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16. Aria e Spada

Una volta tornati a casa, avevano riferito a Pess che avevano intenzione di andarsene di lì a poco. Il mago non era parso entusiasta dell'imminente partenza, ma aveva annuito, accettando la loro decisione.

Quel pomeriggio, Noreen uscì dalla casa insieme a Pess, pronta per un'altra lezione di magia. Adesso che Pess sapeva che non avevano più molto tempo, aveva deciso di intensificare gli allenamenti, in modo da insegnarle più incantesimi possibili.

«Concentrati sulla sensazione dei tuoi piedi a contatto con l'erba e immagina di sollevarti, fino a non toccarla più» proruppe, dopo averle fatto levare gli stivali. Noreen aveva rabbrividito a contatto con il terreno fresco, ma non si era lamentata.

Chiuse gli occhi e, invece che indirizzare la magia verso le sue mani, la condusse lungo le gambe, fino ai piedi. Alzò le braccia verso l'alto per focalizzarsi su quel gesto. Digrignò i denti dallo sforzo, ma dopo alcuni secondi, i fili d'erba le solleticarono la pianta del piede. Impose alla magia di portarla più su e spalancò le palpebre per controllare se stava riuscendo nel compito. Aprì la bocca, vedendo il suolo che si allontanava. Iniziò a traballare e gridò, preoccupata di cadere.

«Rimani concentrata!» le urlò Pess, alzandosi dalla panca.

Noreen provò a seguire il suo consiglio, ma la sensazione di fluttuare nel vuoto le faceva contorcere lo stomaco e le provocava un conato di vomito. Sbatté le palpebre, nel disperato tentativo di riprendere il controllo sul suo corpo. La magia, che non stava più richiamando e controllando, si ritirò di colpo. Quella lieve stabilità che l'aveva retta fino a quel momento, scomparve. Si ritrovò a cadere verso terra. Lanciò un altro grido e un altro ancora, quando si bloccò a mezz'aria.

«Noreen...» borbottò Pess, scuotendo piano la testa. Spostò la testa per guardarlo e lo trovò in piedi con una mano tesa verso di lei. Le sue iridi, prima azzurre, si erano tinte di un blu acceso, segno che stava usando la magia. Pess la adagiò con cura a terra. Poi, tornò a sedersi sulla sua panca.

«Ancora. Ma questa volta, concentrati su di me e ignora le sensazioni che avverti dopo esserti sollevata» le raccomandò.

Noreen ripeté l'esercizio e non spostò mai l'attenzione dagli occhi di Pess. Divennero il suo punto di riferimento. Li guardò con così tanta intensità, da non scorgere più ciò che aveva intorno. La casa alle spalle dell'uomo e gli alberi che li circondavano si trasformarono in un contorno sfocato.

«Brava! Non essere così rigida. Rilassati» disse Pess, scrutandola attento. Noreen riuscì a rimanere sospesa per alcuni secondi, prima di ricominciare a scendere con calma. Si adagiò piano a terra, poggiando i piedi con delicatezza per evitare di farsi male.

«Ora vediamo un incantesimo che ti tornerà utile. Hai mai provato a creare uno scudo magico?» disse, rialzandosi in piedi.

Noreen scosse la testa, mentre gli si avvicinava.

«Il processo è simile a quello per generare un Kweshj. Invece che originarlo sulla tua mano, devi crearlo intorno a te. Inoltre, non deve essere una sfera piena di potere, ma cava all'interno». Pess sollevò le braccia e un cerchio blu iniziò a formarsi intorno a lui. Lo circondò e rimase stabile quando il mago mosse alcuni passi.

«Prova a lanciarmi un Kweshj» la esortò.

Noreen obbedì. Scaraventò con tutta la forza che aveva il concentrato, sperando di centrare l'obbiettivo. Il Kweshj colpì lo scudo, ma quest'ultimo rimase intatto. Non tremò neppure. La sfera di Noreen si disintegrò al contatto con la barriera blu e sparì, come se non fosse mai esistita.

«Il mio scudo è così resistente perché sono esperto e ho molta forza fisica. All'inizio non ti verranno come i miei. La forza e la robustezza di una barriera magica dipendono tutte da te». Le fece un cenno con la testa, per invitarla a creare il suo.

Noreen sospirò, prima di spalancare le braccia. Si immaginò di creare un Kweshj, come le aveva consigliato Pess. Uno scudo argenteo si allargò, fino a circondarla. Non appena le due estremità si incontrarono, fondendosi, Noreen si sentì più al sicuro e meno fragile.

«Con il tempo, imparerai a non farlo dissolvere, anche quando dormi e a attivarlo e disattivarlo in un battito di ciglia» la rassicurò Pess. «E diventerà più spesso. Con questo non resisteresti a lungo sotto attacco» commentò, tastandolo con un dito.

Noreen lo dissolse e si chinò a raccogliere la borraccia, assetata. Proprio in quell'istante, Sygal e Katla li raggiunsero. Dovevano aver appena finito il loro allenamento, perché Katla si trascinava con fatica e aveva la schiena piegata in avanti per il peso della lancia attaccata. Noreen notò subito lo squarcio alla coscia da cui sgorgava un rivolo di sangue.

«Stai bene?» chiese, raddrizzandosi per raggiungerla.

«Tempismo perfetto. Katla siedi qui» si intromise Pess, dando dei colpetti alla panca con la mano. La ragazza ci si accomodò sopra, senza proferire parola.

«Ultima lezione della giornata, Noreen: curare ferite e lesioni. Ora hai abbastanza consapevolezza della tua magia e di come manipolarla per poterlo fare. Richiudi la pelle sulla gamba di Katla» ordinò, indicandole la ferita.

Noreen si inginocchiò accanto all'amica e le poggiò le mani sulla coscia, esitante. Aveva paura di peggiorare la situazione e farle male.

«Se non riesci, ci penso io dopo. Il taglio è lieve, quindi ha reciso solo la pelle. È una medicazione semplice. Devi solo attaccare i due pezzi di pelle tra loro e bloccare la fuoriuscita di sangue. Concentrati sui dettagli, sulle parti minime» disse.

Noreen annuì e avvicinò un dito alla ferita, sfiorandola. Katla rabbrividì, ma rimase ferma. Noreen immaginò i pezzetti di pelle che si avvicinavano tra loro e si univano, fino a combaciare com'erano all'origine. Incanalò la sua magia fino al polpastrello dell'indice che toccava la lesione. Sia lei che Katla guardarono incantate la pelle che si sistemava e il sangue che smetteva di fuoriuscire.

«Ben fatto!» si complimentò Pess. Si inginocchiò a sua volta e sistemò le piccole imperfezioni sfuggite all'occhio inesperto di Noreen, in modo che Katla potesse tornare a usare la gamba senza fastidio o dolore e per evitare che la ferita si riaprisse a un movimento improvviso della ragazza.

Sygal le diede una pacca sulla spalla, congratulandosi con lei e Noreen non poté trattenere un sorriso orgoglioso.

«Voi due andatevi a lavare, che puzzate!» li scacciò Pess. Sygal scoppiò a ridere, mentre Katla mise il broncio e si finse offesa.

«Ci conviene approfittarne. Una volta ripartiti, non sapremo quando ci laveremo di nuovo» commentò Sygal, correndo in casa per primo, in modo da non farsi rubare la vasca da Katla.

«Sarebbe bello se tu potessi venire con noi» proruppe Noreen, voltandosi verso Pess.

«Sarei un danno per la vostra crescita. Vi basereste su di me e non imparereste a cavarvela da soli». Pess scosse la testa, ma le sorrise affettuoso.

«Quanti anni hai davvero? Io sapevo che la magia rallenta l'invecchiamento» si intromise Katla, mentre si massaggiava la coscia dolorante.

Pess le rivolse un sorriso enigmatico. «Tanti, ma come hai detto tu, meno di quel che sembrano».

«Non è una risposta!» si lamentò Katla. Pess si limitò a sorriderle divertito e la conversazione finì lì.



La sera, dopo aver cenato, Pess mostrò loro una mappa di Daktsee e illustrò i tragitti migliori per allontanarsi dalle montagne e tornare in pianura.

«Per raggiungere Omex, che direzione ci conviene prendere?» domandò Sygal, osservando la cartina.

Pess si massaggiò il mento, pensieroso. «Omex è distante da fare a piedi. Vi converrebbe comprarvi dei cavalli. Comunque, il mio consiglio è quello di fare tappa a Eloga prima, per riposarvi e visitare la città, se volete».

«A Retnu ci sono delle botteghe per comprare le cose che ci servono?» chiese Noreen.

«Certo. Dovreste trovare tutto ciò di cui avete bisogno».

«Domani iniziamo i preparativi per la partenza» propose Sygal, guardando le compagne, per avere la loro conferma. Katla sorrise emozionata per quella nuova avventura. Dal momento in cui il mercante aveva detto loro del drago a Omex, non aveva voluto altro che partire all'istante per liberarlo. Noreen acconsentì, lanciando prima degli sguardi esitanti a Pess. Non voleva lasciarlo lì da solo. C'era qualcosa che l'attirava nel mago. Durante tutti quei giorni passati lì, aveva vissuto con la costante sensazione che Pess le nascondesse dei segreti che avrebbe dovuto sapere. Si fidava di lui, ma al tempo stesso, voleva scoprire di più sul suo passato. Si rendeva conto di non sapere quasi nulla sulla sua vita e, se Pess era vecchio come pensava, doveva aver vissuto tante esperienze. Aveva ripensato anche alla luce blu avvertita il primo giorno che erano giunti sulle montagne e che non aveva più sentito. Ogni tanto, quando si era ritrovata da sola, aveva provato a chiudere gli occhi e a focalizzarsi nella ricerca del drago. Era certa di non essersi sbagliata e che la sua mente non l'avesse tratta in inganno. Aveva, però, tentato invano. Non l'aveva mai percepito, neppure per un secondo. La risposta più plausibile era che il drago si fosse allontanato da lì e che lei non fosse più in grado di avvertirlo. Quella constatazione non coincideva però con ciò che le avevano detto Sygal e Katla. Per loro, lei avrebbe dovuto avvertire un drago anche a distanze maggiori, grazie al legame esistente. Le risposte erano solo due: o il drago si era allontanato così tanto da non poterlo più sentire, ma le sembrava improbabile che avesse potuto volare e sparire al suo controllo in così poco tempo, oppure era morto. Non ne aveva più parlato con i suoi amici, ma il timore di non essere riuscita a salvare un'altra delle sue creature la stava dilaniando dentro. Si augurava in continuazione che fosse il rettile a venire da lei e rimuoverle ogni dubbio dalla testa.


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La partenza è vicina. Presto lasceranno il nostro caro Pess per proseguire con il loro viaggio. Ci sarà davvero un drago a Omex?

Instagram: animadidragoo

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