LA BATTAGLIA DEL LAGO
LIDJA
Ero aria. Avevo usufruito del mio nuovo potere, anche se non riuscivo ancora a controllarlo completamente. Era una sensazione strana.
Mi dovevo concentrare solo su me stessa.
Dovevo sentire il cuore battere, il sangue scorrere nelle vene, i movimenti più impercettibili del mio corpo e poi puff.
Mi dissolvevo.
Non sapevo esattamente come potesse succedere ma riuscivo a fondermi con l'aria.
Io vedevo tutto ma nessuno vedeva me.
Era un vortice di colore e rumori, niente era completamente nitido ma riuscivo ad orientarmi bene.
Ci misi un pò ma poi riuscii a "ricompormi ".
Ero dietro il nero, lui era a cavalcioni su Sofia e le stringeva il collo con le sue mani enormi. La sua armatura nera risplendeva alla luce del sole che stava calando dietro le colline.
Alzai la gamba e tirai un calcio abbastanza potente sulla nuca del nero. La sua schiena si curvò ma rimase sopra Sofia.
Non riuscii a colpirlo ancora perché qualcuno mi prese i capelli e li strinse con forza facendomi cadere a terra.
Urlai dallo spavento.
Ero ai piedi di una ragazza con i capelli platino sciolti al vento e con gli occhi neri.
Mi guardava dall'alto.
Mi ranicchiai mentre lei si abbassava. La roccia sotto di me era dura e dolorosa, la terra umida mi inzaccherava i capelli.
La guardai meglio e un lampo mi attraversò gli occhi, un ricordo.
<<Edith?>> chiesi
<<Oh, ma non c'è neanche più gusto. Mi conoscono tutti. >> disse sorridendo.
Piegò la gamba e mi colpì lo stomaco.
Mi mancò il respiro. Iniziai a tossire dolorosamente e fiotti di sangue uscivano dalle mie labbra.
<< Ma che ti succede? Stai male?>>mi chiese lei deridendomi.
<<Lasciami stare>> l'ammonii
<<Oh cara... ma io ho appena cominciato.>> scoppiò in una risata fragorosa e molto da personaggio cattivo nei cartoni animati.
Tra un attacco di tosse e l'altro riuscii a prendere un bastone poco distante a me.
Quando lei si rigirò verso di me i suoi occhi erano diventati rossi.
<<Ci divertiamo insieme?>> mi chiese abbassandosi.
Con uno scatto le scaraventai il bastone sul viso, lei indietreggiò con la guancia sfigurata. Il sangue nero le inondava il viso, i capelli e il collo.
<<Certo, con piacere.>> le risposi sarcastica.
Con tutta la forza che avevo in corpo sollevai una zolla di terra tra di noi creando un buco abbastanza profondo. Scaraventai il pezzo di terra sulla sua figura. Non fece in tempo a scartarsi quindi venne colpita.
Volò per qualche metro roteando su se stessa.
Era tutta sporca e leggermente intontita. Ne approfittai.
Mi sedetti per terra perché le gambe non mi reggevano più, ero esausta.
Sradicai un albero poco lontano da me.
Si librò fin sopra la testa di Edith e poi lo feci calare. Smossi, rompendone alcune, le radici e le feci annodare intorno al suo corpo.
Era un lavoro per Sofia, lei non ci avrebbe speso tutte quelle forze, ma in quel momento era alquanto impegnata.
Mi sdraiai a terra, le forze stavano svanendo da ogni mia cellula.
Sollevai l'albero con Edith intrappolata. Urlava come una pazza cercando di liberarsi.
Poi feci calare la trappola e sotterrai le radici nel buco che avevo creato prima.
Le sue urla erano cessate, inghiottite dalla terra.
Mi stesi a terra esausta. Mi guardai attorno e vidi solo distruzione.
Le orecchie mi fischiavano e i colori vorticavano attorno a me.
Provai a vedere cosa stesse succedendo agli altri ma non ci riuscii perché un boato esplose poco distante da me.
La terra saltò in aria e così anche l'albero. Era come se ci fosse stata una bomba. Fiamme nere avevano bruciato l'albero che ora moriva piano piano.
Una fiammata mi aveva colpito, la gamba che mi lanciava fitte dolorosissime, iniziai a tremare tutta.
La tensione accumulata e il dolore della ferita mi avevano bloccato la respirazione. Non riuscivo più a ragionare o altro.
Ero in preda alla sua potenza.
La figura di Edith fuoriuscì dal sottosuolo più immensa che mai ai miei occhi.
Mi girai verso di lei.
Lei si avvicinò, mi prese per il bavero della maglietta e mi sbattè ripetutamente contro il suolo.
<<Mi fai pena, non durerai molto. Proprio come i tuoi amici. >> i suoi occhi erano rossi come il sangue.
<<Dimmi solo una cosa. >> mi ordinò.
<<Dove è Adele.>> mi disse e vedendo che non le rispondevo mi urlò con tutto il fatto che aveva in gola <<RISPONDIMI!>> era minacciosa anche se era minuta.
<<Non lo so...>> biascicai, anche se lo sapevo benissimo.
Lei mi appoggiò una mano sulla tempia e mentre chiudeva gli occhi iniziò a parlare una lingua a me sconosciuta, demoniaca.
Mi sentii invasa, lei era nella mia mente e scorreva tra i miei ricordi in cerca di quello che volevo. Mi sentivo nuda, poteva distruggermi quando voleva.
Il suo peso sul mio corpo improvvisamente fu spazzato via. Un vento impetuoso l'aveva scaraventata lontano da me.
<<Grazie! Ho quello che voglio. Arrivederci!>> urlò mentre correva verso la foresta dopo aver ripreso l'equilibrio.
Ewan mi si sedette accanto.
Lo riconobbi dal suo profumo.
<<O mamma mia, Lidja come stai? Ti sei fatta male?>> iniziò a farmi domande a raffica ma dopo un pò mi persi. Cercai di mettermi seduta ma per poco svenni.
Allora lui mi prese il viso tra le mani e mi fece appoggiare la testa sulle sue gambe. Iniziò ad accarezzarmi i capelli corvini che mi erano scappati dallo chignon e mi sussurrava parole rassicuranti.
<<Ewan...>> sussurrai
<<Che c'è amore?>> mi chiese. Al suo amore mi sciolsi come un ghiacciolo al sole.
<<Io sto bene, devi andare da Adele. Ha bisogno di te.>> sussurrai.
<<Sicura?>> chiese preoccupato. Annuii convinta.
Lui si alzò e corse verso il bosco dopo avermi lasciato un leggero bacio a fior di labbra.
Dopo qualche secondo ci fu il rumore come di un ruggito, l'aria vibrò ma non sentii più nulla perché si fece tutto nero.
CHLOE
Mi sentii talmente in colpa che stavo per piangere. Quando avevo visto Karl immobile e ammassato in modo scomposto sulla terra bagnata avevo gridato il suo nome invano. Nonostante ciò ero riuscita a mantenere il controllo della situazione, ma quando anche Fabio era stato colpito, non ce la feci.
Mi sconcentrai.
Fu solo un attimo ma essenziale.
Il tornado, già di per sé era difficile da comandare, ci era sfuggito dal controllo.
Ewan mi prese saldamente per le spalle e mi urlò sovrastando il caos intorno a noi
<<Chloe! Concentrati! Dobbiamo fermarlo o sarà la fine!>>
Mi prese per mano e chiusi gli occhi. Riuscii solo a scorgere le figure di Fabio e Karl alle prese con la viverna.
Il buio calò nella mia mente e una pace rassicurante mi invase.
Mi sembrava di essere sola con il mondo.
Ah, e ovviamente c'era anche Ewan.
Eravamo entrati in una specie di mondo di mezzo, era lì che potevamo parlare con i Draghi Supremi.
Loro erano i draghi delle origini, i draghi principali, quelli che avevano dato origine alla stirpe dei draghi. Erano i principali e dai loro figli poi si diramavano i draghi con poteri minori. I draghi della Guardia erano le " reincarnazioni" di questi draghi perché a grandi linee dominavano gli stessi elementi dei draghi Supremi, che erano: vita, morte, fuoco, terra, acqua, aria.
Noi, in quel mondo di mezzo oscuro, potevamo chiedere aiuto a loro.
La voce di mio fratello rimbombò in quello spazio.
<<Oh cari Signori dei Draghi, sono qua per chiedervi un aiuto. I nostri poteri non sono ancora abbastanza forti per controllare una furia del genere. Quindi vi prego, in nome di Kuma e della nostra missione, di aiutarci. >> mio fratello concluse e io gli strinsi la mano orgogliosa di lui.
<<Avete peccato, non si può desiderare ciò che non si può raggiungere. >> rispose una voce echeggiante. Non riuscivo a scorgere la fonte.
Diciamo che Kuma era il loro drago preferito perché alle origini lo avevano già scelto come unione tra i loro poteri. Il potere non scorreva nel sangue del mio drago per ragioni familiari e di genetica, ma era stato scelto.
<<Ne siamo consapevoli, ma hanno bisogno di noi i nostri amici e volevamo fare qualcosa di più. >> ammise Ewan.
<<Noi ammiriamo la forza di Kuma e di conseguenza riponiamo fiducia anche in voi. Fate buon uso di questo nostro dono. >> ci disse una voce ancora più roca e gutturale.
Non ebbi il tempo di ringraziare o cose simili perché mi ritrovai di nuovo nel mio mondo.
La pioggia aveva smesso di cadere ma le urla e il caos dominavano ancora quel luogo.
La testa mi girava leggermente ma capivo cosa mi stesse accadendo attorno. Mi alzai e aiutai anche mio fratello.
<<Chloe, è stupendo...>> sussurrò estasiato.
Il nostro nuovo potere era quello di riuscire a vedere dentro le cose. Potevamo vedere dov'era il centro della vita di ogni oggetto attorno a noi.
Potevo vedere la linfa degli alberi, il sangue che scorreva nei corpi, il fulcro centrale dello sviluppo del tornado.
<<Abbiamo sbagliato tutto>> esclamò Ewan capendo l'errore.
<<Non ci dobbiamo focalizzare sull'intero problema, ma sul suo fulcro. Prendiamo il controllo su quello e ci siamo. >> dissi a Ewan. In un lampo anche lui capì.
Sentii l'energia che mi scorreva nelle vene, l'adrenalina a mille e le mani tremanti. In poco avemmo la meglio sulla forza distruttiva del tornado.
Cercai di visualizzare la sua fine. Cioè come far cessare il suo vortice continuo.
Nel mentre il tornado diminuiva di dimensione perché lo stavamo rallentando.
Il mio sguardo si fissò in quello di Karl sulle rive del lago.
Il tornado ormai era diventato una leggera brezza che smuoveva le fronde degli alberi attorno a noi. Corsi verso di lui seguita a ruota da Ewan.
Il nostro scontro di sguardi finì perché un boato irruppe da sotto la superficie del lago, poi fu inferno.
EWAN
Corsi più veloce che potevo, ero guidato dal mio istinto. Non c'era traccia di Edith e di viverniani vari. Tirai un sospiro di sollievo quando arrivai a una radura. Vidi il corpo di Adele che si reggeva in piedi a stento.
Corsi verso di lei.
<<Adele, cosa ti è successo?>> la guardai.
Aveva il viso sfregiato e i vestiti sporchi e strappati. Non riuscì a rispondermi perché svenne tra le mie braccia.
<<Ci siamo quasi, ora ti riporto a casa.>> le sussurrai nell'orecchio anche se sapevo che non l'avrebbe sentito.
A passo spedito ripercorsi i miei passi e con Adele sulle spalle tornai al lago.
KARL
Fabio si interpose tra me e la viverna. Non avevo avuto la prontezza di reagire, ma lui sì.
Urlai invano.
Le fauci di quell'essere inghiottirono Fabio.
Un ghigno crudele fece capolino sul muso affilato della viverna.
La rabbia prese il sopravvento e una scarica di lampi ghiacciati partì dalle mie mani. Uno, due, tre... uno dietro l'altro, senza sosta.
La viverna schivava con destrezza ma sapevo che non avrebbe retto a lungo perché aveva un'ala gravemente ferita.
Si era creata una specie di pista ghiacciata e l'animale non riuscì a mantenere l'equilibrio, quindi scivolò. Il suo corpo strisciò lentamente ma inesorabilmente verso il lago. Non potei fare nulla, il suo corpo fu inghiottito dalle acque.
Urlai più forte che potevo, le corde vocali doloranti.
Fabio era lì dentro! Come potevo fare?
Il mio sguardo vagò spaesato intorno a me. Ewan e Chloe stavano correndo nella mia direzione, forse in mio aiuto, non riuscii a scorgere né Lidja né Sofia. Non feci in tempo a raccontare a Chloe cosa fosse successo perché ci fu un boato.
Dalle acque fuoriuscì una fiammata. L'erba sulle sponde si incendiò specchiandosi sulle acque nere del lago.
<<Fabio!>> urlai vedendolo volare verso la volta celeste grazie a due muscolose ali.
Dopo di lui ne uscì anche la viverna. Era in parte carbonizzata e le ali bruciavano ancora come, d'altronde, l'interno della sua bocca.
Stava per inghiottire Fabio ma Chloe scattò, le mani protese in avanti.
<<Ora basta!>> urlò.
Le acque del lago iniziarono a vorticare creando un mulinello, nessuno sarebbe riuscito a scappare perché risucchiato dalla forza centrifuga.
Sembrava quasi insignificante per aiutare Fabio, ma Ewan aveva capito il suo gioco. Creò una corrente di vento potentissima, dall'alto verso il basso. Partiva da poco sotto Fabio e investiva con tutta la sua forza la viverna. Essa cercò di resistere, ma poi sfinita, cadde verso il lago, risucchiata dal mulinello.
Non mi feci attendere.
Dalle mie mani partì un lampo ghiacciato. La superficie del lago si solidificò e la viverna rimase imprigionata al suo interno. Da fuori la si vedeva contorcersi e dimenarsi cercando di rompere il ghiaccio. Dopo poco il suo corpo si fermò e finalmente regnò la pace.
Ewan partì di corsa verso Lidja mentre io rimasi lì , sulla riva del lago. Alzai lo sguardo al cielo e i miei occhi si bearono di tanto splendore. Le stelle stavano comparendo una ad una sul manto scuro della notte. Era finita la battaglia, ma non la guerra.
Sani e salvi? Direi solo salvi...
#angoloautrice: eccomi, sono tornata! Mi dispiace per avervi fatto aspettare così a lungo quindi ho deciso di allungare il capitolo. Che ve ne pare? Scusate ma un pò di battaglia dovevo metterla in questa storia.
Domande: Cosa sarà successo a Sofia? Lidja starà bene? Ilaria come avrà preso la notizia? Perché Edith non ha attaccato Ewan? Dov'era finita? E cosa pensa Julian? Nidhoggr prenderà bene questa "sconfitta"?
Continuate a seguirmi e se vi va andate a leggere le altre mie storie. Grazie mille <3
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