Aprì gli occhi, ancora intontita. Giaceva in un letto avvolta da bianche lenzuola. Avvertì un dolore al braccio e quando, istintivamente, aveva cercato di portare l'altro braccio su quello dolorante, si sentì come impedita, quasi bloccata.
Alzò gli occhi e immediatamente arrivò la risposta alle sue perplessità.
Il braccio dolorante era attaccato ad una flebo, e lei, si trovava nel letto di un ospedale.
Non ricordava nulla di quello che era successo, dopo che aveva tentato di autolesionarsi, probabilmente aveva perso i senso e qualcuno l'aveva portata lì.
In quel momento però nessuno era presente in quella stanza dall'intonaco bianco, oltre a lei.
Intorno regnava il silenzio. Non sapeva quanto avesse dormito, né da quanto tempo si trovasse lì, ma si rendeva conto, che le sue condizioni fisiche non erano tali da potersi muovere.
Si sentiva debole, molto debole.
Il sogno che aveva fatto, l'aveva riportata indietro nel passato.
Aveva ben ricordato le parole di sua madre.
Avrebbe desiderato ritornare piccola, quando tutto le sembrava così grande e sconosciuto, quando le ombre sui muri i gli scricchiolii improvvisi dei mobili la facevano saltare dal letto, ma si sentiva molto più forte di quanto lo fosse in quel momento.
Avrebbe voluto ritornare bambina, quando bastava qualche parola di sua madre, una stretta forte al suo pupazzo preferito, per vincere ogni battaglia e sentirsi padrona della sua vita e del mondo.
Era tutto così semplice e colmo di senso, ai suoi piccoli occhi da bambina.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era sentita così?
Era una piccola principessa coraggiosa, così come la chiamava sua madre.
Anche se quel tempo le sembrava tanto lontano, desiderava anche per un unico istante riviverlo.
Sentì ancora tanto silenzio, forse era notte, forse era ancora tempo di dormire.
Ad un tratto, sentì gli occhi pesanti e riprese a dormire.