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"IL MALE ERO IO"

SOFIA

Una luce calda e soffocante mi svegliò.
La prima cosa che videro i miei occhi furono le macchie di muffa sul soffitto.
Era tardi, come al solito, Giovanna mi urlava di tutto mentre mi facevo la doccia con calma.
Inizierà la solita routine, noiosa, monotona, paurosa.

La mia vita si fondava sugli scherzi, sulle prese in giro, sulle battutacce... odiavo quell'orfanotrofio.
Avrei passato l'eternità rinchiusa in queste mura.
Mi asciugai i capelli con l'asciugamano e mi misi la divisa.
Giovanna mi aspettava fuori dalla porta. Mi prese per un orecchio e mi portò dentro la mia classe.

Mi fece salire sulla cattedra della professoressa e io rimasi lì in piedi davanti a tutti gli occhi dei miei compagni.
Iniziarono a ridere, a prendermi in giro.
Sentii dei colpi sul corpo. Erano vari oggetti che lanciavano i miei compagni.
Mi prendevano in giro e mi umiliavano, deridendomi .

Le lacrime scesero lungo il mio viso, a quel punto mi rannicchiai abbracciando le ginocchia con le braccia.
Tutto si fece buio.
Una sensazione di nausea mi attanagliò lo stomaco.

Mi ritrovai a girare e a girare, senza sosta in mezzo a un turbine d'acqua. Le urla e le risate dei miei compagni continuavano imperterrite a riempirmi le orecchie.
Giravo e giravo.
Mi ritrovai in un attimo sul fondo dell'oceano.
I timpani mi esplodevano.
Vedevo il cielo sopra di me, troppo lontano però, quasi irraggiungibile. Iniziai a nuotare ma qualcosa mi teneva ancorata al fondo.
Delle alghe si erano avvolte attorno alle mie caviglie e non mi lasciavano via di fuga. I polmoni si contraevano in spasmi dolorosi, la vista mi si stava annebbiando e il petto bruciava.

Ad un tratto sentii qualcosa pulsarmi sulla fronte e mi accorsi che era proprio il mio neo!
<<Thuban!!!>> urlai ma l'acqua mi riempì la gola e la mia voce fu soffocata.

Un drago imponente si materializzò davanti a me, cercai di allungare la mano verso il suo muso ma non lo trovai. La vista mi si annebbiò.
Riuscii solo a vedere delle fauci che si aprivano per poi richiudersi sopra di me.

Una mano calda mi accarezzava.
Aprii gli occhi piano piano e mi ritrovai il viso di Fabio a pochi centimetri dal mio. Le sue labbra però non erano del solito colore rosaceo, erano... rosse.
Una sostanza viscida gli colava sulle labbra.

Il suo sangue usciva dalle sue labbra ed entrava nelle mie. Non riuscivo a sputarlo e neanche a deglutirlo. Rimaneva lì e il sapore rimaneva impresso nelle mie papille gustative come simbolo della sua morte. I suoi occhi si stavano scurendo ancora di più.
Si accasciò sul mio corpo. E solo allora mi accorsi del pugnale che aveva piantato nel petto.
Rimasi immobile come pietrificata quando vidi le mie mani staccarsi dall'impugnatura e tremare.
Ero stata io.

<<Fabio!>> riuscii solo ad urlare.
Dalla mia bocca uscì tutto il suo sangue e anche il mio. Il letto in cui stavo si bagnò tutto e vomitai.
Repulsione verso di me e verso ciò che avevo fatto.

Il suo sangue nella bocca.

I suoi occhi nei miei occhi.

La sua voce nelle orecchie.

La consapevolezza di aver ucciso colui che più amavo.

Presi il pugnale ancora sporco e lo indirizzai verso il mio ventre.

Mi ritrovai in aria prima di poterlo abbassare.
Sopra le nuvole.
Lo spettacolo era stupendo almeno fino a quando ciò che mi teneva ferma non mi lasciò.
Il vento mi sferzava il viso prepotente e io cadevo in basso sempre più in basso.
Non urlai neanche. Mi ero rassegnata alla morte imminente.
Fino a quando non mi comparvero due ali enormi.

Ma non le MIE ali.
Erano più grandi, nere, e frastagliate nella parte posteriore. Le riconobbi. Non erano di drago ma di viverna.
Planai in una radura in mezzo a una foresta fittissima.
Mi ritrovai davanti a me tutti i miei amici: Lidja davanti a tutti, poi Chloe dopo di lei insieme a Karl e a suo fratello Ewan.
Dietro di loro intravedevo il mio amatissimo Prof, Gillian ed Effi.
Una figura femminile si fece avanti. La riconobbi subito con suoi bellissimi capelli rossi.
Beatrice.
Mia madre.

Di fianco a lei un uomo stupendo con i capelli mori mossi dal vento e magnetici occhi verdi.
Andrea.
Mio padre.

<<Siamo qui per aiutarti>> mi disse lui.
<<Io non ho bisogno di nessun aiuto. Il mio posto è questo. Il male sono io.>>
Il mio sguardo si posò sui miei piedi e notai che sotto di me c'era un corpo.
Il suo corpo.
Fabio.
<<Farete la sua stessa fine>> dissi con voce che non era la mia.
<<Lasciatemi stare>>
Loro non si mossero di lì.
<<Bene>> dissi e un sorriso malefico mi si stampò sulle labbra.
Con uno scatto fulmineo, uccisi tutti quanti, senza pietà.

Mi ritrovai tra corpi senza vita.
Ma non semplici corpi.
Loro erano le persone che più avevo amato e da cui avevo ricevuto tanto amore ed ora l'aria non entrava più nei loro polmoni per colpa mia.
Il sangue non scorreva più nelle loro vene per colpa mia.
I pensieri non viaggiavano più nella loro mente per colpa mia.

Il neo sulla mia fronte esplose in un colore verde e le piante intorno a me iniziarono a muoversi.
Due rami di una possente quercia imprigionarono le mie ali nere in una morsa da cui non si poteva scappare.
In un nano secondo, con uno scatto quasi invisibile dalla velocità, mi vennero strappate.

Il male mi aveva lasciato. Ma ormai lo ero diventata io.

Le mie gambe cedettero a terra e io caddi insieme ai corpi senza vita per colpa mia.

FABIO

Aprii la porta della mia camera e ciò che vidi mi lasciò sorpreso.
Sofia era stesa sul mio letto e dormiva. Si vedeva che fosse stremata.
Sopra di lei una figura femminile.
I suoi capelli mori ricadevano delicati sulle guance di Sofia e le sue mani le accarezzavano dolci il viso seguendone le curve.

<<Cosa ci fai tu qui?>> le ringhiai contro.
<<Sono qua perché...>> iniziò a parlare lei continuando ad accarezzare il viso di Sofia.
<<Lasciala stare.>> le dissi perentorio <<Immediatamente>> continuai visto che lei non voleva ascoltarmi.

Mi avvicinai ma non troppo. Intanto chiusi la porta per evitare sguardi indiscreti dai corridoi.
<<Lasciala. Ho detto>> continuai a ordinarle.
Lei finalmente si alzò e mi guardò con quei suoi occhi nocciola con qualche sfumatura dorata.

<<Ti devo parlare>> mi disse la ragazza.
La sua lunga tunica bianca frusciava mentre percorreva lo spazio che ci divideva.
<<Chi sei?>> le chiesi.

La ragazza delle scale non mi rispose.

#a.autrice : allora, ciao a tutti. Vi è piaciuto questo capitolo? Secondo voi chi è la ragazza delle scale per Fabio? Sofia si riprenderà? Cosa succederà in ospedale ad Adele? Vi ricordo un personaggio molto importante, il ragazzo dagli occhi azzurri, chi sarà mai? Vi dico solo di non dimenticarlo perché è molto importante nella storia. Nonostante ciò spero che la storia vi piaccia e scusatemi per gli errori del testo. Alla prossima <3

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