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LOTTA NELLA NOTTE

EWAN

La vidi confusa, arrabbiata e spaventata. Le sue mani tremavano e gli occhi guizzavano per ogni angolo della stanza.
Mi aveva respinto come si faceva con gli insetti. Come qualcosa che vuoi schiacciare e opprimere, dai suoi occhi sgorgava disprezzo a volontà. Una parte del mio cuore ci rimasi male per la sua reazione, ma d'altronde cosa avrebbe potuto fare?

Le ho fatto credere di essere una persona quando invece ero una cosa completamente diversa.
Ma lei, lei era come me, come noi.
Ma il punto era che non lo sapeva ed era lì che si presentava il problema.
Le sue mani erano diventate luminose, di un blu palpitante, come se il sangue si fosse tinto di un altro colore e che esso trasparisse attraverso la pelle. 

Davanti a me c'era una ragazza stanca di continuare a lottare contro la vita.  Stanca di avere sempre un ostacolo davanti. Stanca di vedere la sua vita cambiare senza la possibilità di tornare indietro.
<<Lontani!>> urlò di nuovo e quella volta le partì un lampo elettrico dalla mano.
Sofia lanciò un urlo dallo spavento e Chloe insieme a Karl si ritrasse sotto il tavolo. Il lampo aveva colpito il muro a pochi centimetri dalle loro teste. Esso si distrusse superficialmente. L'intonaco crollò e un nuvolone di fumo riempì parzialmente la stanza.

<<Sono un mostro >> sussurrò pensando di non farsi sentire da  noi tutti, che avevamo delle facce esterrefatte e quasi spaventate.
Lei con uno scatto superò la soglia della porta non posando lo sguardo sulla sorella, poi uscì dalla casa dopo aver corso per il salotto e l'entrata.

Ci risvegliammo dal nostro stato di trans <<Andate! E attenti!>> ci urlò il prof indicando la porta.
Io e Fabio in testa con Karl e Sofia alle calcagna e infine Lidja e Chloe che erano leggermente più lente.
Il prof era rimasto nella villa con Ilaria per spiegarle bene cosa stesse succedendo.

Correvo tra le fronde fronzute degli alberi del bosco. La luce stava lasciando il posto al buio della notte. Il sole stava calando posandosi delicato sulle chiome degli alberi.
Le gocce di sudore mi scivolavano lungo le tempie per poi seguire la linea del mio profilo.
Vedevo Adele davanti a  noi, si stava dirigendo verso il lago ed era un bene perché era un posto che conoscevamo alla perfezione.
Dopo pochi minuti di corsa sfrenata arrivai al lago.
Lei era seduta sulla sua riva, la stavo raggiungendo, ero a pochi metri da lei seguito da Fabio.
La mia mano le sfiorò la schiena, ma in un nano secondo una mano metallica fuoriuscì dallo specchio d'acqua.
Afferrò Adele per la mascella e la portò sott'acqua.

<<Adele!>> urlò Fabio quando la sua immagine scomparve sotto la superficie fluida. La pioggia continuava a cadere insistente sopra le nostre teste.
Mi avvicinai provando a vedere cosa stesse succedendo.
<<Cos'era?>> chiese Sofia spaventata. Fabio fremeva, abbracciò Sofia con un braccio mentre guardavamo tutti il lago davanti a noi in attesa che succedesse qualcosa, non si riusciva a vedere niente.
Solo movimenti sottomarini.

SOFIA

Il braccio di Fabio mi stringeva le spalle ma non riuscivo ad essere completamente tranquilla. 
Come il sogno che avevo fatto prima dell'inizio di tutto ciò, Adele stava perdendo qualsiasi cosa.
Stava lottando per non perdere anche se stessa. Doveva solo capire che in realtà stava trovando la sua vera essenza, non stava lasciando niente. Stava perdendo certezze per acquistarne di nuove.
Poteva essere difficile, ma come noi, ce l'avrebbe fatta anche lei.

Un fulmine potente nella sua esile simmetria si scagliò accompagnato da un grosso boato sul lago. Le acque si illuminarono e noi per qualche secondo riuscimmo a vedere ciò che c'era sotto. Ma esso fuoriuscì dall'acqua e avemmo modo di vederlo e studiarlo meglio.
Erano tre creature: una viverna e due forme umane. Erano tutti metallizzati, come se fossero assoggettati.
La viverna era di dimensioni più piccole, era più esile e meno alta e imponente, con le ali coperte da rifiniture metalliche. Le due forme umane avevano le stesse caratteristiche di Mattia, il primo assoggettato.
Solo che non avremmo potuto aiutarli perché non avevamo più la gemma, al suo posto, nel dungeon si trovavano i cinque frutti dell'albero del mondo. I draghi, nei sogni, ci aveano spiegato che se Nidhoggr era riuscito ad evadere da Draconia, sarebbe riuscito anche a tornarci, allora dovevano tenerle in un posto sicuro.

Uno aveva la corazza nera, l'altro grigia.
Quest'ultimo teneva per il collo Adele. Si dimenava per aria come una dannata, le vene pulsanti di energia mi permettevano di vedere i nostri avversari, perché emettevano una certa quantità di luce, anche se fievole.
<<Aiuto>> urlò con voce strozzata Adele.
<<Lasciatela stare!>> impose Ewan dando voce a tutti noi.

Eravamo schierati uno di fianco all'altro, come ai vecchi tempi.
I nostri nei brillavano di una luce intensissima.
Le ali sulla mia schiena comparvero naturalmente e le mie mani si allungarono diventando artigli. Così fu anche per i miei compagni.
<<Perché dovremmo?>> rispose con voce tonante il grigio.
<<È meglio per tutti. Possiamo finirla in fretta>> risposi cercando di prendere il controllo della situazione.
<<Ma forse non ha capito, noi vogliamo proprio cominciarla questa lotta.>> scoppiò a ridere il nero.
Adele si fermò, le gambe non si muovevano più e la sua testa era rovesciata di lato.
Porca miseria.

Il grigio che la teneva per il collo la avvicinò a sè, il suo viso era a pochi centimetri dal suo.
Lui era balzato giù dalla groppa della viverna che non si era mossa da lì.
<<Sei solo una misera, non c'è neanche un briciolo di soddisfazione nel vederti crepare.>> le fece appoggiare i piedi a terra, ma le ginocchia erano molle.
<<Facile da uccidere. Insignificante come i suoi genitori. >>
Tolse la mano dalla sua gola e le diede una leggera spinta, pensando di farla  cadere all'indietro.
Le sue gambe si spostarono e lei si resse in piedi.
<<Ma cosa?>> riuscì a dire quello grigio prima di essere scaraventato a qualche metro di distanza da una scarica elettrica.
<<Prova a ripetere una frase del genere e ti stacco la testa a morsi.>> disse Adele con voce roca.

ADELE

La gola mi bruciava ed ero anche molto spaventata.
Ma la rabbia vinceva su tutto.
<<Ora!>> sentii urlare dall'altro, quello nero.
Un ruggito squarciò l'aria, probabilmente dell'animale che era venuto con quei due.
Ma la mia mente era fissa solo su una persona.

Mi avvicinai al grigio. Mi sedetti sopra di lui che era mezzo tramortito.
Presi la maschera di ferro che aveva sopra il viso e la tirai, con più forza che potevo. Era appiccicata alla pelle ma non mi interessava.
Strappai la maschera e vidi il suo viso squarciato e ricoperto di sangue nero senza residui di epidermide. Feci lo stesso con il petto e le braccia. I suoi urli sovrastavano quelli degli altri. Ma non volevo fermarmi.
<<Debole come i tuoi genitori. >> sussurrò.

Urlai dalla rabbia. Tirai un pugno sul suo petto, due, tre volte.
Gli schizzi neri mi sporcavano il viso e la pelle mi bruciava.
<<Ora basta, si fa sul serio.>> disse lui. Dalla sua mano sinistra partì un lampo nero. Mi colpì al fianco destro e un dolore atroce mi fece tremare tutta. 
Volai a qualche metro di distanza ruotando su me stessa.
Cercai di alzarmi ma avevo preso un forte colpo alla nuca.
Vedevo tutto doppio.
Scossi la testa e cercai di riprendermi. Sentii i suoi passi avvicinarsi, mi prese per la mascella e mi alzò dalla terra bagnata dalla pioggia.
<<Non fare la furba ragazzina, non è gioco.>> mi sussurrò vicino all'orecchio.

La sua pelle, prima squarciata e sanguinolenta, si stava riplasmando attorno alla carne. Dopo poco tornò normale con pelle bianca e perfettamente liscia.
Era un ragazzo normalissimo alla vista ma che celava il male.
Aveva gli occhi neri come la pece e i capelli platino.
Mi guardava da capo a piedi, io esausta non riuscivo a reggermi neanche seduta.
Mi diede un pugno sulla guancia e mi accasciai a terra.
<<Sei squallida, non hai neanche la forza di reagire.>>
Il mio corpo tremava, la bocca si stava riempiendo di sangue e il mio corpo di nuovi lividi.
Ero stanca, non mangiavo da un bel pò e ciò che era successo nelle ultime ore mi aveva sconvolta ancora di più. 

Alzai un attimo lo sguardo  e vidi i miei compagni combattere. 
Ewan, Fabio e Karl contro l'essere alato. Sofia e Lidja contro l'altra persona. 
Erano mezzi trasformati, ali maestose spuntavano dalle loro schiene e combattevano con fierezza.
Anch'io ero come loro ?
Capii finalmente da cosa volevano proteggermi, perché non me ne avevano parlato subito.
Ci voleva forza per una vita del genere, io ne avevo abbastanza ?
Sì, io sono come loro. Ce la posso fare.
<<Ce la posso fare...>> sussurrai.
<<Ah sì ?>> chiese ironico il grigio.
<<Sì, non puoi abbattere qualcosa che è già stato distrutto.>> sussurrai strisciando a terra cercando di allontanarmi da lui.

<<Questo lo vedremo>> mi diede un altro pugno ma questa volta svenni e il buio mi avvolse.
Sentii il mio corpo strisciare contro la terra, mi stava trascinando verso il folto del bosco.
Cosa mi sarebbe successo?

#angoloautrice: eccomi con il nostro nuovo capitolo! Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Cominciamo con le domande: riusciranno i ragazzi a sconfiggere questi nuovi nemici? Da dove sono saltati fuori ? Sono una nuova invenzione di Nidhoggr ? Come ha fatto? Cosa succederà ad Adele? Ilaria come prenderà la notizia? Vi dico solo che nel prossimo capitolo arriverà un personaggio a noi noto. Vediamo chi lo azzecca, scrivetelo nei commenti! Quindi tante stelline e ditemi cosa ne pensate. 
Sto partecipando ad un concorso e per una settimana e mezza non riuscirò a postare. Ma tornerò! <3

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