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TERZA PARTE: L'INIZIO DELLA FINE

SOFIA

Mi alzai dolorante. Mi sgranchii le gambe.
La pancia mi brintolò rumorosamente e mi scappò un risolino. 
Mi sciacquai il viso e cercai di raccogliere il cespuglio indomabile che mi ritrovavo sulla testa.
Indossai un paio di jeans chiari e una  maglietta bianca.
Feci il letto e mi apprestai ad uscire.

Osservando il pendolo dell'enorme salone mi resi conto di quanto avessi dormito.

Che dormigliona...
non è colpa mia
Non ti sveglierebbe neanche un bombardamento
Simpatica
Come sempre

Entrai in cucina e trovai Thomas che spignattava davanti a tre pentole. Il Prof era seduto a capo tavola aspettando il resto della ciurma.
Lidja era seduta vicina al prof e io mi sedetti accanto a lei.
<<Ciao Lidja>> la salutai
<<Oh, Sof. Tutto bene ?>> mi chiese sorridendo
<<Perfettamente, te?>> mentii in parte .
<<Così così, ho un tarlo che faccio fatica ad estirpare da questa testa bacata, ora chiedo al Prof>> sussurrò mentre il Prof appoggiava il giornale sul tavolo, si sistemò gli occhiali e disse.
<<Aspettiamo che arrivino tutti e parliamo, okay?>> chiese con i suoi grandi occhioni azzurri.
Lidja annuì nel mentre Karl, Ilaria e Ewan facevano la loro entrata in cucina. Di fianco a me si posizionò Ilaria mentre davanti a me e a Lidja Karl e Ewan, rispettivamente vicini al Prof.

Thomas ci versò nelle tazze le bevande che preferivamo mentre dalle scale scendevano le ultime tre persone. Fabio si sedette vicino a Ewan, Chloe a capo tavola e infine Adele vicina a Fabio.
Morsicai la mia brioche alla marmellata guardando di sottecchi Fabio.

Oggi era più bello del solito: i capelli riccioli e mori gli ricadevano scompigliati sugli occhi verde smeraldo, le lentiggini sul naso sembravano risaltare sulla pelle sempre leggermente abbronzata. Le labbra erano rosse e carnose, leggermente screpolate. Lo vidi allungare la mano per afferrare un tovagliolo e i muscoli del braccio guizzarono veloci al suo movimento.

Sentii le mie guance riscaldarsi e capii che stavo diventando rossa come un peperone.
Distolsi lo sguardo prima che lui mi sgamasse.

<<Prof>> chiamò Lidja mentre si puliva le labbra con il tovagliolo bianco.
<<Cosa dovevi dirmi?>> chiese lui disponendosi in ascolto.
<<Sai che ho già ritrovato i miei poteri>> iniziò, il Prof annuì e intimò di continuare e noi l'ascoltammo con attenzione.
<< Sapete, la prima volta era stato nel bosco dietro l'hotel, ecco. Ieri ho provato a parlare con lui... ma non mi ha risposto.>> sussurrò lei.
<<Uh, capisco>> rispose il Prof aggiustandosi gli occhiali sul naso.
<<Credo che i draghi facciano ancora fatica>> rispose Karl al posto del Prof.
<<Di quanto tempo hanno bisogno? Sento che la fine sta arrivando!>> quasi urlò Lidja.

Le appoggiai una mano sulla coscia per rassicurarla.
<<Se un legame viene reciso, non è così semplice reinstaurarlo. Forse riescono a collegarsi a noi solo per un piccolo lasso di tempo... >> continuò Karl.
Il silenzio cadde tra di noi. 
<<Spero facciano presto >> sussurrò Chloe toccandosi il neo.

<<Ma i draghi possono comunicare con noi?>> chiese Adele non capendo a pieno quello di cui stavamo discutendo.
<<Non l'hai mai sentito?>> chiesi stranita.
Lei negò con il capo.

Il prof nel mentre si alzò facendo strisciare la sedia rumorosamente. Si torturava i pochi capelli che si trovava in testa.
<<Non va bene, non va per niente bene...>> sussurrò.
<<Perché?>> chiese Fabio
<<Perché la guerra è alle porte, me lo sento.>> rispose il prof.
<<Forse quel poco tempo che ci rimane basterà ai draghi >> ipotizzò Ewan sempre positivo.

Sospirai e tutti gli sguardi si puntarono su di me. Avevo sempre odiato essere al centro dell'attenzione e quel momento non era da meno. Presi coraggio e parlai.
<<Sono riusciti a collegarsi a noi nei momenti più difficili, non avevamo controllo totale dei nostri poteri ma c'erano. Ci sono stati anche per gli allenamenti. La forza scorre in noi. Se volessi evocare una liana potrei farlo. Il problema è che Thuban non è nella mia testa, non mi è facile comunicare con lui tanto quanto mi è facile evocarne i poteri. Credo che per raggiungere i poteri totali abbiamo bisogno anche di loro, della loro anima in noi, non vi passano i loro poteri. Ma hanno bisogno di tempo. Non possono ricostruire un legame di milioni di anni in così poco tempo. >>
Mi guardavano tutti ma nessuno mi vedeva, tutti persi nei propri pensieri.

<<Giusto>> esclamò Adele con la sua solita calma glaciale.
<<Non ha senso, secondo me , preoccuparsi. Credo che al momento giusto arriveranno>> continuò lei con la sua voce pacata.
Annuii convinta di ciò che avevo detto.
Non avevo tanto bisogno dei poteri, piuttosto mi serviva di più qualcuno che mi guidasse e mi aiutasse.
<<Abbiamo anche le armi>> disse Fabio uscendo dal suo stato di trans. La sua voce mi provocò una scossa di brividi lungo la schiena. Ci misi tutta la mia forza di volontà per non guardarlo.
<<Armi?>> chiese Adele
<<Ogni draconiano ha una propria arma caratteristica>> spiegò il Prof prendendo un enorme libro dalla sua borsa di cuoio.

<<Emh... ad esempio?>> chiese sempre lei.
Il prof aprì il libro e ci mostrò delle immagini affiancate da scritte talmente piccole da avere difficoltà a leggere.
Intravidi l'immagine di Thuban, in tutta la sua gloria e magnificenza, in tutta la sua maestosità e in tutta la sua lucentezza.
Vicino a lui splendeva una spada, zoommata per osservarla meglio: era di un cristallo talmente chiaro da sembrare trasparente. Il manico era di un verde smeraldo avente forma di corpo di drago arrotolato intorno all'elsa massiccia.

Mi toccai il neo. Era veramente lì con me ?
<<Quella è tua?>> mi chiese  incredula Ilaria che guardava il volume con occhi spalancati.  Non riuscii a fare altro che annuire.
Il Prof continuò a parlare sovrastando i miei ricordi.
<<Questo è un libro antichissimo, l'ho trovato in una rientranza nascosta della biblioteca. Noto dalle pagine, dalla copertina, dalla scrittura, dalle informazioni che questo volume potrebbe risalire all'epoca dei draghi.>>
La stanza fu percossa da sussurri.
<<So chi l'ha scritto>> sussurrai.
Avvicinai la mano alle pagine ingiallite dal tempo. Sfiorai la carta e la mia vista si oscurò.

Davanti a me scorrevano immagini, una dietro l'altra: vidi Lung che parlava con Thuban, osservava delle carte e annuiva. 
Poi la scena cambiò, Lung camminava lungo un sentiero scosceso, si stava arrampicando su un monte.
Poi l'immagine di un drago maestoso, nero come la notte, potente come una tempesta.
Lung comunicava con lui ma la conversazione non giunse alle mie orecchie.
Poi la guerra e l'immenso drago che crolla per me, per Thuban. Il mio cuore ebbe un sussulto.
E Lung che costruisce un tempio, lungo una catena montuosa.
Infine l'immagine di una mappa.

<<Sofia !>> Sentii gridare a pochi centimetri dal mio viso. Aprii di scatto gli occhi e mi ritrovai il viso scioccato di Fabio. Non riuscii a non arrossire dalla vergogna al sentirlo tanto vicino.
<<Sto bene>> sussurrai.
<<Una visione?>> chiese il Prof
<<Sì, ho visto ricordi frammentati di Lung. Ha scritto lui il libro. Conosceva Khatai>> dissi parlando a scatti e facendomi aiutare da Fabio per alzarmi. Ero caduta a terra come un sacco di patate.

<<Lo pensavo.  Ma non avrei creduto fosse portatore di memorie.>> ammise il Prof osservando la rilegatura del volume nero.
Il silenzio era caduto nella stanza, nuovamente, Adele mi fissava sconcertata mentre Lidja mi accarezzava la gamba.
<<So anche che conosceva Khatai>> continuò il Prof.
<<È il mio drago>> sospirò Adele guardandosi le mani e stringendole a pugno.
<<Sì e grazie alle testimonianze di Lung so molto di più su di te.>> ammise.

<<Cioè?>> chiese Ewan curioso e lanciando sguardi ad Adele, mettevano tranquillità pure a me anche se non c'entravo nulla.
<<Adele, vuoi sapere quale è la tua arma?>> chiese.
<<Prof, non c'è bisogno di tutta questa suspence>> esclamò lei scocciata.
Scoppiai a ridere, era vero, il Prof tendeva a lasciare le frasi in sospeso quando doveva dire qualcosa di importante. Tale e quale a Karl, poi. Non ne bastava solo uno.

<<Allora...>> girò le pagine lentamente così che potessimo vedere le immagini.
Osservai Rastaban e la sua frusta, Eltanin e la lancia, Aldibah con il suo arco e faretra allegata e infine Kuma con l'ascia bipenne.
Il mio sguardo si posò sull'ultima figura.
Era Khatai: nero con sfumature blu che partivano dal dorso fino a diramarsi lungo le ali diventando giallo, quasi bianco. Aveva un viso aguzzo e occhi gialli e rossi con la pupilla allungata verticalmente.
Era più snello e allungato.
Le ali erano frastagliate ai bordi e gli artigli più affilati di quelli di un drago normale.

Era il perfetto mix tra viverna e drago.
Tanto regale quanto terrificante.
Di fianco a lui diversi coltelli più piccoli di una spada. Di cristallo bianco con l'elsa nera come la pece sempre a forma di drago, gli occhi del drago sull'elsa erano composti da pietruzze rosse, come il sangue.
<<Quelli sono coltelli da lancio>> sussurrò Adele guardando incantata le pagine.
<<Adele, è proprio bello...>> le sussurrò la sorella vicino all'orecchio. Le rispose solo annuendo.

<<Queste sono le tue armi ma hai anche un'altra abilità. Sai combattere perfettamente corpo a corpo.>> concluse il prof.
<<Ecco perché sei riuscita a fronteggiare Edith!>> esclamò Fabio davanti a me.
<<Credo sia per quello... ma posso fare una domanda?>> chiese Adele con il viso confuso.

<<Certo>> le diede parola il prof.
<<Vedo che voi avete dei nei sulla fronte, dove riposa l'anima del vostro drago, dove sono riposte le armi. Ma io non ce l'ho...>> il silenzio ricadde nella stanza, più pensate di prima.
Ci avevamo fatto caso, ma non ci avevamo dato il giusto peso.

<<Lo avevo notato>> sussurrò il Prof.
<<Ma ho trovato delle informazioni sul volume.>> cominciò di nuovo lui.
<<Sappiamo tutti che dentro di te scorre sia sangue di drago, Nyx; sia sangue di viverna, Nidhoggr. Nidhoggr era innamorato perso di Nyx, fu l'unico amore nella sua vita. Ma non è riuscito a rimanere con lei nel suo stato di drago. Nyx è stata cacciata da Draconia perché ha seguito Nidhoggr, ha scelto l'amore al posto della patria.
Hanno avuto un figlio che hanno nascosto in un tempio su alture poco lontane da Draconia. >> la schiena fu ripercorsa da brividi, l'avevo visto.
<< Khatai doveva scegliere e alla fine ha optato per i draghi, il bene. Ma ognuno, ogni suo discendente, ha la possibilità di scegliere. Dovrai decidere, con un patto di sangue, che lato di te seguire. La luce o il buio che inevitabilmente porti dentro di te. >> il Prof continuava a sistemarsi gli occhiali sotto lo sguardo glaciale di Adele.

<< Sceglierai quando sarà il momento, ora credo che abbiamo bisogno di un paio di orette per riposarci e per mettere a posto i pensieri prima dell'arrivo di Alan. >> Il Prof si alzò massacrandosi le mani.
Prima di uscire dalla stanza, si fermò e ci guardò negli occhi.
<<Non siete obbligati a farlo, ragazzi. Questa sarà una guerra e non posso tenervi lontani. Ci sommergerà più forte che mai. Siete sicuri di volerlo fare?>>

Mi guardai in giro. Sguardi sicuri, determinati, forti. Noi eravamo pronti, potevamo farcela. Era il nostro momento e avremmo cacciato il male per sempre.
<<Noi siamo pronti>> esclamai convinta dando voce ai pensieri di tutti.
Il Prof annuì e uscì. Noi rimanemmo per un buon quarto d'ora a guardarci, ognuno perso nelle proprie elucubrazioni.

Mi alzai da tavola pulendomi la bocca sporca di sugo dopo un tempo che mi era sembrato interminabile. Avevamo bisogno di un pò di svago, avevamo solo quindici anni, cavolo!
<<Opterei per un gelato >> esclamai
<<Sii>> urlò di gioia Ilaria seguita a ruota da tutti gli altri.
<<Karl, vai ad accedere la TV? Guardiamo un film?>> chiesi per vedere se tutti fossero d'accordo. Non era neanche da prendere in considerazione un rifiuto.
Ci sedemmo sul divano con un ciotolone di gelato a testa.
<<Scusate, ho bisogno di andare in bagno. Voi iniziate pure>> disse Adele salendo le scale e scomparendo al piano superiore mentre il film Maze Runner: il Labirinto iniziava.

CHLOE

Avevo finito il gelato e il film era ormai a metà. Mi stavo preoccupando per Adele, non era ancora scesa.
Mi staccai dall'abbraccio protettivo di Karl e corsi di sopra facendo gli scalini a due a due.
Bussai alla sua porta ma non mi rispose nessuno. La porta era chiusa ma sapevo dove trovare la seconda chiave.
Inclinai il quadro vicino alla porta e staccando lo scotch mi ritrovai tra le mani una chiave di metallo pesante e spessa.
La feci ruotare nella serratura.

L'ambiente era illuminato dalla luce che filtrava da fuori, il letto perfettamente ordinato mi inquietava, come la scrivania perfettamente pulita e l'armadio con i vestiti ripiegati al dettaglio.
Nessuno si trovava nella stanza, mi avvicinai al bagno.
Aprii la porta che invece era socchiusa.

Questa stanza non era ordinata come la precedente. Dei vestiti erano sparsi a terra così come un sacco di schegge.
Lo specchio era stato infranto e scorsi una figura ranicchiata vicina al gabinetto.

<<Adele, cosa stai facendo?>> chiesi preoccupata.
Tremava come una foglia e stringeva tra le mani una scheggia di vetro.
<<Stai lontana!>> mi ordinò spostando finalmente il suo sguardo sul mio.
I suoi occhi erano rossi come il sangue.  Il verde era stato inghiottito dalla malvagità del suo animo.

<<Non ti avvicinare, per favore>> la sua voce si incrinò , sapevo che si stava sforzando.
<<Resisti >> sussurrai rimanendo al mio posto, non avevo paura.
<<Non riesco ...>> la vidi alzarsi e camminare verso di me.
Zoppicava e urlava quasi perché stava combattendo contro sè stessa.
Stava per afferrarmi, io ferma immobile.

Si alzò di scatto la maglietta e si incise un graffio profondo sull'addome.
Il rosso defluì velocemente dai suoi occhi. Si accasciò a terra, con le mani coprenti il viso.
<<Un mostro...>> continuava a ripetere come una litania.

Mi avvicinai a lei, le accarezzai la testa.
<<Ce l'hai fatta, hai resistito.>>
<<Devo ferirmi per controllarmi, per quanto andrà avanti?>>
<<Troveremo una soluzione >> cercai di rincuorarla
<<Spero sia così.>> ammise
<<Vieni che ti medico>> le dissi porgendole una mano.
Si issò in piedi e la fasciai con svariate bende dopo che il sangue cessò di defluire.

Il suo corpo era già ricoperto da una grande serie di cicatrici, sia più visibili che meno. Ognuna raccontava una storia, la sua.

<<Meglio andare di sotto>> dissi rompendo il silenzio che si era creato. Non avevamo il coraggio di parlare, di discutere su quello che era successo.
Finii di pulire il pavimento in mattonelle rosa del bagno.
<<Forse è meglio >> ammise lei con voce flebile. 
Prima di uscire mi afferrò per un braccio e mi sussurrò <<Grazie>>.
Le sorrisi, le parole a volte non erano necessarie.
Bastava una mano che ti sorreggesse. Quando attraversavi il buio non sapevi a cosa affidarti, una mano sulla spalla poteva salvarti la vita, come era successo a me. Come io avevo sperato in una salvezza sapevo che anche Adele sperava in una salvezza e io l'avrei aiutata a uscire da quel tunnel di tenebre e terrore. 

LIDJA

<<Che bel film!>> esclamai contenta quando i titoli di coda fecero capolino sullo schermo.
In quell'esatto momento scesero dalle scale le due eremite.
<<Ciao!>> le salutai.
<<Come mai non siete rimaste con noi?>> chiesi curiosa mentre Ewan mi tirava una gomitata.
<<Non mi sono sentita tanto bene...>> ammise Adele sfuggendo al mio sguardo. Si diresse in cucina probabilmente a mangiare qualcosa.

Sentii dei passi sulle scale in legno.
<<Hei Prof>> lo salutò Sofia contenta.
<<Ciao a tutti ragazzi, mi sono riposato un pò. Tra pochi minuti dovrebbe arrivare Alan con i suoi figli e l'attrezzatura per il ballo>> annunciò lui poco prima che il campanello suonasse
<<Mi sa che sono loro >> disse Ilaria ironicamente.
<<Aspettavano solo te Prof>> continuò facendomi ridere.
La sua tenerezza mi sbaragliava.

Ben presto il salone fu popolato da altre persone. Dopo saluti e frasi di cortesia giungemmo al dunque.
<<Allora, è tradizione ottocentesca che ogni damigella faccia la sua discesa per le scale e raggiunga il proprio cavaliere. Ora, i ragazzi si cambieranno nella stanza qua al piano terra mentre le ragazze nelle proprie stanze per acconciarsi e il resto. Non dovete vedervi prima che ve lo venga richiesto. Rosa vi porterà i vestiti dedicati a ognuna di voi -disse Alan riferito a noi ragazze - mentre io vi aiuterò con i vostri completi>> finì riferendosi ai ragazzi.
<<Dai forza! Abbiamo solo due ore!>> esclamò il prof.

Due ore? Stiamo scherzando? In due ore mi faccio anche un pisolino.
Salimmo al piano superiore e ci dividendo in stanze.
Sofia venne da me, Chloe rimase con Adele mentre sfortunatamente per lei, Ilaria rimase con Rosa che l'avrebbe aiutata con l'abito.
Era ora del trucco e parrucco! Il mio tempo preferito.
Ne approfittai per rimettermi in pari con ciò che era accaduto a Sofia.
Capivo il suo sbandamento ma secondo me aveva sbagliato e molto.
Però io sapevo, intuivo, che durante  quella sera sarebbe successo qualcosa di bello e inaspettato.
Chiamiamolo sesto senso femminile, ma io me lo sentivo.

FABIO

Il giacchetto nero mi stringeva troppo. Mi sentivo un pinguino.

Eravamo vestiti tutti uguali tranne per il colore della camicia sotto.
Non credevo che quello fosse un vestito dell'ottocento. Forse era una festa stile 800 dei giorni nostri, forse un pò rivisitato.
Avevo pantaloni neri a sigaretta che scendevano morbidi fino alla caviglia dove iniziava la scarpa lucida e nera adatta a ballare. La camicia verde era parzialmente coperta da un giacchetto stretto sempre nero pieno di tasche e bottoni. Mi mancava il monocolo e una pipa per sembrare un damigello reale.

Mi riguardai nell'enorme specchio davanti a noi. Mi sistemai meglio il giacchetto e portai indietro i capelli che erano stati tirati fedelmente indietro con del gel.
<<È orrendo>> sussurrò una voce dietro di me.
<<Shhh>> sussurrai altrettanto piano a Ewan.
Scoppiai a ridere guardando la sua camicia rosa.
<<Rosa >> esclamai
<<Meno male che me lo hai detto tu... non ci sarei mai arrivato>> disse a denti stretti.
Scoppiai a ridere seguito da Karl che si era avvicinato all'enorme specchio. Lui invece aveva una camicia azzurra.
<<Perché questi colori
orrendi? >>chiesi rivolto a Alan. Non mi facevo molti problemi.
Mi arrivò una gomitata da Ewan ma ormai quello che era fatto era fatto.

<<Oh... Caro ragazzo. Ti capisco, ma mia moglie ha voluto che tutti i presenti uomini avessero la camicia di un colore diverso. Ha anche specificato quale colore voleva per ogni persona. >> lo guardai a occhi spalancati nella sua bella camicia bianca.
Che moglie tiranna!
<<Non c'è problema>> sussurrai guardando di sottecchi Alessandro.
Mi lanciava sguardi di sfida appoggiato alla parete.
Oh, caso strano. Il colore della sua camicia era un grigio chiaro.

Solo a me i colori schifosi? Oltre a Ewan, ovvio.

<<Forza ragazzi! Siamo tutti pronti, vero Georg?>> chiese retoricamente il geniale Alan.
<<Certo>> rispose il Prof sistemandosi il giacchetto.
<<Chiamo Rosa, per far scendere le ragazze. >> annunciò.

Ci sistemammo ai piedi delle scale del salotto, sentivo le loro voci dal primo piano. Tra noi c'era silenzio, ero curioso di sentire cosa dicessero.
<<Lasciami stare! >> urlò Adele.
Feci per andare su ma il Prof mi trattenne.
<<Non puoi metterti le convers!>> un'altra voce.
<<Rosa...>> sussurrai frustrato. La sua tonalità da oca non si sarebbe potuta scambiare. 
<<Faccio quello che voglio! Ora vattene, scendi e fai la tua entrata! O come l'hai chiamata...>> la sentii urlare ancora per poi avere come risposta un borbottio.

<<Tutto bene ragazze?>> chiese Alan mentre rideva di gusto.
<<Benissimo, grazie. Scende prima Rosa. >> Sentii la voce di Sofia e un brivido mi percorse la schiena.

Rosa scese le scale.
Aveva un vestito a balze rosa confetto. Il corpetto stretto risaltava la sua magrezza e una collana scintillava tra le clavicole sporgenti. I capelli biondi legati in una coda alta e boccolosa.
Si avvicinò a me facendo risuonare i suoi tacchi sul parquet.
<<Buonasera>> la salutai alzando il braccio come per invitarla a prendermi a braccetto, così fece con un sorriso immenso stampato sul viso.

Cara Rosa, mi dispiace illiderti ma vorrei che ci fosse qualcun'altro davanti a me.

Guardai le altre ragazze scendere:
Chloe aveva un abito rosa pallido, come quello di Rosa ma molto più elegante. Le faceva risaltare gli occhi azzurri. I capelli legati con uno chignon perfetto probabilmente opera di Lidja.

Immaginai che i vestiti delle ragazze fossero tutti uguali come erano uguali quelli dei ragazzi.
E che anche i loro fossero di colori diversi.

Ilaria si lanciò giù dalle scale verso Samuele che era diventato suo amico; anche se sembrava provasse qualcosa per lei, lei non dava a vedere nessun segno di interesse.
Aveva un vestito uguale alle altre solo meno rigido, aveva un corpetto elastico ed era di un colore verde acqua. I suoi capelli biondi erano sciolti sulle spalle arrivandole alle scapole. Anche se aveva dei sandali di cuoio fece un gran trambusto, sorrisi, la conoscevo da poco ma era come se fosse una sorellina per me.

Scese Lidja, aveva occhi solo per Ewan, una lunga treccia le scendeva sulla schiena accompagnandola nel suo vestito bianco. Sembrava un cigno, i capelli neri pece entravano in contrasto con il bianco puro del vestito. Ewan le lasciò un bacio sulle labbra prima che l'altra ragazza scendesse dalle scale.

Era Adele, non l'avevo mai vista con un vestito elegante addosso.
Aveva l'abito nero, in contrasto con la sua pelle bianca. Mi piaceva il modo in cui il corpetto segnava la sua vita stretta e come nascondeva la curva delle gambe. Le scale non erano scosse da tremolii per via di tacchi vari.
Era già alta di suo, ci mancavano i tacchi.
Mi venne da ridere, la sua faccia non sembrava veritiera.
Un sorriso forzato le creava le fossette  agli angoli della bocca.
I capelli erano legati solo grazie a delle forcine che le tiravano indietro le ciocche anteriori.
Per il resto i suoi capelli bruni le ricadevano lisci sulle spalle arrivando quasi al bacino.
Si diresse verso Alessandro che la prese per la vita attirandola a sé, si sussurrarono qualcosa che non capii perché la mia concentrazione fu catalizzata verso l'ultima figura che scendeva le scale.

Rosa si agitò vicina a me consapevole della bellezza della ragazza che stava arrivando verso di noi.
Il rumore dei tacchi bianchi echeggiava nella stanza silenziosa.
Un abito argenteo le accarezzava il corpo sinuoso. Le curve erano valorizzate, il corpetto stretto faceva sembrare la sua figura più snella. La pelle bianca e piena di lentiggini sembrava luccicare. I capelli legati in uno chignon spettinato sembravano di un rosso più intenso, i suoi occhi verdi mi fissarono per qualche secondo facendo rallentare il mio cuore ferito. 

Mi mancava la bava alla bocca per farle capire che ai miei occhi sembrava perfetta.
Rosa mi strinse la mano come per risvegliarmi dalla trans.
Sofia si buttò tra le braccia di Dario lanciandomi un'occhiata che notai con un colpo al cuore.

Salimmo sui bolidi neri e ci dirigemmo verso la villa di Alan. Sentivo che sarebbe successo qualcosa, il mio cuore me lo diceva.

#angoloautrice: ciao a tutti! Vi è piaciuto il capitolo? È una parte di mezzo, non vorrei vi foste annoiati ma era necessaria, vi preavviso che il prossimo capitolo sarà più movimentato  ( tra cui scena Sofia/Fabio). VI AVVISO CHE HO DECISO CHE AGGIORNERÒ TUTTE LE DOMENICHE ( anche dopo la mezzanotte come in questo caso) , forse dandomi un tempo sarò più precisa. Allora, la fine si sta avvicinando, come? Lo scoprirete continuando a leggere. Seguitemi, tanti commenti e stelline<3

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