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3 capitolo

Fu presto sera e scesi per cenare con la mia nuova famiglia.
La sala da pranzo era in una stanza accanto alla cucina, al centro c'era un tavolo rettangolare con quattro sedie i mie genitori erano ai lati opposti della tavola, mentre Eric ed io ai lati.
In tavola c'era un invitante pollo con contorno di carote.
Feci per prenderne un pezzo, ma George mi fermò.
-So che sei nuova, ma prima di mangiare facciamo una preghiera a Dio per ringraziarlo di ciò che abbiamo. -
Rimasi spiazzata da quella informazione e dopo un paio di secondi, mi ricomposi e dissi :-Veramente, io sono atea-
Rimasero tutti spiazzati da quella affermazione, persino Eric.
Ne approfittai per prendermi la coscia di pollo, la mia preferita
Cristina fu la prima ad interrompere quel silenzio imbarazzante.
-Ci dispiace la casa famiglia non ci aveva informato, pensavamo fossi cristiana-
-Lo ero-dissi- ma certi eventi cambiano le persone- continuai a mangiare sotto lo sguardo stupito di tutti.
Poco dopo anche gli altri cominciarono a mangiare e calò il silenzio.
Ad un tratto Eric interruppe il silenzio e chiese con noncuranza :- Che genere di eventi?-
-Eric non mi sembra il caso-lo riprese Cristina
-Non mi va di parlarne- dissi brusca
-Oh, avanti che sarà mai. Ti hanno rubato le merendine,presa in giro o che so, fatta ubriacata- incalzò sarcasticamente.
-Stuprata, veramente-dissi tranquilla - A sette anni da mio padre alcolizzato e sconvolto dalla morte della moglie.Aveva promesso che avremmo giocato, gli credetti e invece...-
Rimasero tutti senza parole.
-Scusa, non lo sapevo- abbassò lo sguardo.
-Cosa credevi che stavo in una casa famiglia per divertimento-detto questo mi alzai e andai in camera senza aspettarmi le proteste di qualcuno.

Era passata la mezzanotte, ed io non riuscivo a dormire. Così cominciai a leggere Peter Pan e intanto mi chiedevo
come  dei normali bambini possano credere in una cosa così stupida come la polvere magica, come riuscire ad affidarsi ad un folletto vestito di verde che suona il flauto. È una cosa impossibile e ridicola.
Non è impossibile se ci credi davvero.
Sentii questa dolce vocina da bambina e girarai la testa per vedere da dove provenisse, ma non vidi nessuno.
Se non credi in me non puoi riuscire a vedermi.
La vocina ridacchió
Qualcuno mi stava tendendo un brutto scherzo: sicuramente Eric il pervertito. Quel ragazzo mi preoccupa seriamente
Ora stai cercando di distrarti per non pensare a me.
Disse ancora la voce.
Ad un tratto ci fu un bagliore vicino il davanzale della finestra e una sagoma comparve.
Era una bambina non molto alta, con i capelli castani raccolti e un fluente abito bianco che la faceva assomigliare ad un angelo. La ragazza parló:- Ciao Nicky, sei pronta? -
Rimase stupefatta
-Chi sei? Come sai il mio nome? E... -mi interruppe
-Avremo tempo dopo per dare risposte alle tue domande, quando saremo giunte-disse avvicinandosi.
Scesi dal letto e presi la bottiglietta di profumo sulla toletta come arma
-Non c'é bisogno della violenza-rise-Dobbiamo andare o sarà tardi-
Mi tese una mano ed io la guardai con diffidenza.
-Puoi fidarti di me, Nicky, non voglio farti del male puoi credermi -
Abbassai la bottiglietta di profumo.
-Verró con te solo dopo che mi avrai risposto-dissi con fare solenne
-D'accordo. Sono Wendy Darling.Sono stata incaricata di portati da lui-si avvicinó
-Come sai il mio nome? -
-Lui sa tutto-
-Lui chi?-la incoraggiai con lo sguardo
- Peter pan-le risi in faccia.
-Ti giuro sulla mia virtù che è la pura verità, seguimi e te lo mostrerò-
Mi prese la mano e mi condusse sul davanzale e ci cosparse di una polvere verde.Fece per saltare.
-No, no. Sei pazza, se salto muoio.-
Wendy Mi sorrise
-Se credi di potercela fare non cadrai-
-Beh, io non ci credo-
-Non preoccuparti, io ci credo abbastanza per tutte e due-
Senza dirmi niente saltò ed io chiusi gli occhi per la paura di cadere, ma ciò non accadde.Anzi, il vento mi colpiva le guance e mi spettinava i capelli.
Mi ricordai di una cosa.
-Non mi hai risposto.Dove andiamo?- chiesi urlando ed evitando di colpire un uccello.
-Ma come, non è chiaro?-urló di rimando
-Andiamo verso la seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino, Andiamo sull'Isola Che Non C'é-

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