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Surrender

Le nuvole nere che donavano un tocco scuro al tramonto che scompariva appena dietro il campanile di Giotto non promettevano nulla di buono per quella serata.

- Siete sicuri di voler partire oggi? – aveva sollevato una borsa Leonardo, aiutando Antea a caricarla sul suo cavallo nero – Potreste partire domani mattina che il tempo sarà più stabile.

- No Leonardo, grazie del pensiero, ma è già troppo tempo che sono lontana da mia figlia.

- Ma lei lo sa di essere figlia tua?

- Sì, ma non l'ho mai lasciata chiamarmi mamma anche per proteggerla dai nemici che mi sono fatta inevitabilmente – era salita sul cavallo – Per lei la vita è ancora un gioco, ma per me no, soprattutto la sua. Qui saremo tutti più al sicuro – aveva sorriso a Girolamo.

- Quando avete intenzione di ritornare? – aveva chiesto Sofia stringendosi al braccio di Zoroastro, la pancia che si faceva leggermente più prominente.

Antea aveva scambiato ancora un velocissimo sguardo con Girolamo e si era rivolta all'amica: - Credo tra 4/5 settimane, il tempo di preparare le cose ed Emilia per il trasferimento – aveva tirato leggermente le briglie per calmare il suo cavallo – Mi spiace sradicarla da Roma, ma sono abbastanza certa che si troverà bene qui. Dopotutto, è nata e cresciuta per un anno a Firenze.

- Si adatterà facilmente – le aveva sorriso Zoroastro.

- E poi potrà crescere con il piccolo – si era toccata la pancia Sofia guardando suo fratello – Se sarà femmina la chiameremo Lucrezia – avevano lasciato Leonardo con un sorriso commosso sul viso.

- Hey Leo, ti è venuto il cuore morbido?

- Saranno le scoperte degli ultimi tempi – aveva risposto Girolamo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio sul suo cavallo bianco, guardando prima la sua promessa sposa e poi l'artista.

Leonardo aveva ricambiato lo sguardo e gli aveva sorriso, infondo condividevano un dolore simile.

- Povera piccola, con un padre come Zoroastro non avrà nemmeno un filo di libertà.

- No, non ho intenzione di chiuderla in casa. Al contrario, le insegnerò come difendersi.

- Tu? – aveva riso Sofia – Tra te e Leonardo, non so a chi sarebbe peggio affidare l'educazione di mia figlia.

- Tranquilla Sofi, tra non molto tornerò – si era fatta finta altezzosa la Dama Ametista – Magari non saprà come usare un fioretto, ma di sicuro le insegnerò come avvelenare un uomo.

I tre uomini si erano guardati rapidi e Zo aveva ripreso la parola: - Ora che ci penso, qui l'abbiamo rischiata tutti grossa.

- E perché l'avresti rischiata grossa, tu? – l'aveva guardato strano Girolamo, nessuna gelosia nascosta, solo pura curiosità e una neoacquistata confidenza.

- Oh Conte, provate voi a frequentare la migliore amica della più grande produttrice di veleni d'Italia.

- Ho spezzato il cuore direttamente a lei, direi che è un miracolo che io sia ancora vivo – aveva passato i suoi grandi occhi sulla figura davanti a lui, che ora lo stava guardando divertita.

- Ecco, allora occhio a non farmi arrabbiare o recupero tutti gli anni in cui ho avuto la possibilità di metterti della mandragora nel tè e non l'ho fatto – aveva alzato lo sguardo al cielo, il sole era quasi scomparso all'orizzonte - Ora, se non vi spiace, sarà meglio partire prima che si faccia notte – si era girata con il cavallo – Ah Sofi, scrivi ogni tanto una lettera tra uno Zoro e un Astro.

- E tu tra un Giro e un Lamo – se ne erano andati entrambi, lasciando nelle orecchie dei tre le loro risate allegre e la strada verso Roma davanti a loro.



- Girolamo – il solo rumore che si sentiva per le colline della Maremma erano gli zoccoli dei cavalli di Antea e Girolamo – Vorrei dirti una cosa prima di arrivare – la ragazza sentiva un groppo in gola e si malediceva per non aver avuto più coraggio prima.

- Non serve, lo so già – le aveva sorriso stringendo gli occhi – Come avrei potuto non riconoscere quel cipiglio attento nascosto in due pupille verdi? – l'aveva lasciata a fissarlo sorpresa – Ma va bene così, Antea: la piccola Emilia non ha guadagnato solo un padre, ma un'intera famiglia che l'amerà davvero – si era avvicinato al suo cavallo – E, finalmente, l'hai guadagnata anche tu – gli aveva messo una mano sulla sua e in quell'istante Antea si era convinta: arrendersi era stata la miglior scelta che potesse fare nella sua intera vita.

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