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SECONDA PARTE: NUOVA VITA

ADELE

Guardai stupefatta l'edificio che mi si paro' di fronte: era enorme, diviso in tre corpi principali e da quelli laterali spuntavano due torrette.
Sembrava un vecchio castello medievale, costruito con pietre sporgenti ed enormi finestre.
Per arrivare al portone bisognava passare per due rampe di scale.
Mi sarei sentita quasi una regina se non fosse stato per quel senso di ansia che mi attanagliava continuamente lo stomaco.

L'enorme portone si aprì ed io e Ilaria entrammo.
Il silenzio regnava sovrano, l'ingresso era occupato da poltrone, divani e sedie tenute abbastanza bene.
<<Mi sa che è la sala d'attesa...>> sussurrò mia sorella con paura di rompere quel silenzio.
<< Probabilmente lo è >> le risposi sussurrando ancora di più.
L'agente Valesi era rimasto con noi perché doveva parlare con la direttrice.

Lo guardai e gli feci cenno con la testa di avvicinarsi. Silenziosamente arrivò vicino a me e con la sua solita grazia si lanciò su un divanetto. Ci fu un rumore strano, come se qualcosa si fosse rotto. Mi venne da ridere e non ce la feci più.
Scoppiai insieme a mia sorella, era una cavolata ma ne avevamo bisogno.

L'agente Valesi avendo paura di aver rotto qualcosa si alzò e per poco non cadde.
<<Che imbranato...>> sorrise e poi si lasciò scappare una risatina.
Questo momento fu interrotto da un rumore di tacchi che echeggiava per tutta la stanza vuota.
Dalla scalinata davanti a noi, che probabilmente avrebbe dovuto portare ai piani superiori, scese una donna.

Era di mezza età, con una gonna bordeaux e una camicetta bianca, uno spolverino nero le copriva le spalle magre. Un occhiale spesso come un tappo di bottiglia era appoggiato sul suo naso aquilino. I capelli ormai grigi erano legati severamente in uno chignon alto. Due occhi azzurri si puntarono nei miei.
<<Buongiorno>> la salutai decisa, ma in realtà ero intimorita da quella donna.
<<Siete le nuove arrivate. Benvenute!>> ci salutò cordialmente. Ero brava a capire cosa si nascondesse dietro la maschera che ognuno si portava appresso e lei dietro quello scudo aveva qualcosa di oscuro e cattivo. Feci finta di essere contenta anche se ero tutto il contrario.

La donna si avvicinò e io d'istinto misi un braccio sulle spalle di Ilaria, come per proteggerla.
L' agente Valesi mi aiutò vedendo il mio disagio.
<< Salve, queste sono le ragazze che pochi giorni fa sono rimaste sole. I genitori sono stati sotterrati nel cimitero poco distante da qua. Quindi abbiamo optato per questo orfanotrofio. >> quella parola pesava come un macigno sul mio cuore, ma non potevamo fare altrimenti. Non volevo essere un peso per nessuno e dovevo andarmene da tutti quei ricordi.

<< Avevamo mandato i documenti qualche giorno fa e...>> continuò Valesi ma la donna lo fermò.
<<Certo! È arrivato tutto, non si preoccupi.>>
Il suo sguardo si appoggiò su di noi. <<Voi, ragazze, chiamatemi signora Gerardi. Sono la direttrice di questo istituto e se avete bisogno di me, mi troverete al secondo piano nel mio ufficio. Ora vi porterò nelle vostre stanze e poi farò chiamare qualcuno a farvi fare un giro dell'edificio. >>
<< Perfetto...>> risposi.
Mi girai verso l'agente Valesi. Lo abbracciai.

<<Grazie di tutto>> lui ricambiò l'abbraccio.
<< Stai attenta e se hai bisogno di qualcosa fammi un fischio >> sorrisi.
Valesi nascondeva qualcosa e non di carino, ma questo dolore ci aveva avvicinati. Perché forse aveva riconosciuto il suo dolore nei miei occhi. L'avrei chiamata compassione, ma non mi aveva mai fatto notare pietà e gliene ero grata.
Diede un bacio sui capelli a mia sorella e poi ci spinse leggermente verso la "signora Gerardi ".
Lo salutai con la mano.

Salimmo le scale e la sua immagine scomparve, sentii solo i suoi passi che si dirigevano dietro l'enorme porta di legno scuro.
<<Allora ragazze, questo istituto ha regole precise e se non vengono rispettate verrete severamente punite. Le lezioni si svolgono sei ore al giorno per cinque giorni la settimana. Ovviamente non vi daremo compiti ma al pomeriggio dovete dedicarvi a un "corso".>> prese un respiro poi continuò << La domenica è la Giornata delle visite, quindi chiunque può venire a salutarvi e potete stare insieme tutto il giorno, ma alle sei dovrete tornare qua. Intesi ?>>

Se le sembro così rincoglionita da non capire...
Avrei voluto risponderle così, ma mi trattenni perché il mio essere educata frenò il mio istinto.
<< Ovviamente vi daremo delle divise ma nel fine settimana potrete indossare quello che vorrete.>> con i gusti di quella tipa non osai immaginare come sarebbe stata questa dannata divisa.
<< Vi consegnerò un foglio con tutti gli orari della settimana. Poi chiederò a due ragazze di farvi da accompagnatrici. >>

Ci ritrovammo in un enorme corridoio. Dei candelabri erano attaccati periodicamente alle pareti. Degli specchi con rifiniture in metallo erano posti uno davanti all'altro così da proiettare la mia immagine all'infinito.
Mi spaventai della figura che mi ritrovai davanti.

Non ero dimagrita ma sembravo esausta. Ero bianca come un cencio e due occhiaie violacee si erano impadronite dei miei occhi. Ero nervosa e si capiva dal tremolio costante delle mie mani.
<<Alla nostra sinistra ci sono i dormitori femminili mentre alla nostra destra quelli maschili. Ci sono bagni comuni ma separati a seconda del sesso, ovviamente.
I dormitori sono separati a seconda dell'età. Vedete là ci sono due porte. Una è per le più piccole: dai tre agli undici anni. Mentre l'altra: dai dodici ai diciassette anni. >>
Okay... Adele fai un respiro profondo.
<<Saremo divise?>> chiesi anche se sapevo già la risposta.
<<Ovvio, le regole sono uguali per tutti>>
Ero tentata di colpirla con qualcosa ma evitai.
<< Il mio ufficio è al piano di sopra con le varie classi. Troverete tutti gli abiti e ciò che vi serve sul letto che vi è stato destinato. Per il resto, se avete bisogno mi troverete nel mio ufficio ma potrete chiedere anche alle vostre compagne.>> detto ciò se ne andò "taccheggiando " al piano di sopra.
<< É irritante quella donna...>> commentai.
<<Adele...>> mi riprese mia sorella.
<<Quando ci vuole, ci vuole>> la presi per mano e andammo verso i dormitori. Sentii delle voci, d'altronde erano solo le sei del pomeriggio.

Sulla porta davanti a me c'era scritto - 12/17- quindi supposi che fosse la mia.
<<Buona fortuna puzzola>> ed entrai mentre lei rideva a bassa voce.
Mi ritrovai in una stanza enorme con una ventina di ragazze di ogni età.
Rimasi ferma sulla porta. Il brusio che prima riempiva la stanza cessò in un attimo. Gli occhi erano tutti puntati su di me.
Non seppi cosa fare, odiavo rimanere al centro della scena.
<<Ciao...>> sussurrai.
<<Ciao!> > urlarono loro in coro.
Mi scappò un sorriso.

Quella che probabilmente era la più grande mi si avvicinò.
<<Piacere, io sono Alice.>> allungò la mano e io la strinsi con vigore. Era molto bella: aveva capelli lunghi corvini e due occhi neri profondi, la pelle era bianca come la porcellana. Era magra ma più alta di me di qualche centimetro.
<<Piacere, io sono Adele.>>
<<Vieni ti faccio vedere dove è il tuo letto.>> nel mentre mi diceva un elenco di nomi indicandomi tutte le ragazze. Ma mi ero persa già alla terza. << Giusy, Federica, Alessandra, Martina, Cecilia, Agata, Valeria...>> salutai tutte con un cenno. Non ero più abituata a tutto quel trambusto, il silenzio dell'ospedale era talmente intenso che ora anche una parola normale mi sembrava un urlo.
<<Okay questo è il tuo letto. Ci conosceremo meglio tutte in seguito ma ora sarai stanca, quindi riposati e se vuoi hai pure lo shampoo e il resto per fare una doccia rinfrescante.>> il mio letto era in fondo alla stanza, vicino all'enorme finestra. Da lì si riusciva a vedere il boschetto intorno all'edificio e anche delle case che segnavano l'inizio della città. Cosa sarebbe successo? Questa era la domanda che mi rimbombava nella testa.

EWAN

Fabio era davanti a noi, ci stava raccontando cosa fosse successo prima dell'attacco. Mi sentivo scosso, non ero riuscito a fare niente... stavo uccidendo Lidja.
Tutti mi continuavano a ripetere che io non avrei potuto fare nulla, ma anche solo il pensiero, di aver solo con un dito toccato la mia ragazza con l'intenzione di farle del male, mi faceva venire i brividi.

Ora lei era seduta sella mie ginocchia. Continuava ad accarezzarmi la guancia e a sussurrarmi che lei stava bene ma le bende che aveva sulle braccia mi dicevano tutto il contrario. <<Mi dispiace Lidja, io, io non volevo... non ero in me...>> tremavo. Avevo paura di toccarla.
<<Amore, lo so. Vedi, non ho paura di stare vicino a te. Vedi?>> mi lasciò un bacio sulle labbra. E mi abbracciò. Ricambiai e non la lasciai andare.

Sofia dormiva ancora e Fabio era accanto a lei e continuava ad accarezzarle i capelli. La guardava come se non esistesse nient'altro al mondo.
<< Fabio, ci racconti cosa è
successo?>> chiese il prof abbastanza preoccupato.
Allora Fabio iniziò il suo racconto: ci parlò di Daphne, delle sfere, della storia, della battaglia...
Queste informazioni si susseguivano inarrestabili.
<<È per questo che Nidhoggr la vuole a tutti i costi...>> constatò Lidja tra le mie braccia.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi il prof continuò.
<<Era da aspettarselo. La buona notizia è che stiamo tutti bene e che i poteri stanno tornando poco a poco anche se con grande difficoltà. >> sospirò frustrato.
<<Ho ricevuto una notizia. >>
<<Dai prof, dicci tutto>> lo spronó Karl curioso.
<<Francesca e Andrea, due notti fa, non ce l'hanno fatta.>> ci irrigidimmo tutti.
<< Però c'è anche una bella notizia. Ilaria si è svegliata!>>
Chloe si alzò di scatto in piedi. <<Si è svegliata ! Sì, sì, sì...>> Chloe iniziò a saltellare e ad esultare mentre noi sorridevano, lei adorava Ilaria.

<< Sì, si è svegliata e sono state trasferite. Non sono più in ospedale. Ma in un orfanotrofio, a Roma.>>
Fabio strabuzzò gli occhi.
<<A Roma!?>> quasi urlò.
<< I suoi genitori sono stati sotterrati a Roma perché lì ci sono le tombe dei loro parenti. Quindi le hanno mandate nell'orfanotrofio più vicino al cimitero>>
Spiegò il prof.
Io ero molto allarmato. <<Ma quindi come facciamo?>> chiesi confuso.
<< Facciamo le valigie e torniamo a Roma. Ho un piano. Ewan?>>
<<Sì?>> risposi
<<Preparati, dovrai andare da lei. >>

#angoloautrice: ciao a tutti. È da un po' che non aggiorno ma per questo capitolo mi sono data da fare perché l'ispirazione non voleva aiutarmi in nessun modo. Allora, come si troverà Adele? Sarà vero quello che ha notato nella signora Gerardi? Sofia come sta? Ewan cosa dovrà fare? Piccolissimo spoiler: nel prossimo capitolo ci sarà un scena Fabio/Sofia. Quindi continuate a seguirmi e scusatemi per eventuali errori <3

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