Maggio 2017
Così fu. Nelle settimane successive dormirono, alternativamente, a casa dell'uno o dell'altra, sempre per terra. Di giorno andavano al lavoro, missioni a parte... F.B.I. per Rafflesia, S.H.I.E.L.D. per Bucky.
La sera e nel weekend facevano la vita tradizionale delle coppie normali. Cene con gli amici, la spesa, passeggiate, parlavano, e tanto sesso sfrenato, quello... in continuazione. Si stavano conoscendo, sempre di più e sempre più a fondo.
Un lunedì mattina a casa di Barnes, mentre si preparava, lei imprecò. 'Porca miseria, ancora! Non è possibile'.
'Che succede?'.
'Ho scordato le scarpe da indossare col vestito. Non posso usare quelle da ginnastica...devo ripassare da me...farò tardissimo...è la terza volta, in un mese, che dimentico qualcosa...'.
'Che sarà mai? Non prendertela...' minimizzò Bucky.
Rafflesia si fermò a riflettere, pensierosa, poi si buttò 'Sergente Barnes...ti faccio una proposta!'.
'Sono tutt'orecchi' le rispose, malizioso, in attesa di un'intenzione indecente.
'Quello stasera, sono in ritardo da morire, e solo se lo avrai meritato. Qui paghi l'affitto, vero?'.
'Sì, certo'.
'Invece il mio appartamento...l'ho comprato qualche anno fa ed in contanti, con i soldi dell'assicurazione sulla vita dei miei genitori'. Si interruppe, fissando a terra. Era un argomento di cui non parlava volentieri. 'Comunque, niente mutuo. Perché non vieni a vivere da me? C'è posto per tutti e due e so che la casa ti piace molto. Saresti più vicino alla base e noi...sempre insieme...se ti va, ovviamente!'.
'Dici sul serio?'. Trattenne il fiato, ci aveva pensato spesso anche lui, tante, tantissime volte, senza trovare il coraggio di proporlo per primo; credeva fosse troppo presto e che la ragazza non volesse fare quel passo.
'Certo. Ci terrei, molto...A meno che qualcosa non ti trattenga qui' lo guardò, con un sorriso dolcissimo.
'Rafflesia...niente mi farebbe più felice, lo sai, amore mio... voglio almeno dividere le spese!'. Era felice ed emozionato, un sogno che si realizzava.
Gli si avvicinò e Buck la strinse a sé, improvvisamente, e la baciò, con passione.
'Divideremo tutto quello che vuoi purché stiamo insieme...sarà una nuova vita, in fondo, per entrambi e, vedrai, sarà bellissima' contraccambiò la sua bocca, raggiante.
'Chiedo a Steve se sabato mi aiuta a traslocare?!'.
Rise...'Ottimo e molto tempestivo! Bravo!'.
*
'Sul serio ti trasferisci? Come diavolo ti è venuto in mente?' Rogers era esterrefatto, infastidito a tratti.
'Perché dovrebbe aspettare? Anzi, beato lui!' fece eco Wilson.
'Stanno insieme da così poco, è prematuro!'. Il Capitano non era persuaso della decisione del suo amico.
'Ho l'impressione di conoscere Rafflesia da sempre, per la verità...' mormorò Buck.
'A volte, conta soltanto che sia la persona giusta; credo che Barnes l'abbia trovata, stavolta, no? Fa bene a non perdere altro tempo, secondo me, e ad accaparrarsela subito...è bellissima, gentile, intelligente, brava sul lavoro...pure una collega...insomma, che vuoi di più!? Una fortuna, stare con una così!' commentò Tony.
'Bucky, dicci la verità...sei pazzo di lei...si vede lontano un miglio!' chiese Barton.
'E' così...sono innamorato pazzo...' lo disse, apertamente, arrossendo come un adolescente. Provò a cambiare argomento. 'Steve, invece tu e Sharon? Oramai è molto tempo che vi frequentate'.
'Più di un anno, per la verità'.
'E niente grande passo?'.
'Non sono così convinto!'.
'Che vuoi dire?'.
'Mi piace ma non è un sentimento folle, forse sono io il problema o forse è lei; magari, invece, noi due insieme che non funzioniamo. Mi sembra sempre...una minestra riscaldata'.
Tony ridacchiò.
'Si potrebbe mettere un po' di pepe, in quella minestra. A volte basta poco, per riaccendere un rapporto, sotto tanti punti di vista...' Bucky provò ad insistere, ricordava le parole di Rafflesia, che lo aveva pregato di consigliare Rogers per il meglio; avrebbe dovuto spiegarle che non era stato possibile.
Steve, come previsto, infatti, non disse nulla, in risposta, e gli altri Avengers soprassedettero ad ulteriori commenti. Il Capitano era chiuso come un'ostrica, su questioni così personali e pareva più scocciato del solito.
*
Rafflesia aveva invitato a cena Steve e Sharon, dopo che James si era trasferito da lei, definitivamente. Rogers lo aveva aiutato col trasloco, rapido ed indolore, poiché si trattava di pochissimi scatoloni. Talmente pochi abiti che si erano ripromessi di uscire per fare shopping.
Sharon era rimasta esterrefatta dell'appartamento. Lo aveva girato in lungo ed in largo, più volte, ed osservato ogni minimo dettaglio. Le piacevano i complementi d'arredo, i mobili, senza contare i camini, la veranda ed il quartiere. Le aveva fatto mille complimenti.
'Sei fortunata, la casa è splendida. L'affitto deve essere salatissimo...' disse la fidanzata del Capitano.
Quest'ultimo si stava iniziando a scocciare della sua invadenza.
La ragazza rispose tranquilla, in fondo erano amici di James e non aveva nulla da nascondere 'I miei genitori sono morti in un incidente, alcuni anni fa, e ho investito i soldi dell'assicurazione sulla vita, che mi avevano intestato, in questo appartamento, tutto qui...'. Lo aveva detto in modo lapidario, che solo Buck aveva colto.
'Una combinazione davvero propizia, insomma' ribadì la bionda.
'Solo se pensi che la vita dei propri genitori possa essere quantificata economicamente...darei qualsiasi cosa, per poter trascorrere cinque minuti in loro compagnia, per averli vicini quando ho bisogno...la casa è esclusivamente un bene materiale...' mormorò, a bassa voce, triste, il viso cinereo.
'Rafflesia, non intendevo offenderti, perdonami, ho fatto una gaffe'.
Rogers era mortificato e pensava che, a volte, la fidanzata avesse la testa vuota.
'Sì, lo so, stai tranquilla, l'ho capito, non importa. Per me...è molto complicato...scusate...' si dovette allontanare in fretta, per evitare che la vedessero ancora più turbata.
James le si avvicinò mentre trafficava, da sola, in cucina 'Stai bene, ragazzina?'.
'Non tanto...'.
'Ne vuoi parlare?',
'Ora no'.
'Va bene, dimmi che vuoi che faccia? Li mando via? Basta una tua parola e li sbatto fuori al volo, soprattutto quella scema di Sharon, a calci nel culo!' era arrabbiato e non si conteneva.
Lei rise, vedendolo così alterato e sentendo quelle parole 'No...mi hai fatto fare una risata...sto meglio...dammi una mano a portare l'antipasto a tavola' gli porse un vassoio 'apri il vino e...per favore, non disintegrare la bottiglia, come l'ultima volta, col tuo braccio micidiale!'.
'Ubbidisco' le fece il gesto del saluto militare, ridendo a sua volta, a crepapelle.
*
Erano sulla veranda coperta. Steve e Sharon se ne erano andati, grazie a Dio, e loro due avevano sistemato salone e cucina. Bevevano l'ultimo calice di rosso, al buio, vedendo scorrere l'Hudson. Fuori, le luci della Grande Mela.
Barnes era inquieto, trepidante.
'Che vuoi sapere?' gli chiese.
'Niente che non voglia dirmi, non sei obbligata ...' desiderava sapere, ma senza forzature.
Rafflesia sospirò. Avrebbe dovuto raccontarglielo, invece; erano troppo intimi, troppo vicini in tutto, per non farlo, e quella sofferenza era parte di sé, della sua anima... di lui conosceva ogni cosa, si trattava di mettere la contropartita sul piatto. Provò.
'Eravamo in auto, insieme, io ed i miei genitori, tornavamo dal pranzo di Natale a casa di alcuni parenti. Un altro veicolo, guidato da un automobilista, che durante le feste si era completamente ubriacato, è finito contromano. Mio padre ha fatto di tutto per controllare la macchina ma è uscito di strada all'altezza di un ponte che traversa un fiume. L'auto è finita in acqua e si è inabissata. Ricordo il grande freddo...siamo rimasti intrappolati nella vettura, feriti per l'impatto. Pensavo sarei morta...Poi ho visto un uomo, fuori dal finestrino, dalla mia parte...mi ha fatto cenno di allontanarmi dal vetro. Lo ha rotto, con i piedi, mi ha tirato fuori e mi ha fatto risalire'.
Si interruppe. James non sapeva cosa dire. Le strinse solo la mano, con forza.
'Mi ha salvato. Purtroppo, per i miei, non c'è stato nulla da fare. Le loro ferite erano molto gravi e l'auto, dopo la rottura del vetro, si è completamente riempita d'acqua. Quell'uomo è sceso di nuovo, nel fiume, ma non è riuscito a tirarli fuori, oramai era troppo tardi'.
'Rafflesia, mi dispiace tanto'. La baciò. Anche lei aveva i suoi demoni, forse meno visibili, non era solo la ragazzina vivace che lo faceva impazzire.
Continuò. 'Sono andata a vivere con la sorella di mio padre e la sua famiglia, fino a che mi sono arruolata nell'F.B.I.'. Fece un'altra pausa. 'La persona che mi ha salvato la vita era un sommozzatore. Per questo mi sono interessata alle immersioni...tuttavia, scendere in acqua continua a non mi piacermi per niente, la maggior parte delle volte che lo faccio'.
'Sono davvero un idiota. Quella volta con Clint, per colpa mia, quasi non risalivi...È per questo che hai dato la bombola a Barton, vero? Hai pensato ai tuoi genitori, quando lo hai visto in difficoltà?'.
'Uhm uhm, sì, sapevo che aveva moglie e figli, me lo aveva raccontato nel tragitto in nave...non lo avrei abbandonato lì sotto, per nessun motivo al mondo...tutto qui...' fece, alzandosi. 'Non voglio parlare più dell'immersione con gli Avengers, ti prego, James, è qualcosa che preferisco dimenticare...' poggiò il bicchiere vuoto, sul tavolino della veranda.
'Probabilmente non posso fare niente per consolarti; però noi due ci siamo conosciuti, proprio facendo quell'immersione...quindi non può e non deve essere un ricordo così brutto. Ragazzina, non ti avrei mai incontrata, in caso contrario...' provò a farle vedere l'accaduto, sotto un altro punto di vista 'soprattutto non staresti con un ragazzo bello e simpatico come me!'. Scherzò, con un sorriso.
'Andiamo a letto, ragazzo bello e simpatico? Voglio fare l'amore con te tutta la notte!' gli chiese accorata, prendendolo per mano.
Buck si mosse, per seguirla 'Certo, sempre ai tuoi ordini!'.
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