4 capitolo
EvaKant00
Non riuscì a capire la durata del viaggio, forse perché avevo una costante paura di cadere ed affogare in mare.
Con mia grande sorpresa Wendy aveva ragione, dopo aver raggiunto la seconda stella a destra eravamo arrivati in un luogo dove era già mattino. Volammo tra le nuvole bianche e fu una sensazione magnifica. Cominciai ad intravedere una piccola isoletta tra il mar blu, e dopo poco arrivammo e mettemmo piede sulla terra ferma. Più che un Atterraggio la mia fu una caduta disastrosa.
-Questo sì che fa male- dissi sedendomi.
-Mi dispiace, non credendo alla polvere magica di Trilly, nel momento in cui ti ho lasciato la mano sei caduta-disse inginocchiandosi di fronte a me.
Mi Puntualizzava il fatto che non credevo alla polvere di fata ogni qual volta le era possibile
Mi alzai e mi guardai intorno, eravamo atterrate in mezzo ad una foresta, intorno a noi solo alberi.
Comincia a sentire un ronzio fastidio è qualcosa, grande quanto una mosca, volò verso la mia direzione.
Cercai di scacciarla ma Wendy mi fermò
-Attenta! Quella é Trilly - esclamò bloccandomi il polso.
Trilly si fermò e produsse un suono simile ad un tintinnio.
-Vuole che la seguiamo. Peter ci aspetta- cominciò ad incamminarsi attraverso la folta foresta.
Ancora incredula la seguì.
Arrivammo, dopo qualche ora di cammino, in una zona dove quasi tutti gli alberi erano stati abbattuti. Al centro si ergeva una grande quercia e tra la sua chioma era stata costruita una Casetta in legno, poco distante dall'albero c'era un focolare spento ed intorno dei tronchi che fungevano da sedili.
-Benvenuta al rifugio dei Bimbi Sperduti. Qui ci sono coloro che non si sentono amati dalle loro famiglie-disse con fare malinconico. Si avvicinò ai tronchi e si sedette, poi mi fece cenno di accomodarmi accanto a lei.
-É per questo che sono qui? Perché non sono amata dalla mia famiglia.Arrivate un po' tardi, non credete? Avreste potuto portarmi qua molto tempo fa. - ero decisamente alterata.
-Ma non avrebbe funzionato-disse una voce profondo alle mie spalle.
Una ragazzo abbastanza alto stava scendendo la scale della casetta.
Si avvicinò a me e mi fissò interessato, sorrise aWendy
Era un ragazzo magro con degli occhi azzurri furbi e dei capelli biondi leggermente tendenti al rossiccio.
-Tu chi sei? - chiese alzandomi e mettendomi di fronte a lui
-Sono Peter Pan. Ma tutti mi chiamano Peter.- mi sorrise e mi porse la gli strinsi la mano e un brivido strano mi attraversò la spina dorsale.
-Come dicevo prima- riprese Pan- portarti qui prima non avrebbe funzionato. Anche se tuo padre ti faceva del male, tu continuavi a volergli bene.Qui i bimbi sono Sperduti perché non venivano amati da nessuno-si sedette sul tronco accanto al nostro.
-Capisco - dissi anche se non ero certa.
Wendy era dovuta andare via per qualche motivo così rimasi sola con Pan che non smetteva di fissarmi.
-Ho per caso qualcosa in faccia? Perché se non È così, devi smetterla di fissarmi- gli urlai contro.
-Scusa, non volevo importunarti.É solo che ti trovo, non so, diversa- scrollò le spalle con indifferenza.
-Ah, beh. Questo sì che é un complimento.Senti sono stanca, voglio tornare dalla mia famiglia.Si staranno preoccupando-
-Oh avanti. Non ci credi neanche tu a quello che dici. Sai perfettamente che in realtà non ti stanno cercando.E poi lì è ancora notte. - si alzò e si avvicinò a me:-Quando tornerà Wendy, potrai tornare a casa. Deve portarmi una cosa importante- mi guardò negli occhi. Dovevo ammetterlo, i suoi occhi erano davvero belli: azzurri con delle pagliuzze verdi e oro intorno all'iride.
Mi resi conto solo allora di quanto fosse bello.
-Eccola! É tornata- esclamò
Andò incontro a Wendy e l'abbracció, si vedeva che erano davvero innamorati; si avvicinarono e vidi qualcosa brillare tra le mani di Pan.
-Girati- Pan aveva preso in mano l'oggetto: era una collana raffigurante il flauto di Pan.
Mi girai e lui la legò al collo, mi fece girare e lo guardai negli occhi
-Quando vorrai tornare sull'Isola ti basterà soffiare dentro il flauto. E arriverai qui.Sarai sempre la benvenuta ogni sera-mi guardò per un attimo- Se vuoi oggi posso tornare con te per assicurarmi che arriverai a casa sana e salva-
Gli sorrisi. -D'accordo - e suonai il flauto
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