BATTAGLIA FINALE
FABIO
Entrai nella stanza aprendo di schianto i battenti in legno chiaro. Una fiammata scaturì dalle mie mani mentre ognuno di noi lanciava un urlo di guerra intimidatorio, cercavamo di caricarci a vicenda, liberando la rabbia che avevamo racchiuso al nostro interno oramai per troppo tempo.
Anche perché, guardando quello spettacolo, non poteva nascerti altro che rabbia.
La stanza era circolare, tutto era strutturato intorno al nucleo, cioè il centro della stanza, dove si trovava anche il pentacolo fumante.
Una pozza di sangue galleggiava sopra di esso, circondata da candele che lanciavano lungo le colonne marmoree riflessi inquietanti.
<<Lasciali stare! >> urlò Ewan a Edith vedendola con un machete in mano. Voleva cominciare a tagliare e segnare ancora di più la pelle bianca di Adele.
Lidja con la sua telecinesi la scaraventò contro il muro opposto, dandoci il tempo di agire.
Corsi il più velocemente possibile verso Ilaria mentre gli altri iniziavano a combattere contro gli assoggettati, alcuni spostandosi anche nelle stanze adiacenti.
Ci fu anche un ruggito, come di una viverna. Ma cercai di non farci caso, il mio dovere ora era quello di mettere in salvo Ilaria.
<<Fabio>> sussurrò la piccola Ilaria mentre la prendevo in braccio, anche se tanto piccola non era.
<<Sono qua, stai tranquilla >> cercai di consolarla e calmarla.
<<Cosa succede?>> singhiozzò sulla mia spalla mentre la posavo in un angolo nascosto della stanza.
<<Risolveremo tutto, non ti preoccupare e non ti muovere di qui. Se qualcuno di cattivo ti si dovesse avvicinare colpiscilo con questo vigorosamente>> le spiegai prima di scaraventare una sedia al muro togliendone una gamba in legno e porgendogliela.
<<Resisti, tornerò!>>
Una promessa che avrei voluto mantenere, che avevo detto per tirarmi su, per trovare un ulteriore motivo per non mollare.
Mi girai velocemente, davanti a me la guerra infuriava ma notai comunque come la luce del sole illuminasse per tre quarti lo specchio di sangue sul pavimento.
Un figura mi ostacolò la visuale.
Quest'ultima mi tirò un pugno sullo stomaco facendomi cadere a terra. Mi afferrò per il colletto e chiusi gli occhi aspettando un altro colpo. Ma non arrivò.
<<Fabio...>> sussurrò la persona davanti a me staccandosi velocemente.
<<Come fai a conoscermi?>> chiesi guardandolo meglio.
Eravamo uno davanti all'altro e la consapevolezza di chi avessi di fronte mi investì.
Capelli riccioli e neri che gli coprivano le ciglia folte e gli occhi verde sgargiante. I lineamenti e la forma della bocca... era come stare davanti a uno specchio.
Iniziai a tremare dalla rabbia.
Come se qualcosa dentro di me si fosse spezzato, come se il muro che conteneva le mie emozioni si fosse frantumato.
<<Tu...>> sussurrai sconsolato prima di lanciarmi su di lui urlando. Tiravo pugni e calci ma lui rimaneva fermo sotto di me, sorridendo.
<<Mostro! Ci hai abbandonati! Ci fidavamo di te e tu ci hai rovinati!>> urlavo cercando di sbollire la rabbia che continuava imperterrita a crescere a dismisura.
<<Perché non dici nulla?>> chiesi sfinito, appoggiando i pugni al suo petto che si alzava e si abbassava regolarmente.
<<L'ho fatto per proteggervi>> sussurrò dopo un pò di silezio.
<<Proteggerci?>> risposi urlando. Perché continuare a prendermi in giro? Perché non dirmi la verità?
Gli scoccai un ulteriore pugno e del sangue nero iniziò a colargli dalle labbra e dal naso.
<<Mi stavano minacciando, volevano prenderti. Mi sono dovuto offrire al posto tuo. Siete stati sempre il più bel pensiero e ricordo che mi attraversava la mente in ogni momento buio. Hanno cercato di farti credere che fossi un mostro, mandando un assoggettato con le mie stesse sembianze a casa. Tu eri piccolo, ma posso immaginare che tu possa ricordare solo le botte o l'alcool. Ma non ero io, non ero io... >> sospirò guardandomi con gli occhi lucidi
<<Come sei cresciuto bello... mamma sarebbe stata fiera di te. >>
Tutto era più chiaro.
Ecco perché mamma non si ribellava, ecco perché non diceva nulla, ecco perché continuava a difenderlo, ecco perché nonostante tutto mi parlava bene di lui.
Avevo le lacrime agli occhi perché tutto quello era pesante, anche per uno come me, che era abituato a caricarsi tutti i fardelli sulle spalle e a camminare in silenzio.
Ma lì, in quel preciso istante, davanti a quegli occhi così simili ai miei, tutte le mie certezze erano svanite, tutto l'odio che avevo covato per anni era fuoriuscito come l'aria da un palloncino.
Mi sentivo svuotato, libero da un peso troppo gravante. Avevo davanti mio padre, che in realtà non ci aveva abbandonato. Aveva solo cercato di salvarmi, sacrificando se stesso.
E me lo sentivo che le parole che fuoriuscivano dalle sue labbra non erano frottole. Riconoscevo i suoi occhi e fu come se il sangue mi si ripulisse all'istante da tutto l'odio che avevo covato nei suoi confronti.
Ci aveva pensato.
<<Lo so che è stata dura. Lo so che ti sei sentito abbandonato. Ma pensavo di fare il tuo bene>> un colpo di tosse lo obbligò a fermarsi.
<<Però sappi che ti ho sempre voluto bene. Perdonami, per tutto>> sussurrò mentre socchiudeva gli occhi.
Sorrisi mentre le mie lacrime cadevano sul suo viso levando lo strato di nero dolore.
<<Ti perdono...>> Riuscii solo a sussurrare. Lo strinsi in un abbraccio forte e fui contento sentendo la sua vena pulsare.
Sentivo tutto ovattato, mi sentivo mollo e svuotato. L'odio e la rabbia erano scomparsi, lasciandosi dietro una scia di desolazione.
La consapevolezza aveva fatto crescere per anni dentro di me piante d'odio che mi avevano aiutato a divenire più forte, ma, ora, dopo quelle parole e sotto quello sguardo, era come se le sterpaglie sul mio cuore si fossero improvvisamente trasformate in fantastiche querce.
Mio padre aveva cercato di salvarmi per anni dal male, ora era lì , tra le mie braccia, dopo essere stato prigioniero per anni e sorrideva. Sorrideva per me.
Libero.
<<Bravo Fabio, sapevo avresti lasciato alle spalle il male dentro di te per dare più spazio al nostro fuoco>> tuonò una voce alle mie spalle. Mi girai di scatto con il cuore palpitante.
<<Siamo pronti Fabio, senza più niente a ostacolarci. Andiamo e combattiamo insieme.>> continuò guardandomi con i suoi ipnotici occhi gialli.
<<Eltanin, sei qua... sei proprio tu>> sussurrai salendo sulla sua groppa rossa fuoco.
Inspirai profondamente prima di urlare <<Siamo pronti!>> dirigendoci verso la battaglia.
SOFIA
Corsi il più velocemente possibile verso Adele.
Edith era mezza imbambolata a causa della sorpresa e della botta che aveva preso contro la parete. Mi avvicinai ad Adele slegandola.
<<Siete arrivati...>> sussurrò abbracciandomi. Non potei fare altro che ricambiare, era un gesto così inusuale da parte sua.
<<Grazie a te>> risposi stringendola forte. Mi ero preoccupata troppo.
Ci staccammo, non ci vollero altre parole, solo uno sguardo.
La vidi correre verso il centro della stanza, catapultandosi verso Julian.
Mi girai in cerca di Fabio ma qualcuno mi afferrò per le spalle lanciandomi contro la finestra.
Finii sul morbido prato davanti la villa in una piscina di cocci di vetro, ansimando.
Non avevo neanche avuto il tempo di urlare, era successo tutto così velocemente. Come un fulmine a ciel sereno. Mi sentivo frastornata.
Provai ad aprire gli occhi mentre sentivo ogni tessuto della mia pelle che si stava slabrando.
Il blu si avvicinò a me, minaccioso, prendendomi per il collo. Non ebbi tempo per scansarlo.
<<È inutile tentate di sconfiggerlo, non potete e non ci riuscirete.>>
<<Ne sei certo?>> sussurrai mezza soffocata e paonazza.
Una paura subdola e strisciante si impadronì di me come una morsa dalla quale non si poteva scappare.
Pensai fosse l'ora di finirla.
Anche se tentavo di divincolarmi la sua presa era ferrea e non riuscivo a staccarmi.
L'aria non entrava più nei miei polmoni, ero scossa da singulti continui.
Forse era giunto il mio momento.
Il mio l'avevo fatto, il mondo non sarebbe crollato senza di me.
Avevo combattuto, avevo sofferto, avevo gioito, avevo perso e avevo vinto. Ma ero stanca, stanca di tutte quelle responsabilità. Non ero adatta a quel tipo di vita, non lo ero per niente.
Forse avrei fatto meglio a non divincolarmi più, a lasciar andare le cose come stavano.
All'improvviso un luccichio accecante.
Sei sempre la solita, cara Sofia. Non mollare. Combatti, sono al tuo fianco. Come ti avevo promesso.
Un bruciore in fondo alla pancia. Quella voce... quanto mi era mancata? Quanto l'avevo attesa? Ero entusiasta, spaventata e intontita allo stesso tempo. Non mi sarei mai aspettata che una sola voce avesse potuto darmi così tanta forza e coraggio.
Non ero sola.
Non ero sola.
Non lo ero mai stata.
<<Ne sono certissimo, non riesco ancora a comprendere questa vostra enorme ostinatezza. Come potete continuare a cercare di evitare qualcosa che è di per se' inevitabile?>> mi chiese rispondendo alla mia domanda precedente. Immaginavo il suo volto trasfigurato da una smorfia demoniaca, ma quella la immaginavo soltanto. Vedevo i suoi occhi neri come la pece. Neri e senza emozioni, solo un luccichio da pazzo maniaco.
<<Audaces fortuna iuvat>> ripetei una frase in latino che avevo sentito spesso dire da Adele.
"La fortuna giova agli Audaci".
Il suo sguardo si riposò su di me facendo una domanda sottintesa che non fece in tempo a chiedere perché dalle mie mani spalancate scaturirono liane, mentre il neo brillava vivacemente, di un colore che stonava con il rosso del cielo e con il nero dei suoi occhi.
Delle liane lunghe e sottili crebbero dalla terra e lo bloccarono in una morsa dalla quale nessuno sarebbe stato in grado di scappare. Era bloccato a terra mentre insieme al sangue tutta la rabbia repressa fuoriusciva dal mio corpo tagliato e squarciato.
<<Il male non potrà mai vincere contro il bene, almeno finché ci sarò io! Non lo permetterò! Mai!>> urlai arrabbiata. Le liane si mossero veloci strappando uno alla volta i pezzi che formavano la sua corazza blu. Urlava dimenandosi ma sembrava non avessi più pietà. La pelle gli venne strappata via, pezzo dopo pezzo. Feci assottigliare le liane, così sottili che non erano visibili ad occhio nudo.
L'uomo davanti a me urlava verso il cielo rosso sangue mentre le liane entravano nella sua pelle, perforandola.
La mia linfa , sostanza pura, iniziò a scorrere nel suo sangue lavandolo dal catrame del sangue viverniano.
Sentivo le sue grida, dal suo corpo fuoriusciva un calore fortissimo. Mi inginocchiai a terra sospirando, sfinita, mentre anche l'uomo nuovo davanti a me si accasciava a terra con un respiro rotto e ansimante.
Il sole era sempre più coperto dalla figura, ora minacciosa, delle luna. Osservai l'uomo accanto a me, sfigurato. Aveva occhi enormi, azzurri e spalancati, mi fissava con la bocca aperta, come se volesse dire qualcosa ma le parole gli si fossero bloccate in mezzo alla gola. Tremava ininterrottamente mentre un terrore immane gli attraversava gli occhi e contagiava i lineamenti del viso.
<<Grazie...>> sussurrò solo prima che il suo respiro fuoriuscisse definitivamente dal suo corpo.
Una strana sensazione di pace mi attraversò le membra, accompagnato da un senso di paura strisciante. Due emozioni opposte che in quel momento sembravano formare una melodia meravigliosa dentro di me. Debolissimi raggi del Sole baciavano la mia pelle graffiata e segnata da cicatrici indelebili.
<<Ti rivedrò mai , sole mio?>> sussurrai rivolta al cielo. Si sa che la vita senza sole non possa nascere, e quello era lo stesso senso del male. Se il male regnava, il bene non sarebbe riuscito a rialzarsi. Avevamo bisogno del nostro sole, nucleo della nostra vita. Una persona senza bene nel cuore era come un albero rinsecchito poiché non raggiunto dal sole.
Dovevo evitare ciò, non potevo permetterlo.
<<Lo rivedrai se mi seguirai, mia cara Sofia>> una voce gutturale e profonda arrivò alle mie spalle. Mi girai di scatto presa da un moto di pura felicità.
<<Thuban, sei qui!>> fu la prima frase che mi venne in mente. Banale ma che nascondeva tanto dietro.
Senso di abbandono, paura, speranza e gioia. Abbracciai il suo collo squamoso, di un verde smeraldo, meraviglioso, mentre le sue ali possenti sbattevano facendo turbinare l'aria.
<<Andiamo!>> urlammo in contemporanea correndo verso la battaglia.
LIDJA
Io e Karl combattevamo senza sosta contro una viverna: nera e possente, strisciante e subdola.
Con la coda dell'occhio vidi Chloe e Ewan combattere contro un viverniano corazzato di nero. Potevano farcela, i loro poteri erano aumentati negli ultimi tempi. Mi fidavo della mia squadra, la mia speranza non barcollava, era ferrea. Ce l'avremmo fatta, non avremmo mollato.
Campi di ghiaccio e sfere di plasma venivano scaraventati contro l'animale ma schivate con cura. Urlavamo e sudavamo per la stanchezza che ci aveva abbracciati tra le sue braccia profonde .
Vidi Karl correre verso di essa, saltare su una lastra di ghiaccio con una lancia sempre di quel materiale. Sembrò quasi che tutto succedesse a rallentatore, come se fossimo in un film. La lama luccicante si conficcò tra le sue squame nere a pochi centimetri dal collo. Karl iniziò a scivolare tagliando la spalla e la zampa anteriore non accorgendosi, però, che l'ala della viverna si era mossa repentinamente . Quest'ultima lo colpì scaraventandolo a terra a qualche metro di distanza, contro il muro.
Il respiro mi si bloccò in gola .
Corsi sistemandomi d'inanzi a lui e innalzando una barriera. La creatura cercava di sfondarla ma a vuoto, perché nonostante fossi stremata non avrei mai permesso che Karl potesse farsi ancora male.
Urlavo il suo nome ma sembrava non mi sentisse, che fosse.... morto.
Mi inginocchiai , stanca, sotto i molteplici colpi di quell'animale.
<<Non mollo! Ci sono! Non mollo!>> continuavo a sussurrare cercando di spronarmi, cercando di illudermi.
La creatura si fermò per un attimo e ne aproffittai immediatamente.
Sembrò che accartocciassi la barriera come un foglio di carta creando una sfera enorme. La scagliai con potenza , la presi in pieno e questa volò contro il muro.
Questo si crepò ma la creatura non sembrava turbata. Mentre io lo ero, eccome. Come poteva non sentire nulla sotto i miei colpi? Io ero troppo stanca, non sarei riuscita a reggere qualche secondo di più.
Mi inginocchiai a terra vicina a Karl chiudendo gli occhi, mi aspettavo un attacco. Che sarebbe stato fatale. Forse era quello il nostro destino, forse il mondo richiedeva un'era buia. Forse questa volta eravamo troppo deboli per sconfiggere Nidhoggr.
Io non ce l'avrei fatta, il mio corpo richiedeva di stare fermo, ero sfiancata. Non riuscivo nemmeno ad alzare gli occhi.
Sentii il ruggito della Viverna che stava venendo alla carica. Karl dietro di me non dava segni di vita e mi sentii estremamente sola. Sola perché in quel momento non sapevo su chi appoggiarmi, ero sola. Davanti alla mia imminente morte.
Un raggio di sole mi accarezzò il viso, bellezza tra le tenebre. Mi beai di quell'ultimo spiragli di dolcezza e aspettai che la viverna si avvicinasse. Tutto sembrava accadere al rallentatore, un secondo dopo l'altro. Un'ora dopo l'altra.
Una mano mi afferrò il braccio facendomi alzare sulle mie gambe tremanti. Sentii una voce dolce e familiare che mi sussurrava all'orecchio.
<<Siamo qui, non ti preoccupare.>> Chloe mi si affiancò a sinistra mentre Ewan a destra.
Lui mi disse <<Abbiamo tramortito il nero, abbiamo visto che avevi bisogno di aiuto. Eccoci qui!>>
Mi commossi alla loro vista. Come avevo potuto anche solo pensare di essere da sola?
Un gruppo di amici che sarebbe pronto a sacrificarsi uno per il bene dell'altro era un dono dal cielo. Qualcosa che il male non avrebbe mai potuto comprendere.
Mi mossi seguendo il mio istinto. Come una danza arcaica che il cuore mi stava suggerendo di compiere.
Braccia in alto, calciata, giravolta, pugno sinistro in avanti, urlo... in una serie infinita. Sembrava una danza antica di popolazioni barbare, almeno così mi sembrava. Però era come se il mio corpo sapesse già cosa fare. Come se l'avessi già imparata.
Subito dopo anche Ewan e Chloe mi seguirono in questa danza. Eravamo sincronizzati, come se fossimo stati preparati ad utilizzarla.
Una pace sconfinata si impossessò di me e credetti anche degli altri miei compagni. Il corpo si muoveva disinvolto creando un'energia intorno a noi quasi elettrica. Il mio neo si illuminò e così anche quello degli altri. Una luce rosa e viola accecò la creatura. Le nostre mani si illuminarono.
Ci fermammo sbattendo i piedi in terra contemporaneamente. Portammo la gamba sinistra in avanti e dopo aver preso un respiro profondo portammo la braccia in avanti, con gli avambracci uniti e le mani aperte a raggiera.
Fu come sparare, dei raggi di energia rosa e viola partirono dalle nostre braccia e colpirono la viverna. Urlammo dallo sforzo.
La viverna ruggiva sotto i nostri colpi, ma sembrava sempre non abbastanza. Reggeva nonostante la forza dei nostri raggi. Ad un tratto esplose un altro raggio, di un azzurro quasi bianco, accecante.
<<Sono con voi!>> urlò mentre la viverna iniziava a sbriciolarsi e a diventare polvere mossa dal venticello che spirava da fuori.
<<Karl!>> urlai saltandogli al collo. Era vivo, ce l'avevamo fatta. Chloe e Ewan si unirono al nostro abbraccio. Eravamo la rappresentazione plateale del fatto che insieme si era nettamente più forti.
KARL
L'ala della viverna mi colpì. Mi sembrò come di volare, per un attimo mi sentii libero, come un gabbiano in cielo che superava le nuvole e si lanciava verso le stelle. Solo che al posto di andare verso le stelle, andai contro un muro.
Colpii la testa, la vista mi si appannò. Riuscii solo a scorgere Ewan e Chloe che combattevano contro il nero, Sofia che veniva lanciata fuori dalla finestra e Lidja che mi guardava urlando. Ma mi sembrava che tutto fosse lontano da me, che i colori e suoni giungessero ovattati e sfocati. Non riuscii a mantenere il controllo della mia mente. Chiusi gli occhi e scivolai in un mondo nero e pieno di tenebre.
Camminavo in tondo cercando di capire dove mi trovassi ma mi sembrava che fosse uno spazio infinito senza orizzonti o limiti. <<C'è qualcuno? >> urlai spaventato da quel silenzio così assordante. iniziai a tremare e a respirare più velocemente. Non c'era luce, non c'era vento, non c'erano rumori. Tutto in quel luogo sembrava soffocarmi.
Ero forse morto per davvero? Ero nell'aldilà?
<<Non sei morto, Karl. Stai tranquillo>> una voce possente fuoriuscì da non so dove. Mi girai e rigirai cercando di scorgere qualcosa tra quelle tenebre. Io quella voce la conoscevo, quella voce che avevo tanto atteso nella mia testa, la voce di...
<<Aldibah, mi sei mancato...>> sussurrai. Fu l'unica cosa che mi venne in mente. Gli occhi mi si riempirono di lacrime di commozione perché era l'unica voce che in quel momento avrebbe potuto darmi la forza. <<Sono fiero di te, Karl. Sono fiero di tutti voi.>> mi disse con la sua voce possente e cavernosa.
<<Come stanno gli altri?>>
<<E' dura, siete stanchi. Ma non dovete mollare, potreste farcela. Come ce l'avete sempre fatta.>> mi disse. Nel mentre mi sedetti a terra stanco come lo ero stato poche volte.
<<Perché posso sentirti, come fai ad essere qui? Anche gli altri possono sentire i loro draghi?>> iniziai a fare domande a raffica entusiasta del nostro nuovo riconciliamento.
<<Karl, calmati. Anche gli altri hanno avuto dei contatti con i propri draghi. Tranne Khatai gli altri draghi si sono mostrati o comunque si stanno mostrando.>>
<<Ma come mai, perché proprio ora?>>
<<E' complicato. Ti basta pensare che bisogna raggiungere uno stato di pace e di svuotamento tale da permettere l'entrata delle nostre anime in voi.>> mi spiegò
<<Ora sono in pace, come se dentro di me non ci fosse altro che vuoto>> constatai ad alta voce.
<<Infatti sono qua>> la sua risata echeggiò in quel luogo a me ignoto. <<Dovete svuotarvi, capire che la pace e il bene sono direttamente proporzionali. Che se trovate la pace dentro di voi, troverete anche la via del bene e quindi per sconfiggere il male. >>
Una luce proveniente da un lato ignoto della stanza mi accecò e mi dovetti coprire il viso con il braccio. <<Ora va, sarò con te.>> mi disse Aldibah e seguii il suo consiglio.
Mi avviai verso la sorgente di quella luce e fu come essere trasportato da un vortice. Mi sentii sballottare da un lato all'altro senza sosta fino a sentire il freddo del marmo sotto i palmi delle mani.
Mi ritrovai di nuovo nella stanza accanto a quella enorme e circolare dove si stava svolgendo la battaglia. Davanti a me la lotta infuriava. Ewan, Lidja e la mia Chloe erano schierati uno di fianco all'altro e con le mani protese in avanti lanciavano scariche di energia tali da colpire la creatura e farla rimanere ferma contro il muro. Era bloccata ma non del tutto sconfitta. Mi affiancai a Lidja, vicino a Chloe.
Mi concentrai sulle parole di Aldibah e svuotai il mio corpo da tutte le paure e preoccupazioni. Composi un arco con le braccia sopra di me, poi spostai la gamba destra all'indietro e slanciai le braccia in avanti con gli avambracci uniti e le mani a raggiera. Dalle mie mani fuoriuscì un fascio di energia blu. Sembrava che fossimo racchiusi in una bolla elettrica di energia.
La viverna iniziò a bruciare e in poco divenne polvere.
Rimanemmo per un po' a guardare la polvere della creatura quasi invincibile mossa da minuscole folate di vento. La prima a spezzare il silenzio fu Lidja che mi saltò al collo urlando il mio nome. Un sorriso nacque alle mie labbra nonostante la situazione poco favorevole. Sentii i gemelli che si univano a quell'abbraccio e per un attimo le preoccupazioni lasciarono seriamente il mio corpo. Eravamo insieme, a sostenerci nonostante tutto.
<<Scusate ragazzi, non vorremmo rovinare questo momento. Ma c'è un battaglia che ci aspetta>> la voce saggia di Rastaban seguita dalle brevi e possenti risate di Aldibah e Kuma.
Erano con noi, al nostro fianco, pronti per la battaglia.
Ognuno salì sulla groppa del proprio drago. Stavo per incitare tutti ad andare ma un urlo di ragazza squarciò il breve silenzio che si era formato.
<<Adele...>> sussurrò Lidja mentre i draghi si apprestavano a balzare nella stanza affianco dove si trovava il centro del rito.
#angoloautrice: eccomi di nuovo! dopo troppo tempo, me ne rendo conto. Ma volevo trovare il modo giusto per concludere questa storia. Non volevo cadere nella banalità. Spero possiate capire! Mi dispaice dirlo, ma è così: siamo giunti al penultimo capitolo! Pronti a scoprire la fine? Riuscirà il sole a vincere la luna? Il bene si farà valere? Grazie mille, continuate a seguirmi<3
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