Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Non mi abbandonare


Discorso sottolineato: pensiero

Discorso corsivo: parlato coreano

Discorso grassetto: parlato italiano

******* 

Caterina non ricordava come fosse tornata a casa, ne come avesse fatto a preparare la frittata che ora stava mangiando.

Al momento, l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era il suo computer, aperto su una pagina Youtube.

Il ragazzo che tutte le mattine veniva in libreria, era sullo schermo e rappava ad una velocità incredibile, mentre si muoveva in una specie di casa abbandonata, sfoggiando assurdi capelli biondi.

"Quel grandissimo stronzo è famoso!" pensò arrabbiata la ragazza.

Non ci poteva credere.

Yoongi, quel tizio un po' impacciato e silenzioso, faceva parte di una specie di boy group, famoso in tutto il mondo.

Caterina sapeva che in Corea boy band e girl group erano famosi, ma lei non ci aveva mai dato peso, perché quel genere di musica non le interessava e nemmeno le piaceva.

Alla televisione si sentiva spesso nominare cantanti e gruppi; sembrava quasi che per le adolescenti coreane fosse una mania e spesso si era parlato anche di atti estremi, compiuti dalle fan, per avvicinarsi ai loro idoli.

"Idolo" mormorò soppesando il termine "Che parola forte per definire un comune essere umano con una bella voce".

Ripensò al ragazzo che vedeva tutte le mattine e cercò di collegarlo all'immagine arrogante del rapper sullo schermo davanti a lei.

Pensò che, di Yoongi, in mezzo a tutti quei pixel, c'era poco o nulla.

"BTS" ripeté, leggendo la caption del video appena iniziato.

Questo era il nome del gruppo di cui il giovane faceva parte e sembrava essere composto da sette membri.

Erano bravi, questo lei non poteva negarlo.

Sul palco si muovevano benissimo e tra di loro c'era sicuramente una chimica pazzesca.

Lavoravano insieme come ingranaggi di una macchina perfetta e sembravano essere capaci di leggersi nella mente.

"Immagino sia normale se si convive e si lavora assieme. Deve essere un po' come un matrimonio." E con questo pensiero scoppiò a ridere da sola.

Le ore poi passarono velocemente e la notte scivolò via tra dance practices e compilation di funny moments.

*******

Alle sette e mezza del mattino, dopo aver dormito circa due ore e sfoggiando delle occhiaie da paura, Caterina uscì dalla porta di casa e si diresse verso un piccolo caffè infondo alla strada.

Quando si era trasferita in Corea aveva giurato su ogni cosa santa, che mai e poi mai avrebbe assaggiato un caffè americano, ma quella mattina, complice la mancanza di sonno e la stanchezza mentale causata da un certo rapper di nome Suga, cedette alla tentazione della caffeina.

Poi, mentre quella brodaglia al retrogusto di caffè le scendeva in gola, si diresse verso la libreria a passo stanco e con i nervi a fior di pelle.

"E ora come dovrei comportarmi con lui? Insomma, è famoso, no? Vuol dire che si aspetta che la gente lo guardi strillando e arrossendo, giusto? Dovrei dirgli che so che è famoso? O dovrei far finta di nulla?" pensò, mentre la sua mente si affollava nuovamente di dilemmi.

Caterina, nei suoi ventitré anni di vita non aveva mai incontrato una celebrità, se si esclude quella volta in cui era scappata dopo aver visto da lontano Raoul Bova in aeroporto.

Sicuramente però non aveva idea di come ci si comportava in situazioni simili.

Ci si inchinava davanti ad un vip?

No, no, quello si faceva con re e papi.

O forse avrebbe dovuto chiedergli un autografo?

Però magari si sarebbe sentito a disagio....

"Ah, ma cazzo!" strillò frustrata mentre saliva sulla metro.

Una decina di persone si voltò a guardarla stralunata e lei arrossì così tanto da sembrare un papavero.

"Fantastico! Ottimo modo per attirare l'attenzione Bonaldi! Perché non ti metti a sbraitare come una pescivendola al mercato di paese?!" pensò adirata verso sé stessa, mentre si sedeva nell'angolo più remoto della carrozza.

Passò tutto il viaggio a rimuginare sul da farsi e quando si ritrovò davanti alla serranda del negozio, valutò di scappare e rimandare il problema all'indomani.

"No, Bonaldi! Tu rimandi sempre a domani, ma questa volta il problema va affrontato subito. Fanculo l'ansia!" si redarguì aprendo la porta a vetri.

La mezzora seguente passò in un lampò e, prima che lei potesse prepararsi psicologicamente, dalla porta comparve Yoongi.

Era vestito completamente di nero, con una mascherina abbinata sul viso ed un cappello alla pescatora dello stesso colore.

"Dio, sembra un cavaliere dell'Apocalisse vestito così." Pensò divertita, mentre il ragazzo si girava ad accompagnare la chiusura della porta.

Quando si voltò nuovamente verso di lei, abbassò la mascherina e le regalò un sorriso di cortesia ed un mezzo inchino.

"Buongiorno Caterina. Dormito bene?" le chiese gentilmente.

"No, brutto stronzo! Ho passato la nottata a vederti sculettare su un palco davanti a migliaia di ragazzine!" ma, mentre la sua testa urlava questa frase, dalla sua bocca uscirono queste parole: "Oh sì, grazie. Tutto tranquillo. E tu?"

"Ma vaffanculo Caterina!"

"Anche io tutto bene. Ho dormito un po' poco ma ci sono abituato. Capita spesso che alcuni artisti richiedano il mio aiuto durante la notte per correggere testi o sistemare melodie." Spiegò il ragazzo camminando verso di lei.

Ora che lo aveva davanti, la ragazza poté osservare la sua pelle candida e perfetta ed i suoi occhi luminosi ma chiaramente stanchi ed un po' arrossati.

"Non dorme mai abbastanza!" pensò distratta mentre lo osservava.

"Beh, allora io vado. Ci vediamo tra qualche ora, ok? Prendiamo un caffè?" le chiese il ragazzo, mentre si allontanava verso gli scaffali.

"Io quella schifezza che tu chiami caffè non la bevo! Oggi ho già dato!" pensò scocciata Caterina.

"Certo! A dopo." Disse però ad alta voce.

"Dio, mi odio! Certo! A dopo! Quanto sei imbecille." Disse la vocina nella sua testa, facendole il verso.

Borbottando tra sé e sé si mise poi al lavoro e spese le ore successive a rimuginare su drammi etici.

Quando, finalmente, Yoongi ricomparve davanti al bancone, Caterina aveva preso una decisione: sarebbe stata zitta e avrebbe rispettato la privacy del ragazzo.

"Ehi! Pronta per la pausa caffè?" chiese sorridendo il ragazzo "Ti ho preso il tuo preferito: thè caldo al limone!" esclamò poi, divertito.

"Deo gratias che non mi hai preso quella brodaglia che bevi tu!" rispose lei ridacchiando.

"Yah! Stai dicendo che bevo schifezze? Questo caffè è decente. Sei tu che sei abituata troppo bene."

"Decente? Tu non sai nemmeno che sapore ha il caffè. Un giorno ti porterò in Italia e guarderò  mentre mia madre ti farà rimangiare le parole a suon di espresso!" e detto questo lo spinse leggermente, mettendogli una mano sul petto.

Yoongi, d'istinto, le afferrò il polso e poi si piegò in avanti, avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza.

"Ah, sì? Quindi vuoi già presentarmi ai tuoi genitori?" disse con un sorrisetto malizioso.

"Oddio! E questo comportamento da playboy da dove viene fuori?" pensò sconcertata la ragazza mentre gli strappava il polso dalle dita.

Yoongi, vedendola in difficoltà, ridacchiò e poi fece un passo indietro.

"Che c'è? Ti metto a disagio?" disse.

Caterina, non volendo dargliela vinta, raddrizzò le spalle e poi disse una frase che la fece pentire di essere nata.

"Yah! Non è colpa mia se all'improvviso passi in modalità Idol senza nemmeno avvisarmi! Vorrei vedere te in questa situazione!" urlò avvicinandosi al ragazzo come lui aveva fatto qualche istante prima.

Il rapper rimase congelato.

"Ha forse appena detto 'modalità idol'?" pensò sconcertato con gli occhi spalancati.

Caterina nel frattempo aveva capito l'entità della cazzata appena detta e si era coperta la bocca con una mano.

"Tu... tu... tu sai chi sono?" chiese balbettando il ragazzo "Te l'ha detto la signora Choi?"

"No, l'ho scoperto da sola. Ieri sera per la precisione." Spiegò la ragazza facendo un passo indietro.

"Come?"

A quella domanda Caterina roteò gli occhi e sbuffò.

"Tu ti rendi conto che la città è tappezzata di cartelloni con la tua faccia, vero?" chiese poi spazientita.

"Beh, non ha tutti i torti." Pensò il rapper, dandole ragione.

"Ho passato la notte a guardare vostri video e cercando di capire se avessi avuto o meno le trabecole. Siete bravi comunque. Non il genere di musica che mi piace, ma comunque piacevole. Sinceramente mi sono data dell'idiota più volte, anche perché la vostra faccia è davvero su ogni superficie verticale di questa città." Spiegò lei senza guardarlo.

Yoongi la trovò carina, anche perché vederla arrossire e torturarsi le mani per colpa della sua presenza era estremamente attraente.

"Comunque, non ti preoccupare, non ho intenzione di dire nulla a nessuno. Anche perché non avrei nessuno a cui dirlo. L'unica persona con cui ho davvero un rapporto è la signora Choi. Se escludiamo il ragazzo carino del mio palazzo a cui ho rovesciato addosso del ramen la prima settimana che sono arrivata. Non ci parliamo molto. Ma è gentile e si offre sempre di aiutarmi con le borse della spesa." Spiegò concitata la ragazza.

"Ragazzo carino del suo palazzo? E adesso questo chi è?!" pensò il giovane rapper con una punta di gelosia.

Scacciando pensieri rabbiosi, disse: "Non ti preoccupare. Ti conosco poco, ma non sembri una persona che andrebbe a gridare ai quattro venti i miei segreti. Non so perché di preciso ma ho come l'impressione di potermi fidare. Faccio male?"

Caterina spalancò gli occhi e, messe le mani avanti, ripose: "Assolutamente no! Ero seria quando ho detto che non conosco nessuno qui. E poi non ci guadagnerei nulla dallo spargersi della notizia."

"No, infatti. Almeno che tu non stia cercando un minuto di fama." Disse Yoongi sorridendo furbo.

"ASSOLUTAMENTE NO!" rispose la ragazza agitata e così forte che il ragazzo si spaventò.

"Non mi interessa assolutamente essere famosa. La fama non è fatta per persone come me. Noi stiamo bene nell'ombra di biblioteche polverose e non sotto i riflettori. E soprattutto io dovrei stare lontana da cose come riviste di gossip e tabloid. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere se lui mi trovasse." E mentre sussurrava l'ultima frase, si avvolse il busto con le braccia come a volersi proteggere.

Colpito dal cambiamento di atmosfera, Yoongi la guardò perplesso.

"Lui chi?"

"Nessuno! Lascia perdere Yoongi. Non è una storia che voglio raccontare, specialmente a qualcuno che conosco così poco."

Nuovamente spiazzato dal tono quasi amaro che la ragazza aveva utilizzato, il giovane volse lo sguardo verso le scaffalature di legno.

Restarono in silenzio per parecchi minuti, ognuno perso nei propri pensieri, mentre condividevano l'ossigeno e la polvere di quella stanza.

Fu il rapper a spezzare l'atmosfera tesa.

"Quindi hai un vicino carino?" chiese malizioso, cercando di alleggerire la situazione che si era andata a creare.

Per poco Caterina non sputò il tè.

"Ehm... diciamo di sì? Insomma, è un bel ragazzo ed è anche molto gentile" rispose poi imbarazzata.

"Anche io sono gentile! E carino! Certo, non sarò perfetto come Taehyung, ma non sono nemmeno da buttare" pensò con rabbia Yoongi.

"E non ti ha chiesto di uscire?" le chiese invece.

"Anche se me lo avesse chiesto gli avrei detto di no."

Yoongi venne preso alla sprovvista da quella risposta. Era insolito sentire di una ragazza che rifiuta le avances di un bel ragazzo.

"E posso sapere come mai?" chiese, mentre la curiosità lo divorava all'interno.

Caterina lo guardò di sottecchi e si domandò se potesse fidarsi del ragazzo.

Non aveva mai espresso a nessuno i suoi pensieri più intimi e aveva paura che il rapper l'avrebbe giudicata, pensando che fosse strana o, ancora peggio, pazza.

In fondo non la conosceva abbastanza per poter capire i suoi pensieri.

Però, proprio nel momento in cui alzava lo sguardo per rispondere negativamente, incrociò gli occhi scuri di Yoongi e ci lesse perplessità e preoccupazione.

"Promettimi che non mi giudicherai" disse con voce tremante.

"Te lo prometto" rispose lui sicuro.

La ragazza respirò profondamente e, guardandolo negli occhi, inizio a spiegare.

"Io non sono capace di innamorarmi. Sono uscita con un po' di ragazzi, li ho frequentati, ma poi, quando era il momento di decidere le sorti della relazione, mi sono sempre tirata indietro. C'era sempre qualcosa che non mi andava bene in loro. C'era sempre un piccolo dettaglio che mi impediva di lasciarmi andare. Non so bene cosa ci sia di sbagliato in me, ma non voglio ferire nessuno. Perciò ho deciso che rimarrò da sola, perché non sono abbastanza per nessuno a questo mondo. Chi mai vorrebbe qualcuno che non è capace di amare? Chi mai vorrebbe qualcuno di spezzato?"

La stanza venne inglobata nuovamente nel silenzio e Yoongi la osservò preoccupato, mentre sul viso della ragazza si apriva un sorriso amaro.

Caterina stava soffrendo. Dietro quello sguardo accogliente ed i modi gentili, c'era una bambina fragile e sul punto di frantumarsi in mille pezzi.

Il rapper sapeva benissimo cosa volesse dire sopprimere sentimenti negativi con violenza.

Era stato anche lui sul punto di spezzarsi e la depressione lo aveva quasi portato alla deriva.

Il mostro nero che un tempo aveva divorato i suoi pensieri, ora stava mangiando quelli di Caterina e lei non aveva più la forza di lottare.

Per questo motivo, spinto nuovamente da quella strana necessità di proteggere e confortare la ragazza, allungò le mani e le afferrò nuovamente i polsi.

Caterina non ebbe nemmeno il tempo di irrigidirsi che si ritrovò spiaccicata contro il petto di Yoongi e avvolta nel conforto delle sue braccia.

Il rapper non si imbarazzò come la prima volta che era successo, ma la strinse forte a sé e pensò a come la testa della ragazza si incastrasse perfettamente sotto il suo mento.

"Mai più" le sussurrò vicino all'orecchio "Non pensare mai più di essere spezzata. Non è colpa tua se quei ragazzi non facevano per te, non è colpa tua se non ha funzionato. Non era destino, non era il momento."

La ragazza fu scossa da un brivido e, per la prima volta in tanto tempo, si sentì accettata e compresa.

Poi, quando Yoongi le afferrò il viso tra le mani e le inclinò la testa verso l'alto, si sentì morire e si sciolse ancora di più tra le braccia del giovane.

Il rapper per poco non soffocò nella gioia, mentre la osservava in balìa del suo tocco e percepiva il calore emanato dal suo corpo.

Le labbra un po' schiuse e gli occhi umidi lo attiravano tremendamente, ma quando fece per piegarsi in avanti e far combaciare la ,bocca con quella della ragazza, lei si scostò.

"No." Disse Caterina, poggiandogli una mano sulle labbra "Non ne vale la pena Yoongi. Ci conosciamo a malapena e la nostra relazione si basa su pause caffè passate a parlare del meteo e rari momenti di sintonia. In più tu sei famoso e non meriti proprio di finire con una come me. C'è di molto meglio a questo mondo e tu ti puoi permettere di stare con una modella o una cantante famosa, quindi non ti rovinerò la vita con la mia presenza."

Durante tutto lo sproloquio, il rapper era rimasto immobile, con l'eccezione di un sopracciglio che si era inarcato perplesso.

"Hai finito?" domandò quando la ragazza smise di parlare.

"No, perché se vuoi dire altre stronzate fai pure."

Caterina rimase spiazzata dalle parole del ragazzo e lo guardò con un misto di rabbia e confusione.

"Tu non sei uno spreco di spazio, Caterina. Sei un essere umano con sentimenti e paure. E no! Non mi rovineresti la vita con la tua presenza, ma la miglioreresti e basta. Sarò anche famoso, ma, se non fosse per gli altri membri della band e qualcuno della casa discografica, io sarei da solo. Bloccato nel mio mondo fatto di appartamenti di lusso e feste esclusive, dance practice e sessioni di incisione. Quando ti ho incontrata pensavo saresti stata un problema. Pensavo mi avresti venduto alla prima rivista di gossip disposta ad ascoltare la tua storia, ma più il tempo passava più mi ricredevo. Te ne stavi tra queste mura tranquilla e completamente ignara di avere uno dei rapper più famosi della Corea nella stanza accanto. Eri pura e a me piaceva. Potrei contare sulle dita delle mani le persone della tua età che non conoscono il mio nome in questo paese. Ma tu eri sempre qui, come un piccolo miracolo, ed ogni mattina canticchiavi una canzone diversa, ma nessuna di queste era mia." E detto questo le prese nuovamente il viso tra le mani.

"Mi piaci, Caterina." Confessò poi, guardandola negli occhi "Non so bene perché, non bene come, ma sono attirato da te. Hai ragione. Non ci conosciamo. Ma tutte le volte che vedo della sofferenza nei tuoi occhi, vorrei prenderti in braccio e nasconderti in un posto sicuro. Vorrei infilare una mano nel tuo cuore e portar via tutto quel dolore che nascondi così bene. Quindi non mi allontanare, ma dammi la possibilità di provare a starti vicino. Potrai decidere tu quanto vicino mi vorrai e sarai sempre tu a dettare le regole del nostro rapporto. Io non ti forzerò e farò di tutto per comprendere le tue motivazioni. Allora, che ne dici?"

In tutto ciò, Caterina era rimasta a guardarlo negli occhi, con la bocca schiusa e le guance arrossate.

"E quindi ora cosa dovrei rispondergli?" fu il primo tentativo di pensiero coerente che la sua testa formulò.

"T-ti.. ti p-piaccio i-io? Ma... ma... perché? Io sono un casino ambulante. Sono sempre nervosa, in ansia e timida. Mi faccio mille complessi per nulla e sono testarda come pochi. Inoltre, non sono nemmeno particolarmente bella e il mio fisico è diverso da quello delle ragazze di qui. Pensaci Yoongi! Tu potresti avere chiunque in questo dannato paese e tu cosa fai? Ti scegli la bibliotecaria straniera brutta?" ripose poi, ridendo amaramente.

Il rapper rimase spiazzato.

"Brutta?! Ma questa ce li ha gli specchi a casa?" si domandò frustrato, passandosi una mano tra i capelli.

"Ma ti sei guardata allo specchio recentemente?" le chiese quasi arrabbiato.

"Dio! Devo proprio dirti tutto, vero?"

Perplessa, la ragazza annuì.

"Okay. Sai quante canzoni ho finito questa settimana? No? Beh... ZERO! Io, Min Yoongi, rapper genio dei BTS, che componeva una canzone al giorno, ho passato gli ultimi cinque giorni della mia vita a fissarti mentre ancheggiavi tranquilla tra gli scaffali di questo negozio. E sai perché? Perché il tuo corpo mi fa impazzire. Le coreane non hanno le curve che hai tu, lo sai? Fianchi? Dritti. Culo? Piatto. Tette? Inesistenti. E poi arrivi tu nella mia vita, con quelle cosce tornite e i fianchi rotondi, indossando magliette scollate e pantaloni aderenti. Ti muovi a ritmo di musica in maniera naturale e sorridi in maniera dolcissima. E non farmi nemmeno iniziare a parlare dei tuoi occhi. Sembrano gialli alla luce del sole, lo sapevi? Io l'ho notato il secondo giorno. E passiamo alla tua personalità! Nervosismo? Io sono l'essere più nervoso di questa terra. Ansia? Non me ne parlare. Sei testarda? Tesoro, non sai con chi hai a che fare."

La spiegazione lo aveva messo in imbarazzo e, anche se la stava ancora guardando negli occhi, le sue guance erano rosse e si stava torturando le mani.

Fu Caterina a compiere un gesto inconsulto questa volta. Le parole del ragazzo l'avevano scossa nel profondo e anche se si era imbarazzata mentre lui parlava del suo corpo, aveva sentito forte e chiara la necessità di avvolgergli le braccia al collo ed appoggiare le labbra sulle sue.

E così fece. Si alzò sulle punte dei piedi e si gettò tra le sue braccia, schiantando così le sue labbra su quelle del giovane.

All'inizio fu un bacio gentile, un semplice scontarsi di labbra e nasi, poi Yoongi le appoggiò le mani sul fondoschiena e l'attirò a sé con urgenza.

La testa della ragazza si inclinò leggermente all'indietro e in un attimo la lingua del rapper prese il controllo di quella di lei.

Divenne un bacio bagnato e bisognoso, pieno di piccoli morsi e lotte per la dominazione.

Si fermarono solo quando a Caterina scappò un piccolo gemito, che li fece separare arrossati ed ansimanti.

"Ah, cazzo. Questa scena non me la toglierò mai dalla testa." Pensò rassegnato il rapper, mentre guardava la ragazza sistemarsi i vestiti.

"Oddio! È successo davvero." Pensò sconcertata la ragazza.

Rimasero per qualche istante a fissarsi con gli occhi pieni di sorpresa e paure.

Il silenzio rimbombava tra di loro come musica techno.

"E adesso che facciamo?"

Una domanda condivisa che però, in quel momento, non aveva risposta certa.

*******

Ciao!

Sempre io, sempre di notte.

Un giorno troverò un punto di incontro con la mia insonnia.

Forse.

Spero che il capitolo vi piaccia.

Buona notte (o buongiorno!)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro