Min Yoongi o Suga
Grassetto: Italiano
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Yoongi alzò lo sguardo dal suo laptop e lo puntò sulla ragazza sdraiata all'altro capo del divano.
Caterina aveva il naso immerso in un tomo di ottocento pagine e la fronte aggrottata per l'avvicendarsi veloce di eventi terribili tra quelle righe d'inchiostro.
"Deve essere molto interessante quel thriller... Sono ore che non distoglie lo sguardo." constatò impressionato.
I capelli castani aggrovigliati le ricadevano in onde leggere lungo le spalle e giù per il torace, mentre le lunghe gambe affusolate si allungavano verso il giovane rapper.
"Erano proprio necessari i pantaloncini?" le chiese, mentre osservava le cosce candide della ragazza accavallarsi nuovamente.
La giovane, in risposta, fece scattare gli occhi color ambra verso di lui, e poi esordì con un "Eh?" piuttosto confuso.
Divertito dalla completa incapacità della ragazza di vedere la sua sensualità, si passò una mano tra i capelli, per poi puntare nuovamente lo sguardo sul viso della giovane.
"Ho chiesto: erano proprio necessari i pantaloncini?" ripetè, ammiccando leggermente.
Caterina spalancò gli occhi come un cerbiatto davanti ai fari e poi, arrossendo leggermente, afferrò la coperta con gli orsacchiotti che si trovava sullo schienale del divano.
"Avevo caldo! Questa stanza è perennemente al sole durante il giorno e tende ad essere un piccolo forno. Non c'è bisogno che tu faccia il pervertito!" rispose piccata, mentre si copriva le gambe con il pezzo di stoffa.
Yoongi, dal canto suo, ridacchiò soddisfatto, osservando come le guance pallide della ragazza vennero invase da un leggero strato di rosso carminio.
"Non ho mai detto che devi coprirti... stavo solo constatando come, in pieno Novembre, tu stia beatamente in pantaloncini in giro per casa." Spiegò, infilando una mano sotto la coperta e massaggiandole una caviglia nuda.
La ragazza, un po' imbarazzata e un po' divertita dalla situazione, allungò il piede libero e lo appoggiò sulla spalla del rapper, dandogli una piccola spinta e facendogli perdere la presa sulle sue gambe.
Soddisfatta dallo sguardo un po' colpito di Yoongi, si alzò dal divano lentamente e stiracchiò i muscoli indolenziti della schiena, allungando le braccia verso l'alto.
Il giovane la osservò muoversi con grazia per il salotto, mentre ripiegava la coperta appena usata e appoggiava il libro sul tavolino di vetro e si domandò, distrattamente, se fosse quella la famosa vita domestica di cui tutti parlavano tanto.
Forse, in un universo parallelo, Min Yoongi aveva messo da parte i suoi sogni di gloria e aveva messo su famiglia, ed ora, felice e beato, se ne tornava a casa da una mogliettina perfetta ed un paio di marmocchi urlanti.
"Ma la mogliettina non sarebbe stata Caterina." Pensò, mentre la ragazza sistemava i bordi del copri divano a scacchi, sul quale si era precedentemente seduta.
Per quanto gli dolesse ammetterlo, la giovane italiana era parte della sua vita grazie a tutto il sudore e al sangue, che aveva versato insieme ad altri sei idioti negli ultimi dieci anni della sua vita.
Si, Caterina Bonaldi era in quella stanza insieme a lui grazie a Suga e non di certo grazie a quel buono a nulla di Min Yoongi, che ancora piangeva spaventato tutte le volte che rilasciava un album.
"Chissà se saremmo stati qui, se fossi stato semplicemente me e non questa famosa superstar di cui indosso i vestiti." Si domandò perplesso, mentre spostava lo sguardo sui suoi piedi.
Ah, l'eterno dilemma amoroso delle persone famose: "Il nostro è un rapporto genuino o l'altra persona è innamorata della mia immagine pubblica?"
In tutto quel rimuginare però, non si accorse che la ragazza, vedendo il suo sorriso sparire e il suo sguardo farsi vacuo, si era fermata ad osservarlo preoccupata.
"Yoongi" lo richiamò con voce dolce; e lo sguardo del rapper scattò immediatamente sul suo viso.
"Tutto bene?" gli chiese, preoccupata da quel cambio repentino d'umore.
Yoongi deglutì il groppo in gola che si era formato improvvisamente alla base delle sue corde vocali e poi annuì velocemente, alzandosi anche lui dal divano sgualcito.
Per evitare lo sguardo d'ambra della giovane, si voltò a sistemare anche lui la stoffa a quadri del copridivano, ma una mano dalle dita affusolate gli bloccò il polso.
"Così non va bene Yoongi." Sussurrò Caterina con voce carica di rimprovero.
Nell'attimo successivo i loro sguardi si incrociarono e il ragazzo si rese conto di quanto ipocrita fosse stato nei confronti della ragazza dagli occhi ambra.
Le aveva chiesto di aprirsi e raccontare i suoi segreti più oscuri, ma lui, da parte sua, si era tenuto per sé quasi tutto, concedendole solo piccoli stralci della sua anima.
"Non puoi tagliarmi fuori dalla tua oscurità." Continuò lei, osservandolo da vicino "Se dovrò parlarti di tutto quello che mi passa per la testa, nel bene o nel male, tu dovrai fare lo stesso."
Decisa, ostinata, comprensiva e materna.
Questo traspirava dalle parole e dal comportamento della giovane italiana e il rapper, sfiancato, si spezzò come un rametto al vento.
Yoongi crollò in ginocchio sul divano e lei, che si trovava dall'altra parte dello schienale, gli avvolse le braccia intorno alla testa, stringendolo al petto.
Il giovane rapper inspirò profondamente il profumo della pelle di Caterina e si aggrappò al busto della giovane, circondandole la vita con le braccia.
"Che ti passa per la testa Min Yoongi?" chiese poi lei, mentre il ragazzo ascoltava riverberare la sua voce nella cassa toracica.
"Ho paura che ti innamorerai di Suga e non di me" le sussurrò sulla pelle, per poi sospirare pesantemente.
Caterina spalancò gli occhi sorpresa e colpita da quel pensiero così contorto e oscuro.
Min Yoongi, l'uomo che le aveva fatto da sostegno nelle ultime settimane, le stava mostrando la sua insicurezza più grande: quella di essere visto e percepito semplicemente come il famoso idol e non come il giovane ragazzo che lei stava stringendo tra le braccia.
"In fondo perché non dovresti? Lui è così forte, indipendente e sicuro di sé, mentre Yoongi è solo un giovane uomo impaurito. Io provo a far coincidere queste due immagini di me, ma a volte sono così contrastanti che non sembrano nemmeno la stessa persona."
"Cosa spaventa Min Yoongi?" gli chiese la giovane, accarezzandogli i capelli dolcemente.
Anche Caterina non era estranea alla situazione, considerando che "La ragazza invisibile" faceva parte della sua coscienza da anni, spezzandole l'identità, ma immaginò che, nella situazione del ragazzo, fosse ancora più complesso.
Suga, l'altra parte della personalità di Yoongi, era diventata una persona in carne ed ossa, che si mostrava davanti alle telecamere e portava a casa successi uno dopo l'altro, mentre Yoongi, l'originale, era passato in secondo piano, portando con sé la parte fragile di quell'anima squarciata a metà.
"Ha paura delle ombre, quelle che perseguitano il suo successo. Quando inizi a vedere il mondo dall'ultimo piano di un grattacielo, i problemi della gente comune si allontanano e non ti accorgi che pian piano, mentre il tuo palazzo cresce, le sue fondamenta diventano sempre più fragili. Tutta la tua vita diventa instabile e le certezze sempre più piccole. Ci sono poche persone di cui mi fido davvero, pochi luoghi in cui mi sento al sicuro e poche situazioni in cui il vero me si sente a suo agio." Le spiegò il ragazzo, allontanando il viso dal suo stomaco.
Si guardarono di nuovo negli occhi, mentre, nel silenzio di quella stanza soleggiata, si trasmettevano senza parole tutto quel dolore che entrambi portavano sulle spalle.
"E ti fidi di me? Ti senti a tuo agio qui tra le mie braccia?" gli chiese poi lei, lasciando la presa sul suo collo e facendo il giro del divano.
Yoongi la osservò per qualche istante mentre, con lentezza, si rimetteva seduto sui cuscini.
Poi, allungando le braccia, l'accolse sulle sue gambe.
Si fidava di quella ragazza occidentale, danneggiata da un passato triste?
Si.
Non c'era un motivo preciso e, certamente, Caterina non aveva fatto nulla di clamoroso per guadagnarsi la sua attenzione o la sua fiducia incondizionata, ma con i suoi silenzi, la sua sincerità e la sua incapacità di contenere stati d'animo negativi, aveva aperto il suo cuore spaventato e si era guadagnata un posticino.
Yoongi apprezzava le persone discrete e silenziose come lei, che nascondevano un lato empatico e comprensivo, perché fidarsi di loro era sempre facile e solitamente sicuro.
Quindi, guardandola portarsi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio, le rispose affermativamente.
"Si, mi fido. E mi sento a mio agio qui con te, in questo appartamento estremamente caldo!" concluse, cercando di spezzare la tensione che si era creata.
Caterina, a quelle parole, volse gli occhi al cielo e lo colpì sul petto con una mano, ridacchiando divertita.
"Te l'avevo detto! Qui dentro si muore dal caldo! Vuoi un paio dei miei pantaloncini?" gli rispose, ammiccando.
"Mmmh ... Dici che renderebbero il mio culo bello come il tuo?" le chiese quindi, pizzicandole una natica.
Caterina sobbalzò presa alla sprovvista, per poi colpirlo nuovamente sul petto.
"Yah! Ma che problemi hai con il mio sedere, pervertito?!" e, detto questo, si chinò su di lui per lasciargli un bacio sulla punta del naso, che fece sorridere il rapper.
Entrambi scoppiarono a ridere divertiti dalla situazione, ma dopo qualche attimo di ilarità, la giovane tornò ad osservarlo.
"Sono contenta che ti senti a tuo agio con me, ma soprattutto sono felice che ti fidi di me. Prometto che non tradirò mai la tua fiducia." Sussurrò poi, riportando un po' di serietà nel momento.
Yoongi sorrise grato, facendo scorrere le sue mani, sui fianchi tondi della ragazza e stringendoli leggermente tra le dita.
"Io invece ti prometto che cercherò di essere più aperto e di parlare dei miei problemi." Le rispose, facendola sorridere di rimando.
"E promettimi anche che non penserai più quelle cose orribili! Io non lo conosco nemmeno questo Suga! Ho visto un paio dei suoi video e mi è sembrato uno stronzetto con la puzza sotto il naso!"
Yoongi rimase a bocca aperta, vedendo la giovane italiana fare una piccola smorfia di disgusto, per poi spostare lo sguardo verso la finestra e nascondere un sorrisetto divertito.
"Yah" esclamò il rapper offeso "Io non sono uno stronzetto con la puzza sotto il naso! Porta rispetto a quelli più vecchi di te!".
Concluse stizzito, facendole un leggero pizzicotto sull'anca.
"Ahia! Non c'è bisogno di essere maneschi!" esclamò la ragazza, alzandosi dal divano.
"Cercherò di essere più educata con gli anziani!" e, detto questo, corse verso la porta del corridoio.
Il rapper, rimasto sorpreso dall'insulto velato della ragazza, si voltò per risponderle piccato, ma una volta giratosi, la trovò appoggiata allo stipite della porta, mentre lo osservava divertita.
"Comunque anche il tuo culo non è male..." e poi, lanciandogli un occhiolino, sparì nel corridoio buio.
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"Domani pomeriggio avrò il sound check, quindi dovrò andare allo stadio." Commentò Yoongi, portando una fetta di pizza alla bocca.
"Ok." Rispose tranquilla Caterina, mentre si puliva la bocca con il tovagliolo.
Il rapper la guardò con un sopracciglio inarcato.
"Quindi dobbiamo trovare qualcuno che prenda il mio posto qui. Anche perchè non penso che riuscirò a tornare prima del concerto." Spiegò, sollevando il problema.
La ragazza, in risposta, alzò gli occhi al cielo.
"Yoongi, sto bene, non ho bisogno della balia. In ogni caso non conosco nessun altro oltre a te e alla signora Choi..."disse e si portò il bicchiere alle labbra, bevendo un sorso d'acqua.
"No, tu non stai bene. Il dottore ha det-"
"Il dottore ha consigliato! Non era un ordine." Gli rispose piccata la giovane, interrompendolo.
Il ragazzo la guardò perplesso, prima che una punta di rabbia prendesse il sopravvento, facendogli sbattere una mano sul tavolo.
Caterina sobbalzò spaventata e lo guardò con occhi spalancati.
"Non ho nessuna intenzione di lasciarti a casa da sola! Quindi, se non troviamo nessuno che possa sostituirmi, dovrai venire con me." Disse alzando la voce con sguardo deciso.
"Col cazzo!" pensò arrabbiata la giovane italiana, sollevando a sua volta un sopracciglio.
"Assolutamente no. Non ho nessuna intenzione di venire in un posto pieno di fotografi e ragazzine starnazzanti in preda ad una crisi ormonale!" disse quindi, incrociando le braccia al petto.
"Perché devi essere così cocciuta? Voglio solo che tu sia al sicuro. Non posso chiedere alla signora Choi di stare con te fino a tarda notte, quindi, siccome qui non conosci nessun altro, io sono l'unica opzione che ti rimane."
Caterina sbuffò contrariata, spostando lo sguardo verso la cucina, per poi mormorare: "Potrei sempre chiedere al figo del primo piano...".
Sfortunatamente per lei, il sussurro non sfuggì alle orecchie allenate di Yoongi che, spazientito, si alzò dal tavolo di colpo e si diresse verso il corridoio.
"Allora perché non lo chiami adesso? Così io posso andarmene a 'fanculo!" urlò mentre spariva nell'altra stanza.
Caterina rimase pietrificata sulla sedia, mentre il suo cuore, palpitando furiosamente, le scivolava nello stomaco.
"Sei la solita imbecille..." commentò, incattivita, la voce nella sua testa.
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"Potrei sempre chiamare il figo del primo piano..." sussurrò Yoongi, facendo il verso a Caterina.
Da circa due ore se ne stava sdraiato sul letto della ragazza, in pigiama, a rimuginare sul piccolo litigio appena avvenuto.
"Ma sentila! Riesce a malapena a parlare con me senza arrossire e ora vuole chiedere aiuto ad un tizio che nemmeno conosce! Pazzesco!" pensò stizzito.
Poi, mentre la frustrazione cresceva velocemente nel suo petto, si voltò supino e affondò il viso nel cuscino di Caterina, soffocando un urlo.
Non abituato a gente in grado di tenergli testa, Yoongi si sentì estremamente stressato dalla situazione, perché la ragazza non sembrava essere consapevole della sua salute precaria.
Lui, dal canto suo, non voleva lasciarla sola per mezza giornata, con il rischio che stesse male e perdesse i sensi ma, allo stesso tempo, non poteva sottrarsi ai suoi doveri.
Portarla con sé al concerto gli era sembrato il compromesso migliore, anche se era consapevole che, per la giovane, sarebbe potuto essere fonte di stress ed imbarazzo.
Inoltre, considerando che nessuno dell'agenzia, a parte i Bangtan, era a conoscenza della sua esistenza, avrebbe significato parlarne con il suo manager, il che avrebbe portato ad accordi di riservatezza e pressioni inutili su Caterina.
No, la BigHit sarebbe dovuta rimanere all'oscuro dell'esistenza della ragazza.
"Ah, cazzo. Che situazione di merda!" pensò, mentre sbloccava la schermata del suo cellulare.
Poi, avviata una chiamata, portò il cellulare all'orecchio.
Dopo qualche squillo, una voce profonda e chiaramente stanca rispose.
"Namjoon, ho bisogno del tuo aiuto."
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Caterina aveva passato le ore successive pulendo la cucina in maniera ossessiva.
Grattare, scrostare, disinfettare e sciacquare, le davano la possibilità di dare un ordine ai suoi pensieri e a tranquillizzarla.
"Assurdo come, nei momenti di stress, tu ti trasformi irrimediabilmente in tua madre." Sussurrò la ragazza invisibile, con tono malizioso.
"Vaffanculo!" sibilò in risposta la ragazza, mentre ordinava i cucchiai nel cassetto delle posate.
In fondo sapeva che la vocina avesse ragione.
Non c'era volta in cui, Maddalena Scaligero, in Bonaldi, presa da giornate stressanti, non pulisse completamente la casa da cima a fondo, rendendo nervosi tutti gli altri inquilini.
Caterina, arrabbiata, l'aveva maledetta un milione di volte, pensando che la madre fosse una pazza esaurita, ma ora, con i guanti da cucina ed una spugna tra le mani, si rese conto di come fosse simile alla sua genitrice.
"È proprio vero che noi donne diventiamo irrimediabilmente le nostre madri" pensò divertita, spostando una ciocca di capelli dalla fronte utilizzando il polso bagnato.
Ma cosa avrebbe fatto Maddalena in una situazione come questa?
Sua madre era sempre stata una donna decisa e tutte le volte che tra lei e suo marito c'erano stati dei conflitti, si era sempre fatta avanti per prima, cercando un confronto.
Caterina, nonostante le divergenze con la donna, l'aveva sempre ammirata, aspirando un giorno di avere almeno la metà della forza della sua mamma.
Ma, sfortunatamente, la ragazza era caratterialmente molto diversa dalla madre e i litigi la mettevano terribilmente in soggezione, spingendola ad un comportamento evitante.
La sola idea di affrontare la rabbia di Yoongi la spaventava e quindi preferiva rimanersene in cucina, evitando il confronto diretto con il rapper.
"Non puoi fuggire per sempre".
Sempre diretta la ragazza invisibile; in prima linea per creare stress e ansia nella sua padrona, che subiva in silenzio.
Sbuffando per scrollarsi di dosso il groppo in gola che si trascinava dietro da un paio d'ore, lanciò i guanti rossi nel lavandino e poi si volse a guardare il corridoio buio.
"Devi parlarci Caterina. Vedrai che sarà comprensivo." Pensò cercando di farsi forza, mentre, silenziosamente, si dirigeva in camera.
Varcata la soglia, lo trovò sdraiato sul suo letto, con il cellulare i davanti al viso, mentre la luce azzurrina del dispositivo gli illuminava i tratti stanchi.
"Ehi" disse con voce flebile, per attirare l'attenzione del rapper.
Yoongi, sorpreso, si volse a guardarla di scatto, per poi aggrottare le sopracciglia.
"Ecco vedi! E' arrabbiato!" esclamò la vocina, facendola spaventare.
Caterina fece in automatico un passo indietro, pronta a ricevere urli ed insulti, ma venne accolta dal silenzio, denso ma accogliente.
Quando alzò lo sguardo notò che il viso di Yoongi si era rilassato, mostrando un'espressione dispiaciuta.
"Mi dispiace" sussurrò di rimando lei, nascondendo le mani nei polsini della felpa e dondolando sui talloni.
Yoongi, in risposta, allungò il braccio e aprì il palmo della mano verso di lei, in un tacito invito a ragiungerlo.
"Vieni qui..." sussurrò il ragazzo guardandola.
"Facciamo la pace".
E Caterina, colpita da quelle parole dolci sussurrate a mezza voce, scivolò sul letto accanto a lui e si infilò sotto il braccio protettivo del ragazzo, abbracciandolo.
"Andrà tutto bene" continuò il ragazzo "Ho un piano".
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Buonaseraaa
Piccolo aggiornamento fluff!
Oggi sono coccolosa e non so perchè...
Vallo a capire il mio cervello!
VVB
C.
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