Capitolo 31- Al mio posto
Esmeralda si riprende dallo shock di quel bacio, sa bene che non potrà mai odiare veramente Alessandro, lo capisce; ogni qual volta che lui la bacia, il suo corpo reagisce come se stesse bevendo un elisir di lunga vita.
Certo, adesso è arrabbiata con lui, ma non può odiarlo veramente.
Si mette a piangere, incapace di capire cosa prova veramente, ed urla forte per il peso che porta al cuore.
Le guardie reali la sentono da lontano, la trovano e la liberano dalla fune super resistente anche per un Vittorioso.
Gli uomini non le fanno domande, consapevoli che ella piange per aver perso di vista il re.
La regina cerca di riprendersi e, con fare serio, inizia a ordinare:
<<Ci sono prigionieri? Li porteremo nelle prigioni di Rimina.>>
<<Sì, signora.>>
Dopo quella battaglia, i guerrieri, che fino a qualche giorno prima la inseguivano con sospetto, ora le infondono solo rispetto.
Ritornano al villaggio dei Ribelli ormai vuoto, in cerca di qualunque indizio che possa condurli al re.
<<Mi dispiace mia signora. Abbiamo soltanto trovato una lettera che tratta di un paese chiamato Congo.>>
Esmeralda legge frettolosamente la lettera di Sebastian.
<<Chi è il più anziano a Rimina? Chi è vissuto prima della Grande Guerra Chimica?>>
L'uomo stringe le spalle.
<<A palazzo c'è Stephan. Forse lui ha più informazioni di noi di questo luogo.>>
<<Molto bene. Avvertite che sto tornando a palazzo, e scortate Stephan nella sala del trono.>>
Esmeralda si reca all'interno di un' abitazione, nella quale vi sono dei prigionieri, tra cui Miele. La donna dagli occhi di ghiaccio la guarda spaventata e sorpresa.
<<Esmeralda? Cosa sta succedendo? Perché hai mandato questi uomini ad ucciderci?>>
La regina si siede su una comoda poltrona rossa.
<<Sono venuta a riprendere ciò che è mio, ma tuo marito e suo nipote sono riusciti a scappare con ciò che voglio. Non ucciderò nessuno, tranquilla, non sono un' assetata di sangue. Voglio solo sapere dove stanno andando Erik ed Alessandro.>>
La donna resta spiazzata dalla freddezza di quelle parole.
Dov'è la dolce ragazza, piena di curiosità e vita, che mi si presentò mesi fa in questa casa?
<<Il re non ha parlato. Non sappiamo con certezza dove si trova la formula. Soltanto il re lo può sapere.>>
Esmeralda fa una smorfia annoiata.
<<Da dove partono? Qual è la prima meta?>>
Miele è titubante e tace.
<<Ti ho chiesto dov'è?>> batte il pugno arrabbiata sul bracciolo della poltrona.
<<A pochi kilometri da Busi si trova un nostro porto, ed è molto piccolo. Ci sono solo novizi e pochi umani. >>
Esmeralda sorride soddisfatta; fa per alzarsi, ma un' altra domanda le martella la testa.
<<Cosa sta succedendo tra gli uomini dagli occhi di ghiaccio? Perché attaccano?>>
Miele stavolta non fa resistenza.
<<Di preciso non lo so. Gli uomini dagli occhi di ghiaccio reprimono i sentimenti e molti non vogliono neanche tornare normali per paura di provare un dolore ingestibile per le azioni che hanno commesso.
Ma quando abbiamo rubato il libro, è successo qualcosa di strano. Le urla che ho sentito non erano le solite cupe cariche di dolore.
No! Era paura! Una folle paura.>>
Esmeralda la guarda interrogativa.
<<Paura di cosa?>>
Miele alza le spalle.
<<Non lo so. È difficile capirli.>>
Esmeralda annuisce.
<<Grazie per l'informazione. Rispondendo alla tua domanda iniziale, non ucciderò nessuno. Ci saranno solo prigionieri. Farò in modo che non ci siano più ne Perdenti ne Vittoriosi. Se mi prometterete fedeltà, vi libererò.>>
Miele sposta le mani davanti a sé. <<Io ti sarei pure fedele, ma dare la fedeltà a te è come darla al re. Quindi incatenami pure.>>
Esmeralda si alza
<<Farò cambiare le idee del re.>>
La ribelle gli smorza un sorriso.
<<Fino ad allora io resto tua prigioniera. Mi dispiace.>>
<<Dispiace anche a me.>>
La sala del trono accoglie moltissime persone che si sono riunite per sapere se il re è tornato sano e salvo a casa.
Esmeralda, appena tornata, vuole vedere prima il figlio, ma uno dei consiglieri la blocca, informandola che prima deve dare un resoconto al popolo.
Con grande sforzo, la regina si sistema al centro delle poltrone reali e inizia a parlare.
<<Mio popolo, oggi è un gran giorno! Siamo riusciti a deragliare un villaggio di Perdenti! Purtroppo, alcuni dei Ribelli, sono riusciti a scappare con il nostro amato re! Come vi ho promesso ve lo riporterò indietro! Domani parto e lascerò il mio governo alla persona di cui mi fido ciecamente.>>
Guarda tra folla, senza avere la minima idea di chi l'avrebbe sostituita.
Tra la gente nota la testolina di Anna, sua sorella, e subito le viene in mente cosa dire.
<<Mia sorella sarà onorata di sostituirmi.>>
Il silenzio cala pesantemente nella sala, poi inizia un brusio, che presto si trasforma in un vero e proprio vociferare.
Esmeralda invita la sorella a starle accanto.
<<Sei sicura di ciò che stai per fare? Io sono sempre stata libera da ogni impegno o responsabilità!>>
Dice Anna.
<<Proprio per questo motivo ti ho scelto. Da mia sostituta, come regina, nessuno può comandarti. Sarai libera di far ciò che vuoi solo, a patto che non combini disastri.>>
Le due sorelle ridono e di abbracciano.
<<Sei pazza Esmeralda!>>
<<Lo so!>>
Esmeralda, stufa di attendere la visita di Stephan, prende per mano la sorella e l'accompagna nelle sue camere.
Marta sta dando da bere del latte al piccolo David.
Anna non trattiene uno <<Uao! È bellissimo!>>
La regina ridacchia.
<<Felice? Adesso sei zia! Verrà con me nel Congo.>>
La sorella si gira bruscamente verso la sua direzione.
<<Dove vai?>>
<<Devo partire. Ti racconterò tutto a tempo debito. Nel frattempo goditi questo momento.>>
Anna prende in braccio il neonato e la regina, vedendola impacciata, sorride.
<<Devi fare pratica. Presto anche te e il duca darete alla luce un bel bimbo che possa far compagnia nei giochi con David!>>
La ragazza arrossisce bruscamente.
Le tre donne scoppiano a ridere facendo piangere il piccolo David.
Esmeralda riprende il bimbo in braccio, e gli cede un seno per farlo zittire.
Qualcuno bussa alla porta.
<<Mia regina! Stephan è qui.>>
La sovrana lascia a malincuore il bambino a Marta.
<<Vieni con me Anna. Qualcuno deve sapere dove andrò.>>
<< Temi di non tornare?>>
Lei scuote la testa.
<<No! David merita di governare il suo popolo, quindi una volta liberato Vito potrò tornare serenamente.>>
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