solo se sarete forte e resisterete.>> disse quell’appellativo in modo così solenne da farmi capire che forse avevo un alleato in quel covo di pazzi. C’era anche un senso nascosto nelle sue parole ma non riuscivo a coglierlo, non avevo né la concentrazione né la forza necessaria per riuscirci.
Lo sentì uscire dalla stanza e una volta sola mi permisi di sfogare il mio dolore, era diventata un’abitudine piangere. Le lacrime che avevo negato ai miei carnefici ora scorrevano liberamente. Ritrovare la forza, la lucidità, non sarebbe stato facile, ma come aveva detto Tristan avrei dovuto provarci se volevo uscire viva, ma soprattutto dovevo provarci per David, se fossi morta, lo sarebbe stato certamente anche lui non essendo più utile ai loro scopi.
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