10. Scia blu
Impiegarono un altro giorno per inoltrarsi nelle foreste di Bellinkut. Noreen passò il tempo a osservare l'insieme di alberi sotto di lei, che scorrevano veloci e sempre uguali. Ogni tanto, le pareva di scorgere dei villaggi e dei laghi, dove la vegetazione si diradava, per poi tornare fitta come prima.
Sygal e Katla non diedero mai segno di volersi fermare se non per delle brevi pause. Noreen scoprì che Katla, anche in sembianza di rettile, amava chiacchierare, per cui passò la maggior parte del tempo a dialogare con lei nella mente. Era molto diverso rispetto a una conversazione normale, dato che tutto avveniva in silenzio e bastava usare il pensiero. Inoltre, Katla non pronunciava delle vere e proprie frasi, ma si faceva capire tramite immagini ed emozioni. Noreen rimase perplessa nello scoprire che la capiva alla perfezione. Le sembrava normale parlare in quel modo e le sensazioni che Katla le trasmetteva erano sempre chiare.
Sygal, invece, interagì poco e preferì concentrarsi sul tragitto da seguire. Noreen continuava a mostrargli nella mente la mappa di Daktsee che aveva memorizzato, in modo che il drago sapesse sempre dove andare.
Solo quando sorse l'alba, i due draghi iniziarono a scendere di quota e a cercare un luogo sicuro dove atterrare. Avevano deciso di entrare in qualche villaggio perché le poche scorte che si erano portati in viaggio stavano finendo e volevano cercare informazioni dalle persone della zona. La gente che abitava su quelle montagne era sempre molto riservata, ma magari sarebbero riusciti a scoprire qualcosa di interessante sui draghi o sulla situazione in generale.
Dopo un'oretta, trovarono una radura abbastanza larga affinché i draghi riuscissero a scendere senza farsi male e senza rischiare che le ali rimanessero impigliate nei rami degli alberi.
Katla, una volta tornata umana, si lasciò cadere nell'erba fresca e respirò appieno l'aria di montagna.
«Mi piace questo posto» proferì, con la voce un po' roca, dato che non parlava da due giorni.
Noreen si sedette di fianco a lei sorridente. Avevano scelto una radura tranquilla e il villaggio più vicino distava comunque abbastanza affinché nessuno li disturbasse. Noreen spostò lo sguardo su Sygal e beccò il ragazzo a guardarsi intorno con le sopracciglia aggrottate.
«Qualcosa non va?» gli chiese, raddrizzando la schiena e osservando l'ambiente intorno a loro.
«No, nulla» rispose, dirigendosi verso di loro e sedendosi di fronte.
«Abbiamo ancora cibo?» domandò Katla, tirando su il busto. Afferrò la sacca di Noreen e si mise a frugare dentro. Ora che i ragazzi si erano ripresi i loro vestiti e le armi, la borsa era molto più leggera e Noreen non poteva che esserne contenta, dato che da quel momento in poi avrebbe dovuto portarla in spalle.
«Per oggi dovrebbe bastare. Già da domani dovremo pensare a come procurarcelo» rispose.
«Non abbiamo neanche i soldi» aggiunse Sygal, passandosi una mano tra i capelli.
«Non ci ridurremo a rubare, vero?» chiese Noreen, guardandolo con gli occhi sbarrati.
Sygal ridacchiò divertito. «Non sono così disperato da derubare brava gente. Piuttosto, andrei a caccia» disse, scuotendo la testa. Noreen si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo che fece aumentare il sorriso di Sygal.
«In ogni caso, il cibo per oggi lo abbiamo» concluse Katla, distribuendo il formaggio e la carne rimasti.
Noreen finì di mangiare per prima e rimase a guardare i compagni, sentendo ancora fame. Quei miseri pezzi di cibo non erano riusciti a saziarla. Era sempre stata abituata a mangiare bene con Viltor. A Ezner c'era cibo in abbondanza e il padre non era certo povero. Nonostante abitassero in una casa piccola e in periferia, la loro tavola era sempre piena di cose da mangiare. Sygal puntò gli occhi su di lei e smise di masticare. Noreen distolse l'attenzione e guardò dappertutto tranne che nella sua direzione.
«Tieni» disse Sygal, allungandole il suo pezzo di carne essiccata.
«Non hai mangiato quasi nulla» ribatté Noreen, scuotendo la testa. Si ritrasse un po'. La tentazione di accettare era forte, ma non avrebbe mai sottratto il pranzo a Sygal che aveva faticato più di lei da quando erano partiti.
«Non ho vissuto due giorni da drago a caso» insisté.
Noreen inarcò un sopracciglio, confusa, ma continuò a rifiutare.
«Quando siamo in sembianza di drago, non abbiamo bisogno di mangiare così spesso come da umani. Quindi, siamo meno affamati di te ora» spiegò Katla. La ragazza spezzò un pezzo di formaggio e gliene porse metà. Sygal fece lo stesso e Noreen si ritrovò a cedere, vedendo che non glieli volevano dare tutti.
«Grazie. Siete ancora in tempo per chiederli indietro» mormorò, con una smorfia tra il divertito e il sofferente.
«Ti ricordo che se ti indebolisci tu, ci indeboliamo anche noi» ribatté Katla, mangiando il suo pezzo di formaggio.
Noreen si lasciò scappare un sorriso. «Quindi, il vostro è mero opportunismo?».
«Ovvio, che pensavi» annuì Katla, ridacchiando.
Noreen scosse la testa, imitando la compagna. Sygal aveva osservato il loro scambio sogghignando, ma non si era intromesso.
Noreen finì di masticare l'ultimo pezzo e afferrò un tovagliolino dalla borsa per pulirsi. Nell'istante in cui batté le palpebre, le apparve davanti agli occhi una scia blu. Noreen corrugò le sopracciglia perplessa e chiuse di nuovo gli occhi. Davanti a lei, immersa nell'oscurità, si muoveva una luce blu, ondeggiando come una folata di vento. Provò ad avvicinarsi con la mente, ma la scia era sfuggente. A tratti spariva, per poi ricomparire in un altro punto del suo campo visivo.
«Noreen, stai bene?». La voce di Katla la riportò alla realtà. Noreen spalancò gli occhi e sorprese i compagni a guardarla preoccupati.
Noreen scattò in piedi e girò su sé stessa, puntando gli occhi in ogni direzione. L'aveva sentito! Aveva avvertito il legame! Nelle vicinanze c'era un drago e lei doveva trovarlo a tutti i costi. Socchiuse ancora gli occhi e cercò la sua mente, per parlargli, nello stesso modo in cui raggiungeva quelle di Sygal e Katla. Tentò di nuovo, non volendo accettare il fallimento così in fretta, ma era come se il drago non ci fosse o non fosse del tutto cosciente.
«Cos'hai sentito?!» esclamò Sygal, agitato dal suo comportamento.
«C'è un drago nelle vicinanze!» rispose, mentre si incamminava in una direzione, per poi fermarsi e proseguire in un'altra. Si portò le mani sulle tempie e socchiuse gli occhi, nel tentativo di fare chiarezza in quello che sentiva. Era tutto così confuso da farle girare la testa. Con Sygal e Katla non le era mai capitato di avvertire il legame così forte ma sconnesso.
«Dov'è? Riesci a parlargli?» domandò Katla, alzandosi in piedi a sua volta e raggiungendola in fretta.
«No, non riesco nemmeno a capire dove sia. So solo che è vicino» rispose, cambiando direzione un'altra volta.
«Perché un drago dovrebbe trovarsi su queste montagne? È il posto meno probabile dove si rifugerebbe uno in fuga» commentò Sygal mentre le seguiva più esitante.
«Se lo troviamo, possiamo chiederglielo» affermò Katla, decisa.
«Ragazze, calma. Non dobbiamo agire in fretta e in maniera sconsiderata» proferì Sygal, cercando di farle ragionare.
Senza dar segno di averlo ascoltato, Noreen cominciò a correre in una direzione, seguita da Katla. Sygal si lanciò al loro inseguimento, estraendo la sua fedele spada. Il suo istinto gli stava gridando all'impazzata di acuire i sensi e di avanzare con cautela. Avrebbe voluto avvertire le ragazze, ma era troppo concentrato nell'evitare di perderle. Ogni volta che il suo sesto senso l'aveva avvisato, poi le minacce si erano rivelate esatte. Non tutti i draghi mantenevano un istinto e i sensi così forti e sviluppati anche da umani. Katla, ad esempio, conservava solo una vista acuta, ma gli altri sensi diventavano molto più sordi.
Sygal schivò un albero e l'istinto iniziò a scuoterlo ancora più forte. La minaccia era più vicina di prima. Prima che potesse prendere fiato per avvisare le due compagne, alcuni briganti sbucarono fuori dai cespugli e dalle rocce, avventandosi su di loro.
Noreen urlò quando uno l'assalì con due spade sguainate. Si voltò e corse verso di lui. Katla, invece, afferrò la sua diwe e si difese dagli uomini che l'avevano attaccata, considerandola forse un avversario facile da battere. Sygal menò un fendente al brigante che stava per afferrare Noreen e lo tramortì. Si guardò intorno per capire quanti nemici avessero da affrontare. Erano troppi e solo in tre non sarebbero riusciti a reggere lo scontro.
«Non puoi fare qualche incantesimo?» domandò affannato, parando un colpo e trascinando Noreen dietro di sé per proteggerla.
«Non so quale fare» rispose Noreen, con la voce rotta dall'ansia.
Sygal imprecò quando cinque uomini si avventarono su di loro. Dovette staccarsi da Noreen per poter duellare senza rischiare di ferirla. Sospirò per calmarsi e si affidò al suo istinto. Il braccio che reggeva la spada si alzò senza che lui lo comandasse davvero e si mosse per parare una serie di colpi in rapida sequenza. Anche le gambe e il resto del corpo si mosse, guidato da qualcosa di irrazionale dentro di lui. Se non fosse stato per il suo sesto senso sviluppato, non sarebbe mai riuscito a difendersi così bene da tutti quegli uomini. Smise di agire usando la ragione e si mosse come sentiva fosse giusto. Il drago dentro di lui sapeva come fare e dove colpire per battere i fuorilegge.
Riuscì a liberarsi di tutti e cinque gli aggressori e si girò per cercare Noreen. La ragazza stava respingendo due briganti, prendendo tempo e sperando che Sygal intervenisse.
Noreen riuscì, dopo vari tentativi, a richiamare la magia e gettò di scatto delle terra negli occhi dei due criminali. Ciò li fece gridare di rabbia e dolore. Noreen fece per correre incontro a Sygal, ma un terzo brigante si frappose tra loro.
«Sarò felice di tagliarti la testa, strega!» gridò. Noreen arretrò e si guardò intorno, pensando a un altro incantesimo da fare. Non poteva usare la terra, perché l'uomo se l'aspettava.
Prima che il ladro potesse raggiungerla, un pugnale gli si conficcò nella schiena e lo fece cadere a terra. Sygal si avventò su di lui per finirlo. Noreen distolse lo sguardo, non volendo assistere alla scena. Solo in quel momento, si accorse di aver perso di vista Katla. La cercò, mentre la tensione aumentava. La compagna sembrava sparita. Eppure, gli uomini con cui si era scontrata erano stesi a terra, non sapeva dire se vivi o morti.
«Sygal, attento!» gridò Noreen, correndo verso di lui. Il ragazzo si era chinato sul corpo per riprendersi il pugnale e un brigante ne aveva approfittato, incoccando il suo arco e mirando a Sygal.
Sygal si girò, pronto ad affrontare la minaccia, ma Noreen fu più veloce e si frappose tra lui e il dardo, senza fermarsi a riflettere su ciò che stava facendo. Sapeva solo che non avrebbe permesso per nulla al mondo che quella freccia raggiungesse Sygal. Noreen abbassò lo sguardo per vedere il dardo conficcato nella sua carne e il sangue che sgorgava e sporcava il vestito blu. Represse un urlo più di terrore che di dolore. Avvertì la testa farsi pesante e la vista offuscarsi. Riuscì solo a scorgere il brigante che balzava giù dal ramo di un albero per raggiungerla, mentre riponeva l'arco dietro alla schiena.
Sygal osservò con sgomento Noreen che cadeva a terra. Si lanciò in avanti e le mise una mano sotto la testa, per evitare che la sbattesse a terra mentre sveniva. Estrasse un altro pugnale e lo lanciò contro l'uomo, accecato dalla rabbia e senza ascoltare l'istinto. L'avversario lo schivò pronto e il coltello si conficcò nel tronco dell'albero dietro con un rumore secco. Sygal strinse la mascella. Quanto avrebbe desiderato che quel tronco fosse il collo del brigante.
«Tutti qui, ragazzino?» lo derise l'avversario, ridacchiando. Non gli vedeva tutto il viso, dato che aveva coperto la bocca e il naso con una benda, ma doveva avere almeno vent'anni più di lui. Sygal si rialzò, guardandolo dritto negli occhi. Era evidente che avesse molta più esperienza di lui e doveva liberarsene in fretta per medicare Noreen prima che perdesse troppo sangue. Non aveva mai desiderato, tanto come in quel momento, trasformarsi in drago e lasciare che la belva in lui distruggesse tutto. Rivolse un'ultima occhiata a Noreen, prima di estrarre la spada dal fodero e dirigersi verso l'avversario.
Di nuovo, entrò in uno stato di trance e si lasciò governare dai sensi. L'uomo che aveva di fronte era molto più bravo con l'arco che con la spada. In poco tempo, realizzò di trovarsi in vantaggio e che doveva solo decidersi a fare la mossa definitiva per concludere lo scontro. Fece finta di mirare un fendente al fianco sinistro, ma all'ultimo girò la spada intorno a sé e calò un montante sull'uomo. Il brigante aveva spostato la spada a sinistra per difendersi e aveva lasciato scoperto il petto e il collo. La lama di Sygal calò senza pietà su di lui e gli squarciò la gola. Il ladro si bloccò, mentre parole incomprensibili gli uscivano dalla bocca. Sygal, implacabile, spostò la spada per colpirlo ancora. La testa del nemico rotolò ai suoi piedi. Sygal la calciò via con un piede, senza nascondere una smorfia di disgusto.
Nonostante la sua natura da predatore, odiava uccidere, anche in casi di necessità. Gli ultimi eventi, però, avevano cambiato qualcosa in lui. Prima dell'attacco a Noosh, non aveva mai ucciso delle persone e quando l'aveva fatto, si era sentito in colpa per settimane, malgrado sapesse di non avere nulla di cui rimproverarsi. Quelle persone erano venute a casa sua a sterminare degli innocenti, che stavano solo vivendo, facendosi gli affari propri. Da quando era uscito dall'arena di Ezner, invece, provava una sorta di piacere quando sconfiggeva qualcuno che aveva voluto fargli del male. Si accorgeva di essere felice di aver trionfato e aver dimostrato al nemico di essere più forte di lui. Si vergognava di quei pensieri, ma tornavano puntuali ogni volta che si trovava in una situazione simile, senza che lui potesse fare nulla per impedirli.
Rinfoderò la spada e corse da Noreen, inginocchiandosi di fianco a lei. Le poggiò due dita sul collo e sospirò nel sentirla ancora respirare, seppur con debolezza. Avvicinò una mano al punto dove si era conficcata la freccia, non sapendo bene cosa fare. Non aveva i mezzi per estrarla e pulire la ferita in quel momento, ma non poteva nemmeno sollevarla e trasportarla con l'estremità sporgente in quella maniera.
«Sygal!» gridò Katla, spuntando da qualche parte dietro di lui. La sentì avvicinarsi di corsa, a rapidi passi sul terreno morbido del bosco. Katla gridò, inginocchiandosi al suo fianco non appena vide in che stato versava Noreen.
«Cosa facciamo?» chiese, muovendosi agitata e muovendo le dita vicino al viso di Noreen, esitando a toccarla.
«Devo estrarre la freccia e tamponare la ferita» proferì Sygal, prendendo coraggio. Afferrò con una mano il dardo e poggiò l'altra sulla pancia di Noreen, per tenere fermo il corpo della ragazza.
«Fermo! Farai solo danni!» esclamò una voce alla loro sinistra. I due giovani si girarono di scatto. La mano di Katla corse alla lancia, mentre Sygal restava fermo vicino a Noreen per proteggerla.
Un uomo di media statura, con i capelli e la barba grigi, che doveva aver superato la mezza età da tempo, li osservava nei pressi di un albero dal possente tronco. Il nuovo venuto avanzò di qualche passo senza distogliere gli occhi azzurri dalle loro mani, come pronto a difendersi se avessero attaccato. Indossava degli abiti normali, comuni. Se qualcuno l'avesse incontrato in una città, non si sarebbe ricordato di lui. Era una di quelle persone che passavano inosservate agli sguardi poco attenti.
«Cosa volete?» chiese Sygal, ad alta voce.
«Vivo qui vicino. Ho sentito dei rumori e sono accorso. So bene cosa succede in queste foreste. Mi spiace non essere arrivato prima» mormorò, lanciando un'occhiata a Noreen. L'uomo si avvicinò ancora.
Sygal chiuse gli occhi, concentrandosi sul suo istinto, ma il sesto senso taceva. Sbuffò in silenzio, maledicendolo per essere sparito proprio in quell'istante. Sygal si girò verso Katla, chiedendole con uno solo sguardo cosa ne pensasse. La ragazza annuì piano. Sygal tornò a guardare l'uomo e cedette. Stava affidando la vita di Noreen a uno sconosciuto. Sperava di non pentirsene.
«Se le fa del male» disse, lasciando cadere a metà la minaccia. Si allontanò poco da Noreen, per lasciare all'uomo lo spazio che gli serviva per guarirla.
Egli annuì, dando segno di aver capito cosa gli sarebbe toccato se non si fosse comportato bene e si inginocchiò vicino a Sygal. Si piegò di poco in avanti per vedere meglio la ferita.
«Posso curarla qui, ma non voglio commenti» proruppe, dopo alcuni secondi, girandosi a guardarli. Sygal annuì, dandogli il permesso di procedere.
L'uomo afferrò con una mano la freccia e l'altra la posizionò ad alcuni centimetri dal corpo di Noreen. Da quelle dita, uscì una luce azzurra che avvolse la ferita e nascose il sangue che sgorgava da essa. Katla si portò una mano alla bocca, per nascondere lo stupore nel vedere quell'uomo, all'apparenza innocuo, che usava la magia per curare una ferita tanto complicata da medicare. Con calma, il mago estrasse il dardo. Sygal e Katla osservarono disgustati la punta che veniva estratta ricoperta di sangue e pelle.
L'uomo gettò via la freccia e avvicinò la mano alla ferita. La luce della magia si intensificò e, con altrettanto ribrezzo, i due giovani videro la pelle e tutto ciò che c'era sotto che si sistemava.
«Spero di aver curato tutto» mormorò, dopo aver finito. Il mago si rialzò in piedi e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
«La magia è contro la legge. I maghi vengono giustiziati in gran parte delle terre» proruppe di getto Katla, seguendo ogni movimento del loro soccorritore con gli occhi sbarrati.
«Come se la vostra amica non l'avesse usata» ribatté il mago, sogghignando.
«Come?» domandò Sygal, nascondendo il tremore delle mani. Sebbene l'uomo usasse la magia, rischiavano molto avendo qualcuno a conoscenza dei loro segreti.
«Questa radura odora di magia e la vostra amica ha fatto degli incantesimi poco fa. Lo sento» spiegò, dilatando le narici più volte.
«Con me il vostro segreto è al sicuro. Potete stare a casa mia finché non si riprenderà, se volete» propose, indicando con la mano un punto dietro di sé.
Sygal e Katla si guardarono per un paio di secondi, valutando le possibilità. Avevano bisogno di un riparo per la notte e di mangiare qualcosa di sostanzioso. Noreen poi, nelle condizioni in cui si trovava, non poteva di certo dormire per terra. Accettare era la scelta migliore.
«La minaccia è sempre valida» borbottò Sygal, prendendo Noreen in braccio.
«Sono l'ultimo che vi farebbe del male» commentò il mago, osservandolo serio, prima di girarsi e far loro cenno di seguirlo.
Katla lanciò un'occhiata interrogativa a Sygal, il quale scrollò le spalle, prima di afferrare meglio Noreen e incamminarsi dietro al loro soccorritore.
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Nuova comparsa in scena?!
Ne approfitto per augurarvi un buon Natale! Cercherò di aggiornare più spesso durante le vacanze.
Instagram: animadidragoo
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