Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

MIA

ADELE

La macchina sballottava da un lato all'altro senza sosta. Mi sentivo scoperta senza i miei maglioni enormi, non avevo mai vestito qualcosa di tanto elegante e avrei preferito non farlo.
Le balze nere coprivano interamente le gambe e ciò mi andava benissimo, ma il corpetto... il corpetto lasciava poco all'immaginazione.  Mi stringeva il busto facendomi respirare a fatica, lasciava scoperte le clavicole e le spalle che erano ritte per il momento imbarazzante.

Alessandro era seduto vicino a me. La sua mano posata sulla mia gamba, non feci nulla per spostarla.
I suoi occhi, le sue labbra, la sua voce. Avevano qualcosa che mi incantava, avevo difficoltà a pensare vicina a lui. Come se la sua presenza mi facesse inceppare qualche ingranaggio. 

<<Pronta per la serata?>> mi sussurrò lui all'orecchio. Un brivido lungo la schiena.
<<Evidentemente>> risposi acida, mi era quasi impossibile  essere più carina e dolce con le altre persone.
<< Ne sei consapevole che sarai solo mia questa sera? Non lascerò che qualcuno ti si avvicini >> sussurrò ancora più vincino a me.
Mi rizzai a sedere. Non ero di sua proprietà, io ero solo mia e di nessun altro.
Non riuscivo a capire se mi facesse piacere o no questo suo attaccamento.

Ci eravamo conosciuti un pò mentre ballavamo. Le solite cose: dove hai studiato, cosa ti piace fare, cosa farai...
Mi era piaciuto il suo modo di fare, così carismatico e misterioso allo stesso tempo. Mi aveva intrigato ma ciò non voleva dire che potesse prendere il controllo della mia esistenza.
La mia esistenza era solo mia, io sarei stata l'artefice del mio futuro.

Gli lanciai un'occhiata fredda che lui non potè non notare.
<<Io cosa sono?>> chiesi sibilando dagli ultimi posti a sedere dell'enorme macchina.
<<Mia>> ripetè più sicuro.
<<Emh... guarda che>> iniziai arrabbiata, anzi furiosa.
Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi disse <<Tranquilla, scherzavo.>>
<<Sarà meglio>> precisai incrociando le braccia.
<<Non ce la  fai ad  essere  più  carina?>> chiese lui guardandomi negli occhi.

Mi persi per un attimo nella profondità del suo sguardo per poi riprendermi dicendo
<<No>>
Lui arricciò il naso, forse un pò infastidito.
<<Io ci sto provando, sto cercando di conoscerti, ma tu non me ne dai la possibilità>> ammise sussurrando per non farsi sentire dagli altri nei posti avanti. 

<<Ma noi ci stiamo conoscendo>> risposi fredda
<<Lo so, ma non come vorrei io. >>
Cadde  silenzio.
Non seppi cosa dire, cosa intendeva?
Un'immagine mi passò davanti confondendomi. Per un attimo i capelli platino presero una sfumatura pece e gli occhi si schiarirono fino a diventare azzurri ghiaccio.

Sempre con  me.
Era diventato un pensiero fisso.
Quasi un'ossessione.
Non riuscivo a togliermi dalla testa: la sua voce, le sue labbra, le sue mani, le sue parole, il suo sguardo... tutto di lui mi devastava e allo stesso tempo mi guariva dalle ferite.

Scossi la testa.
<<Hai qualcosa di strano, Adele. Qualcosa che la mia mente non riesce a spiegarsi.>> mi prese le mani tra le sue e il mio cuore prese a palpitare. Non sapevo cosa fare.
O lasciarmi andare o continuare a rimuginare su una persona con cui non sarei mai potuta rimanere insieme.
<<Tu hai qualcosa di speciale, qualcosa che ha fatto battere il mio cuore dopo tanto tempo. Vorrei solo sapere se anche tu sei disposta ad approfondire la nostra conoscenza>> sussurrò.
La gola era secca come una duna del Sahara. Quando serviva dove finiva tutta la mia brillantezza?
A farsi un bagno, probabilmente.

La macchina sbandò e gli finii addosso. Le mie mani, appoggiate al suo petto muscoloso, tremavano.
Mi rimisi composta mentre la macchina enorme, sembrava quasi un pulmino, accostava vicino a una villa mastodontica .
<<Prendo il vostro silenzio come un sì, mia cara>> il suo sorriso sembrò illuminare l'abitacolo buio.
Non riuscii a fare altro che rimanere zitta.
Come un ebete.

È meglio così.
Mi urlava la mente.
Non è quello che vuoi.
Mi rispondeva il cuore.

Ma ormai il mio cuore era stato distrutto, calpestato e stravolto. La mia mente vinse facilmente.
Gli presi la mano e ci incamminammo verso l'edificio. 

CHLOE

Mi aggrappai all'avambraccio di Karl. Mi metteva in soggezione la grandezza della villa. Era il doppio di quella del Prof, fronteggiata da viali alberati e prati all'italiana ben curati. Una fontana con acqua cristallina decorava l'entrata dell'edificio.
Le scale in marmo luccicante fremevano sotto i nostri passi. Le tre entrate in mogano erano spalancate e facevano fuoriuscire una luce accecante che illuminava le pareti bianche latte.
Semicolonne decoravano la facciata insieme a finestroni enormi che davano sull'intero.
Notai colori e movimento dentro l'edificio.  Una musica fievole mi giunse all'orecchio facendomi capire che fossimo vicini.

Karl mi strinse a sè quando passammo vicino ai camerieri che si inchinavano servili al nostro passaggio. 
I corridoi serpeggiavano larghi tra mobili vintage e specchi rifiniti in acciaio.
La moquette rossa e distesa su tutto il pavimento mi rendeva difficile camminare.  Non volevo che i tacchi si impigliassero a qualcosa e mi facessero cadere facendomi fare la figura della fessa.
Ma tu sei una fessa
Sempre gentile

Alan esclamò: <<Forza ragazzi! Siamo arrivati! Ricordatevi i passi e le frasi che abbiamo preparato. Non sbagliate, mi raccomando. Mi gioco la reputazione questa sera. >>
mi tremavano le mani mentre altre porte in mogano scuro venivano spalancate.

Sentivo il vociare della gente dall'altra parte, percepivo che ci stavamo avvicinando ad altre persone. Sentivo la loro essenza scorrere nel loro corpo. 
Un brivido mi percorse le membra.
<<Stai bene Chloe?>> mi chiese Karl preoccupato.
<<sento che c'è qualcosa che non quadra >> sussurrai vicina al suo orecchio.
<<Stai tranquilla e goditi la serata.>> disse accarezzandomi al guancia.

Scesi lentamente la scalinata. Mi sentivo come Cenerentola solo che il mio principe era di fianco a me e non ad aspettarmi in fondo alle scale.
Sorrisi al pensiero di avere Karl al mio fianco.
Non capivo ancora come potesse farmi sempre lo stesso effetto della prima volta che lo avevo visto. 

Ci venne incontro una donna di mezza età, bionda con occhi azzurri, in un vestito baldanzoso, rosso fuoco e brillantinato d'oro.
Alan e la presumibile moglie erano gli unici vestiti differentemente.
<<Buonasera a tutti, ragazzi>> ci salutò con un inchino.
Alan la prese per la vita e le schioccò un bacio sulla fronte.
<<Miei cari, questa è Isabella, mia moglie. Ho deciso di dedicare questo ballo al nostro anniversario di matrimonio. >> ci spiegò.
Karl mi accarezzava il braccio e non riuscivo a stare bene attenta.

Maledetto te e il tuo effetto su di me.

Arrivammo al centro dell'enorme sala da ballo. Quasi tutti si erano accorti della nostra presenza, ma non c'era silenzio. Anzi, borbottii e sussurri sommessi riempivano la stanza affrescata.

<<Buonasera a tutti i presenti!>> tuonò Alan al centro di tutti noi.
In un attimo calò il silenzio.
<<Sono fiero di questa serata, vorrei che tutti in questa sala possano divertirsi. Ora vi inviterei a cenare. Ordinatamente dirigetevi verso la stanza adiacente. Troverete dei tavoli, Isabella ha già organizzato i posti. Avanti>> ordinò con la sua voce potente.
Mi metteva assai in soggezione ma era stato carino ad invitarci tutti.

Sempre aggrappata a Karl ci avviammo verso la stanza designata.
Era anch'essa enorme con colonne divisorie in stile corinzio. Le pareti erano coperte da arazzi mitologici e anche i soffitti a volta affrescati rappresentavano vari miti o racconti.
Una distesa infinita di tavoli a coppia copriva il pavimento in marmo.
<<Mi ero immaginata delle tavolate lunghissime. Non a due a due>> sussurrai a Karl.
<<Anch'io, ora il problema sarà trovare il nostro. >> ammise lui afflitto. Annuii osservandolo dal basso.

La mascella era contratta, la leggera peluria della barba gli copriva la parte inferiore del viso. Le gote erano arrossate e gli occhi azzurri erano risaltati dalla lunghezza delle ciglia.
<<Perché mi fissi?>> Sentii la sua voce gutturale e profonda.
Arrossii istantaneamente. I suoi occhi si posarono su di me, tracciarono i lineamenti del viso. Non riuscii a spiaccicare parola, ero stata beccata in flagrante.
<<Sei meravigliosa quando diventi rossa>> mi sussurrò all'orecchio per poi spostare una sedia.
Mi indicò il tavolo al quale eravamo arrivati.

Stavo scoppiando, probabilmente ero più simile io a un peperone che il peperone stesso.
Il tavolo era tondo, apparecchiato con posate argentee.
Calici di cristallo erano pronti per essere riempiti. 
Due maschere, dello stesso colore del mio vestito e della sua camicia, erano posate sulla tavola.
Mi sedetti e appoggiai la mano su quella di Karl. 
Lui la strinse forte. Mi guardò negli occhi e mi disse.
<<Sei solo mia, stasera. >>
Iniziò così la serata.
Tra risa, sguardi, parole dolci.
Anche se qualcosa dentro di me mi diceva di stare attenta, che qualcosa non andava.

#angoloautrice: ciao a tutti! Mi scuso per il capitolo deludente ma sono tornata da pochissimo dalla montagna e non volevo lasciarvi senza il vostro capitolo, quindi ho buttato giù velocemente queste parole. Dovevo postare domenica ma come avrete sicuramente capito non ci sono riuscita. CAPITEMIII!
Comunque spero di riuscire a postare domenica, vi spoilero che ci sarà la tanto attesa scena Fafia!! Cosa succederà? Continuate a seguirmi e alla prossima!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro