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23 marzo 2017...

Il sole del primo mattino filtrava, nella sua camera da letto, attraverso le persiane semichiuse. Sentiva il solleticare dei capelli, all'interno delle cosce ed un pulsare immenso all'altezza del bacino.

Aveva abbassato lo sguardo e visto la testa dello sconosciuto muoversi avanti ed indietro, su di sé. Gli aveva accarezzato i capelli, chiedendosi chi fosse.

L'uomo in ginocchio fra le sue gambe si tirò su, e sorridendole, si mise all'altezza del suo viso, baciandola appassionatamente.

Rafflesia contraccambiò quel bacio, con intensità, e lo strinse a sé. Era muscoloso, con i capelli castani scuri, lunghi, gli occhi azzurri tendenti al ghiaccio, la barba di qualche giorno ed un bellissimo sorriso; non smise per un attimo di baciarla, mentre entrava dentro di lei, con un sospiro. Sembrava conoscere alla perfezione cosa le piacesse, con una familiarità che la spaventò.

Mentre lo cingeva, sentì qualcosa di strano nel corpo del partner, la mancanza del braccio sinistro; aprì gli occhi, fra un bacio e l'altro, ed osservò le orrende cicatrici all'altezza della sua spalla. Pensò che, di solito, indossasse una protesi, ma capì anche che non le interessava minimamente, era abituata a quella vista.

Un piacere sempre più acuto la stava cogliendo, all'aumentato ritmo delle spinte di lui...l'uomo si fermò qualche secondo, per fissarla, con intensità; Rafflesia lo guardò a sua volta, stupita che si fosse bloccato.

Le mormorò, con dolcezza '...Ti amo...' e ricominciò a muoversi, più veloce. Sentì le abituali contrazioni dell'orgasmo al basso ventre e si svegliò, di soprassalto...completamente zuppa di sudore, ancora gli spasmi, pulsanti, all'inguine...era la terza volta, in quella settimana, che il sogno così realistico su quello sconosciuto si ripeteva...un sogno che l'aveva turbata, moltissimo.

Forse erano solo sciocche fantasie sessuali, forse il segno che i rapporti con l'ex fidanzato fossero stati poco appaganti; tuttavia, mentre si buttava sotto la doccia, per prepararsi per andare al lavoro, non poteva smettere di rifletterci.

*

Era in auto con Kelly, verso la sede dello S.H.I.E.L.D., dove il Vicedirettore dell'F.B.I. l'aveva dirottata, a notte inoltrata, per una missione; non c'era nulla di strano, se non che stava congelando. Tutta colpa sua, sia l'aver accettato l'assurdo e sgradito invito dell'ex fidanzato che si voleva rimettere con lei, sia l'aver scelto un vestito così leggero e scollato, in una serata primaverile, solo per il calendario.

Mentre attraversava l'atrio della sede dell'Agenzia, capì dallo sguardo dell'Agente Coulson, che l'attendeva, che, con quell'abbigliamento, avrebbe attirato l'attenzione dei colleghi maschi presenti, più del solito.

*

Bucky si era lagnato con Steve per l'ennesima volta, dopo aver saputo che avrebbero dovuto collaborare con agenti che non conoscevano; figuriamoci, già non andava d'accordo con gli Avengers, ci mancava solo quello. 'Non li sopporto, quelli dell'F.B.I., boriosi e supponenti'.

'Ti sbagli, verranno colleghi specializzati in operazioni subacquee e fra loro ci sarà Miss F.B.I., l'agente più bella dei Servizi! Pare sia fantastica!' Rogers provava ad incuriosire l'amico fraterno.

'Certo! Una signora di mezza età, androgina, in tailleur e molto antipatica, figurati' controbatté Barnes.

'No, credimi, mi riferiscono il contrario...anzi, perché non ti dai una calmata e provi a familiarizzare? Magari ne vale la pena. Vieni con me, prendiamoci un caffè, ho un sonno!' Si diresse verso il distributore automatico a monete.

A Buck parve strano, Steve non ne era un grande consumatore, e gli sembrava piuttosto sveglio di suo, adrenalinico, coi nervi a fior di pelle, per come lo conosceva, ma accondiscese.

Rogers gli offrì il caffè, nero e senza zucchero, poi prese una bevanda per sé, una scelta più che mai casuale; infine, mise un'altra moneta e optò, velocemente, per un caffellatte molto zuccherato. 'Devo essere proprio distratto, stasera' fece verso l'altro 'Guarda che ho combinato! Ne ho preso uno in più, però non mi va, tienilo tu, lo bevi dopo'.

Bucky scoppiò in una risata, la prima della giornata, e pensò che non ci fosse da meravigliarsi; Capitan America, perfettino nel lavoro e sempre maldestro nella vita privata.

Prese i due bicchieri, per non farlo dispiacere, sogghignando a non finire.

*

Andarono in sala proiezione, Buck seduto nel posto laterale della fila, col braccio bionico al lato del muro. Steve più al centro, per vedere meglio lo schermo; a separarli, un posto vuoto.

Continuarono nella loro conversazione, fin quando Rafflesia entrò. Barnes guardò Rogers; accidenti, aveva ragione, quella donna era di una bellezza sconvolgente, così bella che quasi smise di respirare.

Al Capitano si fermò il cuore, nel vederla da vicino, dopo tutto quel tempo, cinque anni di attesa. L'aveva pedinata, qualche volta, per rendersi conto di come stesse, ma ora era diverso.

Lentamente e senza farsi accorgere, Tony, Clint e Natasha, seduti in sala, con la coda dell'occhio, seguirono i movimenti dei tre.

Si erano ripromessi, dopo aver ripristinato l'equilibrio dell'Universo, tornando indietro con la Gemma del Tempo, di non parlarne mai, neanche fra di loro ed in nessuna circostanza; Bruce li aveva ammoniti più volte a non alterare troppo il futuro che già conoscevano, per evitare paradossi temporali.

Quando si era avvicinato il giorno del primo incontro tra Rafflesia e Bucky, Steve non era riuscito a resistere; aveva chiesto l'aiuto ed il consiglio degli altri Avengers, sia perché voleva che fra l'agente Tyler ed il suo amico più caro vi fossero meno attriti possibili sia perché ricordava bene lo spiacevole incidente di Clint.

Banner gli aveva dato qualche suggerimento, per realizzare il piano di Rogers, senza troppi danni collaterali.

Rafflesia si mosse verso l'unico posto libero in sala e Barnes dovette alzarsi, per farla accomodare. Non riusciva a smettere di fissarla in quel vestito tanto sexy, che lasciava poco all'immaginazione e, per di più, lei era arrossita come una scolaretta, a quelle occhiate, per lo meno gli sembrava.

In realtà, il problema dell'agente Tyler non erano stati gli sguardi, ma l'aver identificato lo sconosciuto dei suoi sogni nell'uomo che si era messo in piedi, affinché lei sedesse.

Era certa che fosse lo stesso ragazzo del sogno, soprattutto quando gli aveva visto la mano di metallo, la sinistra, chiaramente. Che cosa diavolo stava succedendo? Chi era? Respirò a fondo, tentando di mantenere un minimo di autocontrollo.

Mentre si guardava intorno, riconobbe, seduto, al lato destro, il Capitano Rogers, biondo e muscoloso, un sorriso aperto, rassicurante.

Steve si presentò, tendendo la mano e dopo disse 'Lui è Bucky', indicandole l'uomo con il braccio metallico.

'Bucky? Che razza di nome è?' fece lei, ridendo. Non aveva resistito.

'E' il Sergente James Buchanan Barnes, ma da sempre, per tutti, è Bucky' concluse il Capitano, intimando al suo migliore amico, con un'occhiataccia, di presentarsi alla collega.

Quello ubbidì e le tese la destra, emozionato; lei la strinse, con prontezza e sentì un brivido attraversarle il corpo... avrebbe scommesso qualsiasi cifra che anche James avesse provato la medesima sensazione, complice lo sguardo confuso che le aveva rivolto, immediatamente.

Quando Rogers aveva detto il suo nome per intero, l'agente Tyler aveva capito che era il Soldato d'Inverno...forse lo aveva visto in tv e si era fatta condizionare, nel proprio mondo onirico, ma rifletté che non si era mai troppo interessata alle vicende dell'Agenzia, in realtà.

Barnes era inquieto; era la donna più affascinante e sensuale che avesse mai visto ed, oltretutto, sentiva una singolare attrazione verso di lei, non solo fisica.

La vide rabbrividire per il freddo; aveva un vestito leggero, di seta, e l'aria condizionata nella stanza era molto forte. Quando la udì starnutire, si tolse al volo la felpa che indossava e gliela passò 'Mettiti questa' le disse, con dolcezza, fissandola in quegli occhi violetti che lo stavano ammaliando, da quando avevano incrociato i suoi.

'Grazie, mi hai salvato, ti devo un favore' replicò, sorridendogli... lui contraccambiò il sorriso, senza indugio.

Steve lo guardò, di sottecchi, e gli indicò il bicchiere col caffellatte, che l'amico aveva poggiato al lato esterno della poltrona. Bucky intuì, pronto, il da farsi e porse la bevanda a Rafflesia 'Ho un caffè in più, se ti va...'. Che incredibile casualità!

Sgranò gli occhi, sorpresa, ed annuendo con un cenno del capo, prese il bicchiere caldo 'Grazie di nuovo, in cinque minuti sono in debito con te di ben di due favori...' ridacchiò...il Sergente Barnes era gentile, galante nei modi, e davvero molto attraente.

'Tranquilla, per così poco, mi fa piacere' minimizzò, notando che la donna non era per nulla impressionata dal braccio bionico, anzi era serena e sorridente...gli sembrava solo molto incuriosita nei suoi confronti, ed era insolito, da tempo non gli capitava.

Rafflesia si stupì, ancora una volta, assaporando il contenuto del bicchiere di carta...non era caffè, bensì un caffellatte senza schiuma e molto zuccherato, esattamente la bevanda che avrebbe scelto per sé stessa; era bizzarro, in effetti tutta la serata era iniziata in modo surreale.

Si mise seduta composta, poggiando il braccio sinistro lungo il corrimano della poltrona; sentì il piacevole contatto col braccio destro del suo vicino, a cui non si sottrasse, e l'esterno della sua mano che sfiorava la propria. Lui aveva la pelle d'oca, in quel momento...

'Hai freddo tu, adesso? Rivuoi la felpa?' gli chiese, carinamente.

'Non sono brividi di freddo' le mormorò nell'orecchio, a bassissima voce, e molto serio 'è la tua vicinanza, sei solo tu che mi fai questo effetto...'. Non si era trattenuto...strano...erano ottant'anni non corteggiava una donna...

La collega gli fece un sorrisetto malizioso e si sistemò una ciocca di capelli sulla nuca...avevano iniziato a flirtare...

Sentì Fury dire che sarebbero scesi in acqua in tre, lei, James e Clint Barton...non era l'ideale immergersi con chi non si conosceva per nulla; guardò, preoccupata, il suo vicino, che le strinse la mano, delicato, tentando di rasserenarla. Quell'ulteriore contatto la deliziò.

Non appena finito il briefing, si diresse verso Mac, il Navy Seal con cui aveva lavorato molte volte e che aveva adocchiato in sala; quest'ultimo le presentò Clint Barton e Natasha Romanoff, che le fecero un'ottima impressione, sia professionale, sia personale. Si allontanò con la russa, per prepararsi.

*

'Ragazzi, avete visto l'agente Tyler? Miss F.B.I.! É la fine del mondo, eccezionale! Morirei per una così!' Wilson era esaltato e non smetteva un attimo di parlare di Rafflesia, nello spogliatoio degli uomini.

'È splendida...peccato sia già impegnato, ci avrei fatto un pensierino...comunque, non avrei avuto alcuna speranza, Sam, e neanche tu, visto che ha una predilezione evidente e spiccata per qualcun altro!' gli rispose Stark, indicando Bucky col capo.

Banner era stato chiaro, non avrebbero dovuto modificare troppo gli avvenimenti, ma Tony ci voleva mettere sempre del suo.

'Sì, in effetti, Barnes, non ha smesso un attimo di guardarti e civettare con te, sei un uomo fortunato...' Clint, sempre serio, si era lanciato anche lui, nella conversazione davvero poco professionale.

'Buck, che ne dici? Ti piace?' gli chiese Rogers, conoscendo già la risposta.

'Steve, non ho mai creduto all'amore a prima vista, ma da oggi ho cambiato opinione... non esiste al mondo donna più bella... è la creatura più carina e gentile che abbia mai conosciuto, nell'aspetto e nei modi, favolosa, una meraviglia...'.

Non fece in tempo a terminare la frase, che sentì un colpo di tosse, volontario, alle spalle, e vide gli altri Avengers, girati, tutti, verso la porta di ingresso. Si voltò...dietro di sé, l'agente Tyler e Natasha, già vestite.

Vedova Nera si schiarì di nuovo la voce 'Va bene, Romeo, dopo l'immersione avrai tutto il tempo per le tue romanticherie...Eravamo venute a vedere se foste pronti perché il Direttore Fury ci ha sollecitato; mamma mia, dicono che le donne siano ritardatarie, ma voi le battete tutte '...si rivolse a Barnes, di nuovo 'Mi si sono cariati i denti, per quanto sei zuccheroso!' si girò ed uscì, ridacchiando.

Rafflesia fissava James negli occhi, esterrefatta dalle sue parole, soprattutto perché provava esattamente la stessa cosa. Mentre si allontanava per seguire la Romanoff, continuò a guardarlo, con intensità, finché poté.

Circostanza che non sfuggì a Tony 'Barnes...quella si chiama occhiata da letto...le piaci e parecchio anche... buttati, dopo la missione, e soprattutto, non fare l'antipatico come fai sempre con noi, sii affabile, con lei, per una volta...'.

Quello non rispose. Steve gli diede una pacca sulla spalla, per rincuorarlo 'Sii solo Bucky, il resto verrà da sé, ne sono certo'.

*

Rafflesia era con Mac, Barnes e Barton, sull'imbarcazione; loro conoscevano, perfettamente, l'attrezzatura dello S.H.I.E.L.D., mentre lei l'avrebbe utilizzata per la prima volta. Fu rassicurata dal seal; le disse che era facile ed intuitiva da usare, che avrebbe avuto un piccolo casco e che sarebbe rimasta in contatto con James e Clint.

Mentre esaminava gli strumenti, per conto proprio, Barnes le si avvicinò.

'Hai capito tutto? Ti serve aiuto?' domandò, garbato.

'Mi pare di sì, non è complicato'.

'No, non lo è ma se hai dei dubbi, chiedi pure. E comunque, ti seguirò passo passo...' fu molto protettivo.

'Non ho bisogno della balia, Sergente!'. Lui si rabbuiò ma la ragazza aggiunse 'Però, grazie, ci conto. Ti piace immergerti?'.

'In effetti, no, ma è una parte del lavoro e va fatto; a te?' domandò.

'I miei genitori sono morti per un annegamento, conseguente un incidente stradale; ero con loro ed un sommozzatore mi ha salvato la vita...ho deciso di approcciarmi alle immersioni, dopo quanto era successo, e riesco molto bene...no...proprio non amo scendere in acqua' lo disse tranquilla, con mestizia. Buck la guardava, stupito di quella confidenza così personale.

Lei parve riprendersi 'Scusami, non lo racconto mai a nessuno, con te mi è venuto spontaneo...' fece una pausa 'James, perdonami se te lo chiedo, ho la sensazione di averti già incontrato...è successo davvero, o è solo una mia fantasia?'.

'Penso che se ti avessi conosciuta, me ne ricorderei...però, confesso che quando ti ho vista entrare, in sala riunioni, ho avuto la stessa impressione. Visto che siamo in vena di confidenze, ecco, le parole che mi hai sentito dire nello spogliatoio, le penso davvero, non era solo per parlare!'. Era arrossito, fino alla punta dei capelli.

'L'avevo capito, Sergente, adesso pensiamo alla missione'. Nonostante la concentrazione per il lavoro da svolgere, rimasero l'uno accanto all'altra, a chiacchierare, sulla nave, fino a che non arrivarono al punto dell'immersione.

*

Scese in acqua prima Barnes, poi lei ed, infine, Clint.

*

Il Falco aveva sbattuto contro qualcosa, Rafflesia non era riuscita a capire cosa...gli vedeva il sangue nel volto, forse dal naso, che stava riempendo il casco.

'Clint, che succede?' gli chiese.

'Non respiro...' Barton, che non riusciva nemmeno a parlare quasi più, aveva chiarito con gli altri Avengers che quella parte degli accadimenti non si doveva cambiare né modificare, era disposto a correre il rischio.

Lei fece cenno a Barnes di aiutarla a soccorrere il collega. 'Vieni qui, per favore!'.

Si mosse, pronto, per raggiungerla. Clint era molto in difficoltà e l'agente Tyler in pena.

'Rafflesia, devi risalire in superficie a consegnare il microchip, è la nostra missione, la nostra priorità, porto su il Falco da solo, vai, immediatamente!' glielo ordinò, non voleva che corresse alcun pericolo.

'No, rimango qui con voi, non ti lascio, Sergente!'.

'Non fare la ragazzina, sali subito, comando io, sono il capo missione, risali subitooooo!!'. Lo aveva gridato.

'Te l'ho detto, non me ne vado, non insistere!' lei rimase e Buck capì che quella donna, coraggiosa e bellissima, era anche più testarda di un mulo. Non li avrebbe mai abbandonati, era evidente, soprattutto dopo che gli aveva confessato come fossero morti i suoi genitori; era certo che non avrebbe potuto dissuaderla, sarebbe stato inutile provare a convincerla 'Facciamo a modo tuo!' le disse, rassegnato.

Nell'urto, la bombola di Barton si era staccata e l'ossigeno era completamente fuoriuscito.

'Stai calmo, Clint, ti prego, ti aiuteremo a risalire ma ti devo togliere il casco'. Rafflesia fece cenno a James, che comprese le sue intenzioni, ovvero staccare il tubo dell'ossigeno dalla propria bombola e dividerlo con il collega, la cui attrezzatura era distrutta.

'Ragazzina, sarò io a dare la bombola al Falco e non tu, ho molta più capacità polmonare di te e potrò risalire, senza respirare ulteriormente, aiutami e stammi vicina! Questo è un ordine, sul serio!' Non avrebbe accettato un no come riposta, e l'agente Tyler pensò avesse ragione.

I due uomini dovevano togliersi entrambi il casco. Lo fece per primo Barnes e Barton si convinse. Era pallido, stanco e spaventato. Rafflesia lo aiutò, prima a liberarsi dell'attrezzatura inservibile, poi a sganciare il caschetto; James staccò il tubo dell'aria, dopo averne inalata il più possibile, e lo passò a Clint...cominciarono a farlo risalire verso la superficie. Il Falco, pian piano, nell'inalare l'ossigeno, si calmò. Lei si era posizionata alle spalle di Buck, casomai servisse dargli manforte, ma era molto forte fisicamente e riusciva a gestire il problema da solo, tenendo stretto l'altro, col braccio metallico.

La fissò, sempre negli occhi, mentre si muovevano, e le sorrise. Si sentiva tranquilla. Con lentezza, per la decompressione, riuscirono ad arrivare in superficie. Riaffiorarono tutti e tre, quasi nello stesso momento; Barnes aiutò il collega a salire sull'imbarcazione, poi lo fecero loro due.

Appena su, si affiancarono a Barton, per sincerarsi che stesse bene. Respirava da solo, senza problemi, con una strana espressione sul viso. Li strinse forte, insieme, in unico abbraccio e gli sussurrò 'Vi devo la vita!'. Steve, Nat e Tony avevano tirato un sospiro di sollievo, era andata molto, ma molto meglio, della volta precedente.

*

Steve li aveva angosciati per settimane, prima della data dell'immersione, ed avevano infranto il loro patto di non parlare mai del viaggio temporale.

Clint, Nat e Tony avevano, pure, seguito i movimenti di Rogers, nel momento in cui avevano capito che si era messo sulle tracce dell'agente Tyler.

A turno lo avevano pedinato, senza farsene accorgere; non si era comportato in maniera sconveniente, la osservava solo a distanza, tuttavia, con un fare che Stark definiva maniacale ed autolesionista. Quando frequentava l'ex fidanzato, addirittura restava in auto sotto casa sua, per tutta la notte, aspettando che Kelly se ne andasse. Aveva fatto trascorrere, agli altri tre, più di una notte in bianco.

Se il piano di Steve era chiedere la collaborazione degli Avengers per far incontrare Rafflesia e Bucky, con meno attriti della volta precedente, e farli mettere insieme prima possibile, quello degli Avengers era controllare che lo facesse davvero e non avesse ripensamenti improvvisi.

Il Capitano frequentava una ragazza, amica di Pepper, molto carina e dolce, ma, palesemente, non ne era affatto preso. I colleghi avevano capito che era ancora innamorato dell'agente Tyler, dilaniato nell'anima, nonostante i cinque anni passati... cinque anni, per lui, di profonda angoscia esistenziale, che nulla aveva lenito.

E dato che, in vita sua, aveva avuto solo due spine nel fianco, ovvero prima Bucky e la loro viscerale amicizia, e poi i sentimenti che nutriva per Rafflesia, la loro preoccupazione era molto seria.

Per cui, avevano deciso di agire per conto proprio, forti di qualche suggerimento di Bruce, per provare a fare da collante, con le loro frasi ed i loro comportamenti, alla relazione che stava per nascere, e per tenere sotto controllo Steve.

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