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Capitolo 40- La Sfinge

È quasi mezzanotte quando finalmente in lontanza si riesce a scorgere il viso della Sfinge.
Vito sorride alla moglie.
<< La Sfinge era a guardia dalle piramide di Chefren, ed è la più antica scultura monumentale d'Egitto. È alta 20 m e fu scolpita in un affioramento di roccia naturale sulla lui base furono aggiunti alcuni blocchi di pietra in occasione delle numerose ristrutturazioni.
Ci sono tanti racconti sul naso della Sfinge di Giza, secondo le quali la sua distruzione avvenne o per un colpo sparato da un mamelucco, un ottomano o un francese.
In origine la Sfinge aveva anche una finta barba stilizzata, simbolo di regalità, ma anch'essa scomparve.
Di fronte alla statua, una volta sorgevano i resti del Tempio della Sfinge.
La favolosa creatura con corpo di leone e volto umano, nota ai primi arabi come Abu el-Hai, Padre del Terrore. Una teoria vuole che sia antecedente all' epoca egizia, frutto di una civiltà molto più antica e scomparsa ma gli archeologi concordavano nel ritenere che la Sfinge sia stata scolpita durante il regno di Chefren....>>
Più si avvicinano, più Esmeralda resta estasiata dall'immagine che ha difronte.
Stephan cammina lontano dal gruppo, quasi incosciente di ciò che gli accade attorno, sotto la supervisione di Erik. In passato i due uomini hanno avuto una discussione sui Ribelli, inoltre quell'uomo ha vissuto abbastanza a lungo per nascondere molti più segreti rispetto ad altri.
Alessandro, invece, si tiene in disparte dal gruppo e soprattutto da Esmeralda.
Tiene in braccio David, il cui piccolo neonato, appena si sveglia, gli rivolge uno dei sorrisi più belli del mondo, come se riconoscesse in lui la figura paterna.
Non doveva portarlo qui con noi, questo posto nasconde più pericoli che altro.
Il neonato gli fa la linguaccia annoiato e, alla boccaccia del padre, ride di gusto.
Tranquillo figlio mio, lei tornerà con noi, saremo una gran bella famiglia e te, come unico erede della nostra reale famiglia, governerai su tutti i Vittoriosi e finalmente tutti torneremo normali! Ti vedrò crescere e fare i tuoi primi passi alla luce del sole, senza timore di restare bruciato.
Il capo dei Ribelli bacia sulla fronte suo figlio e chiama Marta per poterlo far riposare un pò. Inoltre si stanno avvicinando alla Sfinge e si deve preparare per quando sarà all'interno di essa.
Si avvicina ai due regnanti e attira con lo sguardo il re.
<< Dobbiamo discutere.>>
Vito accenna un sì con la testa e fa che staccarsi dalla moglie ma lei lo ferma.
<< Vengo con voi. Vi devo parlare.>>
I due uomini la guardano interrogativi, ma finiscono per seguirla in disparte dai soldati.
<< Di cosa vuoi parlare Esmeralda?>>
Chiede Alessandro.
Lei tira fuori il ciondolo da sotto la maglietta.
<< Di questo.>>
Vito sgrana gli occhi sorpreso, mentre il ribelle li guarda senza capire nulla.
Il re prende parola.
<< Me ne ero completamente dimenticato! Un momento. Come sei entrata nel mio studio?>>
Lei alza le spallucce.
<< Ho i miei trucchi ed adesso conta poco come ci sono riuscita, l'importante per ora è che siamo qui e che abbiamo questo! E il diario...>>
Il re si arrabbia.
<< Come? Come? Come? Il diario è qui???? Sai quant'è pericoloso portare fuori da quella stanza quel diario?>>
Esmeralda sbuffa per la poca fiducia che ripone nei suoi confronti il marito.
<< Tranquillo è al sicuro! Nessuno è a conoscenza della sua esistenza.. beh a parte me voi e.. Marta ma mi fido di lei!>>
Il re s'infuria solo di più e cerca di protestare quando Alessandro lo zittisce con una mano.
<< Si può sapere di cosa state parlando? Cos'è quel ciondolo? E il diario?>>
Vito si calma un poco e gli risponde:
<< Quel ciondolo è una specie di chiave, che aprirà qualche porta all'interno della Sfinge. Sebastian non ha descritto esattamente come si utilizza e prima che dica qualcosa sì, senza di essa non troveremo la formula ed è una fortuna che lei l'abbia trovata.
Mentre il diario era di Sebastian. Contiene il suo viaggio fin quaggiù e del suo esperimento su una donna, una certa Giovanna, purtroppo di lei so ben poco, qualcuno dei nostri antenati ha deciso di bucare il Diario per nasconderci il ciondolo.>>
Alessandro resta perplesso da quelle notizie. Non è a conoscenza di uno studio segreto del re, altrimenti le cose sarebbero risultate molto più semplici per la ricerca.
<<Quali informazioni sono chiare e nette?>>
Vito riflette ma gli risponde Esmeralda.
<< Arriva fino alla morte di Giovanna. Il restante è bucato o con pagine strappate vie. Non è molto chiaro cos'è successo, o semplicemente diceva il viaggio di ritorno e si è pensato che le pagine fossero abbastanza inutili per poterle bucare. Non saprei.>>
Alessandro annuisce.
<< Per ora, è meglio non divagare troppo a lungo su cosa ci fossero in quelle pagine mancanti.>>
Vito sembra soddisfatto e tranquillo e dice:
<< Bene. Allora andiamo nella Sfinge. Siamo a conoscenza di una specie di labirinto nelle sue fondamenta. Sopra vi è la parte che una volta era rivolta ai visitatori di cui conosciamo la strada, il problema sarà nelle fondamenta. Lì inizia il labirinto, è stato studiato per gli umani troppo curiosi. Sebastian non da alcuna indicazione, sappiamo solo che al fondo di essa c'è il laboratorio con la formula. >>
Esmeralda però inizia a preoccuparsi.
<< Come faremo a orientarci lì dentro? E se ci perdiamo??>>
Vito sorride al pensiero che non hanno guardato bene i suoi libri nel suo studio privato.
<< Hai mai sentito la storia di Teseo e il Minotauro?>>
Entrambi i giovani scuotono la testa.
<< Sì racconta che a Creta vi era un labirinto, nel quale viveva il Minotauro. Una creatura per metà umana e metà toro. Teseo era un eroe, che grazie alla sua amata Arianna, riuscì ad uscire da quel labirinto. Volete sapere come? Con un gomitolo rosso, era riuscito a tornare indietro sui suoi passi.>>
<< Ma noi non abbiamo un gomitolo rosso>> protesta Alessandro.
<< No ma abbiamo le liane!>> esulta Esmeralda.
Alessandro la guarda estasiato negli occhi. Quella donna lo rende orgoglioso, peccato soltanto che il bacio per la sua intelligenza se l' è meritato da Vito.
Distoglie lo sguardo dai due regnanti e si dirige verso i suoi uomini per dare i suoi ordini.

Il mattino arriva veloce e nonostante siano ai della Sfinge decidono di passare quella giornata nella costruzione di un lungo filamento per girovagare nel labirinto.
A poca distanza ritrovano una fonte d'acqua ed Esmeralda decide di fare un bagnetto a David.
Gli farebbe piacere chiamare Marta ma è troppo intenta a parlare con qualcuno all'interno di una carrozza.
Nel frattempo che fa sguazzare il neonato nell'acqua, pensa a quanto deve essere bello salire sulla testa di quella Sfinge, per contemplare il mondo che li circonda.
David schizza con le manine verso la madre, risvegliandola dai suoi pensieri.
<< Diventerai un ottimo nuotatore da grande, figlio mio!>>
Gli sorride allegramente, mentre il bimbo prova ad acchiappiare con le mani l'acqua, per poterla mettere in bocca.
Marta l'affianca allegra.
<< A cosa è dovuto quel sorriso trentadue denti?>>
La prende in giro Esmeralda e di rimando la dama di compagnia arrossisce.
<< Nulla di che. È bello vedervi con il vostro bambino!>> esclama.

In pomeriggio inoltrato David dorme felicemente tra le braccia di Marta, ed Esmeralda inizia a scavalcare la Sfinge. I novizi la guardano consapevoli che la loro regina è un osso duro e neanche il re riesce a fermare il suo modo di fare intrepido.
Una volta giunta sulla testa del monumento Esmeralda resta a bocca aperta.
Quel luogo è immenso, è un mare verde di fogliame. L'aria sprigiona molto più ossigeno rispetto a quello dei boschi di cui è abituata. S' immagina quando quella Sfinge si trovava su una distesa di sabbia e sorride per la fortuna che ha. In quella foresta vi è molta più vita ed è più gradibile la vista rispetto alla distesa di sabbia.
Resta a penzoloni guardando verso l'orizzonte. Il sole sta per calare e gli regala un ottima visione del tramonto, colorato di differenti sfumare di giallo e rosso.
Esmeralda sbuffa perché tra non molto inizierà a camminare tra quattro mura e scende verso le carrozze in cui ci sono i suoi uomini.

<< Sei sicuro di dove stiamo andando? >> ripete Alessandro al re.
<< Sì il diario dice di andare da questa parte!>>Gli risponde innervosito Vito.
Il viaggio nella Sfinge è iniziato subito dopo il calar del sole.
Esmeralda, Vito, Alessandro, Stephan e dodici uomini tra Ribelli e soldati reali, sono entrati nella Sfinge, mente gli altri per sicurezza sono rimasti fuori con Erik.
La fune che hanno creato è talmente lunga e pesante che la tengono in mano in dieci di loro.
Le pareti di quel monumento sono ricoperte di geroglifici e Esmeralda, nonostante l'odore nauseabondo di chiuso, resta a bocca aperta per quelle meraviglie.
Ogni tanto incontrano dei vecchi cartelloni, probabilmente utilizzati prima della Grande Guerra Chimica.
<< Laggiù! Quella porta!>> Indica Vito.
La porta è nascosta dietro ad una specie di stoffa e si confonde con il restante delle pareti.
Al centro di essa vi è una specie di incastro a sei punte.
<< Esmeralda passami il ciondolo>>
La ragazza consegna la collana tra le mani di Vito.
Il re inserisce il ciondolo ma nulla si muove.
Snervato dell'attesa Alessandro si fa avanti.
<< Magari devi girarlo>>
E inizia a girare il ciondolo finché non scatta un meccanismo.
Il sorriso muore dalle labbra di Alessandro, perché una lancia lo colpisce in pieno petto.
Esmeralda lo tira via da lì e la porta si apre verso l'interno.
<< Dovevo sospettare che c'era qualche trappola.>>mugugna il ribelle.
Vito lo sorpassa e come fa un passo all'interno del labirinto si sente un forte urlo in lontanza.
Alessandro si rialza subito in piedi e chiede allo zio.
<< L' ho sentito solo io o sono i miei sensi che m'ingannano?>>
Vito deglutisce
<<Non ne sono del tutto certo>>

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