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LUCE E TENEBRE

SOFIA

Fabio mi guardava con uno sguardo strano. Un misto tra "non voglio farti del male" e "combattiamo fino allo sfinimento".
Una fiammata mi sfiorò ma la scansai velocemente.
Il mio neo brillò sfavillando nella stanza immensa.

C'eravamo solo noi, io e lui.
Con i nostri problemi e con tutte le parole non dette.
Dal pavimento crebbero liane.
Come dei pali, fino al soffitto, creando un cerchio con al centro il mio nemico.
Mi arrampicai su uno di essi velocissima mentre lui si guardava attorno ancora spaesato.
Mi lanciai nel vuoto, aprii le braccia mentre i miei piedi si staccavano dal solido.
Mi buttai sul corpo di Fabio. Rotolammo a terra e lui prese una botta fortissima alla schiena.
Un urlo uscì dalla sua bocca.

<<Vedi cosa succede a essere così malvagi?>> sussurrai creando un suono diverso dalla mia voce.
Era la voce di sua madre.
Lui si irrigidì e aprì di scatto gli occhi.
<<Non osare!>> urlò lui di rimando.
Dal suo petto crebbe una sfera di fuoco denso, come lava, che piano piano cresceva.
Mi levai velocemente e per poco caddi a terra, la bolla lo aveva inglobato e se ne stava lì sdraiato, dentro la sua bolla, a non fare nulla.
Mi arrabbiai, cosa credeva, di rimanere lì sdraiato a non fare nulla?

Creai intorno a lui una gabbia di liane robuste, poi iniziai a far diminuire lo spazio all'interno. Lo rimpicciolii fino a quando Fabio, non riuscendo più a starci dentro , con un'esplosione, distrusse le liane che lo imprigionavano.
<< Chi è che dovrebbe controllare le proprie debolezze?>> continuai sempre usando la voce di sua madre.

Sotto il mio controllo, l'aria modificava le onde sonore e riuscivo a ricrearle a mio piacimento.
<<Ho detto che la devi finire!>> urlò lui tirandosi i capelli.
Una radice nodosa si arrotolò attorno alle sue caviglie e lo fece cadere a terra.
Appoggiai un piede sul suo petto e schiacciai cercando di fargli male proprio al cuore, dove mi aveva distrutta.
<<Dove è tutta la tua forza? Ti stai piangendo addosso, hai fatto delle tue debolezze la tua forza? A me non sembra proprio.>> gli sputai a pochi centimetri dal viso.

Era un gesto orribile, ma in quel momento Fabio equivaleva ad un insetto, non si meritava tutti i pensieri che gli avevo dedicato in quel tempo.
<<Devi finirla! >> continuava a urlare.
Intorno a noi le liane diventavano più fitte e contorte. Si stava creando una cupola intorno a noi.
<<Mi hai usata tutto questo tempo? Ti sei stancato del tuo giocattolino?>> gli dissi a denti stretti.
Le mani mi fremevano e la rabbia stava prendendo il controllo.

<<No Sofia, ti sbagli...>> sussurrò lui
<<Mi sbaglio? E ho anche sentito male quando mi rinfacciavi i miei difetti? Quando mi hai fatta sentire una merda?>> urlai arrabbiata, quasi isterica.
Dalle sue mani partirono due fasci di fiamme, quindi balzai all'indietro. Bruciò le radici e si rimise in piedi.
<<Sono un demente, mi dispiace>>
<<Ti dispiace? Ma davvero?>> lo guardai con schifo.
<<Se mi ami veramente dimostramelo. Ho bisogno di certezze e tu non me ne dai, anzi mi dai solo delusioni. >>

Lui digrignò i denti rabbioso.
<<E ora sei pure arrabbiato? Hai capito quanto fai schifo? >> continuai ad istigarlo, volevo vedere fin dove si sarebbe spinto.
<<Sofia, lo sai cosa provo per te. >> sussurrò lui aprendo e chiudendo le mani ripetutamente in modo isterico.
<<Dopo ieri sera tutte le mie certezze sono crollate!>> urlai per fargli capire quanto stessi male e quanto ci soffrissi.
Lui iniziò a camminare intorno, seguendo la linea delle liane che ormai avevano creato una cupola, il buio stava inghiottendo qualsiasi cosa.
<<Ho detto che non pensavo veramente quello che dicevo!>> mi disse mentre iniziava a correre in tondo.

Correva velocissimo, non riuscivo quasi a distinguerlo.
Un nuovo potere... pensai guardandolo meravigliata.
Era un fulmine, un pò come Flash. Dopo poco, dietro di lui si formò una fiammata. Un cerchio di fuoco mi imprigionò.
Senza neanche accorgermene me lo ritrovai davanti.
Cercai di tirargli un cazzotto ma lui lo scansò, poi un calcio e lo presi sul fianco destro. Imprecò poi tornò all'attacco.
Un suo pugno mi colpì la spalla, nel mentre io gli avevo tirato un calcio sugli stinchi. Partivano colpi su colpi.
Il mio corpo iniziava a indolenzirsi.
<<Non puoi pensare che non me la prenda. Mi hai detto cose troppo forti e pesanti>> gli dissi in un momento di tregua. Mi asciugai un rivolo di sangue che mi scivolava dal labbro inferiore.

<<Ne sono consapevole>> rispose lui.
<<Allora evita, è meglio per tutti>> sentenziai.
<<Ma non sai quanto ci sia stato male, Sofia io...>> cominciò lui, ma non lo lasciai finire.
<<Tu sei sei stato male? Vuoi scherzare?>> presi fiato, l'aria cominciava a mancarmi a causa delle fiamme altissime intorno a noi.
<<Lo sai cosa si prova a sentirsi dire " fai schifo, cambia"? Lo sai cosa significa guardare in faccia la persona che ami e vederla delusa? Lo sai cosa vuol dire sentire quelle parole uscire dalla TUA bocca?>>

Lo guardai mentre puntavo un dito verso il suo petto, dove il suo cuore pompava.
<<Lo sai cosa significa pensare di aver trovato la persona giusta, quella che amerai per tutta la vita, e poi capire che in realtà lei non ti ama affatto? >> finii la frase.
Lui mi guardava a occhi spalancati senza aprire bocca.
<<Non è vero che non ti amo.>> ammise lui con determinazione, ma io ormai non ci credevo più. Non credevo a una persona che invece di aiutarmi mi voltava le spalle.

<<Le parole volano via, Fabio. È la sostanza che conta ma tu non ne hai. Non voglio essere illusa. Tu non ci tieni a me.>>
Continuava a guardarmi e a tremare mentre attorno a noi danze infuocate avevano luogo.
<<Lo sai che per me è difficile esternare le emozioni ...>> si giustificò lui.
<<Solo scuse. Se sono la persona che ami non hai bisogno di trattenerti. >> lo fissai negli occhi.
<<Io Fabio ti amo. Ma tu, tu mi ami?>>
In quel momento un boato irruppe violentemente nella stanza.
Le fiamme avevano bruciato le liane della "cupola" e si stava tutta distruggendo.

Pezzi di rami e liane nodose cadevano dal soffitto ma noi non avevamo vie di fuga.
Guardai Fabio per un secondo poi fui sommersa dal verde.

Ciò che avevo creato mi aveva ferita.

Per un attimo fu tutto nero.

Io e Fabio eravamo tanto diversi.
Lui era il tenebroso, io la solare.
Io ero quella insicura, lui quello sicuro.
Io ero quella che esternava i suoi sentimenti, lui quello chiuso in una barricata.
Eravamo come il giorno e la notte, come il sole e la luna, come l'acqua e il fuoco, come il bianco e il nero... totalmente diversi ma uniti da qualcosa di speciale. C'era qualcosa che ci rendeva simili nonostante tutto, anche se non sapevo cosa. Come se ci fosse qualcosa che ci unisse in maniera indelebile e magnifica.

Tossii a causa del poco ossigeno lì sotto. Se qualcuno non mi avesse tirata fuori ci sarei rimasta secca.
Pensai alle sue mani sul mio corpo, ai brividi sulla schiena, alle sue labbra sulle mie, al suo sguardo duro, ai suoi capelli morbidi.
Mi ero innamorata di lui, di tutte le sue perfette imperfezioni.

Ma non capivo se per lui fosse la stessa cosa. Se fossi il motivo per cui sorrideva alla mattina come un ebete o per cui stava sveglio la notte per pensarmi.
Fabio aveva tutte le ragazze ai suoi piedi, perché proprio me? Mi stava usando?
Non riuscii a rispondermi che la luce inondò il mio viso e l'aria pulita entrò di nuovo nei miei polmoni.

FABIO

Mi alzai dolorante sia fisicamente che psicologicamente.
Era tutto un casino: tutta la stanza era ingombra di liane e radici bruciate.
Ero un demente.
Sofia mi avrebbe mai perdonato?
Cosa dovevo fare?
Mentre pensavo ciò mi guardai in giro e notai che Sofia non c'era.
<< O mio Dio! Sofia! Dove sei?>> urlai agitato.

Cominciai a scavare come un forsennato alla ricerca di lei, la ragione del mio sorriso.
Non era vero quello che avevo detto. Sofia era la più forte di tutti noi. Amavo ogni suo perfetto difetto.

I suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra sopra le mie, i suoi sguardi, la sua voce, le sue espressioni buffe. Amavo qualsiasi cosa di lei. Ma non riuscivo a dimostrarglielo, non riuscivo ad esprimere tutto il mio amore e incasinavo solo di più la situazione.

Ad un tratto sentii qualcuno tossire.
Mi lanciai sopra una montagna di detriti anneriti e iniziai a scavare con ormai le unghie staccate e il sangue grondante dalle ferite sulle mani.
Spostai un ramo e finalmente l'immagine di Sofia si presentò davanti ai miei occhi.
<<Sofia!Stai bene?>>
Non mi rispose e allora mi avvicinai a lei e cominciai ad accarezzarle i capelli con delicatezza.
Anche così, con i capelli spettinati e la pelle grigia dalla polvere era bellissima ai miei occhi.

<<Sofia, rispondimi ti prego. Sono uno scemo, non meriti una persona come me al tuo fianco. Non riesco ad esternare i miei sentimenti e finisco sempre per incasinare tutto. Sappi solo che trovo belli anche i tuoi sbagli, sei perfetta ai miei occhi e lo sarai sempre.>> la guardai e poi al suo orecchio sussurrai <<Ti amo, Sofia>> lei non si mosse.
La scrutai per qualche secondo e improvvisamente le sue labbra pronunciarono queste parole <<Aspettavo queste parole da molto tempo. >> aprì gli occhi e mi fissò intensamente.
<<Ti amo anch'io, Fabio>>

Le nostre labbra si unirono creando un quadro perfetto.
Luce e Tenebre che si equilibravano. Ogni persona da sola è imperfetta, ognuno deve trovare colui che riempa ogni nostro vuoto.
E io l'avevo trovata.

#angoloautrice: eccomi qua con un nuovo capitolo! Mi scuso per l'attesa ma l'ispirazione ha deciso di farsi un giretto. Comunque, che ne pensate? Finalmente questo maledettissimo capitolo dei nostri Fabio e Sofia. Sarà la stessa cosa? Ne usciranno più forti e Uniti di prima? Vedremo.
Mentre in orfanotrofio cosa succederà? Ilaria come la prenderà? Julian farà qualcosa per bloccare il prof? Adele cosa sceglierà? Come mai non ha il neo? Per rispondere a queste domande continuate a seguirmi. Grazie mille <3

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