19. Il casolare
Fecero colazione in silenzio con Kateur che le studiava con attenzione. Noreen sapeva che prima o poi avrebbe iniziato a fare domande o avrebbe capito da solo chi erano davvero. Sperava che, per quel momento, avrebbero fatto in tempo a separarsi.
Un battito d'ali li riscosse. Noreen balzò in piedi, non appena il corpo sinuoso di Sygal apparve alla loro vista. Il drago atterrò a poca distanza e rivolse al cavaliere un ringhio prolungato. Kateur portò di scatto la mano all'elsa della spada, ma Katla lo bloccò prima che potesse estrarla. «Non fare stupidaggini. Lo sai anche tu che non avresti speranze» mormorò.
Noreen e Sygal si allontanarono, sparendo dietro ad alcuni alberi. Kateur fece per parlare, non capendo il motivo di quel gesto, ma un'occhiata gelida da parte di Katla lo fece tacere.
Kateur sbarrò gli occhi, non appena Noreen tornò seguita da un ragazzo. Il giovane gli rivolse un'occhiata fredda, facendogli capire che non si fidava di lui.
«Sygal, lui è Kateur. Kateur, lui è Sygal» disse Noreen, risedendosi. Allungò una porzione di cibo a Sygal, il quale non distolse lo sguardo dal cavaliere e lo studiò, come volendolo analizzare a fondo.
«Dov'eri andato?» chiese Katla, non sopportando più il silenzio teso. Avvertì gli occhi del cavaliere posarsi su di lei e ricambiò l'occhiata, infastidita.
«Ho sorvolato la zona per verificare che non ci fossero minacce nei paraggi. Non pensavo che lui si riprendesse tanto in fretta» commentò, indicando Kateur con un cenno della testa.
«Quindi possiamo ripartire» osservò Katla, annuendo più sollevata.
«Kateur, tu dove sei diretto?» domandò Noreen, attirando l'attenzione di tutti su di lei. Sygal e Katla la fulminarono con gli occhi. Non apparivano affatto intenzionati a sopportare un minuto di più quel giovane, ma lei invece avvertiva un bisogno quasi disperato di conversare con un umano, una persona che non aveva poteri e conduceva una vita più normale della sua. Malgrado non ne avesse mai parlato con gli amici, e per quanto apprezzasse la loro compagnia, erano diversi da lei e a volte le veniva spontaneo ripensare alla sua vita a Ezner, a quella quotidianità che nessuno le avrebbe mai ridato indietro. Era stata strappata con violenza dalla sua vita e le era stato posto tra le mani un compito troppo impegnativo per lei. Si sentiva troppo giovane, troppo debole, inadatta per quel ruolo.
Kateur si concentrò su di lei. «Devo raggiungere Eloga, per entrare nell'esercito».
«Anche noi dobbiamo andare lì» proruppe, raggiante.
Sygal e Katla emisero insieme dei sospiri scocciati, che Noreen ignorò. L'espressione sul viso di Kateur mutò. Il suo volto serio si rilassò e il ragazzo le sorrise. Pareva sollevato dalla sua risposta, ma timoroso allo stesso tempo di chiederle di viaggiare insieme, perciò lo anticipò.
«Se vuoi, puoi percorrere il tragitto con noi» gli propose Noreen, raddrizzando la schiena, elettrizzata all'idea di avere un nuovo compagno con cui parlare e che aveva più cose in comune con lei, rispetto ai draghi.
Katla bisbigliò il suo nome, scuotendo la testa con disapprovazione. Noreen non le badò e sorrise quando Kateur acconsentì.
Una volta che furono tutti pronti, dovettero decidere come viaggiare. Katla si era accostata a Noreen per rivelarle che non aveva alcuna intenzione di trasformarsi in drago e svelare la sua natura al cavaliere. Noreen aveva inarcato un sopracciglio, ma non aveva fatto domande. Sygal si era offerto di portare entrambe le ragazze in volo, ma Noreen non voleva affaticarlo troppo e non voleva che Kateur viaggiasse da solo. Loro avrebbero controllato la situazione dall'alto, ma se qualcuno l'avesse aggredito lungo la strada, avrebbero rischiato di non arrivare in tempo. Alla fine, tutti accettarono la proposta di Noreen: Sygal avrebbe portato lei e le sacche da viaggio, mentre Kateur e Katla avrebbero viaggiato a cavallo. Kateur aveva confermato che il suo destriero era in grado di percorrere lunghi tragitti e Katla, essendo minuta, non costituiva un peso ingombrante.
L'unica non felice di quella scelta era Katla, ma la ragazza aveva sospirato, prima di avvicinarsi al cavallo scuro. Noreen le aveva proposto di scambiarsi loro due, ma sapeva che Katla non avrebbe mai accettato a lasciarla da sola con il cavaliere. Preferiva rischiare lei.
Kateur era già montato in sella e la stava osservando, in attesa. Le tese una mano quando lo raggiunse e Katla la studiò, esitante. Avrebbe potuto chiedere a Noreen di trasformarla in drago e avrebbe risolto ogni problema. Eppure, c'era qualcosa dentro di lei che la spingeva a celare la sua natura agli occhi di Kateur. Non si fidava di lui e rivelargli un dettaglio così delicato avrebbe potuto metterla in pericolo. Nessuno le garantiva che il cavaliere non li avrebbe denunciati non appena avessero raggiunto Eloga. Non poteva agire con così tanta leggerezza. Doveva essere cauta e soppesare bene ogni sua decisione. Aveva deciso che avrebbe approfittato del viaggio per studiarlo e capire se meritava un po' di fiducia o meno. Noreen pareva fidarsi del tutto del cavaliere e non comprendeva cosa ci avesse visto in lui da spingerla a mettere da parte ogni sospetto.
Afferrò la mano di Kateur e si diede la spinta per montare in sella dietro di lui. Avvertì la stretta solida del ragazzo intorno al suo palmo, che la tirava verso di lui, per non farla cadere. Si ritrovò a cavalcioni del destriero ed emise un sospiro teso. Non aveva mai montato un cavallo, perché a Noosh non ce n'erano e non ne aveva mai avuto bisogno per spostarsi. In sembianza di drago, era in grado di coprire in alcune ore la stessa distanza che un cavallo avrebbe percorso in almeno un paio di giorni.
Alzò il capo per vedere davanti a sé, ma la sua visuale era del tutto oscurata dalla larga schiena del cavaliere. Sbuffò, rendendosi conto che avrebbe dovuto stargli così vicina per troppo tempo e che avrebbe trascorso il resto della giornata seduta sopra un animale. Kateur spronò il destriero e Katla gli strinse la camicia, a disagio a causa dei movimenti dell'animale. Sentì Kateur ridacchiare, divertito dal suo imbarazzo, e lo maledisse in silenzio.
Noreen si prese tutto il tempo per sistemare nelle borse le loro cose, prima di partire. A causa della lentezza del cavallo, Sygal avrebbe dovuto volare il più piano possibile per non distanziarli troppo e non aveva senso raggiungerli subito.
«Perché hai proposto a quel ragazzo di venire con noi e di viaggiare con Katla? Avrei potuto portarvi entrambe senza problemi» commentò Sygal, quando si trovarono da soli.
«Sembra un tipo a posto e lo sai anche tu che non è saggio viaggiare da soli. Guarda in che condizioni l'abbiamo trovato!».
«Mi dispiace avervi lasciate da sole stamattina. Non pensavo che si sarebbe svegliato tanto presto» si scusò, mentre i suoi occhi seguivano ogni suo movimento. Noreen si concentrò sugli oggetti che doveva riporre nella sacca per non pensare a Sygal così vicino, che non distoglieva l'attenzione da lei neppure per un secondo. Era da molto che non passavano del tempo da soli e le sembrava quasi strano parlare con lui senza Katla.
«Non è colpa tua. Hai fatto bene a controllare i dintorni» lo tranquillizzò, lanciandogli una veloce occhiata. Riabbassò gli occhi di scattò, non appena incrociò le iridi di Sygal. Si schiarì la gola e si raddrizzò.
Sygal, vedendo che aveva finito di sistemare le borse, si levò i vestiti in silenzio, prima di porgerglieli. Noreen tenne lo sguardo basso e si focalizzò con tutte le sue forze su ciò che doveva fare, per non cedere alla tentazione di alzare il capo e guardare il corpo nudo di Sygal. Non avevano mai parlato di quei momenti che precedevano e seguivano le mutazioni e non aveva idea se a Sygal desse fastidio o no la sua presenza mentre era senza abiti. Lei provava sempre a non fissarlo, ma a volte non riusciva a farne a meno. Si sentiva in colpa quando le capitava di portare l'attenzione su di lui. Le sembrava quasi di rubargli un po' di intimità quando lo guardava. C'era qualcosa in lui che la spingeva ad alzare lo sguardo e portarlo sulle braccia che le allungavano i vestiti, sul torace scoperto che si tendeva mentre si sfilava la camicia dalla testa o la schiena tonica quando si chinava per levarsi i pantaloni.
Ci misero poco a raggiungere i due compagni a cavallo. Non avevano percorso molta strada e Sygal sbatté solo un paio di volte le ali, prima di posizionarsi sopra di loro a svariati metri da terra. Si immobilizzò e rimase sospeso a mezz'aria, abbastanza in alto da essere scambiato per un rapace.
Kateur, vedendoli, spronò il destriero al galoppo in modo da non rimanere troppo indietro.
Verso sera, Sygal scese a terra e atterrò a debita distanza dai compagni, per non spaventare il cavallo. Noreen gli porse i vestiti mentre tornava umano e il ragazzo si rivestì in fretta, a disagio sotto lo sguardo di Kateur. Il cavaliere pareva meravigliato da quella trasformazione e rimase per un po' a osservare Sygal.
«Poco lontano da qui c'è un villaggio. Per questa notte, è meglio fermarci. Domani raggiungeremo Eloga» proruppe Noreen.
Katla balzò giù dalla sella ed emise un lamento quando poggiò tutto il peso sulle gambe intorpidite. Aveva passato il viaggio irrigidita dal disagio che provava. Aveva stretto i lembi della camicia di Kateur fino a stropicciarli e sentirsi le dita irrigidite, ma non aveva pensato neppure per un attimo a circondare il busto del cavaliere con le braccia, anche se sarebbe stato più comodo per entrambi. Lei e Kateur non si erano scambiati nemmeno una parola, ma non le importava. Preferiva averci a che fare il meno possibile. La metteva in difficoltà stare così vicina a un ragazzo. A Noosh, aveva sempre passato il tempo o da sola o con alcune bambine e non aveva mai avuto occasione per relazionarsi con i maschi. Non era neanche sicura di comprenderli. Con Sygal era diverso, perché le veniva spontaneo vederlo come un fratello maggiore e una figura di riferimento. Del cavaliere, invece, la irritavano le sue lunghe occhiate e la innervosivano i suoi occhi scuri.
Kateur la imitò e smontò, per alleggerire il cavallo. Il fiero destriero li aveva trasportati per tutto il giorno, fatta eccezione per alcune brevi pause che si erano presi lungo il tragitto, e nonostante ciò, avanzava ancora energico.
«Possiamo prendere delle stanze in un'osteria al villaggio qui vicino» propose Kateur, lanciando un'occhiata alla distanza che li separava da un pasto caldo e un letto comodo.
Noreen scosse la testa, incrociando gli occhi di Sygal, già su di lei. Non avevano soldi per pagarsi le camere. Le poche monete che avevano, le stavano conservando per quando avrebbero raggiunto la città dove doveva esserci rinchiuso il drago.
«Inizierà a piovere tra poco. Non ci conviene restare senza riparo» obbiettò Kateur, indicando il cielo con un cenno del capo. Noreen lanciò uno sguardo ai nuvoloni scuri che si stavano addensando sopra di loro. Si trovava d'accordo con il cavaliere, ma non sapeva come dirgli che non avevano soldi.
«Se tu vuoi dormire al calduccio, vai. Noi siamo abituati a stare all'aperto» si intromise Katla, con un leggero tono derisorio.
Kateur spostò gli occhi su di lei e contrasse la mandibola. Si fissarono per alcuni secondi, prima che Katla distogliesse lo sguardo, per girarsi verso Noreen con un'espressione scocciata in viso.
«In questa regione, i temporali sono molto più violenti. Non è saggio restare fuori» ribadì Kateur, guardando Sygal, sperando di farlo ragionare.
«Sono un drago. La pioggia è l'ultimo dei miei problemi» commentò Sygal, scrollando le spalle, mentre gli sorrideva divertito.
Kateur incassò i rifiuti categorici dei compagni e sospirò. «Bene, allora troviamo un riparo decente» mormorò, allargando le braccia.
«Prima ho adocchiato un casolare che pareva abbandonato» proruppe Sygal, illuminandosi in volto, come se gli fosse tornato in mente solo in quel momento.
«Può andare. Vai tu a vedere?» propose Noreen, lanciando un'occhiata a Kateur. Il ragazzo annuì in risposta, montando con agilità in sella.
«Vado e torno» disse, mentre spronava il cavallo nella direzione indicatagli da Sygal.
«Per quanto tempo dovremo sopportarlo ancora?» domandò stizzita Katla, senza distogliere l'attenzione dal cavaliere in allontanamento.
«Perché ti comporti come se fosse insopportabile?» disse di rimando Noreen, incrociando le braccia al petto.
«Perché lo è».
«Vorrei farti notare che ti assomiglia in molti aspetti» si intromise Sygal, sogghignando.
Katla spalancò le palpebre. «Adesso ti sta simpatico?» chiese, rivolta al compagno.
«Non è una minaccia per noi e questo lo rende tollerabile» rispose, scrollando le spalle. Noreen ascoltò le sue parole e sospirò di sollievo. Katla stava rendendo difficile avere un rapporto normale con Kateur. Se anche Sygal si fosse comportato come lei, la situazione sarebbe diventata ingestibile. Poi, sapere che il ragazzo lo accettava, la rasserenava. Si fidava del giudizio di Sygal nel valutare le persone e sapere che nemmeno lui ci aveva visto qualcosa di male in Kateur le risollevava l'umore.
Kateur li raggiunse poco dopo, informandoli che il casolare era vuoto e le pareti sembravano abbastanza solide da reggere un temporale e ripararli dal vento e dal freddo.
Raggiunsero il capanno poco prima che la pioggia torrenziale si abbattesse su di loro. Il vento si era alzato da tempo e avevano faticato ad avanzare, dovendo lottare contro le folate che si opponevano ai loro passi.
Sygal tenne la porta mezza scardinata aperta per farli passare. Noreen fu la prima a entrare e si guardò intorno, studiando l'ambiente. Non c'era nessun mobile all'interno, se non i resti di un camino contro la parete e quelle che dovevano essere state delle sedie. La polvere copriva ogni spazio e Noreen starnutì un paio di volte. Sospirò a fondo, reprimendo l'ennesimo starnuto.
Kateur entrò, seguito dal cavallo. Mentre Noreen provava ad accendere il fuoco nell'antico camino, usando la magia, il cavaliere si dedicò al destriero, ignorando i compagni. Noreen lo osservò mentre slacciava e toglieva la sella dalla schiena dell'animale. Poi, gli sollevò gli zoccoli uno alla volta e controllò che non ci fossero ferite o sassi incastrati, che avrebbero potuto azzopparlo. Gli massaggiò le zampe gonfie, dopo una giornata passata a camminare. Non appena ebbe completato tutti i controlli, uscì dalla casa con un sacco di pelle. Tornò, dopo averlo riempito di acqua presa dal pozzo adiacente alla costruzione, e lo poggiò a terra, davanti al destriero. Kateur rimase a fissarlo mentre l'animale si abbeverava, controllando che finisse tutta l'acqua e ignorò la camicia fradicia che gli aderiva al torace e i pantaloni anch'essi zuppi.
«Devo trovare dell'erba o del fieno» mormorò più a sé stesso che ai compagni, massaggiandosi il mento pensieroso.
«Di erba ce n'è in abbondanza fuori» disse Noreen, prima di tornare a concentrarsi sul fuoco. I pochi rametti rimasti nel camino erano troppo rovinati per alimentare le fiamme. Dopo averle create, infatti, provava ad attaccarle ai bastoncini, ma non appena il fuoco lasciava il suo dito moriva in fretta.
Kateur uscì di nuovo. Aprì la porta e un lampo illuminò la stanza nella penombra. Il cavallo si mosse irrequieto e si girò verso il suo cavaliere.
Noreen sbuffò, ma riuscì a far vivere la debole fiammella. Scattò in piedi, contenta e si diresse a grandi passi verso l'uscita, intenzionata a trovare rami e legna per ravvivare il fuoco.
«Ci penso io» si offrì Sygal, scattando in piedi e superandola, prima che raggiungesse la porta. I due ragazzi tornarono presto, entrambi bagnati, ma con l'erba e la legna.
Mangiarono in silenzio, finendo le scorte che Pess aveva dato loro per il viaggio. Si rannicchiarono nei rispettivi mantelli, vicino al camino. Kateur preferì sdraiarsi accanto al suo cavallo e rimase un po' in disparte rispetto ai compagni. Sygal si offrì di fare il primo turno di guardia e rimase sveglio ad ascoltare i respiri degli altri che diventavano regolari, mentre i lampi illuminavano la stanza di tanto in tanto, attraversando i vetri appannati e polverosi delle finestre. Le pareti del casolare tremavano a ogni tuono e Sygal si ritrovò a fissare il soffitto, sperando che non crollasse durante la notte, mentre dormivano.
L'unico rumore che riusciva ad avvertire, al di sopra della pioggia che colpiva il tetto, era quello prodotto dal cavallo che masticava tranquillo l'erba che Kateur gli aveva portato. Il cavaliere si era levato la camicia e l'aveva adagiata davanti al fuoco, prima di rannicchiarsi nel mantello. Nonostante fosse scoperto e tremante, non aveva accettato di dormire accanto al camino. Sygal era meravigliato dal legame che legava Kateur al suo destriero. Sembravano fidarsi ciecamente l'uno dell'altro e il ragazzo aveva pensato prima al bene del compagno che al suo. Non aveva mai creduto che fosse possibile affezionarsi tanto a un animale che non era in grado di parlare.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro