Capitolo 27- Sulle mure di cinta
Alessandro si avvicina alla città di Rimina, con tre dei suoi uomini ma, mentre camminano per il bosco, incontrano degli uomini dagli occhi di ghiaccio.
Gli esseri li osservano a lungo da lontano e infine li attaccano.
<< Andiamo di fretta, non possiamo fermarci con loro>>
Il capo dei Ribelli cerca di scappare, non può perdere troppo tempo.
Uno degli esseri si lancia su di lui, scaraventandolo a terra.
I quattro uomini si ritrovano a lottare in forte minoranza.
Ad un certo punto, delle urla si sentono in lontananza, proprio verso la direzione in cui hanno intenzione di andare.
Gli uomini dagli occhi di ghiaccio vengono attirati dalle urla e iniziano a correre verso Rimina.
I Ribelli si guardano terrorizzati, perché quegli esseri non attaccano quasi mai i Vittoriosi.
Ad Esmeralda i giorni passano veloci, finché una notte, il tempo sembra fermarsi.
Le urla degli uomini dagli occhi di ghiaccio diventano più forti e, come una mandria di buoi, si abbattono contro il muro di cinta.
Le guardie cercano di allontanarli lanciandogli contro pugnali e qualunque altro oggetto appuntito.
Presto gli zombie formano una montagnola di corpi ammassati, permettendo a quelli più in alto di salire sulle mure di cinta.
Vito, dalla sala del trono, impartisce ordini per riunire gli umani nel castello.
Esmeralda, preoccupata, si siede affianco al marito.
<<Portate gli umani della zona nord nelle segrete, mentre quelli della zona sud nelle mansarde. Tutte le altre guardie andranno a combattere in alto!>>
Il re sta per andare a combattere, quando Esmeralda lo blocca.
<<Vengo con te>>
<<Te lo scordi! Ti ordinò di rimanere qui! Non voglio che ti faccia male! Gli umani ti amano e saranno rassicurati dalla tua presenza.>>
Detto ciò, se ne va verso le mura di cinta.
La regina accoglie nel castello le persone, e le aiuta a nascondersi nei luoghi indicati dal re.
Un forte boato arriva dall'esterno.
Esmeralda si affaccia dalla finestra, e con orrore scopre che gli uomini dagli occhi di ghiaccio sono riusciti a scavalcare le mure e si aggirano per la città.
<<Mia signora è pericoloso stare qui. Dobbiamo chiudere le finestre!>>
Ma lei non si smuove, paralizzata alla vista di quegli esseri, che hanno portato solo dolore alla sua famiglia.
Gli uomini dagli occhi di ghiaccio saccheggiano le strade, buttano a terra le porte e uccidono i pochi animali rimasti in giro.
Alcuni umani, che non sono riusciti a scappare, vengono colpiti e morsi ripetutamente.
I Vittoriosi provano in tutti i modi a ucciderne il più possibile, soprattutto quelli che sono entrati nella città.
Lo sguardo di Esmeralda si posa su un gruppo di quegli esseri, che evitano accuratamente il fuoco.
Una guardia si sta dibattendo a pochi metri da quel gruppo.
<<Guardia! Il fuoco! Hanno paura del fuoco!>>
L'uomo prende una fiaccola e la punta verso gli esseri.
Gli zombie si allontanano dal fuoco e scappano verso il muro di cinta.
La regina prende due fiaccole e comanda ai suoi uomini:
<<Dividetevi in due gruppi! Alcuni di voi resteranno qui a proteggere questa gente. Tutti gli altri prenderanno una fiaccola e verranno con me!>>
Gli uomini, ubbidienti, la seguono attraverso la finestra, troppo alta per essere raggiunta dagli uomini con gli occhi di ghiaccio.
Si mettono a correre lungo le strade di Rimina, cacciando tutti gli esseri verso il punto da cui sono arrivati.
Dalle alte mura di cinta, il re, vedendola correre bella e forte davanti ai suoi soldati, inizialmente s'infuria, poi nota che la regina ha trovato un modo per cacciare gli zombie.
Deciso, ordina agli uomini di imitarla.
<<Voi altri aiutatemi! Metteremo le fiaccole tutt'attorno alle mura per allontanarli>>
I soldati eseguono immediatamente gli ordini.
Quasi tutti gli uomini dagli occhi di ghiaccio scappano.
Altri sono rimasti intrappolati dentro a causa delle fiaccole, ma vengono subito uccisi dalle guardie.
Esmeralda urla trionfante per la vittoria.
Il re, con un balzo la raggiunge.
<<Sei uscita dal castello.>>
Il sorriso della regina si spegne vedendo lo sguardo del proprio marito, freddo e distante.
<< Sì, ma l'ho fatto per una giusta causa! Senza di me saremmo rimasti qui, ancora a combattere, forse a perdere!>>
Il re la squadra da capo a piedi.
<<Non era una domanda la mia!>>
Lei incrocia le braccia arrabbiata.
<<Invece d' impartirmi ordini e rinchiudermi nel castello, come fai sempre, potresti ringraziarmi! Mi sembra il minimo per essere riuscita a liberarci da quei zombie!
Inoltre qual è il problema? Ti ho confessato che ti amo! Che per te farei di tutto! Perché continui a non fidarti di me?>>
Vito stringe i pugni lungo i fianchi, fino a far sbiancare le nocche.
Gli esseri umani e i Vittoriosi escono dai nascondigli del castello e incuriositi, circondano i sovrani litiganti.
Non una parola sfugge dalle loro bocche, per poter sentire meglio i discorsi.
Una guardia, più coraggiosa di altre, si avvicina.
<< Mio re, la regina ha ragione. Lei ha scoperto come far fuggire gli uomini dagli occhi di ghiaccio.
Ci ha guidati verso le mura di cinta e ci ha salvati tutti.>>
Vito grugnisce. Ora anche il mio popolo le da ragione! Santa donna, mi fai proprio impazzire! Non solo hai rubato il mio cuore e fatto tuo, ma hai lanciato il tuo incantesimo su tutto il reame! Pensa.
<<È vero ciò che dice la guardia?>>
Esmeralda annuisce orgogliosa.
<<Sì! È merito mio e dei Vittoriosi.>>
Il re sospira.
<< Dato che hai dimostrato a tutti la tua fedeltà nei miei confronti, da oggi sarai libera Esmeralda. Sei una regina a pieni voti!>>
La ragazza non ci vede dalla gioia e corre ad abbracciarlo e baciarlo.
La gente inizia ad urlare.
<< Viva la regina Esmeralda! Lunga vita al re Vito>>.
Il sovrano si stacca dal lungo bacio passionale e decide di salire sulle mura di cinta, per poter vedere dall'alto tutti i suoi sudditi.
Esmeralda, al suo fianco, guarda fiera il marito.
Si tengono per mano, quando il re le sussurra:
<<Amore mio, guarda la tua città. Guarda i tuoi sudditi che ti acclamano, ma soprattutto che amano più te che me. D'ora in poi potrai stare in mezzo a loro, girare per le strade di Rimina e farti adorare da tutti.>>
Mentre finisce di parlare, lancia un urlo di dolore.
La gente resta spiazzata.
Esmeralda, non capendo cosa succede, abbassa lo sguardo sul petto del re.
Una macchia di sangue si fa largo sulle vesti del marito.
<<NO!>>
Alessandro, dietro Vito, conficca un altro pugnale nella schiena.
Le guardie fanno per avvicinarsi, ma il capo dei Ribelli, abilmente, si lancia al di là delle mura.
Altri uomini prendono per gli arti il re, e scappano nel bosco.
<<No! No! No!>>
Esmeralda balza sotto le mura per inseguirli, ma una guardia la prende per le spalle.
<< Mia signora no! Sta per sorgere il sole! Dobbiamo rientrare!>>
Le guardie la circondano e la scortano fino al castello, mentre lei scalcia e urla di dolore.
<< Lasciatemi, devo salvarlo! Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato Alessandro!>>
Continua a imprecare e prova in tutti i modi di sfuggire alla presa.
Le guardie sono costrette a sollevarla da terra, ma neanche il tempo di raggiungere i portoni del castello, che ad Esmeralda si rompono le acque.
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