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Amare come Giselle


Le settimane successive erano passate tranquillamente, mentre Caterina si abituava ad includere Yoongi nella sua vita quotidiana.

Certo, lui in qualche modo già ne faceva parte, ma la loro nuova relazione imponeva ritmi diversi ed incontri frequenti.

La mattina il rapper arrivava in libreria, la scoccava un bacio sulle labbra e poi spariva per le ore successive, ignorandola totalmente.

Caterina non si dispiaceva per le mancate attenzioni, perché comprendeva la necessità di lavorare del ragazzo e sapeva di avere anche lei un sacco di cose da fare.

Quindi, serenamente, si limitava a godersi con lui la pausa caffè di metà mattina e poi il pranzo, che era diventato un rituale giornaliero.

Parlando tra di loro, avevano deciso che, per conoscersi meglio, avrebbero iniziato dalla cultura culinaria del loro paese e quindi, a giorni alterni, uno di loro portava un piatto coreano o italiano.

Questo aveva sicuramente aiutato la ragazza a comprendere meglio la cultura coreana che, nei mesi precedenti, le era sembrata così lontana e complessa.

Yoongi le spiegava usi e costumi del luogo con una naturalezza affascinante e lei si trovava ogni volta ad osservarlo rapita, mentre gustava una pietanza nuova.

Dal canto suo, la ragazza si era impegnata a cucinare tutti i suoi piatti italiani preferiti e, mentre li mangiavano, gli aveva raccontato della sua famiglia e di come tutta la sua giovinezza fosse ruotata intorno a pranzi della domenica e cene di famiglia indimenticabili.

Il rapper sembrava essere entusiasta di questi racconti e le faceva sempre tantissime domande sull'Italia e sui posti che lei aveva visitato.

Inutile dire che, quando poi lui se ne andava in agenzia, Caterina si sentiva un po' sola.

Certo, c'era la signora Choi che le faceva compagnia fino a sera, ma non era la stessa cosa di avere Yoongi a portata di mano.

Anche quando non si parlavano per ore, la sola presenza del ragazzo in negozio la rassicurava e la faceva sentire a suo agio e quindi, quando lui non c'era, la libreria sembrava meno accogliente.

Per ovviare alla mancanza che sentivano l'uno dell'altra, avevano deciso di vedersi la sera tardi, quando Yoongi terminava le prove di ballo.

Spesso il rapper si portava l'attrezzatura e si metteva a lavorare sul divano di Caterina, mentre lei, seduta sul lato opposto, guardava una serie tv o leggeva un libro.

Erano a loro agio con questa nuova routine ed entrambi si sentiva meno soli, in quel mondo vasto e freddo.

Ma la realtà, spesso, ha modi bruschi per ricordarci il nostro posto nel mondo e le nostre responsabilità.

Una sera, mentre stava cenando, Caterina udì il suo telefono squillare.

Il nome di Yoongi brillava sullo schermo scuro dell'apparecchio e sul viso della ragazza comparve un sorriso.

"Ehi straniero... che succede?" chiese rispondendo alla chiamata.

"Ehi straniera... ti chiamo per darti una cattiva notizia e una che spero troverai buona." Le rispose lui un po' incerto.

Le sopracciglia della ragazza si aggrottarono perplesse e quindi chiese al ragazzo di raccontarle ogni cosa.

"Stasera non riesco a venire. Come sai mancano pochi giorni al concerto ed i ragazzi vogliono fermarsi qualche ora in più in agenzia per provare. Mi dispiace."

"Oh, ok. Non ti preoccupare Yoongi, capisco benissimo i tuoi impegni." Disse lei cercando di rassicurarlo.

Poi continuò dicendo: "Quindi immagino questa fosse la cattiva notizia"

"Ehm, si... ma avrei una proposta da farti..." spiegò il rapper con una voce incerta, come se non fosse sicuro di quello che stava per dire.

"Ok... dimmi pure Yoongi, non ti preoccupare."

Ci fu un lungo attimo di silenzio, nel quale la ragazza udì della musica pop in lontananza.

Quando il rapper incominciò a parlare nuovamente, la tensione era palpabile nel suo tono di voce.

"Pensi... pensi di poter venire qui? Insomma... non sei obbligata, ma mi dispiacerebbe perdere una serata con te. E p-"

"Yoongi no." Lo interruppe lei di colpo "Non verrò in agenzia. Avevamo deciso di tenerlo segreto."

"Lo so Caterina. E non intendo dirlo a nessuno dell'agenzia. Questa sera, dopo le prove ufficiali con il nostro coreografo e la crew di ballerini, ci saremo solo noi e la security. PDnim ci ha dato la possibilità di allenarci da soli e fare un po' di team bonding..."

"Esatto!" lo interruppe nuovamente lei "Team Bonding Yoongi! Io non c'entro nulla con il team!"

"E invece ti sbagli! Tu sei il segreto che io sto nascondendo al team! E lo so che ho detto che ti avrei tenuta segreta, ma non posso farlo con i ragazzi. Loro sono una seconda famiglia per me ed hanno già capito che sto nascondendo qualcosa. Namjoon è stressatissimo e pensa che io stia trattando con altre agenzie per abbandonare il gruppo, Jin non fa altro che lanciarmi frecciatine e tutti gli altri continuano a chiedermi se sto bene. Non posso più stare zitto. Ne va della stabilità del gruppo." Spiegò quasi urlando, frustrato dalla situazione.

"Ti chiedo solo di venire qui in agenzia e presentarti ai ragazzi. Ti prometto che nessun altro saprà nulla e la security presente starà in silenzio. Ci fidiamo di quei ragazzi e sappiamo che non andranno a spifferare nulla" concluse poi con tono più lieve.

Il rapper pensò che lei avesse attaccato senza che lui se accorgesse, perché il silenzio dall'altra parte della cornetta era assoluto.

"Caterina?" chiese quasi bisbigliando "Sei ancora lì?".

"Si..." rispose lei altrettanto piano "Se lo faccio... se vengo... mi prometti che poi rimarrò nell'anonimato? Non posso permettermi di stare sui giornali Yoongi, non lo sopporterei."

"Te lo prometto. Niente giornali, niente fama, nulla di nulla. Solo io e te." Rispose lui, sbilanciandosi.

Yoongi era ben consapevole che questa promessa non era semplice da mantenere nella sua realtà. Al momento lui e i suoi compagni erano la band più famosa al mondo e ogni secondo della sua vita era controllato e organizzato nei minimi dettagli. Ma per Caterina avrebbe combattuto con le unghie e con i denti pur di mantenere un minimo di privacy.

Così, quando quella promessa gli scivolò tra le labbra, si convinse che avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla dalla stampa e dal resto del mondo.

"E va bene. Verrò. Ma se i tuoi compagni non mi vanno a genio, girerò sui tacchi e tornerò sul divano. Sono stata chiara?" disse infine la ragazza, accettando l'invito del rapper.

"Come il sole."

"Bene. Allora ci vediamo dopo. Mandami l'indirizzo e ti avviserò quando sarò davanti all'edificio. Immagino non sia facile entrare in quei posti pieni di gente famosa."

Yoongi ridacchiò alle parole della giovane e poi le disse che sarebbe sceso ad accoglierla all'entrata dell'agenzia.

Caterina aveva poi chiuso la chiamata e si era seduta sulla sedia accanto a lei con un sospiro.

Mille e più domande le affollarono la testa e l'ansia cominciò ad addensarsi nel suo petto, chiudendole lo stomaco.

"Diciamo addio alle lasagne" pensò sconsolata mentre riponeva il piatto semi pieno nel frigorifero.

Si diresse poi in bagno per una doccia calda, che lenisse il peso sullo sterno e portasse via con sé un po' di quella Caterina insicura che infestava la sua vita.

*******

Prima che potesse rendersene conto, si ritrovò ad aspettare Yoongi davanti all'ingresso di un palazzo enorme e lussuoso.

Saltellò leggermente per tenersi al caldo ed evitare di morire assiderata nel gelido inverno di Seoul.

 Funzionò poco, perché gli skinny jeans che aveva scelto di indossare erano decisamente troppo leggeri per quella stagione.

"Ah, cosa non si fa per apparire alla moda!" pensò sconsolata, mentre tirava verso il basso i lembi della giacca invernale che stava indossando.

Quando la testa di Yoongi sbucò dalla porta a vetri dell'ingresso, la beccò mentre improvvisava una piccola coreografia vicino ad un lampione con la borsa abbandonata ai suoi piedi.

"Ehi ballerina di ghiaccio" la provocò lui, attirando l'attenzione della ragazza "Vieni dentro prima che ti si congeli anche quel bel culetto che ti ritrovi."

Caterina si gelò all'istante e si voltò a guardarlo rossa come un pomodoro.

"Ehm, si. Arrivo." E detto questo corse dentro all'interno dell'edificio, schiantandosi contro il petto del rapper, che l'aspettava dall'altro lato della porta.

"Ehi, tu..." sussurrò lui, guardandola negli occhi.

Per tutta risposta la ragazza si sollevò sulle punte e gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra.

"Ehi tu..." ripeté poi, staccandosi dal ragazzo.

"Sei pronta?" disse prendendola per mano e trascinandola verso l'ascensore.

"Servirebbe a qualcosa dirti di no?" rispose lei ridacchiando nervosa.

Yoongi, percependo l'ansia della ragazza, la guardò negli occhi e cercò di rassicurarla con il suo sguardo rilassato.

Il viaggio in ascensore passò così tra occhi pieni di parole e il rumore ritmico del piede di Caterina contro il pavimento.

"Entro prima io nella stanza e li avviso che sei arrivata, ok? Gli ho già raccontato qualcosa e sono felici di poterti conoscere. Non stressarti, ok? Gli piacerai e loro piaceranno a te. Sono tutti ragazzi per bene, strani, ma per bene." E detto questo l'aveva lasciata fuori dalla porta con due membri della security che la squadravano da capo a piedi.

All'improvviso si rese conto del caldo che faceva in quel corridoio angusto e, per distogliere l'attenzione dagli sguardi indagatori delle guardie, Caterina cercò di tenersi occupata togliendosi giacca, sciarpa e cappello.

Proprio mentre stava infilando quest'ultimo nella manica del cappotto, la porta si aprì di nuovo e Yoongi la guardò con un sopracciglio alzato.

"Che c'è?" domandò perplessa.

Il rapper la squadrò da capo a piedi e il suo sguardo cadde, inevitabilmente, sullo scollo a v del maglione rosso della ragazza.

"Ti sembra il caso di metterti un maglione così attillato per incontrare un gruppo di ragazzi?" le chiese un po' scocciato avvicinandosi a lei.

Caterina rimase scioccata dalla frase e per un secondo si sentì in colpa per aver scelto di vestirsi in quel modo un po' troppo appariscente per il "casto" mondo coreano.

"Cazzo stai pensando Bonaldi?! Hai ventitré anni per l'amor del cielo! Sei tu che decidi come vestirti, nessun altro!" si redarguì mentalmente, alzando il viso e affrontando il ragazzo.

"Sia ben chiaro Min Yoongi! Io mi vesto come voglio." E detto questo, incrociò le braccia sotto il seno ed alzò un sopracciglio in segno di sfida.

Preso alla sprovvista dalla reazione della ragazza, Yoongi annuì intimorito e sussurrò uno "scusa", mentre si voltava nuovamente verso la porta.

Il cuore di Caterina ricominciò a battere furiosamente e la voce nella sua testa scelse quel momento per ricominciare a tormentarla.

"Prova ad immaginare Caterina..." sussurrò malefica "Prova ad immaginare le espressioni di disgusto sui visi perfetti degli amici di Yoongi... Prova ad immaginare quanto rideranno di te dopo che ti avranno incontrata. Povera, piccola Caterina, così bruttina ed insicura. Così cicciotta e maldestra. Ti detesteranno, ne sono certa."

La ragazza afferrò la mano di Yoongi per cercare di farlo desistere dall'entrare in quella stanza, ma lui utilizzò il contatto per trascinarla dall'altra parte della porta e piazzarla davanti a sé.

Ci fu qualche attimo di imbarazzo, nel quale la ragazza tenne gli occhi incollati al pavimento, mentre ascoltava la voce nella sua testa deriderla e distruggerla, e sei paia di occhi si fissarono su di lei, studiandola.

Fu Yoongi che, capendo la situazione imbarazzante, ruppe il silenzio.

"Beh ragazzi, questa è Caterina..." disse stringendole la mano per cercare di rassicurarla.

La ragazza sollevò leggermente le testa e sbirciò tra i capelli i ragazzi di fronte a lei.

Si trovavano a qualche metro da lei e la circondavano a semicerchio, osservandola concentrati.

"Ehm... ciao, piacere" sussurrò poi, alzando completamente la testa.

Loro erano lì, davanti a lei e non più nello schermo del suo computer.

Erano un po' sudaticci e decisamente meno perfetti di quando indossavano capi costosi ed erano truccati perfettamente, ma comunque molto belli e statuari.

Ognuno di loro aveva un sorriso gentile sulle labbra e sembravano pronti a fare conversazione con lei.

"Esci da questa stanza Caterina! Ora! Non ce la puoi fare a gestire questa situazione." Disse la vocina che fino a qualche secondo prima la stava schernendo, ma che ora sembrava spaventata e nervosa.

Proprio mentre i suoi piedi avevano deciso di fare dietro front e combattere Yoongi pur di uscire da quella situazione imbarazzante, una voce parlò.

"Piacere Caterina, io sono Namjoon. Il leader di questo gruppo."

Aveva un tono conciliante e calmo che la fece rilassare leggermente e spostare lo sguardo su di lui.

Dopo aver passato qualche tempo a guardare video delle loro performance e concerti, Caterina aveva imparato a riconoscere i membri del gruppo e quindi non fece alcuna fatica a puntare gli occhi sulla persona giusta.

Era alto, il leader, e anche ben piazzato. Il suo sguardo era vagamente profondo e magnetico ed i tinti capelli biondi gli incorniciavano gli zigomi alti.

"Ci fa piacere conoscerti. Yoongi ci ha raccontato qualcosa di te." Continuò poi, avvicinandosi alla ragazza.

Istintivamente Caterina fece un passo indietro, ma il suo rapper la spinse leggermente verso il leader che, nel frattempo, aveva allungato una mano per salutarla.

Lei strinse la mano di Namjoon in una stretta poco decisa e si domandò se le sue mani non fossero troppo fredde per quelle grandi e calde del ragazzo.

"Aigoo, ma sei gelata! Vieni, abbiamo del tè caldo. Ti va?" le chiese lui, dopo aver percepito quei piccoli pezzi di ghiaccio a contatto con la sua pelle.

"Io... ehm... si. Mi farebbe piacere." Rispose lei un po' impacciata.

"Ora penseranno che sei una sfigata. Continui a balbettare come un'idiota"

"Jimin versale un bicchiere mentre ci sediamo sui divanetti" disse lui, girandosi verso l'altro ragazzo.

"Certo Hyung" rispose quest'ultimo correndo via.

Si accomodarono in una zona appartata della sala prove e la giovane italiana si ritrovò schiacciata tra Yoongi e quello che riconobbe essere V.

"Ma com'è possibile che siano tutti così belli?" si domandò guardando il viso perfetto di Taehyung alla sua sinistra.

"Piacere, io sono Tae!" le disse lui, rivolgendole la parola per la prima volta.

"E io sono Hoseok!" si infilò una voce qualche posto più in là.

"Jin, piacere" la salutò il ragazzo seduto davanti a lei.

"Io invece sono Jungkook, ciao" concluse l'ultimo ragazzo, seduto accanto a Yoongi, con lunghi capelli scuri e sguardo stanco.

Caterina ridacchiò sentendo il ragazzo salutarla nella sua lingua madre e quindi, sentendosi un pochino a suo agio, decise di rispondere allo stesso modo, lasciando un po' tutti di stucco.

"Ciao! È molto bello conoscervi! Mi chiamo Caterina Bonaldi e sono italiana."

I ragazzi la guardarono affascinati al sentire quella lingua melodica lasciare le labbra della giovane ragazza. Perfino Yoongi, che l'aveva già sentita parlare italiano parecchie volte nell'ultimo periodo, rimase a bocca aperta.

"Woahh! Che lingua pazzesca!" esclamò Jimin, porgendole una tazza piena di tè.

Caterina ridacchiò mentre ringraziava il ragazzo e poi disse: "Non è nulla di speciale... è solo la mia lingua madre."

"Perché non ci racconti qualcosa di te?" le chiese poi il leader, cambiando discorso.

"Oh... ehm... cosa vorresti sapere?" gli chiese Caterina, spostando lo sguardo su di lui e portandosi la tazza alle labbra.

"Non lo so... Cosa fai per vivere, come mai hai lasciato l'Italia o quali sono i tuoi hobby." Disse lui con nonchalance.

"Già Caterina... Perché hai lasciato l'Italia? Dillo a questi sconosciuti... raccontagli quello che ti ha fatta scappare dall'altro lato del mondo." Sussurrò la vocina.

La ragazza prese un respiro profondo e si domandò quali parti della sua vita si sentisse in grado di raccontare. A Yoongi aveva parlato solo degli aspetti belli della sua vita in Italia, ma ancora non aveva avuto il coraggio di raccontargli tutte quelle schifezze che le erano successe durante l'adolescenza.

Troppi lati oscuri della sua esistenza erano stati nascosti al rapper e, sebbene Caterina l'avesse fatto per non spaventarlo, sapeva che prima o poi sarebbero venuti a galla.

"Al momento lavoro in una libreria che si trova poco lontano da qui. Io e Yoongi ci siamo incontrati lì, ma pensò che questo ve lo abbia già detto." Disse mentre guardava i ragazzi annuire.

"Mi piace come lavoro. È tranquillo e mi da la possibilità di leggere tantissimi libri. Ecco, se dovessi elencare i miei hobby, leggere sarebbe sicuramente tra i primi. Mi piace immergermi nelle vite di altre persone e dimenticare la mia per qualche ora... " continuò ridacchiando amara.

"Per quanto riguarda l'Italia... avevo bisogno di un nuovo inizio e volevo mettere quanti più kilometri possibili tra me e la mia vecchia vita. Quindi ho preso un mappamondo, ho chiuso gli occhi e ho puntato il dito. Da lì è stato tutto più semplice. Mi sono iscritta a dei corsi di coreano per qualche mese e poi ho preso un biglietto di sola andata per questo posto, tutto qui." spiegò, cercando di rendere la sua storia più innocua e vaga possibile.

"Beh, è un bel salto nel vuoto quello che hai deciso di fare." Le disse Jin, guardandola con occhi quasi materni.

Caterina sorrise amaramente ed annuì.

"Se solo sapesse quanto mi è costato fare quel salto."

Involontariamente strinse la mano di Yoongi che la guardò perplesso, avendo riconosciuto la sua angoscia mal celata.

"E che lavoro facevi prima di venire qui?" le chiese a bruciapelo Taehyung.

Caterina si irrigidì notevolmente e il suo rapper cercò di tranquillizzarla, dicendole che non era necessario che rispondesse.

"Tranquillo Yoongi. Va bene." Disse respirando poi profondamente.

"Ce la posso fare" si disse decisa.

"Ero una ballerina. Una ballerina classica."

"Woah. Tipo una di quelle che ballano sulle punte di gesso?" chiese meravigliato Jungkook, mostrando i suoi grandi occhi da cerbiatto.

Caterina ridacchiò nuovamente.

"Ehm... si. Una di quelle, Jungkook."

"E lo facevi per lavoro? Dovevi essere brava." Disse Namjoon, mentre la osservava da capo a piedi.

Caterina si domandò cosa stesse pensando il leader mentre la guardava. Sapeva benissimo che, nell'ultimo anno, tutta la sua muscolatura era sparita, lasciando spazio a curve più morbide e qualche chilo di troppo.

"Un tempo avevo degli addominali. Un tempo!" pensò sconsolata, alzando gli occhi al cielo mentalmente.

"Per quale compagnia ballavi?" chiese Hoseok, rompendo il silenzio.

"Per la compagnia della Scala, a Milano. Ero una prima solista." spiegò lei, emozionata.

Yoongi, accanto a lei, notò come gli occhi della ragazza fossero diventati brillanti nel parlare di questa storia e si domandò perché non gli ne avesse parlato prima.

Si ripromise che, una sera, le avrebbe chiesto di raccontargli ogni dettaglio di quella sua vita fatta di balletti e tutù colorati.

"Potresti farci vedere? Ti prego Caterina! Io ho sempre ammirato le ballerine classiche!" la implorò Jimin sorridendo.

"Oh, no, no, no, no! Non ci pensare nemmeno Bonaldi!"

Lei spostò lo sguardo sulla sua borsa, sapendo perfettamente che, seppellito sotto uno strato di cianfrusaglie, c'era un sacchetto contenente le sue punte di gesso.

Non era mai riuscita a liberarsene e se le portava dietro ogni giorno, come un souvenir da un universo parallelo, che le ricordava tutto ciò a cui aveva rinunciato.

Erano un peso nella sua borsa e sul suo cuore, ma l'idea di privarsene la distruggeva.

"Mi farebbe molto piacere Jimin... però non vorrei occupare il vostro tempo. Sono certa che tra poco dovrete tornare a provare." Disse quindi per far desistere il ragazzo.

"Non ti preoccupare, tanto avevamo intenzione di riposarci per un po'." le rispose invece Yoongi, che era incuriosito dalle abilità della ragazza.

"Mannaggia a te Min Yoongi! Ora mi tocca ballare sul serio."

Così, sotto gli occhi incuriositi di sette ragazzi, Caterina si alzò e si diresse verso la borsa.

"Non prendetemi per pazza, vi prego. Ho le punte nella borsa semplicemente perché sono un porta fortuna e non ho il coraggio di liberarmene." Spiegò mentre rovistava in quel buco nero di ecopelle.

Quando finalmente se le trovò tra le mani, il mondo sembrò tornare sull'asse giusto e tutta l'ansia e l'angoscia che stava provando sparì in un secondo.

Si sfilò le scarpe e le calze e, dopo aver posizionato salvapunta e scarpetta sul piede, passò ad allacciare i lacci.

"Incrocio davanti, girando intorno alla caviglia due volte e poi un nodo stretto per evitare che sfuggano via." Si ripeté nella testa come un motivetto, mentre assicurava le punte alle caviglie.

"Porca vacca se sono scomode!" Pensò mentre si alzava in piedi e provava qualche salita a gamba tesa.

"Vi spiace se faccio qualche esercizio di riscaldamento? Non le uso da un po' e non vorrei farmi male." Chiese voltandosi a guardare i ragazzi alle sue spalle.

Tutti la guardavano con gli occhi spalancati, ma più di tutti la colpì lo sguardo di Yoongi, che la stava guardando come se stesse vedendo una nuova Caterina.

Il rapper era rimasto affascinato dalla velocità e la confidenza con cui la ragazza si era allacciata le scarpette.

Era come se la timida Caterina fosse sparita all'interno di una sconosciuta determinata e sicura di sé.

Quella che si trovava davanti era una giovane donna forte e decisa e non più una ragazza insicura e silenziosa.

Continuò ad osservarla mentre, appoggiata allo schienale di un divanetto, saliva e scendeva ritmicamente dalle punte, facendo scrocchiare le ossa delle caviglie e raddrizzando la schiena.

"Ok. Ora va decisamente meglio. Fanno male lo stesso, ma ora ci sono meno probabilità che mi spacchi un legamento" ridacchiò lei, interrompendo il flusso di pensieri del rapper.

"E puoi fare le piroette?" chiese emozionato Jimin.

"Beh, ero capace un anno fa.... Quindi penso di poterci provare..." rispose la ragazza un po' incerta.

"Non farti male." La richiamò Yoongi, preoccupato.

Caterina si voltò verso la voce del ragazzo e lo trovò molto vicino a lei e con lo sguardo pieno di preoccupazione.

"Non ti preoccupare Yoongi... so quello che faccio." disse accarezzandogli il viso e poi, voltatasi verso Jungkook, gli porse un vecchio Ipod rosa.

"Dovrebbe essere già sulla traccia giusta. La stavo ascoltando questa mattina." e, detto questo, passò una piccola roccia sulle punte e le suole delle scarpe.

Prima che Yoongi potesse farle alcuna domanda, lei disse: "E' pece. Mi serve per non scivolare sul pavimento liscio." E poi si mise in posizione.

"Speriamo che questi dannati Jeans non mi intralcino più di tanto." pensò incrociando le dita e ponendo fiducia nella poca elasticità del tessuto.

Quando la musica partì, Caterina scomparve nel personaggio che stava interpretando.

La leggiadra Giselle si muoveva graziosa tra arabesquè, chassè e pas de chat, mentre Caterina assisteva in prima fila allo spettacolo.

I suoi muscoli tesi raccontavano il primo incontro tra la giovane fanciulla Giselle e il suo amato principe, volteggiando leggiadri per la stanza e completamente ignari che, alla fine di quell'atto, la morte si sarebbe presa la vita della ragazza.

Ah, che amore tormentato e stupendo quello di Giselle... costretta a sostenere il proprio amato mentre danza per tutta la notte, incantato da Myrtha, l'implacabile regina delle Villi.

Quante volte, nella sala prove piena di specchi, sdraiata a terra in preda al fiatone, si era domandata dove fosse l'amore della sua vita.

Aveva passato l'adolescenza con i piedi sanguinanti e delle calze smagliate addosso.

Aveva rinunciato a tante opportunità, pur di poter passare un secondo di più ad allenarsi.

Aveva perso tanti amici sinceri quando aveva deciso di mettersi una maschera di cerone e votare la sua vita a dolori muscolari e applausi meravigliati.

Ma ne era valsa la pena?

Era servito a qualcosa?

"Sarò mai capace di amare fino alla morte come Giselle?" e il pensiero la colpì come una frusta, facendole quasi perdere l'equilibrio.

Senza rendersene conto si ritrovò nel bel mezzo di un manegè di piroette piquè e spinse al limite i suoi muscoli per mantenere stabilità e terminare la variazione con grazia.

Il bruciore che si irradiò nelle sue gambe la fece sentire viva per la prima volta in tanti mesi e questo la portò a sorridere trionfante mentre i suoi piedi si muovevano veloci e precisi.

Fu alla conclusione della musica, mentre lei si inginocchiava in segno di saluto agli spettatori, che gli applausi iniziarono.

Tutti i ragazzi la stavano ammirando con stupore e meraviglia e battevano le mani entusiasti.

In quel momento, dopo parecchi mesi di assenza, la vecchia Caterina fece ritorno vittoriosa.

*******

Ciaooo!

Nuovo aggiornamento nel quale abbiamo scoperto qualcosa di più della giovane Caterina.

Sono perfettamente consapevole che dopo mesi di stop pensare di portare a termine una variazione così difficile senza sfasciarsi completamente è assurdo, però ho deciso di concedermi questa piccola fantascienza.

Ho intenzione di scoprire il passato di Caterina un passo alla volta, perchè, come lei, anche io non amo parlare di quello che ho passato e mi ci vuole tempo per fidarmi delle persone.

Vi metto qui sotto il link della variazione di Giselle della quale sto parlando.

La ballerina che la esegue è la meravigliosa Natalia Osipova: cioè una specie di dea del balletto classico.

Giselle è uno dei miei balletti preferiti ed ha una storia meravigliosa!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Alla prossima,

C.

P.s. Quelli nella foto di copertina sono i miei piedi qualche anno fa... 

Ancora non mi capacito di quanto collo del piede avessi ahahahah

*si fa pat pat sulla spalla*

https://youtu.be/3TLSrI_hXEw

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