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Capitolo 6

-Miranda!-
Tony urla e io mi sveglio di soprassalto.
Non mi ero nemmeno resa conto di essermi addormentata: quando sono ritornata in camera ho fatto una doccia veloce e poi mi sono sdraiata sul letto mentre scaricavo della musica sul mio nuovo cellulare. Devo essermi addormentata in quel momento.
Mi alzo a sedere e lo guardo. È arrabbiato ma non capisco il motivo.
-Chi era quel ragazzo con cui parlavi a pranzo?- mi chiede andando dritto al punto. Le mani strette in pugni lungo i fianchi, i muscoli tesi.. Ho paura.

-È Gabriele, il nuovo animatore del- mi zittisce alzando il tono della voce.
-Certo so chi è, voglio sapere cosa voleva e cosa ti ha detto-
Se sai chi è perché me lo chiedi? Avrei voluto dire ma scelgo di limitarmi a rispondere alle sue domande.
-Mi ha chiesto se poteva sedersi e quando gli ho detto del tavolo degli animatori e mi ha informato delle nuove disposizioni, ma penso che tu sappia anche questo- dico e lui annuisce dandomi il consenso di continuare.
-Mi ha chiesto dei miei visto che ero da sola e lì ha capito chi sono perché evidentemente qualcuno gli ha già parlato di me e della mia storia- dico intristendomi un po'.
Tony si rilassa visibilmente e si avvicina a me. Mi accarezza la guancia e mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sposta la mano fino al mio mento facendomelo alzare e deposita un bacio casto sulle labbra. Quel gesto per me vale più delle parole, perché capisco che lui mi è vicino.

-Ho esagerato, però non voglio che nessuno si avvicini a te.. Lo sai- ammette e io annuisco senza parlare.
-Non ti proibisco di avere degli amici, voglio solo che tu stia attenta okay?- annuisco di nuovo e questo mio comportamento lo irrita. Lo noto dal cipiglio che si è formato sul suo viso e dal modo in cui i muscoli delle sue braccia si sono tesi di nuovo.
-Rispondimi!- urla.
-Ho capito, starò attenta- mi affretto a dire. Non voglio irritarlo, mi spaventa.

-Sono teso, che ne dici di farmi rilassare un po'?- mi chiede ammiccando e io non dico nulla.
Mi limito a spingerlo all'indietro facendolo cadere sul letto.
Non che io ne abbia voglia, ma è meglio farlo contento.. Preferisco stringere un po' i denti per questo che per delle sculacciate o degli schiaffi.
Sul viso di Tony spunta un ghigno quando inizio a sbottonare i suoi pantaloni che faccio scivolare lungo le gambe magre insieme ai boxer.
Noto che ha già una mezza erezione e mi chiedo se sia dovuto al fatto che nel villaggio ci siano altre ragazze. Sento una fastidiosa sensazione allo stomaco ma non voglio pensarci così scuotendo la testa inizio il mio lavoro.

Prendo il suo membro in mano e stringendolo inizio a fare su e giù.
Poco a poco sempre più veloce come piace a lui che infatti ricambia stringendo gli occhi e gemendo piano.
Bacio la punta e riprendo con il movimento delle mani. Non lo prenderò mai in bocca, e questo Tony lo sa. Avvicino le mie labbra alle sue e lo bacio con passione mentre sento il suo membro pulsare nella mia mano e poco dopo versare il suo seme su di essa. Mi pulisco con un fazzoletto che butto nel wc e mi sdraio accanto a lui che è intento a riprendere fiato.

Avvolge un braccio intorno a me e mi fa poggiare la testa sul suo petto: in questa posizione riesco a sentire i battiti del suo cuore rallentare poco alla volta.
-Promettimi che tutto questo non finirà mai- la sua è quasi una supplica.
-Certo- dico e improvvisamente mi stringe i capelli in un pugno e me li tira.
-Certo cosa?- chiede.
-Certo.. papino- mi correggo e lui molla la presa.
-Mi piace quando fai la brava bambina, meriti una ricompensa- dice mentre inizia ad accarezzare la mia pelle.

Mi rilasso, contenta che non voglia farmi male e cerco di concentrarmi sul suo tocco.
Tony inizia a baciarmi il collo mentre mi abbassa i pantaloncini e io alzo il bacino per aiutarlo. Me li sfila insieme alle mutandine e poi si dedica al mio top che raggiunge presto i pantaloncini.
Mi sgancia il reggiseno e mi bacia piano. Ricambio il bacio lasciandomi trasportare dalle sensazioni delle sue mani su di me: mi accarezza, mi bacia e succhia la mia pelle facendola arrossare leggermente. Inizia a baciarmi la pancia e poi scende sempre più giù fino ad arrivare alla mia intimità. Spalanca le mie gambe e inizia a baciare il mio clitoride. Sento la famosa sensazione al basso ventre e mi rilasso ancora di più.

Inizia a leccare piano la mia intimità, colpendola come se fosse bollente.
Infila un dito dentro di me e inizia a pompare velocemente mentre succhia il mio clitoride con la bocca.
Le mie gambe si irrigidiscono.
-Dillo Miranda, dillo per me- chiede e io lo accontento come sempre.
-Papinoo- dico mentre gemo forte e vengo sulle sue dita e sulla sua bocca che accolgono felicemente i miei umori.

***

Mi sveglio e noto che Tony è ancora accanto a me. Guardo l'orologio e vedo che sono solo le quattro; lui inizia a lavorare alle cinque quindi è ovvio che sia ancora qui. Mi alzo e metto velocemente un costume blu seguito da un copricostume grigio.
Scrivo un biglietto veloce a Tony dicendogli che ci vedremo a cena. Prendo la borsa, gli occhiali da sole e le chiavi ed esco dalla camera.
Respiro l'aria pulita che mi arriva dritta ai polmoni prima si accendermi una sigaretta. Il tempo è bello oggi e probabilmente lo sarebbe anche il mare ma non mi va di andarci perciò mi avvio verso la piscina mentre finisco la mia sigaretta.
Saluto Simone e Paolo, i bagnini, e mi posiziono su una sdraio. Metto il telo su di essa e mi spoglio. Mi sdraio e mi rilasso mentre il sole sembra che mi entri fin nelle ossa.

Mi ritrovo a pensare a cosa stiano facendo Denise e Michele in questo momento, ma subito dopo sento la rabbia e il rancore impossessarsi di me.
Non penso li perdonerò mai per quello che hanno fatto. Sono una ragazza tranquilla io, ma so essere vendicativa e cattiva se voglio e purtroppo loro hanno commesso un grosso sbaglio. Anzi, enorme direi.

-Scusa, sono libere queste sdraio?- mi chiede una voce maschile che mi distoglie dai miei pensieri.
Apro gli occhi e mi ritrovo davanti un ragazzo alto, muscoloso e con due grandi occhi verdi che in questo momento stanno scrutando ogni centimetro del mio corpo. Mi indica le due sdraio accanto a me e io annuisco.
-Ragazzi, qui ne ho trovate due!- urla verso qualcuno. Noto che la piscina si è riempita di persone che prima non c'erano; probabilmente mi sono soffermata a pensare più di quanto credessi.

Si avvicinano a quel ragazzo, e automaticamente a me, quattro ragazzi: una ragazza bionda e alta, leggermente robusta e con gli occhi blu che mi sorride calorosamente, un'altra ragazza che non avrà più di dodici anni, i capelli scuri e l'apparecchio ai denti, e poi due ragazzi uno con i capelli rossicci e robusto mentre l'altro moro e leggermente più basso degli altri due.
Mi sorridono entrambi e finalmente il ragazzo dagli occhi verdi si decide a parlare.
-Io sono Davide.- esclama.
-Piacere, Miranda- dico e aspetto la classica reazione che hanno le persone quando sentono il mio nome, ma stranamente non arriva. Forse non sanno ancora nulla di me e sinceramente preferisco raccontare io la mia storia, se proprio devo.
-Loro sono Vincenzo, Giuseppe e Margherita, miei cugini- dice indicandomi i ragazzi e la bionda che continua a sorridermi. Ricambio il sorriso un po' incerta.
-Mentre lei è Sandra, la mia sorellina- dice indicandomi la ragazzina con l'apparecchio. Sorrido anche a lei e li osservo, sembrano ragazzi alla mano, anche se la bionda non mi convince molto.
-Allora, da quanto sei qui al villaggio?- mi chiede il ragazzo dai capelli rossi che mi pare si chiami Vincenzo.
-Dagli inizi di giugno- rispondo semplicemente.
-E quando vai via?- mi chiede questa volta Davide. Ouch, punto debole e fitta allo stomaco.
-A dire il vero non lo so- rispondo sinceramente e le loro espressioni mi fanno sorridere: mi osservano come se fossi un essere misterioso e mai visto prima.

-Com'è che non lo sai?- mi chiede Sandra, la ragazzina.
-Beh, è appunto dai primi giorni di giugno che sono qui e continuo ad abitare qui quindi non so cosa farò quando chiuderanno a fine estate- cerco di spiegare anche se so che è difficile.
-Che fortuna, che i tuoi genitori ti lasciano così libera alla tua età.. Cioè quanti anni hai?- dice Margherita.
-Diciassette- rispondo cercando di dimenticare quello che ha detto prima.
-Ecco, io ne ho ventuno e ancora mi rompono le palle perché fumo.. Ma è normale secondo te?- dice alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
Mi limito a guardarla: a primo impatto sembra una ragazza snob però ha qualcosa che mi dice che non è così.
Faccio loro un mezzo sorriso, ringraziandoli mentalmente per non aver fatto altre domande sui miei o sulla mia situazione.

Continuiamo a chiacchierare del più e del meno e devo dire di apprezzare molto la loro compagnia: sono cinque persone davvero divertenti e abbiamo un po' di cose in comune.
Controllo il cellulare e ho un messaggio di Antonio che mi dice di andare al ristorante. Mi chiedo cosa sia successo di così importante.
Mi alzo e inizio a sistemare le mie cose un po' in pensiero.
-Ragazzi io vado, ci si vede stasera- dico sorridendo.
-Si certo, ehi mi daresti il tuo numero? Così ti chiamiamo e stiamo insieme- mi chiede Davide e noto un leggero rossore sulle sue guance e un po' di speranza nei suoi occhi.
Annuisco e gli do il numero, poi mi avvio verso il ristorante.

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