MIRACOLO
KARL
Eravamo nel dungeon attorniati da cavi e fogli svolazzanti che cercavano una superficie sgombra su cui posarsi, senza successo.
<<Non arriveremo mai a niente di questo passo!>> esclamò Chloe che negli ultimi due giorni mi era sembrata sempre molto nervosa e irascibile. Come non capirla?
<<Lo so ragazzi, abbiate pazienza. >> rispose il Prof con lo sguardo sempre rivolto ai vari monitor dinanzi a lui.
<<Come possiamo trovare un'abitazione, della quale non sappiamo neanche la forma o colore, persa in un luogo qualsiasi nel raggio di troppi chilometri quadrati?>> chiese Chloe mezza urlano aprendo le braccia.
<<Abbiate pazienza, non è un lavoro facile. >> cercò di tranquillizzarci il Prof senza riuscirci molto.
Il nervosismo che nascondevo ormai da troppo tempo stava fuoriuscendo piano piano, come un vulcano in eruzione.
<<Ci siamo accorti che non sia facile>> iniziai
<<anche perché è praticamente impossibile. E poi come facciamo ad essere sicuri che sia nascosta nel bosco a nord?>> chiese Chloe finendo il mio ragionamento.
<<A sud c'è la città, credo che il covo di Nidhoggr non si trovi al centro della vita mondana. E poi, se riuscite a captare il potere di Adele vuol dire che è assai vicina data la sua poca esperienza.>> ci spiegò l'uomo consunto davanti a noi.
Si sistemò gli occhiali e si riaccucciò davanti i computer.
Avevamo utilizzato i satelliti per osservare in diretta ciò che succedeva sulla terra. Grazie a dei virus e accessi vari eravamo riusciti a connetterci al satellite in orbita sopra di noi.
Era da due giorni che io e Chloe ci sforzavamo di captare qualche segnale o ci rintronavamo davanti a schermi colorati a cercare una supposta villa nel bosco.
Ma come facevamo a sapere di star cercando nel posto giusto?
<<Pazienza ragazzi, pazienza.>> continuava a ripetere il Prof mentre anche noi ci eravamo aggregati a lui.
<<Smettila di ripeterlo!>> Scoppiai
<<L'unica cosa che ci serve oltre alla pazienza e la calma.>> esclamò dopo il mio urlo da donna arrappata.
<<Quello che non capisci, Prof, è che non abbiamo poi tanto tempo. Anzi, non ne abbiamo proprio. Oggi è venerdì e i ragazzi non sono ancora tornati! Se non lo faranno? Se i nostri sacrifici anche in passato non siano serviti a nulla? Spiegami, Spiegami dove trovo la pazienza e soprattutto la calma.>> tirai fuori tutto quello che avevo dentro vomitandolo davanti a me senza contegno.
Chloe mi guardava ad occhi spalancati mentre il Prof si sistemava gli occhiali alzandosi.
<<Non abbiamo bisogno di mine vaganti. Ho bisogno di qualcuno di lucido e sveglio che mi aiuti nella mia parte di piano. So che tu sei quello più adatta, quindi ora vai su. Fatti un cioccolata. Bevitela con calma e quando ti sentirai pronto scenderai al dungeon. >>
Mi diressi spedito verso la porta in mogano, sapevo che fosse giusto così. Dovevo calmare i bollenti spiriti.
<<ti capisco, Karl. Siamo tutti nella stessa barca...>> lo sentii esclamare prima di richiudere la porta.
Sospirando giunsi alla cucina aprendo le varie mensole, non ricordavo dove fosse quella per la cioccolata.
Stavo già per arrabbiarmi quando una voce dolce e sottile ruppe il silenzio.
<<È qua, non ti agitare>>
mi girai e mi ritrovai Chloe a guardarmi con i suoi grandi occhioni azzurri oceano.
<<Chloe...>> sussurrai sorpreso
<<Karl, da quanto tempo...>> mi salutò ironica iniziando a preparare la cioccolata.
I capelli biondi platino e sottili come erba le ricadevano corti sulle spalle magre e bianche, il naso all'insù, come quello di Ewan, era arrossato, le labbra rosse sorridevano lasciando scoperta la dentatura perfetta. E poi c'erano gli occhi. La rendevano unica: un colore di blu tanto profondo e particolare che dalla prima volta che l'avevo vista mi aveva colpito.
Belli come lei, lei tutta era bella.
Dentro e fuori.
<<Perché mi fissi?>> chiese sorridendo. Mi faceva felice vederla contenta. Mi migliorava le giornate anche solo il suono della sua voce. Mi calmai cullato dalla sua presenza.
<<Sei bellissima...>> sussurrai.
CHLOE
<<Sei bellissima...>> mi sussurrò lui avvicinandosi.
Il cuore iniziò a pompare il più velocemente del previsto.
Deglutii rumorosamente perché nonostante tutto il tempo che era passato mi faceva sempre lo stesso effetto.
Nonostante il luogo, il momento, la situazione... lui mi faceva venire sempre la pelle d'oca. Mi faceva tremare le mani e palpitare il cuore.
Per me era importantissimo. Dopo tanto tempo avevo trovato una persona che non guardava solo l'aspetto fisico, ma anche ciò che si nascondeva dentro di me.
Ero consapevole di essere carina, ma non amavo tutte le attenzioni che mi rivolgevano le persone.
Avevo sempre qualche corteggiatore, qualcuno che ci provava, qualcuno che insisteva, qualcuno che abbandonava.
Non avevo mai ceduto alle loro avance, mi si ripresentava sempre davanti agli occhi il viso di quel ragazzo.
Quello che mi aveva tormentato per molti anni, quello che mi aveva rovinato la voglia di vivere, quello che aveva rubato con la forza una delle cose più importanti.
La dignità, il senso di sicurezza e la possibilità di amare.
Poteva sembrare strano, ma dopo ciò non riuscivo più a guardare un ragazzo che mi si avvicinava nello stesso modo in cui l'avrei guardato prima. Mi sembrava sempre di ritrovarmi davanti un clone di quell'essere spregevole.
Tutti tranne Karl.
Dalla prima volta che l'avevo visto, nonostante fosse più piccolo, più paffutello e meno maturo, mi aveva fatto una strana impressione. Non l'avevo inquadrato come potenziale violentatore ma come cavaliere giunto a me per spazzare via quell'ombra dalla mia mente.
Ci avevo visto giusto, ora Karl era davanti a me, mi abbracciava con forza e mi faceva sentire al sicuro, nonostante tutto.
Era più alto di me di una quindicina di centimetri, anche perché ero una nanetta, i capelli erano diventati più sul biondo cenere, gli occhi sempre azzurri cielo, le spalle si erano allargate ed erano diventate più muscolose, i tratti tedeschi rendevano i lineamenti duri e severi, la mascella visibile e gli zigomi alti. Un sorriso perfetto che poteva contagiare tutti tra due labbra pallide e carnose.
Era diventato proprio bello, mi ricordavo quando l'avevo conosciuto. Niente in confronto.
<<Grazie Karl...>> sussurrai
<<Per cosa, piccola mia?>> mi chiese accarezzandomi la guancia.
Appoggiai la mia mano sulla sua.
<<Per essere rimasto e per avermi accettata...>> gli risposi per poi finire con <<e salvata>>
<<Lo sai che farei di tutto per te>> mi prese il viso con entrambe le mani spingendosi contro il piano della cucina.
<<Lo so, è per questo che ti ringrazio.>>
<<Ti amo>> mi sussurrò
<<Non sai quanto...>> gli risposi sorridendo quando le sue labbra si posarono sulle mie delicate.
Rimanemmo lì per un pò ad amarci con tenerezza mentre tutto intorno a noi iniziava a sgretolarsi.
Un boato.
Ci staccammo l'uno dall'altra velocemente.
Un tuono aveva distrutto il silezio e un fulmine solitario aveva squarciato il cielo violentemente.
<<Adele...>> sussurrai.
<<Cosa sta succedendo? >> chiesi.
<<Chloe, oggi è venerdì. Starà iniziando la cerimonia, è troppo tardi...>>
<<Non dire così!>>
<<Cosa devo pensare? Non siamo arrivati a nulla, gli altri sono spariti e oggi è il Giorno prescelto per Nidhoggr. >>
Lo guardai. Il solito sguardo che lo contraddistingueva, quello solare che non mollava mai... non c'era più. Era scomparso nella consapevolezza che se non fosse successo un miracolo non potevamo migliorare la situazione.
<<Vado dal Prof, siamo stati lontani troppo tempo. Andiamo a lavorare, magari giungiamo a qualcosa...>>
Si incamminò fuori dalla stanza lasciandomi lì in un turbine di pensieri.
Guardai fuori dalla finestrella aspettando che succedesse qualcosa. Qualcosa che mi facesse capire che lei c'era, era viva, che ne valeva ancora la pena, che non era tutto perduto.
Non mi sarei arresa, avrei creduto in un risvolto positivo fino alla fine dei miei giorni, fino a quando avrei respirato, avrei creduto.
Corsi su per le scale.
Mi ritrovai davanti alla camera di Adele.
Me la ricordai seduta sul letto a guardare il vuoto, tanto chiusa e incattivita quanto forte e determinata.
Ero sicura che avesse cercato di comunicarmi qualcosa, ero sicura che non aveva mollato neppure lei.
La stanza come sempre era perfetta, pulita e ordinata. Senza nessun dettaglio fuoriposto.
Mi sedetti sul letto, nel punto preciso in cui si sedeva sempre lei, mi mancava molto.
Alzai lo sguardo e iniziai ad osservare la scrivania. Era a posto.
I libri all'angolo, fogli in bianco al centro affiancati da matite appuntite, gli album chiusi e riposti con amore nell'angolo opposto ai libri, la lampada bianca attaccata al muro non aveva mai illuminato nulla.
Tutto così vuoto e triste tranne le foto al di sopra della scrivania in legno.
Le guardai meglio, ricordai quando mi spiegò il motivo per cui le aveva appese e perché in quella posizione.
<<Aspetta un attimo...>> sussurrai a me stessa alzandomi e avvicinandomi.
Una matita era fuori posto e la punta di grafite era leggermente appiattita. Osservai attentamente la posizione delle foto. Non era giusta!
Cosa voleva dire? Era stata lei?
<<Prof! Karl!>> urlai sentendo loro al piano di sotto.
Accorsero immediatamente nella stanza ansimanti per le scale fatte di corsa.
<<Cosa è successo Chloe? >> chiese Karl
<<Adele è stata qui, lo so. >> annunciai.
<<Come fai a saperlo?>> mi chiese il Prof appoggiandomi una mano sulla spalla e mettendosi a posto gli occhiali.
<<Queste foto sono state spostate, non era questo il loro ordine. C'è qualcosa che mi puzza...>> sussurrai l'ultima parte della frase.
Mi avvicinai e staccai con forza le foto dal muro.
<<Cosa fai!?>> urlò Karl.
<<Faccio luce su questo fatto.>> risposi autoritaria.
Girai le foto e rimasi interdetta.
Dietro, con matita poco calcata, c'erano scritti dei numeri.
<<Cosa c'è?>> chiese Karl avvicinandosi
<<Numeri>> risposi non capendo.
<<È stata qui veramente... e questi non sono numeri e basta.>> iniziò Karl contandoli.
<<Sono coordinate. Ma non so in che ordine vadano messe>>
<<Lo so io...>> ora tutto era più chiaro. Dietro ogni foto c'era un numero a due cifre.
Tre per latitudine, tre per longitudine. Lo sapevo che Adele c'era, che non aveva mollato, che aveva trovato un modo per comunicare con noi.
Presi la prima dicendo.
<< La prima per l'amore che li lega>> e la posizionai vicino ai libri di Shadowhunters alla mia sinistra.
<<La seconda per il bello delle cose. La terza per la rinascita>> la voce mi si incrinava al ricordo di quando me l'aveva raccontato. Quando si era aperta con me rivelando le sue debolezze.
<<La quarta indica unione ed infine la quinta...>> sospirai vedendo i numeri che prendevano forma regalandoci la giusta collocazione di ciò che stavamo cercando da tempo.
<<La morte>>
Il quadro era fatto ma lacrime amare solcavano il mio viso impedendomi di mettere bene a fuoco le cifre davanti a me.
<<Ci siamo, ho capito dove si trova. Ma come ha fatto Adele a saperlo? Dubito glielo abbiano detto>> chiese Karl.
<<Fa parte dei suoi poteri. Ma non so come abbia fatto ad entrare qua...>> disse il Prof pensando a come far andare avanti la missione.
<<È tardi ragazzi, ho paura che questa volta non riusciremmo a farcela...>> sussurrò il Prof abbandonando ogni speranza.
NO! Non potete abbandonare così !
Un urlo dal giardino della villa ci fece affacciare alla finestra.
<<Scendete!>> ci ordinò una chioma rossa fuoco.
Erano arrivati!
SOFIA
Corsi a perdifiato lungo il tragitto che divideva la villa dal lago.
Appena scorsi le colonne bianche marmo e i finestroni iniziai ad urlare come una forsennata.
<<Uscite! Scendete! Forza!>> continuavo ad urlare seguita a ruota da Fabio e dagli altri due. Mi sentivo spossata ma quello era il mio ultimo pensiero.
Avevamo poco tempo, il fulmine ne era la prova.
Chloe, Karl e il Prof si precipitarono giù. Ci abbracciamo tutti e per qualche secondo mi lasciai andare alle lacrime. Ero felice perché eravamo insieme e anche se non ce l'avessimo fatta ero consapevole di aver vissuto parte della mia vita con persone che mi volevano bene per quello che ero.
<<State attenti! Vi voglio bene!>> urlò il Prof mentre correvamo verso il lago. Mi dispiaceva lasciarlo lì, ma non doveva rischiare. Non potevo perdere anche lui.
Arrivammo al lago dopo aver spiegato a grandi linee quello che era successo a Karl e Chloe.
Loro erano stupiti ma ci lasciarono finire il discorso.
Arrivammo davanti alla lastra cristallina che mi era diventata così familiare.
<<Karl, sai dove si trova? >> chiesi al mio compagno.
<<Sì, dammi la pietra >> mi disse. Gliela porsi e lui la scaraventò con forza in acqua. Questa si colorò di un viola scuro che turbinava su se stesso.
<<Pensa dove andare, Karl. Noi seguiamolo velocemente.>> spiegai.
Karl si lanciò in acqua e anche noi, velocissimi. L'acqua ghiacciata mi schiaffeggiò il viso. Venni sbattuta da una parte all'altra come uno straccio. Tutto intorno a me turbinava.
Giungemmo sulle sponde di un'altro lago, mai visto. Avevo lo stomaco sottosopra ma cercai di trattenere il conato che mi si era presentato.
Ci ritrovammo davanti a una villa in cima alla collinetta, nascosta parzialmente dal verde. Una nube nera la copriva dall'alto rendendo il tutto molto spettrale e inquietante.
Iniziammo a correre verso quest'ultima.
<<Adele, arriviamo!>> urlai spronando il gruppo verso la battaglia.
#angoloautrice: ciao a tutti! Come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto? Pronti a vedere come si risolveranno le cose? Idee? Vi immaginate qualcosa? Mi dispiace non aver aggiornato prima ma la scuola mi ha frenata alquanto. Proverò a postare domani ma non prometto niente. Per sapere come continuerà la storia aspettatemi per il prossimo capitolo! Commenti e stelline <3 Grazie!!!
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